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struttura nelle fibre di lana - ezio martuscelli

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Fig. C: Donna dell’Amazzonia mentre tesse un tipico manufatto detto “Cushma”, utilizzando un<br />

telaio orizzontale. Il colorante viene estratto dalla pianta denominata “Achiote” (Urucumm o Bixa<br />

orel<strong>lana</strong>) [Rif. 1].<br />

cadì, lucchesino (dalla città <strong>di</strong> Lucca, Toscana), castorino, fustagno,<br />

gabar<strong>di</strong>ne, sciantung, bambagino, lampasso, baracano, sciamito, satin,<br />

jersey (dal nome dell’isola britannica nel canale della Manica), ermesino<br />

(così detto dalla città <strong>di</strong> Ormuz, anticamente chiamata Armuza – Persia),<br />

velluto, jacquard, ecc.] e <strong>di</strong> manufatti per arredamento e per tappezzeria<br />

(tappeti e arazzi, tendaggi, drappeggi, ecc.).<br />

Tessitori e maestri tintori svilupparono, nei secoli, tecniche e metodologie<br />

me<strong>di</strong>ante le quali fu possibile produrre manufatti caratterizzati da<br />

una straor<strong>di</strong>naria eleganza dei <strong>di</strong>segni e delle raffigurazioni e bellezza e<br />

soli<strong>di</strong>tà delle tinte. Questi capolavori dell’arte tessile solo verso la fine<br />

del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo furono considerati oggetto <strong>di</strong> interesse storico,<br />

archeologico e artistico in quanto “testimonianza materiale avente<br />

valore <strong>di</strong> civiltà” e quin<strong>di</strong> accettati nella famiglia dei “Beni Culturali”<br />

(FIGURE - E - N)<br />

I tessili artistici, in quanto parte del patrimonio culturale dell’umanità,<br />

vanno tutelati e conservati affinché la loro fruizione possa essere garantita<br />

sia alla presente che alle future generazioni.<br />

Il concetto <strong>di</strong> conservazione è stato così formulato da Sir Bernard<br />

Feilden:<br />

III

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