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Serenella Pelaggi* PER UNA REVISIONE DELL'AREA DELL ...

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4. La letteratura.<br />

E’ indicativo passare in rassegna le opinioni e i commenti di alcuni<br />

dei linguisti italiani più insigni, sia per analizzare il punto di vista<br />

tradizionale, sia per rintracciare quegli elementi di problematicità che di<br />

fatto costituiscono i presupposti delle presenti osservazioni. Dagli stessi<br />

infatti si deduce che la materia potrebbe giovarsi di un intervento dí<br />

revisióne.<br />

Osserva il Serianni (1988:84):<br />

«Tra le partizioni tradizionali dell’analisi logica quella dei complementi<br />

in genere, ed in particolare dei complementi indiretti è la categoria<br />

di cui i linguisti oggi avvertono più nettamente l’insufficienza di<br />

fondamenti ed i limiti operativi. In primo luogo, i criteri semantici che<br />

consentono di distinguere i complementi uno dall’altro non sono sempre<br />

ben chiari: l’attribuzione di un sintagma preposizionale all’uno o all’altro<br />

complemento è talvolta opinabile, e d’altro canto l’individuazione di<br />

differenze semantiche sempre più sottili può portare all’eccessiva<br />

proliferazione di complementi “minori”. … Ancor più difficile, se non<br />

impossibile, risulterebbe stabilire dei criteri formali per distinguere ciascun<br />

complemento...»<br />

Nonostante tali limiti, il quadro tradizionale dei complementi conserva<br />

la sua validità, in quanto si fonda per lo più su nozioni ampiamente<br />

conosciute e consolidate (come ad es. quelle di moto a luogo, tempo<br />

determinato, agente, ecc.), che permettono una trattazione accessibile<br />

ad un gran numero di unità sintagmatiche, ed hanno in molti casi<br />

un’indubbia efficacia descrittiva.<br />

Questa impostazione del Serianni non solo evidenzia la problematica<br />

qui trattata, ma anzi sollecita implicitamente una riorganizzazione della<br />

categoria dei complementi indiretti. Non esclude la possibilità di<br />

risolvere le difficoltà di relazioni sintattiche tra verbi, preposizioni e<br />

complementi con la definizione di una nuova categoria verbale che, di<br />

rimando, razionalizzi sia l’uso delle preposizioni che la classificazione<br />

dei complementi indiretti. Segue, dunque, la sua classificazione dei<br />

complementi “più importanti”, in rapporto alle preposizioni con cui si<br />

costruiscono; ne include 33 categorie, varie delle quali suddivise in ulteriori<br />

voci, come quelle di luogo e tempo.<br />

Da ciò si evince che la trattazione dei complementi indiretti si fonda<br />

sul concetto di reggenza preposizionale. Nel privilegiare<br />

l’associazione della preposizione al sostantivo col quale forma il<br />

complemento cosiddetto indiretto, si esclude automaticamente l’ipotesi<br />

– qui invece sostenuta – che molti verbi, apparentemente intransitivi,<br />

possano richiedere un completamento per avere senso compiuto, ed<br />

una preposizione obbligata per introdurre tale completamento. Qui sta il

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