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Campo de'fiori

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6<br />

Parlare di telegrammi<br />

nel<br />

momento più<br />

intenso di<br />

comunicazioni<br />

telematiche può<br />

sembrare anacronistico,eppure,<br />

proprio<br />

mentre il vecchio,<br />

glorioso<br />

di Alfonso Tozzi<br />

telegramma, dall’inconfondibile<br />

colore giallino, sta per essere definitivamente<br />

archiviato e affidato alla storia della<br />

comunicazione, il collezionismo si accinge<br />

a ridargli vigore a beneficio dei posteri.<br />

I prodromi di questo innovativo mezzo di<br />

comunicazione vanno ricercati nella invenzione<br />

ideata dallo statunitense Samuel<br />

Finley Breese Morse, nato a Charleston nel<br />

1791, morto a New York nel 1872, al quale<br />

le scoperte del fisico francese Ampere sui<br />

principi dell’elettrodinamica, suggerirono<br />

l’idea del telegrafo elettrico.<br />

In collaborazione con il suo socio Alfred<br />

Vail, creò un alfabeto per la trasmissione a<br />

distanza di segnalazioni mediante un<br />

apparecchio da lui perfezionato per tale<br />

scopo, vale a dire il telegrafo.<br />

Tale alfabeto è formato dalla combinazione<br />

di segni lunghi e corti intervallati, ossia<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Una insolita collezione dall<br />

da linee e da punti, trasmessi<br />

mediante impulsi elettrici, e dalle<br />

varie combinazioni dei quali si<br />

ottengono lettere, cifre e<br />

segni corrispondenti<br />

a quelli della<br />

scrittura ordinaria,<br />

per esempio: la lettera<br />

“A” è costituita<br />

da un punto e da<br />

una linea (.-), la<br />

“B” da una linea e<br />

tre punti (-…) e così<br />

via.<br />

Il Morse, pur disponendo<br />

di scarsi<br />

mezzi economici,<br />

dedicò diversi anni<br />

per la messa a<br />

punto della sua<br />

invenzione.<br />

Nel 1837 effettuò le<br />

prime dimostrazioni<br />

del suo apparecchio negli USA ed in<br />

Europa, ma con scarso interesse dei<br />

governi del momento; perseverando con<br />

tenacia riuscì tuttavia ad avere il brevetto<br />

nel 1840 e, tre anni dopo, un finanziamento<br />

per costruire una linea tra<br />

Washington e Baltimora, inaugurata nel<br />

Maggio del 1844.<br />

Per notizia, i paesi europei ad adottare il<br />

telegrafo Morse<br />

furono l’Austria, la<br />

Prussica e la<br />

Svizzera, mentre la<br />

prima linea italiana,<br />

la Pisa –<br />

Livorno, è del<br />

1846.<br />

La scoperta, come<br />

era ovvio, rivoluzionò<br />

il modo di<br />

comunicare e trasformòradicalmente<br />

tutta la società.<br />

Dopo il primo marconigramma(telegramma<br />

senza fili)<br />

spedito dal nostro<br />

Guglielmo Marconi<br />

nel 1895, apparvero<br />

in Italia, all’inizio<br />

del secolo, dei<br />

caratteristici<br />

fogliettini gialli<br />

il telegramma<br />

ripiegati, dalla misure 18 x 25 (x 6 – linguella),<br />

su cui venivano stampate le comunicazioni<br />

fra privati o fra Enti.<br />

Via via che il nuovo mezzo diventava più<br />

popolare e il messaggio raggiungeva<br />

buona parte di utenti italiani, si cercò di<br />

sfruttarlo per fini squisitamente pubblicitari.<br />

Nel 1860 costava venti lire trasmettere un<br />

telegramma da Torino a Napoli, ma nel<br />

1920 erano già più di 7000 gli uffici telegrafici<br />

nel territorio nazionale.<br />

I primi telegrammi<br />

con<br />

pubblicità<br />

apparvero<br />

intorno agli<br />

anni Trenta:<br />

furono le<br />

ditte più<br />

conosciute<br />

dell’epoca<br />

le prime a<br />

servirsi di<br />

questo<br />

straordinario<br />

mezzo<br />

mediatico:<br />

OLIVETTI,<br />

LIQUORE<br />

STREGA,<br />

CITTA’ DI<br />

SANREMO

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