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Serenella Pelaggi* PER UNA REVISIONE DELL'AREA DELL ...

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usando cioè un sinonimo, ma ciò non toglie che l’invito continua ad<br />

essere l’oggetto diretto di accondiscendere a; non c’è dubbio che<br />

l’azione passi da accondiscendere a invito.<br />

Mi sono ricordata di Carla<br />

Carla è stata ricordata da me<br />

caso in cui si verifica una sfumatura di significato diversa dalla frase in<br />

forma attiva.<br />

Un altro elemento di convalida della possibilità di dare una diversa<br />

classificazione ai verbi con preposizione obbligata ci viene dal Pittàno,<br />

riguardo all’ausiliare che è necessario per i verbi transitivi rispetto a<br />

quelli intransitivi (1978:225):<br />

«E’ arrivato non è …una forma passiva … Così io sono andato non è<br />

forma passiva …Se è arrivato e sono andato non sono forme passive,<br />

perché usiamo il verbo essere? perché non diciamo invece ha arrivato e ho<br />

arrivato? La questione non è facile da spiegare …»<br />

Con questo l’autore si riferisce al fatto che i verbi transitivi vogliono<br />

l’ausiliare avere e gli intransitivi l’ausiliare essere. Se anche questo va<br />

considerato un criterio di verifica per accertare la natura transitiva o<br />

intransitiva di un verbo, e di conseguenza la possibilità che regga un<br />

complemento oggetto diretto, allora vediamo che i verbi<br />

accondiscendere, accudire, badare, credere, ecc., cioè tutti quelli<br />

non riflessivi nel gruppo sopra menzionato, proveniente dalla lista dei<br />

Lepschy, prendono nelle forme composte l’ausiliare avere. In verità è<br />

probabile che la difficoltà stia proprio nello schematizzare le ‘regole’<br />

che caratterizzano le due categorie di transitivi e intransitivi, di<br />

complemento oggetto diretto e indiretto, per cui varrebbe la pena di<br />

revisionarli.<br />

Il gruppo dei complementi indiretti elencati dallo studioso arriva ad<br />

un totale di 41, di cui 19 i principali, con varie suddivisioni interne, e 22 i<br />

secondari.<br />

Altrove (ibidem:225-6), resa la tradizionale definizione di transitivo e<br />

intransitivo, dice:<br />

«Per altri verbi, più che di transitivi o di intransitivi, dovremmo parlare<br />

dell’uso transitivo e intransitivo, della funzione transitiva o intransitiva.<br />

Perdonare, ad esempio, può essere usato transitivamente (perdonò tutti)<br />

o intransitivamente (perdonò ai vinti).»<br />

Ciò esemplifica bene la tesi: se perdonare può avere l’oggetto<br />

diretto, parimenti si puo’ introdurre il concetto di perdonare a + oggetto<br />

diretto.<br />

Questo concetto è tassativamente escluso dal Dardano (1983: 205):<br />

«Sono intransitivi anche i verbi come aderire, giovare, rinunciare, ecc.,<br />

che hanno un “oggetto”, espresso però da un complemento indiretto:

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