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A proposito di fondazioni 41
Anche in relazione al momento costitutivo, però, devono segnalarsi mu-
tamenti. Avviene sempre più di frequente che le fondazioni siano create
non da singoli individui desiderosi di essere commemorati nel tempo, ma
da società ed enti, mossi da altri e più mondani interessi. Questo caso è ben
diverso da quello, che tradizionalmente ci si raffigura, del filantropo un pò
megalomane che consegna il negozio di costituzione alle proprie dichiara-
zioni di ultima volontà, affidando ad altri la postuma tutela della propria
creatura, perché l'ente fondatore tende ovviamente ad assicurarsi un assi-
duo controllo sull'attività della persona giuridica, compromettendo il tradi-
zionale distacco tra quest'ultima e coloro che l'hanno costituita17.
Nell'ipotesi, poi, in cui la costituzione si realizzi ad opera di una molte-
plicità di soggetti si è sottolineata l'ibridazione con i caratteri propri degli
enti associativi, perché l'atto di dotazione assume le sembianze di un obbli-
go di conferimento che si realizza nel tempo, mentre l'intervento dei fonda-
tori sulla vita dell'ente riveste un ruolo di determinante rilevanza18.
Per queste ragioni, e da tempo, non vi è autore che non si esprima, con
linguaggio più o meno compiaciuto, in termini di «metamorfosi)) dell'istitu-
to. Anche lo scopo tipico della fondazione, e cioè il perseguimento di fini
socialmente rilevanti, sembra essere contraddetto quando, come sempre
più di frequente succede, la persona giuridica, pur svolgendo attività desti-
nate alla collettività, persegue indirettamente gli interessi della società che
l'ha costituita 19. La disciplina dell'ordinamento positivo, con fedeltà alla
tradizione, si pone nella prospettiva del perseguimento di fini caritativi,
assistenziali o altri scopi di utilità sociale20, ma, si è obiettato, la rilevanza
necessariamente collettiva dello scopo è smentita quando l'ente sia inserito
nelle strategie dell'impresa, apportando ad essa utilità (che possono consi-
stere anche nel solo positivo ritorno di immagine) e riducendosi a strumen-
to, o al massimo a complemento, dell'iniziativa economica del fondatore 21.
Nonostante il crescente impegno degli imprenditori nel settore della
cultura e dell'arte il ricorso alla forma della fondazione è però non frequen-
te, in quanto i vincoli burocratici e amministrativi ne fanno uno strumento
poco flessibile, cui far ricorso solo quando sia necessario realizzare una
17. Cfr. VITTORIA, op. ult. cit., pp. 19 ss, 34 ss; ID., Gli enti del primo libro del
codice civile, cit., p. 69 S.; ZOPPINI, OP. ult. cit., p. 54 ss.; MARICONDA, OP. uZt. cit., p.
70 ss.
18. MARICONDA, OP. ZOC ~Ztt.
citt., che pone addirittura il quesito, risolto in posi-
tivo, circa l'opportunità di mantenere, nella futura eventuale riforma, la distinzione
tra i due tipi di persone giuridiche; nel senso, invece, che la tipicità strutturale degli
enti del primo libro induca a concludere per l'innammissibilità di forme miste tra
associazione e fondazione, ZOPPINI, OP. ult. cit., p. 64 ss. e ivi altri riferimenti.
19. ZOPPINI, OP. ult. cit., p. 55 S.
20. Cfr., per tutti, RESCIGNO, da ultimo, in Le fondazioni: prospettive e linee di
riforma, cit., p. 491 S.
2 1. ZOPPINI, OP. Zoc. ultt. citt.