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Diritto di parola - Libertà Civili

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Minimum me<strong>di</strong>a<br />

libertàcivili<br />

140<br />

Il Rapporto annuale Ocse/Censis sulle migrazioni in Italia<br />

L’età me<strong>di</strong>a<br />

degli immigrati<br />

è decisamente<br />

più bassa<br />

<strong>di</strong> quella<br />

degli italiani:<br />

il 22%<br />

ha meno<br />

<strong>di</strong> 18 anni<br />

2011 marzo -aprile<br />

Si tratta, a <strong>di</strong>re il vero, <strong>di</strong> una presenza che a livello territoriale<br />

è molto <strong>di</strong>somogenea, e si concentra nelle gran<strong>di</strong> città e nelle<br />

aree del Centro-Nord, dove vi sono le maggiori opportunità<br />

lavorative: il risultato è che in Italia vi sono province dove gli<br />

immigrati rappresentano più del 10% della popolazione, e province<br />

dove la loro presenza non raggiunge nemmeno l’1% del totale<br />

dei residenti.<br />

Gli stranieri che si trovano nel nostro Paese hanno un’età<br />

me<strong>di</strong>a decisamente più bassa rispetto agli italiani, e questo è<br />

dovuto al fatto che l’emigrazione è un fenomeno relativamente<br />

recente; che a emigrare sono soprattutto gli in<strong>di</strong>vidui più giovani<br />

e che godono <strong>di</strong> buone con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute; e che, una volta<br />

giunti in Italia, gli immigrati tendono a formare famiglie e a<br />

generare figli. A fine 2009 solo il 3,9% dei citta<strong>di</strong>ni stranieri ha<br />

più <strong>di</strong> 60 anni, mentre il 22% ha meno <strong>di</strong> 18 anni.<br />

Dopo una prima fase pioneristica, in cui gli immigrati erano<br />

soprattutto giovani e maschi, oggi il fenomeno migratorio in<br />

Italia si caratterizza per una crescente stabilizzazione, segnalata<br />

dall’aumento delle donne, dei minori, dei nuclei familiari. Da<br />

alcuni anni le donne straniere sono più numerose degli uomini;<br />

le famiglie che hanno almeno un componente straniero sono in<br />

continua crescita e rappresentano l’8,3% del totale dei nuclei<br />

familiari (2.074.065 in valore assoluto); nel 2009 i bambini nati<br />

da stranieri sono stati 77.109, vale a <strong>di</strong>re il 13,9% dei neonati.<br />

La crescita dei nuclei familiari e dei minori determina una presenza<br />

sempre maggiore degli stranieri all’interno delle istituzioni<br />

scolastiche: lo scorso anno nelle scuole <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado<br />

si contavano oltre 670mila alunni stranieri, pari al 7,5% della<br />

popolazione scolastica. Infine sono da segnalare come positivi<br />

fenomeni <strong>di</strong> una piena integrazione i matrimoni misti tra un italiano/a<br />

e uno straniero/a, che nel 2009 hanno rappresentato il 9,4%<br />

del totale dei matrimoni celebrati in Italia.<br />

Le migrazioni economiche<br />

Oltre all’analisi dei dati <strong>di</strong> carattere demografico l’Ocse<br />

invita ogni anno i propri corrispondenti a tracciare un bilancio<br />

delle migrazioni economiche. Infatti, non si deve <strong>di</strong>menticare<br />

che il lavoro rappresenta il motivo principale che spinge gli<br />

stranieri a lasciare il proprio Paese, ed è uno snodo decisivo<br />

per il processo <strong>di</strong> integrazione, poiché al lavoro è connesso il<br />

raggiungimento <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti, primo tra tutti quello al<br />

soggiorno regolare.<br />

In base ai dati che l’Istat rileva nella quadrimestrale Indagine<br />

sulle forze lavoro, i lavoratori con citta<strong>di</strong>nanza estera impiegati

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