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tro di Massa, “Una macchina che solo le strutture di analisi all’avanguardia possiedono”, dice con orgoglio il chimico Davide Garbini. Attraverso questo strumento si potranno rilevare micotossine, coloranti non naturali, contaminanti derivanti da imballaggi, presenze di acrilamide o farmaci veterinari. Insomma i prodotti a marchio Coop, una volta passati all’ulteriore setaccio dello Spettrometro di Massa, potranno considerarsi davvero esenti da qualsiasi contaminante. Analisi che già in passato venivano seguite, ma che oggi sono più veloci e sicure. poi c’è il laboratorio sensoriale, che fa parte a tutti gli effetti del Laboratorio Coop. “Quella degli assaggi da parte dei soci per rilevare l’indice di gradimento dei prodotti, è diventata una procedura sempre più importante – spiega il responsabile analisi sensoriali Fernando Gottardi – e di pari passo è cresciuta l’abilità dei soci nel condurre questi test”. Così sempre più prodotti a marchio Coop vengono assaggiati, e confrontati con il prodotto leader di mercato, per essere approvati dai soci anche dal punto di vista del gusto. oggi per ogni test di laboratorio vengono coinvolti circa 70 assaggiatori, con punte di 150 e un totale di 4.000 giudizi edonistici – così vengono chiamati - svolti nel 2007. Dall’inizio dell’attività di monitoraggio del “Buono” oltre 205.000 soci hanno valutato più di 1.000 prodotti e l’84% dei prodotti testati ha potuto fregiarsi del bollino “Approvato Dai Soci” (nel periodo 2000-2006). l 2 maggio 2008 alfabeto alimentare di eugenio del Toma presidente onorario dell’Assoociazione italiana di dietetica e nutrizione clinica Cari sportivi occhio ai “miracoli” degli integratori È un fatto noto e più volte accertato dai NAS, che nel mondo del fitness e delle palestre circolano prodotti di ogni genere, spesso inutili rispetto alle finalità promesse o sperate, talvolta anche dannosi, se non altro per l’arbitrarietà dei dosaggi. Tutti gli atleti, dilettanti o professionisti, giovani o “veterani”, non importa né il livello né la disciplina che praticano, sono accomunati dall’intima ed errata convinzione che gli integratori, assunti in dosi elevate, possano migliorare in qualche modo le loro prestazioni fisiche. Eppure due grandi esperti di nutrizione, come Fredrick Stare (fondatore del Department of Nutrition dell’Harvard University) ed Ancel Keys (promotore degli studi sulla “dieta mediterranea”), hanno firmato insieme questa frase, tuttora valida: “La realtà è che non esistono diete speciali per gli atleti. Essi necessitano di calorie sufficienti e cioè molte di più di quelle di cui ha bisogno la maggior parte di noi, ma della stessa proporzione e dello stesso tipo di proteine, vitamine e minerali che occorrono a chiunque altro”. Gli “integratori” sono degli utili presidi terapeutici, se correttamente formulati e correttamente utilizzati, ma proprio per questo devono essere controllati con serietà. Bisogna evitare che il fragile mondo dello sport, abbagliato da una pubblicità miracolistica, ne faccia un uso improprio od eccessivo. Purtroppo anche tra gli sportivi, soprattutto nelle palestre dove mancano istruttori laureati in Scienze motorie o in Dietistica, si forniscono consigli impropri sull’alimentazione e peggio ancora sulla presunta necessità di raddoppiare o triplicare la quota proteica della dieta per potenziare quella muscolatura che fra banchi di scuola o poltrone di ufficio, motorini, auto o mezzi pubblici di trasporto, non è adeguatamente sollecitata. Nel poco spazio disponibile per un argomento purtroppo “di moda” non voglio indugiare sugli integratori energetico-proteici, ma non voglio perdere l’occasione per ricordare a tutti gli sportivi che la loro attenzione deve essere rivolta prima al bere che al mangiare. Una perdita anche solo del 2% dell’acqua corporea può ridurre forza e resistenza in modo documentabile; con la sudorazione si perdono degli elettroliti che debbono essere reintegrati ma senza esagerare nella concentrazione dei soluti per non rallentare il tempo necessario per l’assorbimento intestinale. Quindi acqua, soprattutto acqua minerale (magari bicarbonato-alcalina) o di rubinetto, durante e dopo qualunque impegno fisico intenso e prolungato. Però per chi ha sudato molto potranno essere preferibili le bevande a contenuto salino noto per reintegrare più razionalmente i sali perduti, purché queste bibite non siano troppo concentrate e non finiscano quindi per ritardare il reintegro dell’acqua perduta. Ricordiamo che l’assorbimento dell’acqua non avviene nello stomaco ma soltanto nell’intestino, perciò le bevande iperosmolari (cioè, troppo addizionate di minerali e/o di zuccheri) debbono sostare più a lungo nello stomaco ritardando così la reintegrazione idro-salina.
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