Diritto di parola - Libertà Civili
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Citta<strong>di</strong>nanza<br />
libertàcivili<br />
Il paradosso storico della vicenda europea<br />
Ma oggi è sempre più<br />
<strong>di</strong>fficile far coincidere<br />
i confini territoriali<br />
con quelli <strong>di</strong> un’unica<br />
comunità politica<br />
impermeabile all’esterno<br />
118 2011 marzo -aprile<br />
“seconde generazioni” – che la necessità <strong>di</strong> fare i conti con la<br />
questione dei confini della comunità politica è <strong>di</strong>venuta<br />
improcrastinabile, via via che quest’ultima ha perso la sua<br />
coincidenza con la comunità dei residenti (e dei contribuenti).<br />
Così come sono stati definiti all’interno dello Stato-nazione,<br />
tali confini non sono più in grado <strong>di</strong> dare adeguatamente<br />
forma all’appartenenza, <strong>di</strong> funzionare da filtro<br />
per l’allocazione dei <strong>di</strong>ritti – e dei doveri –<br />
tra<strong>di</strong>zionalmente associati alla citta<strong>di</strong>nanza<br />
e <strong>di</strong> legittimare la partecipazione a quei<br />
gruppi <strong>di</strong> solidarietà rappresentati dai sistemi<br />
<strong>di</strong> welfare. In termini ancor più espliciti, appare<br />
sempre meno legittima l’ambizione degli Stati<br />
<strong>di</strong> poter “scegliere” i propri appartenenti,<br />
escludendo gli stranieri (Walzer, 1987) e<br />
sempre più <strong>di</strong>scutibile l’eticità <strong>di</strong> regimi <strong>di</strong><br />
re<strong>di</strong>stribuzione e protezione basati sulla finzione <strong>di</strong> società<br />
perimetrate dai recinti nazionali. Di qui un’imponente riflessione<br />
attorno alla questione della citta<strong>di</strong>nanza e a quella dei confini<br />
della membership.<br />
Sul primo fronte, quello appunto del ripensamento dell’istituto<br />
della citta<strong>di</strong>nanza, la riflessione <strong>di</strong> questi anni ci consegna alcune<br />
possibili “soluzioni” (Zanfrini, 2007): da quella dell’adozione<br />
<strong>di</strong> leggi che agevolino l’acquisto della citta<strong>di</strong>nanza per gli<br />
immigrati e i loro figli (Aleinikoff et al., 2002), a quella rappresentata<br />
dal riconoscimento, agli stranieri lungo soggiornanti,<br />
dello status <strong>di</strong> denizen (Hammar, 1985), una sorta <strong>di</strong> status<br />
interme<strong>di</strong>o tra quelli <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no e <strong>di</strong> straniero che garantisce<br />
ai titolari, oltre al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> residenza a tempo indeterminato, il<br />
go<strong>di</strong>mento dei <strong>di</strong>ritti civili e sociali in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quasi<br />
parità coi citta<strong>di</strong>ni e, in taluni casi, anche quello, parziale, dei<br />
<strong>di</strong>ritti politici (in genere limitatamente alle consultazioni locali);<br />
da quella fondata sul riconoscimento <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza<br />
transnazionale (Bauböch, 1994) che prevede la possibilità,<br />
per una persona, <strong>di</strong> essere contemporaneamente membro sia<br />
della società d’origine sia <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> residenza, attraverso il<br />
possesso <strong>di</strong> una doppia citta<strong>di</strong>nanza e il go<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti,<br />
anche politici, in entrambi i Paesi, a quella, ancor più provocatoria,<br />
<strong>di</strong> una membership post-nazionale (Arendt, 1999; Soysal, 1994)<br />
che prevede un progressivo ampliamento dei <strong>di</strong>ritti esigibili dagli<br />
in<strong>di</strong>vidui in quanto persone (al <strong>di</strong> là del loro status <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no<br />
o <strong>di</strong> straniero e, entro certi termini, <strong>di</strong> straniero regolare o irregolare);<br />
e ancora, meritano <strong>di</strong> essere considerate la prospettiva della