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Scripta Manent 2004 (PDF, ca 3 MB) - Rete Civica dell'Alto Adige

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Il 24 maggio presso l’università di<br />

Modena e Reggio Emilia ha avuto<br />

luogo la presentazione del ventiquattresimo<br />

volume della collana “Edu<strong>ca</strong>zione<br />

bilingue”, curata dall’Uffi cio<br />

Bilinguismo e Lingue Straniere della Provincia,<br />

dal titolo: “Il bilinguismo tra conservazione e<br />

minaccia. Esempi e presupposti per interventi<br />

di politi<strong>ca</strong> linguisti<strong>ca</strong> e di edu<strong>ca</strong>zione bilingue”,<br />

a cura di Augusto Carli, edito dalla Franco<br />

Angeli di Milano.<br />

Il volume raccoglie i lavori di Fiorenzo Toso<br />

e Carla Paciotto, premiati rispettivamente<br />

con il primo ed il terzo premio nella sezione<br />

“Tesi di dottorato e ricerche scientifiche”<br />

dell’ottava edizione del concorso per studi<br />

sul plurilinguismo.<br />

Bandito a s<strong>ca</strong>denza biennale dalla Provincia<br />

Autonoma di Bolzano - Uffi cio Bilinguismo e<br />

Lingue Straniere, il concorso è nato nel lontano<br />

1981, con il duplice obiettivo della promozione<br />

a livello lo<strong>ca</strong>le di studi di grande interesse per<br />

il territorio altoatesino e quindi della raccolta<br />

di materiale altrimenti diffi cilmente reperibile.<br />

Oggi tale iniziativa mira anche a porsi sempre<br />

di più al centro del dibattito internazionale<br />

con la fi nalità di documentarne l’andamento<br />

e le tematiche più attuali.<br />

La presentazione è stata introdotta dalla<br />

dottoressa Rosa Rita Pezzei, direttrice dell’Uffi cio<br />

Bilinguismo e Lingue Straniere, a cui ha<br />

fatto seguito l’intervento della preside della<br />

facoltà di lettere e fi losofi a dell’università di<br />

Modena, la professoressa Marina Bondi, ospite<br />

dell’iniziativa. Oltre agli autori e al curatore sul<br />

tavolo degli oratori sedeva anche il professor<br />

Dietmar Larcher in qualità di presidente<br />

della commissione di esperti in<strong>ca</strong>ri<strong>ca</strong>ta della<br />

valutazione dei lavori che hanno partecipato<br />

al concorso. Essi hanno, sotto aspetti diversi,<br />

fornito al pubblico un’interessante introduzione<br />

al contenuto delle ricerche pubbli<strong>ca</strong>te.<br />

ATTIVITÀ DI PROMOZIONE LINGUISTICA<br />

OTTAVA EDIZIONE DEL CONCORSO<br />

PER STUDI SUL PLURILINGUISMO<br />

Il lavoro di Fiorenzo Toso, dal titolo “Il<br />

tabarchino. Strutture, evoluzione stori<strong>ca</strong>,<br />

aspetti sociolinguistici”, è fondamentalmente<br />

costituito da un’analisi rigorosa ed esauriente<br />

del sistema linguistico del dialetto tabarchino,<br />

oltre che da un esame sociolinguistico delle<br />

comunità tabarchine dell’Arcipelago Sulcitano<br />

(Sardegna sud-occidentale). Queste comunità<br />

sono oggi collo<strong>ca</strong>te nei due centri di Carloforte,<br />

sull’isola di San Pietro, e di Calasetta, sull’isola<br />

di Sant’Antioco. Le comunità tabarchine in<br />

Sardegna risalgono al 1700; sono essenzialmente<br />

costituite da coloni di origine ligure<br />

(Riviera di Ponente) che già nel 1500 si erano<br />

insediati in Tunisia con una economia basata<br />

sulla pes<strong>ca</strong> del corallo; a <strong>ca</strong>usa del mutamento<br />

delle condizioni socio-economiche essi furono<br />

costretti ad abbandonare il suolo afri<strong>ca</strong>no<br />

trovando nuove risorse di sussistenza in<br />

Sardegna. L’interesse scientifi co è dato, oltre<br />

che dalla originalità della trattazione, dalla<br />

rifl essione sulla conservazione della parlata<br />

genovese in un contesto plurilingue, dato dal<br />

sardo con varietà <strong>ca</strong>mpidanesi e dall’italiano,<br />

ma anche da complessi fenomeni di lingue<br />

in contatto.<br />

Il lavoro di Carla Paciotto, ”L’edu<strong>ca</strong>zione<br />

bilingue per i Tarahumara del Messico del<br />

Nord. Uno studio dei contesti di un programma<br />

emergente”, nasce fondamentalmente<br />

dall’esigenza di verifi<strong>ca</strong>re l’attuazione di<br />

un programma di edu<strong>ca</strong>zione bilingue e<br />

biculturale che il Messico ha recentemente<br />

introdotto (1991) per 4 gruppi autoctoni di<br />

lingue indigene non ispaniche. Si tratta in<br />

particolare di una lingua del grande gruppo<br />

uto-azteco, e più precisamente rientrante nel<br />

sottogruppo delle lingue sonoran. Di essi<br />

l’autrice analizza la situazione dei parlanti<br />

Tarahumara, stanziati nella Sierra Madre<br />

dello stato del Chihuahua, uno dei gruppi più<br />

consistenti di parlanti nativi. Secondo i dati del<br />

1981, i parlanti nativi ammontavano a cir<strong>ca</strong><br />

50.000, e fra loro vi era una rilevante quota<br />

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