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Anno 123 - N. 3 - Marzo 2007

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L ’ufficio<br />

di “pastore”, a servizio<br />

dei fratelli, che Gesù gli aveva<br />

affidato secondo il Vangelo di<br />

Giovanni (21, 15-19), di fatto Pietro lo<br />

adempie, secondo la testimonianza del<br />

libro degli “Atti degli Apostoli”.<br />

Il “primo” fra gli Apostoli<br />

Fin dal principio, dopo l’ascensione<br />

di Gesù al cielo, egli prende le redini del<br />

piccolo gruppo degli Undici Apostoli, di<br />

cui si ripropone l’elenco, con sempre Pietro<br />

alla testa (At 1, 13-14).<br />

E il primo gesto che Pietro compie, è<br />

quello di proporre la “elezione” di uno che<br />

prendesse il posto di Giuda, che aveva<br />

tradito, in modo da ricomporre il numero<br />

dei “Dodici”: “Bisogna dunque che tra<br />

coloro che ci furono compagni per tutto<br />

il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto<br />

in mezzo a noi, incominciando dal battesimo<br />

di Giovanni fino al giorno in cui è<br />

stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga,<br />

insieme a noi, testimone della risurrezione”(At<br />

1, 21-22).<br />

Sappiamo che ne furono proposti due<br />

che si trovavano in questa condizione, e<br />

fra questi la sorte cadde su Mattia, “che<br />

fu associato agli Undici Apostoli” (At 1,<br />

26). Non era la magia del numero che si<br />

ricercava, ma la capacità di poter rendere<br />

“testimonianza” piena “per tutto il tempo”<br />

in cui Gesù è vissuto in mezzo ai suoi.<br />

Dopo, infatti, il numero “dodici” non avrà<br />

più senso.<br />

Il “cinquantesimo” giorno dopo Pasqua,<br />

quando si celebrava la Pentecoste,<br />

avvenne la misteriosa irruzione dello Spirito<br />

sul gruppo dei Dodici: “Apparvero<br />

loro lingue come di fuoco che si dividevano<br />

e si posarono su ciascuno di loro; ed<br />

essi furono ripieni di Spirito Santo e cominciarono<br />

a parlare in altre lingue, come<br />

lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”<br />

(At 2, 3-4).<br />

Davanti alla eccezionalità del fatto,<br />

che in parte rimane misteriosa anche per<br />

UOMINI E DONNE NELLA BIBBIA<br />

San Pietro «capo»<br />

della primitiva chiesa<br />

■ di SETTIMIO CIPRIANI<br />

noi, è ancora Pietro che prende la parola<br />

per spiegare il fatto. E lo spiega facendolo<br />

risalire alla “potenza” del Cristo, che<br />

voi, dice ai Giudei, “avete inchiodato sulla<br />

croce ed avete ucciso”. Orbene, “questo<br />

Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne<br />

siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra<br />

di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre<br />

lo Spirito Santo, che egli aveva promesso,<br />

lo ha effuso, come voi stessi potete vedere<br />

e udire” (At 2, 29.32-33).<br />

Pietro guarisce uno storpio<br />

Qualche tempo dopo, troviamo ancora<br />

Pietro, in compagnia di Giovanni, che<br />

va al tempio per pregare. È qui che incontra<br />

un povero storpio, che domandava<br />

l’elemosina a coloro che entravano per<br />

pregare. Pietro, mosso a compassione, si<br />

china sullo storpio e gli dice: “Non possiedo<br />

né oro né argento, ma quello che ho<br />

te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno,<br />

cammina! (At 3, 6)”.<br />

Anche qui è ancora Pietro che, alla folla<br />

subito accorsa per il fatto straordinario,<br />

si rivolge dicendo: “Uomini d’Israele, perché<br />

vi meravigliate di questo e continuate<br />

a fissarci come se per nostro potere e<br />

nostra pietà avessimo fatto camminare questo<br />

uomo? (At 3, 12)”.<br />

Quindi prosegue dichiarando che è solo<br />

«nel nome di Gesù che lo storpio è<br />

stato guarito: “Proprio per la fede riposta<br />

in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a<br />

quest’uomo che voi vedete e conoscete: la<br />

fede in lui ha dato a quest’uomo la perfetta<br />

guarigione alla presenza di tutti noi”»<br />

(At 3, 16). Perciò li invita tutti alla “conversione”<br />

e alla fede in Gesù di Nazaret.<br />

Pietro e Giovanni in prigione<br />

Sopravvenuti i sacerdoti e i sadducei,<br />

e sentendoli parlare di Gesù risorto dai morti,<br />

li fecero arrestare fino al giorno seguente,<br />

con l’accusa di sobillare la gente.<br />

Anche qui è sempre Pietro che, “pieno<br />

di Spirito Santo”, risponde con corag-<br />

gio: “Capi del popolo e anziani...: nel nome<br />

di Gesù Cristo il Nazareno, che voi<br />

avete crocifisso e che Dio ha risuscitato<br />

dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo...<br />

In nessun altro c’è salvezza; non vi<br />

è infatti altro nome dato agli uomini sotto<br />

il cielo nel quale è stabilito che possiamo<br />

essere salvati” (At 4, 8.10-12).<br />

Davanti a tanta fermezza e anche davanti<br />

alla evidenza del miracolo, li rimandarono<br />

liberi ingiungendo però loro<br />

di “non parlare assolutamente né di insegnare<br />

nel nome di Gesù” (At 4, 18), ottenendo<br />

però il netto rifiuto dei due Apostoli:<br />

“Se sia giusto innanzi a Dio obbedire<br />

a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi;<br />

noi non possiamo tacere quello che abbiamo<br />

visto e ascoltato”(At 4, 19-20).<br />

Nel frattempo succede l’episodio di<br />

Anania e Saffira, una coppia di coniugi<br />

che, per apparire generosi, vendettero un<br />

podere, trattenendosi però metà del ricavato,<br />

mentendo sul prezzo effettivo della<br />

vendita. Pietro però si rende conto dell’inganno,<br />

che di fatto viene punito con la<br />

morte dei due coniugi mentitori.<br />

“Bisogna obbedire a Dio<br />

piuttosto che agli uomini”<br />

Intanto la “parola di Dio” si diffondeva<br />

sempre di più, per cui gli Apostoli furono<br />

di nuovo fatti arrestare. Liberati miracolosamente,<br />

si misero ancora una volta<br />

a predicare, ad insaputa del sinedrio.<br />

È a questo punto che vengono ancora<br />

presi in custodia e sottoposti a giudizio.<br />

Ancora per primo Pietro, insieme agli altri<br />

Apostoli, rispose: “Bisogna obbedire a<br />

Dio piuttosto che agli uomini”, attirandosi<br />

la collera di tutto il sinedrio, che voleva<br />

addirittura “condannarli a morte” (At<br />

5, 29.31).<br />

Se nonché interviene un autorevole<br />

membro del sinedrio a salvarli, di nome<br />

Gamaliele, con un discorso molto sensato:<br />

“Non occupatevi di questi uomini e lasciateli<br />

andare. Se infatti questa teoria o<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 16 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [112]<br />

questa attività è di origine umana, verrà distrutta;<br />

ma se essa viene da Dio, non riuscirete<br />

a sconfiggerli: non vi accada di trovarvi<br />

a combattere contro Dio” (At 5, 38-<br />

39).<br />

Il discorso ebbe un qualche ascolto:<br />

di fatto, pur dopo averli fustigati, li rimandarono<br />

liberi. Ed essi uscirono dal sinedrio<br />

“lieti di essere stati oltraggiati per<br />

amore del nome di Gesù” (At 5, 41).<br />

Pietro in missione fuori di Gerusalemme<br />

Dopo questi episodi Pietro esce un<br />

po’ di scena, mentre incomincia ad emergere<br />

un’altra grande figura: quella di Paolo,<br />

già persecutore dei cristiani ed ora discepolo<br />

infaticabile di Cristo.<br />

Essendosi nel frattempo dilatata<br />

la Chiesa, in tutta la Palestina<br />

ed oltre, ritroviamo Pietro<br />

in visita ad alcune di queste nuove<br />

comunità: forse come missionario<br />

o, anche, come “responsabile”<br />

del buon ordine di tutte le<br />

chiese.<br />

Così, lo ritroviamo prima a<br />

Lidda, dove guarisce anche un<br />

paralitico (At 9, 32-35); quindi a<br />

Giaffa, dove compie un miracolo<br />

ancora più grande, risuscitando<br />

da morte una pia discepola, di nome<br />

Tabità, che “abbondava in opere<br />

buone e faceva molte elemosine”<br />

(At 9, 36-42).<br />

E proprio mentre si intratteneva<br />

a Giaffa annunciando il Vangelo,<br />

capitò un fatto straordinario<br />

che coinvolse Pietro e gli aprì le<br />

vie per la evangelizzazione ai pagani.<br />

Pietro e il centurione Cornelio<br />

Ecco come andarono le cose.<br />

“C’era in Cesarea un uomo<br />

di nome Cornelio, centurione della<br />

coorte Italica, uomo pio e timorato<br />

di Dio con tutta la sua famiglia;<br />

faceva molte elemosine al popolo e pregava<br />

sempre Dio” (At 10, 1-2). In visione<br />

gli apparve un angelo, che lo esortava a<br />

mandare dei servi a Giaffa per invitare<br />

“un certo Simone, detto anche Pietro”, a<br />

casa sua (At 10, 5).<br />

Una analoga visione, proprio nello stesso<br />

tempo, anche più complicata, era apparsa<br />

a Pietro. Per ben tre volte aveva visto<br />

calarsi dal cielo una tovaglia grande,<br />

sostenuta ai quattro lati, contenente “ogni<br />

sorta di quadrupedi e rettili della terra e<br />

uccelli del cielo” (At 10, 12), con l’invito<br />

a mangiarli. Se nonché Pietro si rifiuta inorridito,<br />

perché erano animali “immondi”<br />

per un Giudeo come lui: “No davve-<br />

ro, Signore, poiché io non ho mai mangiato<br />

nulla di profano e di immondo” (At<br />

10, 14).<br />

Al termine di questa strana, e per lui<br />

incomprensibile visione, ecco che bussano<br />

alla sua porta gli inviati di Cornelio<br />

che lo invitano a Cesarea, per incontrare<br />

il loro padrone. E Pietro va, non ancora<br />

consapevole di quello che sarebbe potuto<br />

accadere.<br />

Accolto con tutti gli onori dal centurione<br />

romano, Pietro alla fine domanda:<br />

“Vorrei sapere per quale ragione mi avete<br />

fatto venire?” (At 10, 29).<br />

Il centurione allora gli racconta della<br />

“San Giovanni Evangelista e San Pietro”, particolare, di Albrecht<br />

Dürer, Alte Pinakothek, Monaco.<br />

visione che aveva avuto e di come l’angelo<br />

gli avesse indicato il suo nome: “Ora<br />

dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo<br />

qui riuniti per ascoltare tutto ciò che<br />

dal Signore ti è stato ordinato” (At 10, 33).<br />

A questo punto Pietro capisce il senso<br />

delle cose che erano accadute, ed è ben<br />

lieto di accogliere i primi pagani nella Chiesa:<br />

“In verità mi sto rendendo conto che<br />

Dio non fa preferenze di persone, ma chi<br />

lo teme e pratica la giustizia, a qualunque<br />

popolo appartenga, è a lui accetto” (At<br />

10, 34-35).<br />

Lo Spirito Santo, che scese abbondantemente<br />

su di loro mentre stava ancora<br />

parlando, pose il suo sigillo sull’operato<br />

di Pietro, che per questo venne addirit-<br />

tura contestato da alcuni cristiani giudaizzanti<br />

al suo ritorno a Gerusalemme (At<br />

11, 1-18).<br />

Pietro di nuovo in prigione<br />

Qui lo troviamo di nuovo attivo fin<br />

verso il 42-43, quando il re Erode Agrippa<br />

I scatenò una feroce persecuzione contro<br />

i cristiani, in cui fu vittima illustre l’Apostolo<br />

Giacomo, fratello di Giovanni.<br />

Ma anche Pietro rischiò di fare la stessa<br />

fine. Arrestato, fu messo in prigione,<br />

ben custodito da “quattro picchetti di quattro<br />

soldati ciascuno, col proposito di farlo<br />

comparire davanti al popolo dopo la<br />

Pasqua” (At 12, 4). Se nonché durante<br />

la notte miracolosamente, per opera<br />

di un angelo, riuscì ad evadere<br />

dalla prigione. Ripresosi dallo<br />

stupore, “si recò alla casa di<br />

Maria, madre di Giovanni detto<br />

Marco, dove si trovava un buon<br />

numero di persone raccolte in preghiera”,<br />

proprio per lui (At 12,<br />

12).<br />

Dopo aver bussato ripetutamente<br />

alla porta, perché si stentava<br />

a credere che fosse Pietro evaso<br />

dalla prigione, finalmente quelle<br />

persone si decisero ad aprire,<br />

rimanendo stupefatte per l’accaduto.<br />

«Egli allora, fatto cenno con<br />

la mano di tacere, narrò come il<br />

Signore lo aveva tratto fuori dal<br />

carcere, e aggiunse: “Riferite questo<br />

a Giacomo e ai fratelli”. Poi<br />

uscì e si incamminò verso un altro<br />

luogo”» (At 12, 17).<br />

Quale sia questo “luogo” non<br />

lo sappiamo e San Luca sembra<br />

che abbia interesse a non rivelarcelo:<br />

la ipotesi più probabile è<br />

che si tratti di Antiochia di Siria,<br />

dove lo ritroveremo in occasione<br />

di un aspro scontro con Paolo<br />

(Gal 2, 11-14).<br />

La sua ultima comparsa l’abbiamo per<br />

la circostanza del così detto “concilio di<br />

Gerusalemme”, in cui si decise che non si<br />

dovesse imporre l’obbligo della circoncisione<br />

per i cristiani che provenivano dal<br />

paganesimo.<br />

È ancora Pietro che fa il discorso decisivo,<br />

là dove afferma: “Noi crediamo che<br />

per la grazia del Signore Gesù siamo salvati<br />

noi e nello stesso modo anche loro (i<br />

pagani)” (At 15, 11).<br />

Dopo questo, di Pietro il Nuovo Testamento<br />

non ci dice più nulla. Solo la<br />

tradizione successiva, a incominciare da<br />

Clemente Romano, ci dice che Pietro è<br />

davvero venuto a Roma, dove è stato ucciso<br />

nella persecuzione neroniana (67-68).<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 17 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [113]

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