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32<br />

sport<br />

U<br />

n punto di penalizzazione in classifica inflitto<br />

all’inizio della stagione alla Sampdoria;<br />

un altro che potrebbe arrivare al Genoa<br />

nel corso del mese di febbraio. Un punto che in realtà<br />

sarebbero due, in assenza del patteggiamento a<br />

cui è ricorsa la società blucerchiata e a cui dovrebbe<br />

fare riferimento anche la linea difensiva di quella<br />

rossoblu. La vicenda del calcioscommesse, esplosa<br />

nell’estate del 2011, continua insomma a riverberarsi<br />

sul campionato con conseguenze negative anche<br />

per le squadre della Lanterna, sia pure per il “reato”<br />

di responsabilità oggettiva. Il principio della giustizia<br />

sportiva, in cui tra l’altro è l’imputato a dover dimostrare<br />

la propria innocenza e non viceversa come<br />

avviene in campo ordinario, è semplice: i club non<br />

possono non sapere o, quantomeno, sono punibili<br />

per il cosiddetto omesso controllo su propri tesserati.<br />

Principio discutibile, ancorché unico baluardo<br />

(responsabilità personali morali a parte) al dilagare<br />

delle malversazioni legate alle partite di calcio.<br />

Giova ricordare che il calcioscommesse è un’attività<br />

regolarmente gestita dallo Stato, a cui fanno<br />

da contraltare però le numerose “iniziative private”<br />

spesso gestite direttamente dalla criminalità<br />

organizzata e che continuano a creare un gran giro<br />

d’affari nonostante la liberalizzazione del gioco in<br />

sale autorizzate. Risulta troppo semplicistico tuttavia<br />

affermare che il fenomeno è legato al proliferare<br />

del gioco in quanto tale. Il primo calcio scommesse,<br />

infatti, salì alla ribalta delle cronache nazionali<br />

nei primi anni Ottanta, con lo scoppio del Totonero<br />

prima e del Totonero-bis qualche anno più tardi.<br />

Entrambi gli scandali riguardarono un giro di<br />

scommesse clandestine, nel quale furono coinvolti<br />

direttamente società calcistiche e giocatori disposti<br />

ad alterare il regolare andamento di gare e tornei per<br />

favorire l’esito di ingenti giocate illegali. Dopo un<br />

processo sportivo vennero penalizzate varie società<br />

professionistiche con la retrocessione a tavolino o<br />

con punti di penalizzazione da scontare nella stagione<br />

successiva, e vennero radiati o squalificati molti<br />

giocatori e dirigenti.<br />

Lezione che non è bastata a evitare il ripetersi del<br />

fenomeno. L’ultimo capitolo di scommessopoli ha<br />

prodotto il coinvolgimento di giocatori, dirigenti<br />

e società di Serie A, Serie B, Lega Pro e Lega<br />

Nazionale Dilettanti. Nessuno si è salvato. Ma se<br />

negli anni Ottanta gli organizzatori del giro di malversazioni<br />

costituivano una banda disordinata e<br />

domestica, gli anni Duemila hanno fatto registrare<br />

ramificazioni internazionali e intrecci che hanno<br />

condotto gli inquirenti su piste esotiche. Il mercato<br />

globale è diventato tale anche in tema di giocate e<br />

condizionamenti planetari. Sino a qualche anno fa<br />

nelle intercettazioni comparivano i “grulli”, adesso<br />

è l’epoca degli “zingari”. E le lingue parlate nelle<br />

trattative per alterare i risultati sono più di una.<br />

Il calcio italiano è marcio, dunque? Chiaro che sì.<br />

Ma volendo vedere il rovescio della medaglia si<br />

può anche affermare che forse, a differenza di altri<br />

Quel<br />

guazzabuglio<br />

del calcio-<br />

scommesse<br />

MAURIZIO MIChIELI<br />

La vicenda del<br />

calcioscommesse,<br />

esplosa nell’estate<br />

del 2011, continua ad<br />

avere ripercussioni sul<br />

campionato di serie A<br />

Paesi, dove certe situazioni restano sottotraccia, in<br />

Italia ogni tanto il fango viene a galla e su alcuni<br />

episodi si riesce a fare un po’ di luce. Risultati “strani”,<br />

“biscotti” (cioè accordi di comodo), corruzioni<br />

si verificano anche altrove, ma non sempre con le<br />

nostre stesse conseguenze. Il motivo è anche riconducibile<br />

al fatto che nelle altre nazioni europee la<br />

giustizia ordinaria ha tempi di esecuzione più rapidi<br />

e sovente anticipa, precede o rende quasi scontati e<br />

inutili le sentenze sportive. In Italia, invece, bisogna<br />

fare presto per garantire la regolarità dei campionati.<br />

E allora si procede in maniera sommaria, talvolta<br />

brutale, con processi capestro. Capita di calciatori<br />

sbattuti in galera dai magistrati e regolarmente mandati<br />

in campo dagli allenatori una volta usciti dal<br />

carcere, in attesa dei verdetti.<br />

Tornando alle nostre squadre, la Sampdoria ha dovuto<br />

fronteggiare due situazioni relative a scommessopoli.<br />

Una prima condanna a 50 mila euro<br />

di multa per il comportamento del suo giocatore<br />

Cristian Bertani, condannato però per episodi risalenti<br />

al periodo in cui militava nel Novara. La<br />

Procura federale ha fatto leva sul principio della<br />

reiterazione presunta del reato anche in assenza di<br />

prove. Talmente presunta che la sentenza è stata<br />

annullata e quella della Sampdoria si è rivelata una<br />

battaglia di principio giusta. In assenza del ricorso<br />

della società di Corte Lambruschini, quella sentenza<br />

avrebbe fatto giurisprudenza a livello sportivo,<br />

con conseguenze devastanti. Anche perché i club<br />

di calcio non hanno molti strumenti per controllare<br />

i loro tesserati, basti pensare che l’Inter fu condannata<br />

a risarcire Bobo Vieri per averlo fatto pedinare,<br />

temendo non scommesse clandestine da parte<br />

del centravanti ma scorribande alcoliche, femminili<br />

e notturne.<br />

Il secondo processo, che è costato alla Sampdoria<br />

il punto di penalità, che in un campionato così<br />

equilibrato può anche risultare decisivo, riguarda la<br />

vicenda della partita di Bari-Samp 0-1, sulla quale<br />

L’ultimo capitolo<br />

di scommessopoli<br />

ha prodotto il<br />

coinvolgimento<br />

di giocatori,<br />

dirigenti e società<br />

di Serie A, Serie<br />

B, Lega Pro e<br />

Lega Nazionale<br />

Dilettanti.<br />

Un punto di<br />

penalizzazione è stato<br />

inflitto alla Sampdoria<br />

e un altro potrebbe<br />

arrivare al Genoa nel<br />

mese di febbraio<br />

sembra acclarato siano circolati molti denari. Essendo<br />

coinvolto in prima persona un proprio calciatore,<br />

Stefano Guberti, la società blucerchiata ha saggiamente<br />

dribblato il processo, dove sarebbe risultato<br />

difficile difendersi sul principio della responsabilità<br />

oggettiva e ha così ottenuto lo sconto e il dimezzamento<br />

della pena. Va detto che la faccenda sarebbe<br />

stata molto più complicata, configurando l’illecito<br />

sportivo, se tra gli indagati fossero risultati dirigenti<br />

della Sampdoria stessa, che mai invece hanno fatto<br />

capolino nell’inchiesta attraverso interrogatori o intercettazioni.<br />

Stessa sorte dovrebbe (il condizionale è d’obbligo,<br />

giacché la presunzione di innocenza vale anche<br />

in sede di diritto sportivo) toccare al Genoa<br />

per la gara con la Lazio del maggio 2011, terminata<br />

4-2 per i padroni di casa all’Olimpico. La società<br />

rossoblu, che annovera tra gli allora tesserati<br />

coinvolti alcuni elementi di spicco della propria<br />

formazione, rischia 2 punti di penalizzazione,<br />

riducibili a uno attraverso il patteggiamento. Un<br />

danno, in ogni caso. Ma più contenuto. Sebbene si<br />

possa discutere sui tempi, al punto che qualcuno,<br />

specie nei palazzi romani, dove le squadre della<br />

capitale sono assai influenti, auspicava uno slittamento<br />

dei provvedimenti al prossimo campionato.<br />

Se non fosse che, proprio poche settimane fa, il<br />

Napoli è stato condannato a punti di penalizzazione<br />

in graduatoria nella stagione in corso. Dunque,<br />

il processo s’ha “purtroppo” da fare.<br />

Resta inteso che Sampdoria e Genoa, al di là delle<br />

vicende giudiziarie, dovrebbero trovare il modo<br />

di salvarsi sul campo, oltre che nelle aule dei tribunali<br />

sportivi. I quali, sia detto a chiare lettere,<br />

dovrebbero essere riformati in senso più civile. Ma<br />

il calcio italiano ha appena rieletto presidente della<br />

Figc Giancarlo Abete con il 94% dei suffragi. Tutto<br />

cambia perché nulla cambi... E a molti, persino<br />

a coloro i quali strillano in prima linea, va bene<br />

così. Alla fine si rimedia uno schiaffone, anche se<br />

invece di un’anguria è stata svaligiata una banca.<br />

O tradito la fiducia, la passione e l’emotività di milioni<br />

di tifosi.<br />

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