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24<br />

il reportage<br />

Il Patriarca di Venezia è<br />

dallo scorso aprile, un<br />

genovese, Sua Eccellenza<br />

reverendissima monsignor<br />

Francesco Moraglia, ex<br />

vescovo di La Spezia e<br />

Luni, di origine genovesesanremese<br />

Quelle<br />

quattro<br />

porpore<br />

genovesi<br />

FRANCO MANZIttI<br />

Q<br />

ualche secolo fa sarebbe equivalsa a un bestemmia,<br />

a un sacrilegio o, da un punto di<br />

vista più terreno, ancor di più al segno della<br />

sottomissione di una potenza all’altra, anche se<br />

qui si tratta di Chiesa e dei suoi più augusti ambiti.<br />

Il Patriarca di Venezia è dallo scorso mese di aprile,<br />

un genovese, Sua Eccellenza reverendissima monsignor<br />

Francesco Moraglia, 55 anni, ex vescovo di<br />

La Spezia e Luni, di origine genovese-sanremese.<br />

Un genovese, consacrato da Giuseppe Siri sacerdote<br />

e da Angelo Bagnasco vescovo, sul trono di una<br />

delle chiese patriarcali più importanti nella storia di<br />

Occidente e di Oriente: questa è stata nel 2012 la<br />

soffertissima decisione del Vaticano, che ha atteso<br />

otto mesi per sostituire Angelo Scola, arcivescovo<br />

di Milano. E nulla di più storicamente imprevedibile<br />

e di più politicamente inatteso era avvenuto con<br />

questa decisione, che insediava un prelato straordinariamente<br />

somigliante al fu papa Luciani, l’ultimo<br />

patriarca veneziano salito al soglio papale seppure<br />

per un tempo brevissimo nel 1978. E che preparava,<br />

L’investitura<br />

cardinalizia<br />

per monsignor<br />

Moraglia arriverà<br />

nel prossimo<br />

Concistoro.<br />

questa decisione, un evento straordinario nei tempi<br />

moderni: la contemporaneità della presenza nel Sacro<br />

Collegio di quattro cardinali tutti genovesi.<br />

Sulla cattedra che fu di Sua Eminentissima Eccellenza,<br />

il cardinale Roncalli, diventato nella gloria<br />

del Vaticano e del Regno dei cieli Giovanni XXIII,<br />

il papa buono e poi, appunto, che fu di Luciani, una<br />

meteora per ventisette giorni papa Giovanni Paolo<br />

I, il pontefice della morte misteriosa e folgorante, è<br />

salito questo altro genovese, un prediletto del fu cardinale<br />

principe Giuseppe Siri, riscoperto e lanciato<br />

da quel grande stratega che è Tarcisio Bertone, oggi<br />

segretario di Stato vaticano, appunto predestinato<br />

all’insegna cardinalizia come tocca al patriarca di<br />

Venezia.<br />

Patriarca di Venezia, appunto, questo ex monsignore<br />

di Curia genovese, riservato, timido, studioso,<br />

teologo raffinato, mai pastore se non nella sua<br />

breve traslocazione spezzina, genovese doc nato<br />

nel quartiere borghese di Castelletto, nella parrocchia<br />

del Carmine, dove esplosero le intemperanze<br />

di don Andrea Gallo, il prete degli emarginati, dei<br />

disperati, delle prostitute, dei drogati, diventa l’ultima<br />

pedina di una partita a scacchi che oramai si sta<br />

giocando in modo evidente nel prossimo Conclave,<br />

quello che eleggerà il successore di papa Ratzinger.<br />

Come mai in precedenza nella storia della Chiesa<br />

sta crescendo nel Supremo Consesso dei cardinali<br />

il numero dei genovesi di nascita e in qualche<br />

modo di adozione, sulla cui testa la berretta porpora<br />

dell’investitura cardinalizia è stata imposta sull’asse<br />

Siri-Bertone, ambedue arcivescovi di Genova, ma<br />

in tempi distantissimi, Siri dal 1945 al 1989 e Bertone<br />

tra il 2003 e il 2007.<br />

Moraglia, al quale l’investitura cardinalizia arriverà<br />

nel prossimo Concistoro, verrà, infatti, immediatamente<br />

dopo Domenico Calcagno, per la verità<br />

alessandrino di Parodi Ligure, ma cresciuto nella<br />

Curia genovese, fatto vescovo di Savona e poi<br />

assurto, con la benedizione di Bertone, al ruolo di<br />

responsabile dell’Amministrazione del Patrimonio<br />

della Santa Sede, dopo esserne stato il segretario. In<br />

uno degli ultimi Concistori era stato fatto cardinale<br />

monsignor Mauro Piacenza, oggi presidente della<br />

Congregazione del Clero, cioè ministro degli Interni<br />

della Chiesa cattolica, un genovese doc anche<br />

lui, cresciuto sotto la protezione di Giuseppe Siri, di<br />

cui fu addetto stampa negli ultimi anni della vita del<br />

continua a pag. 26 X<br />

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