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n°6, giugno 2012 - CIA Trentino

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S<br />

ull’assemblea della<br />

Federazione Trentina<br />

della Cooperazione si<br />

è detto e scritto molto.<br />

Questo giornale ha seguito<br />

con grande attenzione tutto il<br />

percorso che si è concluso venerdì<br />

15 <strong>giugno</strong> e crediamo che alcune<br />

considerazioni siano necessarie.<br />

Si è trattato di un’assemblea che<br />

ha fatto voltare pagina a tutta la<br />

cooperazione trentina. E’ proba-<br />

Abbiamo visto tutti che non si può<br />

più limitare ad un ruolo notarile, è<br />

chiaro a tutti che la crisi che stiamo<br />

vivendo impone comportamenti<br />

nuovi. Ma è altrettanto vero che<br />

uscire dalle consolidate abitudini<br />

non sarà per niente facile.<br />

Diego Schelfi ha vinto in maniera<br />

autorevole.<br />

Questo quarto mandato gli dà<br />

forza, gli consente di prendere<br />

decisioni coraggiose e di rilan-<br />

LA COOP<br />

AL GIRO DI BOA<br />

bilmente finito il tempo delle unanimità<br />

costruite a tavolino e da ora<br />

in avanti sarà necessario un confronto<br />

meno velato e più esplicito<br />

su tutte le questioni.<br />

E il nodo da sciogliere non mancano<br />

di certo.<br />

Che ruolo dovrà avere la cooperazione?<br />

Quale strada deve prendere<br />

il sistema delle casse rurali?<br />

Con quali elementi di forza il movimento<br />

cooperativo può entrare nei<br />

nuovi settori?<br />

E, per cominciare, quale sarà il<br />

ruolo della Federazione?<br />

di Michele Zacchi<br />

ciare quei valori cooperativi che<br />

hanno costituito la base del suo<br />

progetto.<br />

Proprio perché i valori sono il sale<br />

di questo comparto economico,<br />

vanno dunque evitati tutti quei<br />

passaggi bizantini, quelle astuzie<br />

elettorali che possono aver caratterizzato<br />

il recente passato; se<br />

vogliamo una cooperazione adulta<br />

servono modalità e persone capaci<br />

di confrontarsi fra di loro in maniera<br />

esplicita perché animati da<br />

un elemento comune, che è quello<br />

di dare vita ad imprese democrati-<br />

5<br />

che al loro interno e capaci di creare<br />

ricchezza e cultura solidale nella<br />

società.<br />

Diego Schelfi è chiamato a guidare<br />

una fase molto delicata, perché<br />

il movimento cooperativo dovrà<br />

uscire dalle consolidate abitudini:<br />

c’è sempre meno spazio per chi<br />

pensa di affidare il proprio futuro<br />

ad una ristretta élite di dirigenti.<br />

Sarà invece necessario far crescere<br />

in fretta una grande senso<br />

di responsabilità dei soci, perché<br />

se loro sono i padroni del proprio<br />

destino devono avere gli strumenti<br />

per farlo nel modo migliore.<br />

Diego Schelfi ha dunque vinto, ma<br />

i concorrenti non escono umiliati<br />

dal confronto. Hanno dato voce al<br />

disagio (probabilmente più ampio<br />

di quello espresso dai voti) e hanno<br />

saputo segnalare con determinazione<br />

i punti più critici.<br />

Sono stati probabilmente danneggiati<br />

da un meccanismo che non<br />

hanno saputo controllare: sembrava,<br />

a volte, di assistere ad una<br />

competizione elettorale più che ad<br />

un dibattito aziendale (come deve<br />

essere in ultima istanza).<br />

Tutti i presenti hanno seguito con<br />

estrema attenzione il dibattito, ma<br />

non era difficile percepire un’atmosfera<br />

di disagio e di preoccupazione;<br />

ora che Diego Schelfi è tornato<br />

a fare il timoniere tocca a lui ridare<br />

slancio e fiducia ad un movimento<br />

che, in ogni caso, vuole essere rimotivato.<br />

cooperazione

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