intero volume - Dipartimento di Scienze Giuridiche
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Gli ufficiali term'bilì e i doni dei rurali 27<br />
Si qui eorum, qui provinciarum rectoribus obsequuntur quique in <strong>di</strong>versi~<br />
agunt officis ... et qui ... possunt esse terribiles necessitatem obsequii<br />
... irnponat ... converte& sive xenia aut munuscula, quae canonica ex more<br />
(qui provinciarum rectoribus obsequuntur quique in <strong>di</strong>versis agunt officis<br />
... et qui ... possunt esse terribiles) fecerunt, extorserit ve1 sponte haec quae<br />
inprobata sunt oblata non refutaverit ...; segue la sanzione della confisca e<br />
della morte, ma non applicabile, nel caso dei doni, ai rurali. Quin<strong>di</strong> c'è una<br />
ripetizione: Eadem vero circa eos censura servetur, qui xenia aut munera<br />
defewz' sibi a possessoribus cogunt aut oblata non respuunt.<br />
Traduciamo letteralmente. «Se chi - <strong>di</strong> coloro che obbe<strong>di</strong>scono ai rettori,<br />
che operano nei <strong>di</strong>versi uffici e possono essere terribili - imponga ad un<br />
rusticano la necessità dell'ossequio ... o abbia convertito in uso proprio uno<br />
schiavo od un bue, sia che abbia estorto xenia o munuscula - che (coloro<br />
che obbe<strong>di</strong>scono ai rettori, che operano nei <strong>di</strong>versi uffici e possono essere<br />
terribili) hanno resi canonici in via <strong>di</strong> consuetu<strong>di</strong>ne - o questi munuscoli<br />
che non sono ammessi, spontaneamente offerti non li abbia rifiutati, confiscati<br />
tutti i beni, soggiaccia all'ultima rovina ... Ma la medesima censura <strong>di</strong><br />
essi (l'ufficiale che estorce il servizio e il rustico che l'abbia spontaneamente<br />
offerto) sia assicurata contro quelli che costringono che gli xenia o i<br />
munera siano portati a loro dai possessori o offerti non li respinganon.<br />
Posto che questa lettura sia filologicamente corretta, gli interrogativi<br />
sul contenuto si affollano. In che consiste effettivamente la proibizione?<br />
Cosa sono, per questo testo giuri<strong>di</strong>co - e nella tra<strong>di</strong>zione giuri<strong>di</strong>ca - gli<br />
xenia e i munuscula? Sono la stessa cosa o cose <strong>di</strong>verse? C'è <strong>di</strong>versità tra<br />
munuscula e munera? Nell'ultima frase infatti non si tratta più <strong>di</strong> xenia e<br />
munuscula ma <strong>di</strong> xenia e munera. Perché Giustiniano sopprime questa frase,<br />
come vedremo?<br />
Per restare sul terreno strettamente sintattico, la relativa quae canonica<br />
ex more fecemnt si riferisce agli xenia e ai munuscula o ai soli munuscula?<br />
E parimenti, haec quae improbata sunt si riferisce agli xenia ed ai munuscula<br />
o ai soli munuscula?<br />
5. - La nostra proposta <strong>di</strong> interpretazione prende le mosse da abbastanza<br />
lontano. Precisamente dalla accoppiata donum munus che, a quanto<br />
sembra, già la lex Cincia vietava fossero percepiti da oratori o patroni.<br />
Donum, liberalità del tutto spontanea, è il genere e munus la specie ovvero<br />
il donum cum causa, come <strong>di</strong>ce Ulpiano citando Labe~ne~~, o officii causa44<br />
come <strong>di</strong>ce Festo-Paolo Diacono. I1 munus è il dono indotto dalle usan-<br />
vietato anche l'accettazione delle piccole liberalirà, come commestibili, bevande e<br />
altri minuti oggetti dopo che i funzionari subalterni furono sottomessi alla legge <strong>di</strong><br />
repetundae. Stesso appiattimento in K.L. NOTHLICHS, Beamtentum, cit., p. 121: Ein<br />
Beamter darf nichts erpressen und keine Geschenke annehem.<br />
43. DSO, 16,194 (Ulp. 43 ad ed.).<br />
44. Fest.,Paul., exc. sv. munus (L. 125).