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sport<br />
U<br />
n punto di penalizzazione in classifica inflitto<br />
all’inizio della stagione alla Sampdoria;<br />
un altro che potrebbe arrivare al Genoa<br />
nel corso del mese di febbraio. Un punto che in realtà<br />
sarebbero due, in assenza del patteggiamento a<br />
cui è ricorsa la società blucerchiata e a cui dovrebbe<br />
fare riferimento anche la linea difensiva di quella<br />
rossoblu. La vicenda del calcioscommesse, esplosa<br />
nell’estate del 2011, continua insomma a riverberarsi<br />
sul campionato con conseguenze negative anche<br />
per le squadre della Lanterna, sia pure per il “reato”<br />
di responsabilità oggettiva. Il principio della giustizia<br />
sportiva, in cui tra l’altro è l’imputato a dover dimostrare<br />
la propria innocenza e non viceversa come<br />
avviene in campo ordinario, è semplice: i club non<br />
possono non sapere o, quantomeno, sono punibili<br />
per il cosiddetto omesso controllo su propri tesserati.<br />
Principio discutibile, ancorché unico baluardo<br />
(responsabilità personali morali a parte) al dilagare<br />
delle malversazioni legate alle partite di calcio.<br />
Giova ricordare che il calcioscommesse è un’attività<br />
regolarmente gestita dallo Stato, a cui fanno<br />
da contraltare però le numerose “iniziative private”<br />
spesso gestite direttamente dalla criminalità<br />
organizzata e che continuano a creare un gran giro<br />
d’affari nonostante la liberalizzazione del gioco in<br />
sale autorizzate. Risulta troppo semplicistico tuttavia<br />
affermare che il fenomeno è legato al proliferare<br />
del gioco in quanto tale. Il primo calcio scommesse,<br />
infatti, salì alla ribalta delle cronache nazionali<br />
nei primi anni Ottanta, con lo scoppio del Totonero<br />
prima e del Totonero-bis qualche anno più tardi.<br />
Entrambi gli scandali riguardarono un giro di<br />
scommesse clandestine, nel quale furono coinvolti<br />
direttamente società calcistiche e giocatori disposti<br />
ad alterare il regolare andamento di gare e tornei per<br />
favorire l’esito di ingenti giocate illegali. Dopo un<br />
processo sportivo vennero penalizzate varie società<br />
professionistiche con la retrocessione a tavolino o<br />
con punti di penalizzazione da scontare nella stagione<br />
successiva, e vennero radiati o squalificati molti<br />
giocatori e dirigenti.<br />
Lezione che non è bastata a evitare il ripetersi del<br />
fenomeno. L’ultimo capitolo di scommessopoli ha<br />
prodotto il coinvolgimento di giocatori, dirigenti<br />
e società di Serie A, Serie B, Lega Pro e Lega<br />
Nazionale Dilettanti. Nessuno si è salvato. Ma se<br />
negli anni Ottanta gli organizzatori del giro di malversazioni<br />
costituivano una banda disordinata e<br />
domestica, gli anni Duemila hanno fatto registrare<br />
ramificazioni internazionali e intrecci che hanno<br />
condotto gli inquirenti su piste esotiche. Il mercato<br />
globale è diventato tale anche in tema di giocate e<br />
condizionamenti planetari. Sino a qualche anno fa<br />
nelle intercettazioni comparivano i “grulli”, adesso<br />
è l’epoca degli “zingari”. E le lingue parlate nelle<br />
trattative per alterare i risultati sono più di una.<br />
Il calcio italiano è marcio, dunque? Chiaro che sì.<br />
Ma volendo vedere il rovescio della medaglia si<br />
può anche affermare che forse, a differenza di altri<br />
Quel<br />
guazzabuglio<br />
del calcio-<br />
scommesse<br />
MAURIZIO MIChIELI<br />
La vicenda del<br />
calcioscommesse,<br />
esplosa nell’estate<br />
del 2011, continua ad<br />
avere ripercussioni sul<br />
campionato di serie A<br />
Paesi, dove certe situazioni restano sottotraccia, in<br />
Italia ogni tanto il fango viene a galla e su alcuni<br />
episodi si riesce a fare un po’ di luce. Risultati “strani”,<br />
“biscotti” (cioè accordi di comodo), corruzioni<br />
si verificano anche altrove, ma non sempre con le<br />
nostre stesse conseguenze. Il motivo è anche riconducibile<br />
al fatto che nelle altre nazioni europee la<br />
giustizia ordinaria ha tempi di esecuzione più rapidi<br />
e sovente anticipa, precede o rende quasi scontati e<br />
inutili le sentenze sportive. In Italia, invece, bisogna<br />
fare presto per garantire la regolarità dei campionati.<br />
E allora si procede in maniera sommaria, talvolta<br />
brutale, con processi capestro. Capita di calciatori<br />
sbattuti in galera dai magistrati e regolarmente mandati<br />
in campo dagli allenatori una volta usciti dal<br />
carcere, in attesa dei verdetti.<br />
Tornando alle nostre squadre, la Sampdoria ha dovuto<br />
fronteggiare due situazioni relative a scommessopoli.<br />
Una prima condanna a 50 mila euro<br />
di multa per il comportamento del suo giocatore<br />
Cristian Bertani, condannato però per episodi risalenti<br />
al periodo in cui militava nel Novara. La<br />
Procura federale ha fatto leva sul principio della<br />
reiterazione presunta del reato anche in assenza di<br />
prove. Talmente presunta che la sentenza è stata<br />
annullata e quella della Sampdoria si è rivelata una<br />
battaglia di principio giusta. In assenza del ricorso<br />
della società di Corte Lambruschini, quella sentenza<br />
avrebbe fatto giurisprudenza a livello sportivo,<br />
con conseguenze devastanti. Anche perché i club<br />
di calcio non hanno molti strumenti per controllare<br />
i loro tesserati, basti pensare che l’Inter fu condannata<br />
a risarcire Bobo Vieri per averlo fatto pedinare,<br />
temendo non scommesse clandestine da parte<br />
del centravanti ma scorribande alcoliche, femminili<br />
e notturne.<br />
Il secondo processo, che è costato alla Sampdoria<br />
il punto di penalità, che in un campionato così<br />
equilibrato può anche risultare decisivo, riguarda la<br />
vicenda della partita di Bari-Samp 0-1, sulla quale<br />
L’ultimo capitolo<br />
di scommessopoli<br />
ha prodotto il<br />
coinvolgimento<br />
di giocatori,<br />
dirigenti e società<br />
di Serie A, Serie<br />
B, Lega Pro e<br />
Lega Nazionale<br />
Dilettanti.<br />
Un punto di<br />
penalizzazione è stato<br />
inflitto alla Sampdoria<br />
e un altro potrebbe<br />
arrivare al Genoa nel<br />
mese di febbraio<br />
sembra acclarato siano circolati molti denari. Essendo<br />
coinvolto in prima persona un proprio calciatore,<br />
Stefano Guberti, la società blucerchiata ha saggiamente<br />
dribblato il processo, dove sarebbe risultato<br />
difficile difendersi sul principio della responsabilità<br />
oggettiva e ha così ottenuto lo sconto e il dimezzamento<br />
della pena. Va detto che la faccenda sarebbe<br />
stata molto più complicata, configurando l’illecito<br />
sportivo, se tra gli indagati fossero risultati dirigenti<br />
della Sampdoria stessa, che mai invece hanno fatto<br />
capolino nell’inchiesta attraverso interrogatori o intercettazioni.<br />
Stessa sorte dovrebbe (il condizionale è d’obbligo,<br />
giacché la presunzione di innocenza vale anche<br />
in sede di diritto sportivo) toccare al Genoa<br />
per la gara con la Lazio del maggio 2011, terminata<br />
4-2 per i padroni di casa all’Olimpico. La società<br />
rossoblu, che annovera tra gli allora tesserati<br />
coinvolti alcuni elementi di spicco della propria<br />
formazione, rischia 2 punti di penalizzazione,<br />
riducibili a uno attraverso il patteggiamento. Un<br />
danno, in ogni caso. Ma più contenuto. Sebbene si<br />
possa discutere sui tempi, al punto che qualcuno,<br />
specie nei palazzi romani, dove le squadre della<br />
capitale sono assai influenti, auspicava uno slittamento<br />
dei provvedimenti al prossimo campionato.<br />
Se non fosse che, proprio poche settimane fa, il<br />
Napoli è stato condannato a punti di penalizzazione<br />
in graduatoria nella stagione in corso. Dunque,<br />
il processo s’ha “purtroppo” da fare.<br />
Resta inteso che Sampdoria e Genoa, al di là delle<br />
vicende giudiziarie, dovrebbero trovare il modo<br />
di salvarsi sul campo, oltre che nelle aule dei tribunali<br />
sportivi. I quali, sia detto a chiare lettere,<br />
dovrebbero essere riformati in senso più civile. Ma<br />
il calcio italiano ha appena rieletto presidente della<br />
Figc Giancarlo Abete con il 94% dei suffragi. Tutto<br />
cambia perché nulla cambi... E a molti, persino<br />
a coloro i quali strillano in prima linea, va bene<br />
così. Alla fine si rimedia uno schiaffone, anche se<br />
invece di un’anguria è stata svaligiata una banca.<br />
O tradito la fiducia, la passione e l’emotività di milioni<br />
di tifosi.<br />
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