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S<br />
ull’assemblea della<br />
Federazione Trentina<br />
della Cooperazione si<br />
è detto e scritto molto.<br />
Questo giornale ha seguito<br />
con grande attenzione tutto il<br />
percorso che si è concluso venerdì<br />
15 <strong>giugno</strong> e crediamo che alcune<br />
considerazioni siano necessarie.<br />
Si è trattato di un’assemblea che<br />
ha fatto voltare pagina a tutta la<br />
cooperazione trentina. E’ proba-<br />
Abbiamo visto tutti che non si può<br />
più limitare ad un ruolo notarile, è<br />
chiaro a tutti che la crisi che stiamo<br />
vivendo impone comportamenti<br />
nuovi. Ma è altrettanto vero che<br />
uscire dalle consolidate abitudini<br />
non sarà per niente facile.<br />
Diego Schelfi ha vinto in maniera<br />
autorevole.<br />
Questo quarto mandato gli dà<br />
forza, gli consente di prendere<br />
decisioni coraggiose e di rilan-<br />
LA COOP<br />
AL GIRO DI BOA<br />
bilmente finito il tempo delle unanimità<br />
costruite a tavolino e da ora<br />
in avanti sarà necessario un confronto<br />
meno velato e più esplicito<br />
su tutte le questioni.<br />
E il nodo da sciogliere non mancano<br />
di certo.<br />
Che ruolo dovrà avere la cooperazione?<br />
Quale strada deve prendere<br />
il sistema delle casse rurali?<br />
Con quali elementi di forza il movimento<br />
cooperativo può entrare nei<br />
nuovi settori?<br />
E, per cominciare, quale sarà il<br />
ruolo della Federazione?<br />
di Michele Zacchi<br />
ciare quei valori cooperativi che<br />
hanno costituito la base del suo<br />
progetto.<br />
Proprio perché i valori sono il sale<br />
di questo comparto economico,<br />
vanno dunque evitati tutti quei<br />
passaggi bizantini, quelle astuzie<br />
elettorali che possono aver caratterizzato<br />
il recente passato; se<br />
vogliamo una cooperazione adulta<br />
servono modalità e persone capaci<br />
di confrontarsi fra di loro in maniera<br />
esplicita perché animati da<br />
un elemento comune, che è quello<br />
di dare vita ad imprese democrati-<br />
5<br />
che al loro interno e capaci di creare<br />
ricchezza e cultura solidale nella<br />
società.<br />
Diego Schelfi è chiamato a guidare<br />
una fase molto delicata, perché<br />
il movimento cooperativo dovrà<br />
uscire dalle consolidate abitudini:<br />
c’è sempre meno spazio per chi<br />
pensa di affidare il proprio futuro<br />
ad una ristretta élite di dirigenti.<br />
Sarà invece necessario far crescere<br />
in fretta una grande senso<br />
di responsabilità dei soci, perché<br />
se loro sono i padroni del proprio<br />
destino devono avere gli strumenti<br />
per farlo nel modo migliore.<br />
Diego Schelfi ha dunque vinto, ma<br />
i concorrenti non escono umiliati<br />
dal confronto. Hanno dato voce al<br />
disagio (probabilmente più ampio<br />
di quello espresso dai voti) e hanno<br />
saputo segnalare con determinazione<br />
i punti più critici.<br />
Sono stati probabilmente danneggiati<br />
da un meccanismo che non<br />
hanno saputo controllare: sembrava,<br />
a volte, di assistere ad una<br />
competizione elettorale più che ad<br />
un dibattito aziendale (come deve<br />
essere in ultima istanza).<br />
Tutti i presenti hanno seguito con<br />
estrema attenzione il dibattito, ma<br />
non era difficile percepire un’atmosfera<br />
di disagio e di preoccupazione;<br />
ora che Diego Schelfi è tornato<br />
a fare il timoniere tocca a lui ridare<br />
slancio e fiducia ad un movimento<br />
che, in ogni caso, vuole essere rimotivato.<br />
cooperazione