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<strong>L'Azione</strong> 17 MARZO 2<strong>01</strong>2 >DIALOGO<<br />
31<br />
Mio compagno...<br />
Un ricordo di Tommaso Paolucci studente<br />
di SIMONETTA PELLACCHIA<br />
Tommaso Paolucci è stato mio compagno di scuola<br />
per cinque anni, i cinque anni di liceo.<br />
Il primo ricordo che mi af ora alla mente è la sua<br />
immagine infreddolita durante la ricreazione in un<br />
giorno d’inverno: frequentavamo il primo anno e il nostro liceo<br />
Scienti co era annesso al Classico; alla ricreazione affollavamo<br />
quasi sempre i vialetti di accesso all’istituto passeggiando<br />
e chiacchierando e Tommaso era uno dei pochi ragazzi, credo<br />
addirittura l’unico, che ancora non portava i pantaloni lunghi.<br />
All’epoca il pantalone lungo, per le famiglie più legate alla<br />
tradizione, era riservato ai “grandi” e a quattordici anni un<br />
ragazzo non era ancora “grande”, e anche se era freddo doveva<br />
lasciare il ginocchio scoperto. Lo prendevamo un po’ in giro<br />
e l’anno dopo ci stupì: pantaloni lunghi n dal primo giorno!<br />
Eravamo tanti in classe, un’unica sezione, con solo nove ragazze;<br />
Tommaso stava volentieri con noi e appro ttavamo spesso<br />
della ricreazione per parlare e scherzare. Un giorno, eravamo<br />
un po’ più grandi, si giocava a costruire la ragazza ideale<br />
prendendo qualcosa da ciascuna di noi: gli occhi di Valeria,<br />
le gambe di …, il seno di …. Io sono sempre stata bruttina<br />
e non mi aspettavo certo che Tommy prendesse qualcosa di<br />
me, invece si allontanò un poco, mi guardò e disse: le tue<br />
braccia. Era riuscito a farmi sentire bella, mentre per tutti gli<br />
altri maschi della classe ero solo “secchiona”. Qualche tempo<br />
dopo, durante un compito in classe di matematica, mi sento<br />
chiamare sottovoce ma insistentemente, mi giro e Tommaso<br />
mi fa arrivare con un passamano, che fortunatamente resta<br />
inosservato dalla professoressa Marini, un foglietto con su<br />
scritto “guarda a pag. 324 e acqua in bocca”: si era accorto<br />
che il problema del compito era un esempio svolto del libro e<br />
voleva farmelo sapere. L’ho conservato per anni quel foglietto<br />
ingiallito …. insieme a poche piccole foto in bianco e nero<br />
Dedicare una piazza<br />
a Sandro Pertini<br />
Alcuni giorni fa sono andato alla libreria Lotti per acquistare<br />
l'ultimo libro "Gli uomini per essere liberi” di Sandro Pertini<br />
che pubblica alcune sue lettere inedite ed i suoi scritti. Mentre<br />
sfogliavo questo libro, come è mia solita abitudine, ho iniziato<br />
un’amichevole chiacchierata con Gianni, il proprietario di<br />
questa antica e bella libreria.<br />
Con la sua arguzia ed il suo caratteristico modo di fare mi ha<br />
fatto notare che tante città come Ancona hanno dedicato al<br />
nome di Pertini una grande e centrale piazza, mentre qui da<br />
noi a Fabriano ci si è letteralmente dimenticati di lui.<br />
Subito l’ho contraddetto, perché pensavo che si sbagliasse,<br />
ed invece lui ha insistito e mi ha obbligato poi a veri care se<br />
tutto ciò fosse stato vero.<br />
Ho dovuto a malincuore e con grande sorpresa riconoscere<br />
che aveva ragione e che parlando aveva espresso il rammarico<br />
di tanti per questa grave dimenticanza a più di venti anni<br />
dalla sua morte.<br />
Ho pensato allora di rivolgermi tramite un importante giornale<br />
locale come L’Azione all’attuale sindaco ed ai futuri<br />
candidati, perché si provveda quanto <strong>prima</strong> a rimediare a<br />
questa disattenzione che è indice di una politica forse troppo<br />
super ciale e gridata, che non sa più riconoscere i valori veri<br />
e le personalità politiche come Sandro Pertini, che a questi<br />
ideali hanno dedicato tutta la loro vita. Egli è stato infatti,<br />
come tutti sanno, un antifascista nei fatti, un socialista vero,<br />
un partigiano combattente, il Presidente della Camera dei<br />
Deputati, il Presidente della Repubblica di tutti gli italian i.<br />
Ringrazio della ospitalità e spero che il messaggio trovi accoglienza<br />
in una città n troppo ripiegata su se stessa ed incapace<br />
di reagire ad una profondissima crisi, non solo economica,<br />
che l’attanaglia da anni.<br />
Mauro Giombi<br />
scattate in uno degli ultimi giorni di scuola, sulla terrazza del<br />
seminario, che ci ritraggono con alcuni compagni di classe e<br />
con don Luigi Monti, il nostro prof. di religione.<br />
Dopo l’esame di maturità – si chiamava così allora – ci siamo<br />
persi di vista, io a Firenze a studiare Matematica, danzatissima,<br />
lui a Milano ad Architettura, un corso di studi che<br />
poteva adattarsi al suo già forte desiderio di teatro. Alla cena<br />
dei vent’anni dalla maturità non venne, ancora non so se<br />
perché non raggiunto dal nostro invito o perché troppo preso<br />
dal rincorrere e vivere, con l’entusiasmo che metteva in tutto<br />
quello che lo interessava veramente, il suo grande sogno.<br />
Ci rivedemmo per pochi minuti una decina di anni fa, qui a<br />
Fabriano, al teatro, ero con mio marito e i miei gli erano<br />
già grandi. Ci fu solo il tempo per abbracciarci e scambiare<br />
qualche parola; mi disse che si era sposato, non da molto, e<br />
aveva una bimba, poi lo chiamarono e i suoi occhi si illuminarono:<br />
era ora di andare in scena. Come oggi, ma oggi è per<br />
sempre. Addio, Tommy.<br />
Credo che in questi anni l’Idv<br />
di Fabriano, ed i più attenti<br />
lo avranno notato, ha fatto<br />
la scelta di non immiserirsi<br />
in quello che viene de nito<br />
“il teatrino della politica”,<br />
cioè nelle scaramucce senza<br />
senso, nelle polemichette<br />
alimentate solo per avere un<br />
po’ di visibilità sui giornali.<br />
Non ci abbiamo mai partecipato.<br />
Abbiamo lavorato su<br />
proposte, progetti, realizzazioni.<br />
Raccolta differenziata,<br />
risanamento del quartiere<br />
Santa Maria dal Tce, energia<br />
pulita sui tetti pubblici senza<br />
consumare il territorio con<br />
quei mostruosi impianti a<br />
terra, la mappatura dell’elettromagnetismo<br />
ed il catasto<br />
incendi, la voltura a led di<br />
tutte le lampade cimiteriali,<br />
il parcheggio scambiatore<br />
con l’af tto delle bici per<br />
una mobilità sostenibile e la<br />
nuova pista ciclabile in via di<br />
realizzazione, oltre ad altre<br />
iniziative che hanno generato<br />
lavoro e soprattutto occupazione.<br />
Oltre 20 persone hanno<br />
trovano un lavoro stabile<br />
grazie al nostro impegno su<br />
quella che viene de nita la<br />
“green economy”. Inoltre,<br />
con queste iniziative, sono<br />
arrivati a Fabriano nanziamenti<br />
per oltre 2,5 milioni<br />
di euro. Li abbiamo trovati<br />
nei fondi europei anche<br />
grazie alla creazione dello<br />
“Sportello Europa”, istituito<br />
“ad hoc” dall'assessorato Idv.<br />
Si sono istituiti i consigli di<br />
frazione e di quartiere, il Tg<br />
web e la pagina “Piazzalta”<br />
Le foto pubblicate di Tommaso, anche nel numero<br />
scorso sono dell'archivio di Renato Ciavola<br />
Quell'altare<br />
è opera<br />
di Matelica<br />
Pregiatissimo direttore,<br />
per anni ho collaborato alla pagina matelicese de L’Azione<br />
e leggo sempre con piacere i vostri articoli. Ho seguito con<br />
grande interesse il lavoro relativo ai restauri della magni ca<br />
struttura dell’Oratorio del Gonfalone (nella foto) e di questo<br />
ringrazio i nanziatori e gli esperti esecutori, permettendone<br />
l’apertura per iniziative artistiche pregevoli. In passato ho<br />
condotto anche i miei “studenti” dell’Università degli Adulti di<br />
Matelica in visita a questo gioiello, oltre che in altri magni ci<br />
edi ci ricchi di storia e di bellezza. Ho trovato però che in<br />
nessun articolo,<br />
pure ammirevole,<br />
c’è stato alcun<br />
riferimento<br />
all’altare, opera<br />
dello scultore<br />
matelicese<br />
Scipione Paris<br />
(1612-17<strong>01</strong>),<br />
a cui fa riferimento<br />
anche<br />
l’illustre esperto<br />
e storico d’arte<br />
prof. Bruno<br />
Molajoli (Guida<br />
artistica di Fabriano, pag. 118). Il suo nome si ritrova anche<br />
in molti altri testi; egli ha operato anche ad Ascoli Piceno,<br />
Amandola, Matelica e grazie agli studi del prof. Filippo<br />
Rossi, a seguito dei lavori di restauro dopo il terremoto del<br />
1997, è emerso che è l’autore dell’ornamento dell’organo e<br />
dell’altare di S. Anna della bella chiesa di S. Nicolò. Del tutto<br />
fanno fede, oltre ai documenti di archivio, anche i relativi atti<br />
notarili conservati a Fabriano e ad Ancona.<br />
Fiorella Conti<br />
Il domani è tutto da costruire<br />
Appunti di Laboratorio Marche da parte dell'Idv<br />
del Comune che serve per un<br />
supporto diretto ed immediato<br />
con i cittadine e che, solo<br />
nell’anno 2<strong>01</strong>1, ha avuto la<br />
bellezza di 1 milione 275<br />
mila visite. Abbiamo scelto<br />
di essere, di fronte ad una<br />
politica delle promesse e<br />
dell’annuncio, il partito “del<br />
fare” e con questi numeri ci<br />
presentiamo alle elezioni.<br />
Ancora una volta con l’ambizione<br />
di “fare” e non di “promettere”.<br />
Anche per questo<br />
non stiamo partecipando al<br />
gioco delle formule, al “tictac”<br />
di questo con quello o<br />
contro quello: i programmi<br />
innanzi tutto. Rivendichiamo<br />
con orgoglio di essere stato il<br />
primo partito che in un convegno<br />
pubblico ha presentato<br />
il programma per la Fabriano<br />
del domani. Su questo programma<br />
si baserà la nostra<br />
scelta per le alleanze, animati<br />
dal motto “Primum<br />
facere, deinde philosophari”.<br />
Una costruzione che vuole<br />
alimentarsi di un’attività politica<br />
di incontro, di scambio<br />
di opinioni ed informazioni<br />
con tutti i cittadini (in questi<br />
anni l'assessorato Idv ha fatto<br />
più di 50 incontri pubblici,<br />
tutti molto partecipati) per<br />
confrontarsi con i fabrianesi,<br />
per costruire un punto di<br />
vista plurale ed articolato<br />
sulle necessità del territorio,<br />
perché la politica è positiva<br />
se cuce una trama di relazioni<br />
ricche, al di là di ogni<br />
ossessiva competizione. Il<br />
“laboratorio Marche” sarà<br />
la coalizione che più di altre<br />
sposerà questo metodo? Vedremo,<br />
ma credo anche che<br />
se di “laboratorio”si deve<br />
parlare deve avere la forza<br />
ed il coraggio di essere il<br />
“laboratorio”di nuove idee,<br />
di nuove sperimentazioni,<br />
delle più ampie aggregazioni<br />
delle forze che vogliono<br />
“fare”, dei socialisti, dei<br />
verdi, di una sinistra non demagogica,<br />
degli ambientalisti,<br />
degli imprenditori che in<br />
questi anni hanno affrontato<br />
la crisi rimanendo a Fabriano,<br />
di quanti “hanno preso<br />
una pala” e si sono messi a<br />
spalare la neve per aiutare<br />
la città in dif coltà. Bisogna<br />
pensare ad una Fabriano in<br />
transizione, che domani non<br />
sarà più quella che abbiamo<br />
conosciuto e che dovrà essere<br />
completamente ridisegnata.<br />
Un “laboratorio” capace<br />
di interpretare le aspirazioni<br />
legittime di le liste o listine<br />
che nascono sotto le elezioni<br />
atte solo a soddisfare l’ego<br />
dei propri promotori e che<br />
vivono, come la storia ci<br />
insegna, una breve stagione<br />
politica. Fabriano<br />
verso le nuove economie,<br />
Fabriano verso un<br />
nuovo turismo, Fabriano<br />
verso un nuovo welfare<br />
che sia strumento di<br />
inclusione, di possibilità<br />
verso chi è diversamente<br />
abile, di<br />
sviluppo.<br />
I prossimi anni saranno<br />
determinanti;<br />
tutto è posto di fronte<br />
all’alternativa di<br />
rinnovarsi o perire.<br />
L’Idv a Fabriano ha<br />
lavorato, lavora, lavorerà<br />
per la <strong>prima</strong><br />
ipotesi.<br />
Idv Fabriano<br />
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