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Sentire, riconoscere, pensare - Il pensare - Rivista di Filosofia

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<strong>Il</strong> riconoscimento tra conflitto e sacralità della persona in Paul Ricoeur Marco Casucci<br />

ILp<br />

esso è certamente presente nella tra<strong>di</strong>zione filosofica, portando con<br />

sé una fecon<strong>di</strong>tà sul piano della riflessione estremamente importante<br />

dal punto <strong>di</strong> vista ermeneutico.<br />

Non è un caso che il percorso ricoeuriano si apra, in mancanza <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> filosofici <strong>di</strong>rettamente mirati al tema affrontato, con una <strong>di</strong>-<br />

samina dell’articolazione del termine “riconoscimento” in due lessici della lingua francese<br />

che riportano i significati del termine secondo criteri profondamente <strong>di</strong>fferenti. Tutto que-<br />

sto ci fa capire quanto problematica sia la definizione del tema del riconoscimento e quan-<br />

to allo stesso tempo inesaustivo sia il tentativo <strong>di</strong> sistemazione lessicografica 2 . Ricoeur fa<br />

notare come la varietà semantica del termine dà luogo a degli slittamenti <strong>di</strong> senso che,<br />

sfuggendo al metodo della linguistica e della lessicografia, appartengono in realtà alla <strong>di</strong>-<br />

mensione dell’interrogazione filosofica strictu sensu. Si tratta cioè <strong>di</strong> porre il termine rico-<br />

noscimento in una più ampia prospettiva ermeneutica al fine <strong>di</strong> chiarificarne il contenuto<br />

al <strong>di</strong> là della sua presupposta univocità.<br />

Per questo, la definizione lessicale del termine riconoscimento rimane un momento<br />

puramente astratto, che va integrato e superato dalla riflessione filosofica me<strong>di</strong>ante una<br />

analisi dei <strong>di</strong>versi significati che esso ha assunto in ambito filosofico e più in generale nelle<br />

scienze umane. A questo proposito Ricoeur <strong>di</strong>stingue tre “fuochi filosofici” sull’argomento:<br />

1) quello kantiano che si esempla nel vocabolo Rekognition e che in<strong>di</strong>vidua il tema<br />

del riconoscimento come “identificazione”;<br />

2) quello bergsoniano del “riconoscimento dei ricor<strong>di</strong>”, in cui si focalizza l’attenzione<br />

sulla “fenomenologia dell’uomo capace” e sul tema del riconoscimento <strong>di</strong> sé a li-<br />

vello della riflessione;<br />

3) quello hegeliano dell’Anerkennung che si presenta nella filosofia del periodo <strong>di</strong><br />

Jena a partire dal quale si sviluppa il tema della “lotta per il riconoscimento”.<br />

Come si vedrà, vettore fondamentale del <strong>di</strong>spiegarsi della ricchezza semantica del<br />

termine riconoscimento, sarà l’interrogazione sul tempo il quale accompagna la riflessione<br />

a tutti i livelli dell’analisi, tanto a livello kantiano che bergsoniano, che hegeliano. <strong>Il</strong> tempo<br />

è infatti “la sostanza <strong>di</strong> cui siamo fatti”, per parafrasare la nota espressione shakespearia-<br />

na, e il riconoscimento stesso che investe il nostro essere e il nostro esperire dal livello del<br />

conoscere teoretico, attraverso la <strong>di</strong>mensione esistenziale, fino a quella relazionale, non<br />

può non esserne intessuto nella maniera più ra<strong>di</strong>cale.<br />

<strong>Il</strong> primo passo mosso da Ricoeur si rivolge al senso gnoseologico del termine ricono-<br />

scimento nella misura in cui a tale livello, la parola “<strong>riconoscere</strong>” contiene già in sé il ter-<br />

2 Cfr. a tale proposito P. Ricoeur, Percorsi del riconoscimento, a cura <strong>di</strong> F. Polidori, Raffaello Cortina E<strong>di</strong>tore,<br />

Milano, 2005, pp. 8-22.<br />

<strong>Il</strong> <strong>pensare</strong> - <strong>Rivista</strong> <strong>di</strong> <strong>Filosofia</strong> ◆ ISSN 2280-8566 ◆ www.il<strong>pensare</strong>.it ◆ Anno I, n. 1, 2012<br />

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