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A proposito di fondazioni 39
mente costituire per volontà privata, ed a limitare i casi e le forme di costituzione
7.
Nell'ambito delle persone giuridiche del primo libro, è il fenomeno associativo
quello che, per la più antica origine e la diffusione di gran lunga
maggiore, ha svolto una funzione paradigmatica rispetto all'intero settore
11 secolo passato si era aperto nel segno del ripudio dei corpi intermedi e
della secolarizzazione della beneficenza e della assistenza, la successiva
rivalutazione del fenomeno associativo sembrò riflettersi solo marginalmente
sulle fondazioni.
Le ragioni della perdurante diffidenza sta nel contrasto tra l'istituto e i
principi di politica economica che ispirarono le codificazioni moderne: i
beni che costituiscono il patrimonio dell'ente sono sottratti alla normale
circolazione dei beni per venire > intorno ad uno scopo deter-
minato dal fondatore e, come si è detto, tendenzialmente immutabile 9 .
I connotati tipici della fondazione si ritrovano nel fine e nella indisponibili-
tà del patrimonio, che vi si collega e che viene sottratto all'arbitrio del fondato-
re, e la definizione classica dell'istituto si esprime in termini di complesso di
beni destinati al perseguimento di uno scopo, con la mediazione del riconosci-
. mento di un autonomo centro soggettivo. L'ente, per quanto concerne il pote-
re di disposizione è vincolato all'obiettivo disposto dal fondatore, al punto di
non poter disporre la sua stessa estinzione; quanto al potere di godimento
deve utilizzare i propri beni per la realizzazione degli scopi statutari.
La concezione dominante nel vigore dell'abrogato codice civile dava
risalto nell'associazione all'aggregazione di persone e nella fondazione al
complesso di beni, comunemente definendo l'una come universitas perso-
narum, l'altra come universitas bonomm lo, per significare che in quest'ulti-
mo caso, nella sostanziale mancanza di proprietari, la soggettività era rico-
nosciuta al patrimonio, divenuto «persona» in virtù del riconoscimento. Da
alcuni autori si era però già ravvisato anche nella fondazione un'«organiz-
zazione di uomini», rispetto alla quale il patrimonio era solo un mezzo di
attuazione dello scopo l l. All'elemento dell'organizzazione si è dato via via
7. GALGANO, da ultimo in Dir. civ. e cornrn., I, cit., p. 272; RESCIGNO, OP. loc. ultt
citt.; sulle fondazioni di fatto v. specificamente, infra, 5 2.
8. Cfr. D'ALESSANDRO, Persone giuridiche e analisi del linguaggio, cit., p. 52;
GALGANO, Delle persone giuridiche, cit., sub artt. 11-42, p. 68.
9. Sulle ragioni dell'avversione nei confronti dell'istituto, v. GALGANO, Delle
persone giuridiche, cit., sub art. 16, p. 183 ss.; da ultimo, ZOPPINI, Le fondazioni, cit.,
p. 18 ss.
10. Vedi, ad esempio, ASCOLI, Istituzioni di Diritto civile italiano, Torino, 1922,
p. 57; PACCHIONI, Diritto civile italiano 3 , Padova, 1937, p. 304; VENZI, Manuale di
diritto civile italiano, Torino, 1937, p. 84..
11. In questo senso già FERRARA Sr., Le persone giuridiche, cit., p. 46 ss. Sul-
l'evoluzione di pensiero che ha portato dalla configurazione della fondazione come
universitas bonorurn a quella di organizzazione collettiva, v. GALGANO, op. ult. cit.,
p. 68 e ss.; COSTI, OP. cit., p. 44 ss.