Diritto di parola - Libertà Civili
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Prevalgono<br />
giu<strong>di</strong>zi<br />
favorevoli<br />
sulla vita<br />
in Italia;<br />
tra gli aspetti<br />
più apprezzati<br />
la scuola,<br />
tra quelli<br />
più critici<br />
la situazione<br />
economica<br />
Atteggiamenti e progetti <strong>di</strong> vita degli immigrati: uno stu<strong>di</strong>o dell’Ispo<br />
(il 77% si informa regolarmente e i sudamericani sono fra i più<br />
assidui), anche e soprattutto per motivi affettivi (parenti rimasti<br />
in patria), mentre raramente la nostalgia è talmente insopportabile<br />
da motivare un ritorno al Paese natio. Tra i mezzi utilizzati per<br />
informarsi, in alcuni gruppi nazionali (in<strong>di</strong>ani e ucraini) prevale<br />
il passa<strong>parola</strong> con parenti e amici, per altri (ad esempio<br />
marocchini e albanesi) si usano la tv e la ra<strong>di</strong>o, per altri ancora il<br />
mezzo per eccellenza è internet (i cinesi su tutti).<br />
L’idea prevalente degli immigrati intervistati è quella <strong>di</strong> restare<br />
in Italia per sempre. Quasi la metà del campione (44%)<br />
sceglie questa opzione, soprattutto gli africani e gli in<strong>di</strong>ani,<br />
chi ha figli conviventi e chi si trova in Italia da un periodo piuttosto<br />
lungo. È il fattore-figli a incidere più degli altri: la loro presenza<br />
rappresenta la vera barriera al ritorno in patria. Per un altro 23%<br />
il progetto resta indefinito, mentre per un 7% tornare al momento<br />
è impossibile, anche volendo. Solo un immigrato su quattro,<br />
dunque, ha l’intenzione, dopo un periodo <strong>di</strong> tempo, <strong>di</strong> fare<br />
ritorno nel Paese <strong>di</strong> origine; sono soprattutto i sudamericani,<br />
gli ucraini, i cinesi e gli immigrati più anziani.<br />
La vita nel nostro Paese<br />
Uno dei risultati più interessanti dell’indagine è che la maggioranza<br />
degli immigrati, più <strong>di</strong> otto su <strong>di</strong>eci, <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> trovarsi “bene”<br />
o “abbastanza bene” in Italia. Appena il 3% <strong>di</strong> loro <strong>di</strong>chiara<br />
invece <strong>di</strong> trovarsi “male” o “abbastanza male”. Ancora una volta<br />
è la provenienza a fare la <strong>di</strong>fferenza: i più sod<strong>di</strong>sfatti sono<br />
gli ucraini, quelli che hanno la percezione più negativa sono i<br />
marocchini.<br />
Di conseguenza i giu<strong>di</strong>zi favorevoli riguardano un po’ tutti<br />
gli aspetti dell’esperienza italiana. In testa all’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento<br />
c’è la scuola (il 90% esprime un parere positivo), mentre tra<br />
gli aspetti più critici c’è la situazione economica, con il 58%<br />
<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfatti e il 41% <strong>di</strong> insod<strong>di</strong>sfatti. Tre immigrati su quattro<br />
si <strong>di</strong>cono contenti del loro lavoro e otto su <strong>di</strong>eci lo sono dei<br />
servizi sanitari. L’86% valuta positivamente le relazioni con gli<br />
italiani, soprattutto i moldavi, mentre i più critici sono ancora<br />
una volta i marocchini.<br />
Nel complesso tra i plus della vita in Italia ci sono le con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> vita, la generosità dei nostri connazionali e quin<strong>di</strong> la loro<br />
<strong>di</strong>sponibilità ad aiutare, la qualità <strong>di</strong> alcuni servizi, la maggiore<br />
libertà rispetto al Paese <strong>di</strong> origine, nonché alcuni aspetti<br />
particolari come la piacevolezza del clima e la possibilità <strong>di</strong><br />
ricevere un’istruzione <strong>di</strong> buon livello. Tra i minus c’è sicuramente<br />
il rapporto con la burocrazia, il costo della vita e in particolare<br />
2011 marzo -aprile<br />
Primo Piano<br />
libertàcivili<br />
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