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ne 2007 dalla Legge 296 (che prevede poi altre due tappe:<br />
50% per fine 2009 e 60% per il 2011). Si tratta di<br />
risultati che, se raggiunti, darebbero davvero una svolta<br />
radicale alla situazione italiana. e, sia chiaro, sono risultati<br />
che è assolutamente possibile raggiungere, visto<br />
che in regioni come il Trentino (col 49,1%) il Veneto<br />
(col 48,7%), la Lombardia (col 43,6%) siamo più che in<br />
media con la tabella di marcia.<br />
“Guardando i dati della raccolta differenziata – spiega<br />
Giancarlo Longhi, direttore generale del Conai, il Consorzio<br />
nazionale imballaggi – emerge un’Italia a tre velocità.<br />
Un nord complessivamente in linea, un centro a macchia<br />
di leopardo e un sud che stenta decisamente a<br />
decollare. In questo quadro pesa negativamente il fatto<br />
che si sia tolta responsabilità diretta ai comuni. Questo<br />
allontana la soluzione dei problemi”. Di un paese a velocità<br />
diverse parla anche Massimo Centemero, direttore<br />
tecnico del Cic, il Consorzio Italiano Compostatori. “Nel<br />
sud il fulcro del sistema sono ancora le discariche, anche<br />
perché in molti casi risulta economicamente più conveniente<br />
portare i rifiutì lì anziché preoccuparsi di organizzare<br />
la raccolta differenziata. Ma è anche vero che nel<br />
sud ci sono realtà che stanno lavorando benissimo e che<br />
nel nord, c’è chi è invece molto più indietro rispetto alle<br />
medie regionali. Da questo punto di vista, sarebbe<br />
senz’altro importante passare a obiettivi di raccolta differenziata<br />
che non siano complessivi, ma che risultino<br />
vincolanti per ogni ambito territoriale, in modo tale da<br />
responsabilizzare al massimo cittadini e amministratori<br />
di uno specifico territorio”.<br />
Sì perché sui rifiuti le possibili tentazioni per qualcuno<br />
sono state due: da un lato quella di risolvere i propri problemi<br />
mandando il pattume lontano da casa e, all’opposto,<br />
quella di far soldi accogliendo il pattume altrui.<br />
S C h e D A / 1<br />
imBaLLaGGi, C’e’ iL CoNai<br />
Il Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, raggruppa oltre<br />
1.400.000 aziende e attraverso il principio dela responsabilità<br />
condivisa tra imprese pubbliche e cittadini opera per il recupero,<br />
il riciclo e la valorizzazione dei materiali da imballaggio. A<br />
dieci anni dalla sua apertura il Conai ha raggiunto importanti<br />
risultati: i rifiuti di imballaggio avviati a riciclo sono 7,1 milioni<br />
di tonnellate pari al 57,1% degli imballaggi immessi al consumo;<br />
i rifiuti di imballaggio avviati a recupero energetico sono<br />
1,3 milioni di tonnellate, pari al 10,6% dell’immesso al consumo.<br />
Il totale, ovvero la somma di riciclo e recupero energetico<br />
fa quasi 8,5 milioni di tonnellate, pari al 67,7% degli imballaggi<br />
immessi al consumo, con un incremento di 2,6% rispetto all’anno<br />
precedente. I risultati di recupero complessivo e di riciclo<br />
sono già oggi superiori agli obiettivi previsti per il 2008<br />
dalla normativa europea ed italiana. Il recupero di imballaggi<br />
nel 2006 ha consentito di riudrre di circa 5 milioni di tonnellate<br />
le emissioni di Co2. Il Conai si articola poi in sei consorzi specializzati<br />
che curano il ritiro dei rifiuti provenienti dalla raccolta<br />
differenziata e l’avvio al riciclo dei sei tipi di materiali da imballaggio:<br />
acciaio, alluminio, legno, carta, plastica, vetro.<br />
Per info: www.conai.org<br />
1<br />
maggio 2008<br />
in primo piano<br />
differenziare si può<br />
Strade sempre più difficili. per questo il punto chiave è<br />
come si può oggi aumentare la raccolta differenziata?<br />
“La responsabilizzazione degli enti locali è decisiva – spiega<br />
ancora Longhi, direttore del Conai – Le esperienze dicono<br />
che dove si vuole i risultati si possono conseguire.<br />
Come metodologia di raccolta poi, non c’è un sistema in<br />
assoluto migliore o risolutivo. occorre valutare le situazioni.<br />
In linea di principio nei centri storici, la raccolta porta<br />
a porta o condominiale, dà risultati importanti, e non è<br />
detto costi di più. Mentre il sistema con cassonetti e<br />
campane per i diversi tipi di materiale può dare risultati<br />
ottimi in zone estese. L’importante è l’efficienza e la qualità<br />
del servizio”.<br />
“Al primo posto, per migliorare la raccolta differenziata –<br />
aggiunge Massimo Centemero – c’è il problema di una<br />
S C h e D A / 2<br />
CiC, uN CoNsorZio Per iL ComPosT<br />
Il Consorzio Italiano Compostatori (Cic) riunisce le imprese<br />
e gli enti pubblici e privati produttori di compost<br />
e le altre organizzazioni che, pur non essendo produttori<br />
di compost, sono comunque interessate alle attività<br />
di compostaggio (produttori di macchine e attrezzature,<br />
di fertilizzanti, enti di ricerca, ecc.). Il Consorzio promuove<br />
l’attuazione della raccolta differenziata per la<br />
separazione, lavorazione, riciclaggio e valorizzazione<br />
delle biomasse ed in genere delle frazioni organiche<br />
compostabili. Nel 2007 i compostatori italiani hanno<br />
trattato 3.500.000 di tonnellate di rifiuti verdi, scarti<br />
organici e fanghi. Se questi rifiuti fossero stati conferiti<br />
in discarica e non trattati, avrebbero emesso<br />
7.000.000 di tonnellate di c02 in atmosfera. Il Cic, oltre<br />
all’attività di certificazione del compost prodotto dai<br />
vari impianti, certifica ora la compostabilità dei materiali<br />
con cui sono realizzati diversi prodotti (piatti, sacchetti,<br />
vaschette, ecc.), il che significa che si tratta di<br />
materiali biodegradabili che possono finire nella frazione<br />
di rifiuto organico.<br />
Per info: www.compost.it.