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Verdi e Genova,<br />
attrazione fatale<br />
RObERtO IOvINO<br />
42<br />
“ P assai<br />
musica la TV<br />
dei numeri<br />
unO<br />
in sua compagnia alcuni istanti di<br />
un fascino indefinibile, parlando con la<br />
più piacevole semplicità nella sua camera,<br />
poi sulla terrazza da dove si dominava il porto<br />
di Genova e il mare. Ebbi l’illusione che fosse lui<br />
stesso un Doria che mi mostrasse con orgoglio la<br />
sua flotta vittoriosa”.<br />
Scrisse così, nelle sue “Memorie”, il compositore<br />
francese Jules Massenet, ricordando il suo incontro<br />
con Giuseppe Verdi a Palazzo del Principe. Era il<br />
novembre del 1894. Da vent’anni Verdi e la consorte<br />
Giuseppina Strepponi abitavano nello storico Palazzo<br />
che era stato di Andrea Doria. Vi erano entrati<br />
per la prima volta, appunto, nel 1874, andando ad<br />
occupare l’ammezzato ai piani alti. Tre anni dopo si<br />
erano insediati nel piano nobile in un appartamento<br />
elegante e spazioso, arredato con gusto e raffinatezza,<br />
anche se senza eccessi, come era nel costume<br />
del musicista. Verdi fu assiduo frequentatore di<br />
Genova: nel 1867 gli venne addirittura conferita la<br />
cittadinanza onoraria. I suoi primi contatti con la<br />
città risalgono agli anni Cinquanta. Il compositore<br />
pernottava all’Hotel Croce di Malta ubicato in un<br />
antico palazzo di via Carlo Alberto. È di allora l’incontro<br />
con l’ingegner Giuseppe De Amicis, cugino<br />
di Edmondo, che si trasformò, in breve, nell’“uomo<br />
di fiducia” del musicista, pronto a risolvere i piccoli<br />
e i grandi problemi quando l’artista era fuori<br />
città. Fu proprio Giuseppe De Amicis a cercar casa<br />
ai coniugi Verdi quando questi decisero di scegliere<br />
Genova come loro residenza invernale. Nel 1867,<br />
di ritorno da Parigi, Verdi prese possesso del piano<br />
nobile della Villa Sauli, in via San Giacomo di Carignano<br />
al n. 13. Proprietaria era la marchesa Teresa<br />
Sauli Pallavicino e nello stesso palazzo abitava il<br />
direttore Angelo Mariani, il primo grande direttore<br />
Di Genova Verdi prediligeva la<br />
tranquillità e la riservatezza. I<br />
genovesi lo lasciavano vivere.<br />
Passeggiava per le strade e la gente<br />
accennava appena ad un saluto<br />
Era<br />
caratterialmente<br />
un genovese.<br />
Riservato,<br />
diffidente con<br />
gli estranei, ma<br />
generoso con gli<br />
amici.<br />
d’orchestra italiano nel senso moderno del termine.<br />
Mariani, legato da profonda amicizia a Verdi, fu un<br />
suo straordinario interprete: dal 1867 al 1873 i due<br />
artisti vissero sotto lo stesso tetto, in Palazzo Sauli.<br />
E nel lungo periodo di collaborazione solidarizzarono<br />
anche sul piano umano, accomunati dagli ideali<br />
risorgimentali. Negli ultimi anni, tuttavia, i rapporti<br />
fra Mariani e Verdi si deteriorarono per questioni<br />
artistiche, ma anche personali: è nota l’infatuazione<br />
del vecchio musicista per la giovane cantante Teresa<br />
Stolz, ex amante di Mariani.<br />
Perché il musicista scelse Genova, come alternativa<br />
alla sua Villa di Sant’Agata? Nonostante l’immagine<br />
romantica di Massenet che vedeva nel musicista<br />
una sorta di reincarnazione di Andrea Doria, ritto,<br />
capelli nel vento, di fronte al porto con le navi poco<br />
distanti dal suo giardino, Verdi non amava il mare.<br />
Il clima gli era certamente congeniale, anche se alla<br />
decisione di lasciare Villa Sauli non era stato estraneo<br />
il fastidio per il vento battente sulla collina di<br />
Carignano.<br />
In realtà, di Genova Verdi prediligeva la tranquilli-<br />
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