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Gli ufficiali tervz'bili e i doni dei rurali
Anche i primi imperatori del periodo burocratico sembrano accostarsi
al fenomeno con una certa cautela. Nessuna dignità deve nuocere, dicono
Diocleziano e Massimiano, ma non basta che la controparte abbia una di-
gnità, ad esempio senatoria, per arguire che un contratto sia stato concluso
metus causa, e quindi pretendere la restituzione in integro l1 invocando la
causa metus. Bisogna provare la minaccia di fatti gravi, non una semplice
iattanza del magistrato o qualche diverbio12 con esso.
Due costituzioni di Costantino 13. Dalla prima, assai difficile l4 e corrot-
ta, ne quis in administratione constitutus aliquid compararet, si ricava che
l'administrans un pagus non poteva comperare non solo nel pagus dove
geriva l'ufficio ma neppure in un altro villaggio; le cose comprate sarebbe-
ro state fiscali 15. La seconda costituzione, del 334, si riferisce alle compere
dei numerarii, dal vorax et fradulentum.. . propositum 16, famigerati ufficiali
dei giudici e dei rettori che trattavano i pubblici conti delle città17; i vendi-
tori, dice Costantino, rendano inefficaci queste vendite estorte, a loro ritor-
ni la proprietà e che i compratori, cioè gli amministratori, siano puniti
anche con la perdita del prezzo.
Costantino, nel 326 l 8, proclama che se qualcuno ha avuto timore di una
persona costituita in un ufficio mediocre ed ha a questa trasferito, a titolo
di vendita, una cosa situata nella stessa provincia o luogo in cui tale perso-
na esercita il suo ufficio, avrà diritto ad avere indietro la cosa senza resti-
tuire il prezzo. E lo stesso se si è stati depredati da chi ha abusato del nome
del proprio coniuge o di un amico.
2. - I1 fenomeno degli amministratori che profittavano del timore reve-
renziale suscitato dalla loro carica nella gente comune sembra avere desta-
to una particolare attenzione in Valentiniano I 19. Di lui Ammiano dice che
fu particolarmente moderato verso i provinciali rendendo ovunque più sop-
portabili le imposizioni tributarie20. Forse - ci rendiamo conto della ovvie-
11. C. 2,19,6 a. 294 Diocleziano e Massimiano.
12. C. 2,19,9 a. 300 Diocleziano e Massimiano.
13. CTh. 8,15,1. 2 tratte dal titolo de his, quae administrantibus ve1 publicum
officium gerentibus distracta sunt ve1 donata. Su questi provvedimenti e quelli di età
successiva, v-: A.H.M. JONES, Il tado impero romano, cit., I, p. 487; C. DUPONT, La
vente et les constitutions socio-économiques dans l'empire romain de 31 2 à 535 après
Jésus-Christ, in RIDA 19, 1972, p. 275 ss.
14. J. GOTHOFREDUS, ad loc. cit., in Codex Theodosianus, Opus ... recognitum et
ordinatum ... opera et studio Antonii MarviZlii ..., 11, Lipsiae 1737, p. 666.
15. Ciò contrasterebbe con la disciplina emergente in D.49,14,46,2; C.2,19,11;
D.48,1,46.
16. CTh.8,1,4 = C.12,49,1.
17. CTh. 8,1,6. Cfr. J. GOTHOFREDUS, Codex Theodosianus, cit., 11, , p. 668.
18. CI. 2,19,ll.
19. Sorprendente analogia con Valentiniano I11 in Nov. Val. 1,3,2.
20. AMM.30,9, 1.