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Serenella Pelaggi* PER UNA REVISIONE DELL'AREA DELL ...

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io mi interesso di musica.<br />

Qui subentra una problematica, trattata dalla maggior parte dei<br />

manuali di grammatica, che riguarda la verifica della differenza tra<br />

oggetto diretto e indiretto. Leggiamo (ibidem: 412-413):<br />

«La definizione di complemento oggetto, come l’elemento della frase che<br />

completa il predicato verbale precisando l’azione espressa dal verbo e<br />

unendosi direttamente al verbo, è una definizione di carattere grammaticale.<br />

Il complemento oggetto si può definire anche sulla base del significato e<br />

dire che esso è “l’elemento della frase che subisce l’azione del verbo”. Ma<br />

questa definizione, molto diffusa, non è sempre valida. … in frasi come<br />

“Paolo ha subito un incidente” o “Paolo ha preso un pugno” non si può<br />

dire che i complementi oggetto un incidente e un pugno “subiscano”<br />

l’azione espressa dal verbo. … Per riconoscere con sicurezza il<br />

complemento oggetto di una frase e distinguerlo da tutti gli altri elementi<br />

che, come lui, non sono introdotti da una preposizione o occupano il suo<br />

posto nella frase, esiste un sistema infallibile: basta provare a volgere la<br />

frase dalla forma attiva a quella passiva …: “Paolo ha mangiato una mela”,<br />

“Una mela è stata mangiata da Paolo”.<br />

Questo suggerimento meccanico, che toglie tanta della flessibilità e<br />

varietà alla lingua di cui poco sopra lo stesso autore rivendicava l’ampia<br />

variabilità, è un criterio rigido; non ammette che la prova della forma<br />

passiva avvenga tramite l’uso di una parafrasi. Se è vero, cioè, che<br />

nella frase Io mi interesso di musica l’oggetto diretto dell’azione<br />

interessarsi è la musica, il fatto che la verifica tramite trasformazione<br />

della frase dalla forma attiva a quella passiva non sia meccanicamente<br />

possibile, nulla toglie che l’azione di interessarsi “transiti” alla musica<br />

che la “subisce” – se vogliamo necessariamente preservare questa<br />

nomenclatura. E’ possibile invece esprimere al passivo il significato del<br />

verbo attraverso un’espressione, una circonlocuzione, o un suo<br />

sinonimo, quale La musica è da me coltivata/ curata/ apprezzata. In<br />

conclusione si direbbe che la prova che la musica è complemento<br />

diretto del verbo interessarsi di sta piuttosto nell’enunciato la musica<br />

è oggetto del mio interesse.<br />

Passando ad altri autori, vediamo che i Lepschy (1977:172 e segg.),<br />

nel capitolo intitolato Costruzioni con e senza preposizioni, scrivono:<br />

«Presentiamo alcuni esempi di costruzione verbo + verbo e verbo + nome<br />

per mostrare come si usano le preposizioni...»<br />

Cosa che già di per sé è indicativa delle difficoltà di presentazione<br />

dei costrutti in cui sono presenti le preposizioni, e seguono (ibidem):<br />

«… ci limiteremo alle costruzioni produttive, ed eviteremo quelle puramente<br />

idiomatiche. Il lettore italiano potrà trovare questi esempi ovvi e poco<br />

rivelatori: ma abbiamo constatato che essi sono utili per i lettori stranieri e

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