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Diritto di parola - Libertà Civili

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Primo Piano<br />

libertàcivili<br />

20<br />

I migranti da oggetto a fonte <strong>di</strong> comunicazione<br />

Non solo<br />

dal punto<br />

<strong>di</strong> vista<br />

comunicativo,<br />

ma anche<br />

da quello<br />

sociale<br />

e politico<br />

l’impatto delle<br />

migrazioni<br />

rappresenta<br />

un vero<br />

e proprio<br />

laboratorio<br />

del futuro<br />

che interroga<br />

le nostre<br />

responsabilità<br />

2011 marzo -aprile<br />

– quanto sia <strong>di</strong>fficile fare una scelta netta <strong>di</strong> impostazione culturale<br />

e storica: l’impatto delle migrazioni è un vero e proprio laboratorio<br />

del futuro e sconcerta dunque registrare la misura in cui i fenomeni<br />

globali vengano affrontati con logiche <strong>di</strong> cortile e, comunque,<br />

entro un’ottica parziale.<br />

Con altrettanta chiarezza occorre affermare che – a fronte <strong>di</strong><br />

crisi come quella che stiamo vivendo in questi mesi – se<br />

l’Europa non è al centro rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare periferica. Se non<br />

assume come proprie, almeno simbolicamente, le tensioni e<br />

le criticità che si registrano in partibus, c’è il rischio che nella<br />

percezione collettiva la sua forza coesiva risulti pericolosamente<br />

indebolita.<br />

Certo resta il nodo più profondo sullo stress delle identità.<br />

Come mai una cultura storicamente potente, capace nei secoli<br />

<strong>di</strong> giocare una partita attiva e ad<strong>di</strong>rittura fondativa del patrimonio<br />

simbolico europeo, soffre così bruscamente il trauma portato<br />

da segmenti <strong>di</strong> popolazione tutt’altro che imponenti (se non<br />

altro perché si tratta <strong>di</strong> coorti molto <strong>di</strong>verse tra <strong>di</strong> loro). Forse ci<br />

troviamo <strong>di</strong>nnanzi a un grave in<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> nuova fragilità della cultura<br />

italiana e persino <strong>di</strong> un suo ine<strong>di</strong>to deficit <strong>di</strong> egemonia, sulle cui<br />

ra<strong>di</strong>ci occorrere attentamente stu<strong>di</strong>are. Certo sarebbe auspicabile<br />

ricordare che: “Ciascuno <strong>di</strong> noi dovrebbe essere incoraggiato<br />

ad assumere la propria <strong>di</strong>versità, a concepire la propria identità<br />

come la somma delle sue <strong>di</strong>verse appartenenze, invece <strong>di</strong><br />

confonderla con una sola, eretta ad appartenenza suprema e a<br />

strumento <strong>di</strong> esclusione …” 12.<br />

12 A. Maalouf, L’identità, Bompiani, Milano 1999; ed. orig.1998.

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