Scripta Manent 2004 (PDF, ca 3 MB) - Rete Civica dell'Alto Adige
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ATTIVITÀ DI PROMOZIONE LINGUISTICA<br />
dell’Alto <strong>Adige</strong> che indossavano sarafan e<br />
kokoshnik, il tipico abito e l’alto copri<strong>ca</strong>po.<br />
Danza e musi<strong>ca</strong>, grandi passioni dei russi,<br />
hanno animato il momento inaugurale, con<br />
un omaggio a Stravinskij e al suo “Uccello<br />
di fuoco”, alla presenza di un pubblico<br />
numerosissimo e attento.<br />
Grande spazio è stato ovviamente dato alla<br />
lingua, con i workshop “Il sogno di Cirillo”<br />
curati da Natalia Fefelova e Yana Akulova,<br />
docenti esperte nell’insegnamento del russo agli<br />
stranieri: un coinvolgente excursus attraverso<br />
la scrittura che di San Cirillo porta il nome,<br />
l’evoluzione della lingua russa da Pushkin<br />
ai giorni nostri, la fi losofi a del colore presso<br />
i russi (“rosso” viene dalla stessa radice di<br />
“bello”), fi no ad un virtuale viaggio lungo la<br />
Transiberiana, da Mos<strong>ca</strong> a Vladivostok, per<br />
conoscere le tante Russie e vincere i pregiudizi<br />
più diffusi.<br />
Molte le conferenze<br />
per presentare alcuni<br />
degli infiniti volti<br />
della Russia: dalla letteratura<br />
ai compositori<br />
russi in Italia,<br />
all’arte, all’epos, fi no<br />
alla tavola rotonda<br />
dedi<strong>ca</strong>ta all’attualità,<br />
moderata da Mauro<br />
Martini dell’Università<br />
di Trento, con la produzione<br />
letteraria più recente a far da specchio<br />
di una Russia che si sta ormai lasciando alle<br />
spalle il “disgelo” e la difficile transizione.<br />
D’alto livello gli esperti presenti, iniziando<br />
da Sergio Pes<strong>ca</strong>tori dell’Università di Verona<br />
con Edgardo Tito Saronne dell’Università<br />
di Bologna.<br />
E ancora altre proposte in questo “spicchio<br />
di Russia”: come l’angolo dei libri in lingua<br />
originale o le bellissime immagini frutto<br />
dei viaggi di un grande fotografo, Walter<br />
Porzio, che facevano pensare ai contrasti che<br />
ancora permangono nella Russia d’oggi, o i<br />
<strong>ca</strong>rtoni animati ispirati alle grandi fi abe e i<br />
documentari. Né poteva man<strong>ca</strong>re l’ottimo tè<br />
russo sorbito ac<strong>ca</strong>nto al samovar fumante.<br />
E ancora i “lubki”, le stampe popolari che<br />
conobbero grande diffusione nella Russia<br />
contadina e operaia, vivacemente colorati, così<br />
come coloratissime ed allegre erano le statuette<br />
di Dymkovo esposte, nate per festeggiare<br />
ritualmente l’arrivo della primavera e passate<br />
in seguito a raccontare la vita rurale, le fi ere<br />
ed i mer<strong>ca</strong>ti.<br />
Imman<strong>ca</strong>bile la matrioshka, ha accompagnato<br />
sotto varie forme l’iniziativa, classi<strong>ca</strong> ma<br />
anche ipermoderna nella comuni<strong>ca</strong>zione e<br />
nell’allestimento.<br />
L’atmosfera russa diventava particolarmente<br />
tangibile nelle esibizioni dei clown, amatissimi<br />
in Russia, e nelle favole che parlavano di<br />
fanciulle di neve o di valorosi guerrieri che<br />
sorgono dal mare. Favole che vengono dalla<br />
tradizione, sì, ma anche dalla penna di un<br />
Pushkin o di un Tolstoj.<br />
E Tolstoj lo si è ritrovato assieme a Cajkovskij<br />
con i racconti ed i brani musi<strong>ca</strong>li scritti per i<br />
ragazzi, eseguiti dagli allievi del Conservatorio<br />
Monteverdi. Romanze e brani per chitarra o<br />
per bajan (la fi sarmoni<strong>ca</strong> russa) sono stati<br />
protagonisti di altri spazi musi<strong>ca</strong>li.<br />
La musi<strong>ca</strong> popolare ha accompagnato invece<br />
il balagancik: il teatrino dei saltimbanchi<br />
che animava le piazze dei mer<strong>ca</strong>ti e le<br />
fi ere, con artisti girovaghi imman<strong>ca</strong>bilmente<br />
accompagnati dall’orso, “zio Misha”, e dalla<br />
<strong>ca</strong>pretta “koza”, oggi interpretati da persone<br />
travestite. Una manifestazione così viva, così<br />
intensa, non poteva rimanere chiusa dentro il<br />
Centro Trevi: ecco che il balagancik è uscito<br />
sulla strada attraversando il centro di Bolzano<br />
e proprio come un tempo, ha regalato una<br />
<strong>ca</strong>s<strong>ca</strong>ta di musi<strong>ca</strong> a chi passava.<br />
Nella parte dei saltimbanchi i Poselje di<br />
Pietroburgo che suonano un’infinità di<br />
strumenti tradizionali e si rifanno alla musi<strong>ca</strong><br />
dei cosacchi. Durante la serata fi nale, in un<br />
teatro comunale di Gries tutto esaurito, hanno<br />
mostrato quanta musi<strong>ca</strong> è nascosta dentro un<br />
cucchiaio di legno o in un bicchiere o perfi no<br />
una sega da bos<strong>ca</strong>ioli.<br />
Chiuse le giornate al Centro Trevi, ci si è<br />
spostati a Merano, per far conoscere una<br />
pagina di storia lo<strong>ca</strong>le poco nota: il dolce clima<br />
della città attirò anche turisti russi e alla fi ne<br />
dell’Ottocento qui sorse una “Casa russa”, con<br />
la sua bibliote<strong>ca</strong> che ancor oggi sopravvive,