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A proposito di fondazioni 53
Contro questa impostazione sono state addotte considerazioni d'indole
politico-legislativa, obiettando che l'identità di struttura e di funzione non
toglie che alla base del vincolo reale che grava i beni del comitato vi sia una
giustificazione che non può valere per la fondazione fiduciaria, e cioè il
carattere di temporaneità, ed anzi di estrema limitatezza nel tempo dell'at-
tività e dei fini, e quindi degli strumenti che il diritto pone al servizio del
comitato. La fondazione fiduciaria non può essere soggetta a queste restri-
zioni temporali, ma allora il sistema conoscerebbe una grave contraddizio-
ne coi limiti posti alla sostituzione negli atti di ultima volontà e nelle dona-
zioni (artt. 688 e ss., 795 C.C.), e in particolare con le norme relative alla
sostituzione fedecomrnissaria (art. 692 C.C.) e all'usufrutto successivo (art.
698 c.c.)49.
Un'altra opinione, pur negando che nelle disposizioni degli artt. 40-42
C.C. possa ravvisarsi un'ipotesi di fondazione fiduciaria, ammette che in
esse sia contenuta la disciplina della costituzione di una fondazione non
riconosciuta. La ricostruzione teorica della fondazione priva di riconosci-
mento viene effettuata, anziché in termini di rapporti fiduciari, riferendosi
alla soggettività giuridica, intesa come idoneità ad essere titolare di diritti e
di doveri; la fondazione di cui agli artt. 40 e ss. sarebbe, perciò, regolata
come centro unitario di imputazione delle situazioni giuridiche che si van-
no man mano costituendo per il soddisfacimento degli interessi omogenei
che essa esprime
L'esperienza degli ultimi decenni, che ha reso progressivamente margi-
nale quella disciplina delle persone giuridiche che il codice presentava co-
me ipotesi esclusiva di soggettività, e il fatto che il riconoscimento formale
non sia più presupposto inderogabile della soggettività degli enti collettivi,
costituiscono indubbiamente una tentazione ad ignorare le strettoie dell'or-
dinamento, e a fondare la positiva risposta all'ammissibilità anche di una
fondazione non riconosciuta semplicemente sul potere dell'autonomia pri-
vata di organizzare le strutture più confacenti alla realizzazione dei propri
intenti, invocando il principio di atipicità (con l'unico limite della merite-
volezza degli interessi, art. 1322, 2" co. C.C.) anche per i negozi costitutivi
degli enti del primo libro. Un ulteriore tentativo di questo tipo, di recente
sperimentato51, trascura però, come si è detto, i limiti posti dall'ordina-
mento, che per ora consente di disporre un assetto patrimoniale e un siste-
ma di interessi omogeneo a quello che si realizza attraverso la fondazione
solo per mezzo di schemi tipici.
49. RESCIGNO, voce «Fondazione», cit., p. 805.
50. COSTI, OP. cit., p. 32 ss.
5 1. PALERMO, Le istituzioni prive di riconoscimento, in Amministrazione e rap-
presentanza negli enti diversi dalle società, cit., p. 154 ss., cfr. ivi, p. 463 S. le critiche
addotte da RESCIGNO, che si sono riassunte nel testo, v,, inoltre, ZOPPINI, Le fonda-
zioni, cit., p. 237, nt. 6.