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Sentire, riconoscere, pensare - Il pensare - Rivista di Filosofia

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Non a caso, perciò, il primo numero è intitolato Sensibilità, riconoscimento, <strong>pensare</strong>,<br />

ed apre con il contributo <strong>di</strong> Marco Casucci che focalizza l’attenzione sulle articolazioni del<br />

riconoscimento nell’opera <strong>di</strong> Paul Ricoeur. In particolare, mette in evidenza come attraver-<br />

so la lotta e il conflitto, il riconoscimento si apra alla <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> sacralità della persona.<br />

Proseguendo il <strong>di</strong>scorso sull’apertura alla trascendenza Lucio Giuliodori propone una ri-<br />

flessione inerente al concetto <strong>di</strong> «sacro» nell’opera <strong>di</strong> Elémire Zolla, sottolineandone l’oc-<br />

cultamento operato dalla modernità dominata da una logica quantitativa che impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong><br />

elevarsi alla <strong>di</strong>mensione méta, costitutiva della persona. Riflette sul “sentire emozionale”,<br />

secondo la prospettiva <strong>di</strong> E<strong>di</strong>th Stein, Nicoletta Ghigi: così accanto al sentire empatico,<br />

quale atto me<strong>di</strong>ante il quale si costituisce l’alterità e l’in<strong>di</strong>vidualità personale, evidenzia il<br />

sentire spirituale in cui l’anima è capace <strong>di</strong> costituire un vissuto emozionale, che va al <strong>di</strong> là<br />

della percezione dell'oggetto e l'afferramento empatico dell'alterità, per approdare alla fede<br />

Risponde alle sfide contemporanee il saggio <strong>di</strong> Giulio Lizzi che riflette insieme a<br />

Pierre Lévy sull’incidenza del virtuale nell’ambito dell’antropologia. <strong>Il</strong> virtuale, che ha nella<br />

despazializzazione e nella detemporalizzazione i suoi vettori principali, si trova oggi a rico-<br />

stituire, nel “<strong>di</strong>orama” <strong>di</strong> internet, una nuova spazialità e una nuova temporalità che inci-<br />

dono sul sentire, sull’“agire” e sull’intendere. Di sicuro interesse è il contributo <strong>di</strong> Marco<br />

Moschini che affronta la questione fondamentale dell’interrogazione della realtà in <strong>di</strong>alogo<br />

con le riflessioni <strong>di</strong> Cusano e Hegel. In entrambi la domanda filosofica si manifesta nella<br />

sua specifica natura: come una ricerca e una investigazione posta da una delle più alte ten-<br />

sioni spirituali: quella alla sofia. Tale tensione appare a buon <strong>di</strong>ritto come l’iniziativa meta-<br />

fisica fondamentale dell’uomo che pensa.<br />

Infine, facendo riferimento in particolare al Chi pensa astrattamente? e alle conside-<br />

razioni sulle determinazioni essenziali della riflessione sviluppate nella Scienza della logica<br />

<strong>di</strong> Hegel il mio contributo intende recuperare quella concretezza del <strong>pensare</strong>, che coglie la<br />

complessità delle relazioni e delle <strong>di</strong>mensioni dell’uomo, mostrandone il destino e l’anco-<br />

ramento metafisico. L’arrestarsi alla “riflessione esteriore”, che assolutizza le determina-<br />

zioni finite ed è sempre unilaterale, compromette sia quello che Hegel chiama “ritorno al<br />

fondamento”, sia il riconoscimento dell’altro in tutti i suoi aspetti. Ho ritenuto opportuno<br />

proporre la traduzione del “piccolo saggio” Chi pensa astrattamente? come viatico per chi<br />

presenta una nuova rivista intitolata “<strong>Il</strong> <strong>pensare</strong>”.<br />

<strong>Il</strong> <strong>pensare</strong> - <strong>Rivista</strong> <strong>di</strong> <strong>Filosofia</strong> ◆ ISSN 2280-8566 ◆ www.il<strong>pensare</strong>.it ◆ Anno I, n. 1, 2012

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