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36 M. V. De Giorgi
Comuni, le Province, gli Istituti pubblici civili ed ecclesiastici ed in genera-
le i corpi morali, legalmente riconosciuti, sono considerati come persone e
godono dei diritti civili, secondo le leggi e gli usi osservati come diritto
pubblico.. La stessa espressione (corpi morali) ricorre in altre norme: gli
artt. 425 e 433 (distinzione dei beni relativamente alle persone cui appar-
tengono), 5 18 (durata dell'usufrutto), 932 e 1060 (accettazione di eredità e
donazioni), 2 1 14 (assoggettabilità alla prescrizione).
Mentre il codice abrogato (come il Code Napoléon) non menzionava le
fondazioni, con l'entrata in vigore, il lo luglio 1939, del Libro primo del
codice civile attuale si è introdotto sul modello sistematico del BGB un
regime generale (ma in parte unitario, a differenza di quello previsto dal
codice tedesco) per associazioni e fondazioni. La maggior parte delle nor-
me contenute nel Titolo I1 sono comuni ad entrambe le figure (artt. 14, lo
co., 16-19, 27, 29-35), come molte delle disposizioni di attuazione (artt. 1,
2, lo co., 4-7, 10-30); solo alla fondazione sono destinati gli artt. 14, 2O co.,
15, 16, limitatamente agli incisi finali dei commi lo e 2O; 25-28 C. c., e parte
del 2O comma dell'art. 3 1. La normativa accorda larghi spazi all'autonomia
privata (in armonia con l'asserzione che la volontà del fondatore influenza
quasi