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CAMMINIAMO - Parrocchia di S.Anna

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La verità però è che “questa autonomia è sbagliata e questo entrare nella volontà <strong>di</strong> Dio non<br />

è una opposizione a sé, non è una schiavitù che violenta la mia volontà, ma è entrare nella<br />

verità, nell’amore, nel bene”.<br />

Gesù, ha affermato il Papa, invita tutti a entrare in questo suo movimento: uscire dal nostro<br />

“no”, ed entrare nel “sì” del Figlio. La mia volontà c’è, ma è decisiva la volontà del Padre,<br />

perché questa è la verità e l’amore.<br />

La sofferenza <strong>di</strong> questa comunità parrocchiale durata oltre 44 anni ha trovato nella sofferenza<br />

<strong>di</strong> Cristo nel Getsemani il suo senso e significato più profondo. Il criterio che ha guidato ogni<br />

scelta <strong>di</strong> Gesù e, con umiltà, anche le opzioni della nostra comunità è stata ferma volontà <strong>di</strong><br />

amare il Padre, <strong>di</strong> essere uno col Padre, e <strong>di</strong> essergli fedeli; questa decisione <strong>di</strong> corrispondere<br />

al suo amore ci ha spinti ad abbracciare in ogni singola circostanza, nonostante le nostre evidenti<br />

povertà spirituali e debolezze morali, il progetto del Padre.<br />

Gli ulivi del giar<strong>di</strong>no davanti alla chiesa sono il simbolo del nostro “Getsemani”, sono i<br />

testimoni viventi della Passione <strong>di</strong> Cristo, <strong>di</strong> quella notte <strong>di</strong> preghiera e della sofferenza <strong>di</strong><br />

questa comunità.<br />

nel Getsemani Gesù sente l’abisso del male. Sente con la morte anche tutta la sofferenza dell’umanità.<br />

Possiamo capire come Gesù sia terrorizzato davanti a questa realtà, che percepisce<br />

in tutta la sua crudeltà.<br />

La nostra comunità ha vissuto “un martirio bianco” in questi anni, a causa <strong>di</strong> atteggiamenti<br />

“conflittuali e in taluni casi sostanzialmente persecutori” da parte <strong>di</strong> enti pubblici, partiti,<br />

gruppi e persino da associazioni “ecclesiali”, dalla stampa, da alcune televisioni locali, su<br />

internet…. Abbiamo incontrato persone alle quali non importa la verità delle cose, conta invece<br />

ciò che viene <strong>di</strong>chiarato, raccontato e ripetuto come vero.... non importa la testimonianza della<br />

parrocchia che compie ogni sforzo per informare con verità, conta invece ciò che fa comodo<br />

leggere e far leggere grazie all’insistenza <strong>di</strong> una assurda rappresentazione me<strong>di</strong>atica…. Lo<br />

scriviamo con tristezza e con un allarme che cresce, anche se sul nostro volto appare una<br />

serenità che nasce dal Getsemani.... Dopo due anni <strong>di</strong> lavori per la costruzione della nuova<br />

chiesa c’è ancora chi <strong>di</strong>sinforma e con impressionante leggerezza <strong>di</strong>ffonde notizie gravemente<br />

adulterate. Con insistenza si rilanciano amare falsità introdotte nel sistema me<strong>di</strong>atico. Alcuni<br />

continuano a compiere un’incre<strong>di</strong>bile <strong>di</strong>storsione della realtà, rimasticata e ripubblicata quasi<br />

con la meccanica convinzione che “pubblicando e ripubblicando alla fine si avvererà” almeno<br />

nella testa della gente…. ognuno ha <strong>di</strong>ritto ad avere ideali, visioni e opinioni <strong>di</strong>verse, ma tutti<br />

dobbiamo informare e non deformare la verità oggettiva. Un nuovo complesso parrocchiale<br />

è opera <strong>di</strong> urbanizzazione secondaria, abbellisce la città, costruisce servizi sociali, ha aumentato<br />

il valore commerciale degli immobili attorno…. Per chi crede è la “casa <strong>di</strong> Dio e della<br />

comunità”.<br />

La cronaca <strong>di</strong> questi ultimi anni è vissuta dalla parrocchia <strong>di</strong> S.<br />

<strong>Anna</strong> <strong>di</strong>gnitosamente in silenzio e cristianamente “perdonando<br />

le offese e amando anche i nemici…”. Alcuni parrocchiani<br />

vorrebbero che almeno fosse loro riconosciuto il <strong>di</strong>ritto<br />

alla in<strong>di</strong>gnazione. Ricordate quel piccolo pamphlet<br />

“In<strong>di</strong>gnez – vous” scritto alcuni anni fa dal<br />

vecchio Stèphan Hessel? oppure quel<br />

vecchio saggio del sociologo danese<br />

Svend Ranulf “In<strong>di</strong>gnazione e psicologia<br />

della classe me<strong>di</strong>a” del<br />

1938 e tradotto in italiano in<br />

questi giorni?<br />

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