e - La Voce del Popolo
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a parola è il filo conduttore<br />
<strong>del</strong>l’estate 2012. Parole<br />
da dire, da ascoltare, da<br />
regalare. Dopo gli ultimi<br />
anni vissuti tra il cielo, la<br />
terra e il tempo, una parola s’innalzerà<br />
chiara da tutti gli oratori. Quale?<br />
“Passpartù!”. Le parole sono necessarie<br />
e fondamentali. “Alcuni dicono<br />
− scrive Emily Dickinson ne ‘I silenzi’<br />
− che quando è detta la parola muore.<br />
Io dico invece che proprio quel giorno<br />
comincia a vivere”. Solo con la parola<br />
possiamo entrare dappertutto (passepartout,<br />
appunto): nel nostro cuore<br />
per dare nome ai sentimenti più profondi,<br />
nel cuore <strong>del</strong>le cose per usare<br />
parole giuste, nel cuore degli altri per<br />
costruire relazioni buone, nel cuore<br />
di Dio se impariamo a capire e ad accogliere<br />
la Sua parola. Per far ciò c’è<br />
bisogno di tempo, attenzione e cura.<br />
Passepartout è stato il punto di partenza.<br />
<strong>La</strong> parola dice di quell’aggeggio<br />
che apre tutte le porte. Quando<br />
bisogna entrare in molti posti, bisognerebbe<br />
possedere ogni chiave. Il<br />
passepartout è quell’unico oggetto<br />
che apre luoghi diversi. <strong>La</strong> parola ha<br />
questa capacità: quella di permetterci<br />
di entrare nel cuore di chiunque, di<br />
aprire qualunque porta chiusa. Come<br />
lo scriviamo?, si sono chiesti i responsabili<br />
<strong>del</strong>l’Ufficio oratori. L’originale<br />
è piuttosto difficile da leggere. Sì, è<br />
scritto in modo scorretto, ma quel<br />
“tu” in finale di parola dice bene la<br />
possibilità, che la parola ci offre, di<br />
creare legami con l’altro. <strong>La</strong> parola:<br />
il tema di Passpartù riletto attraverso<br />
le pagine <strong>del</strong>la Bibbia, l’arte, la letteratura,<br />
il cinema e il teatro. Per recuperarne<br />
il senso e la preziosità co-<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
me occasione propizia per costruire<br />
un’esperienza significativa durante il<br />
cre-grest. Il buon utilizzo <strong>del</strong>la parola,<br />
non riferendoci al solo atto oratorio,<br />
vede anni e anni di lavoro e crescita.<br />
Non è con l’età che impariamo a parlar<br />
bene. È con l’amore e la cura che<br />
si impara – e si insegna anche agli altri<br />
– ad usare bene le parole. Una parola<br />
(anche soltanto una parola) al<br />
posto giusto rende la vita più bella a<br />
tutti. L’emergenza educativa sul tema<br />
<br />
<br />
Dire grest significa anche<br />
raccontare <strong>del</strong>le gite e <strong>del</strong>le<br />
uscite alla scoperta di posti<br />
nuovi. Quest’anno i grest hanno<br />
l’opportunità di scoprire un<br />
luogo che nasce grazie alla<br />
parola e al dialogo. Paolo VI si<br />
è sempre interessato all’arte<br />
contemporanea, comunicando<br />
e lavorando con gli artisti <strong>del</strong><br />
suo tempo. <strong>La</strong> Collezione Paolo<br />
VI - Arte Contemporanea di<br />
Concesio racchiude il frutto di<br />
questa interazione con importanti<br />
<strong>del</strong>la relazione comunicativa, riportato<br />
e sottolineato anche dai Vescovi<br />
negli orientamenti pastorali per questo<br />
decennio, chiede una riflessione<br />
profonda ed attenta. È bello pensare<br />
che durante l’estate 2012 a tutti i bambini<br />
e a tutti gli oratori viene offerta<br />
la possibilità di soffermarsi insieme<br />
sull’importanza <strong>del</strong>la Parola. Per molti<br />
la parola è obsoleta, superata dalle<br />
immagini e dalla tecnologia. I nuovi<br />
smartphone, i nuovi social network,<br />
le abitudini sociali sottolineano quotidianamente<br />
l’importanza di parole<br />
veloci, di immagini e “smile” (le faccine)<br />
per comunicare. <strong>La</strong> comunicazione<br />
cambia. Ma siamo così sicuri che<br />
la parola non abbia più importanza?<br />
È solamente con le parole, e con un<br />
loro buon utilizzo, che possiamo realmente<br />
raccontare noi stessi, dare<br />
corpo ai nostri pensieri ed alla nostra<br />
immaginazione. Quello che portiamo<br />
nel cuore e custodiamo nei nostri sogni,<br />
ha bisogno di parole belle e sane<br />
per uscire e incontrare gli altri. Non<br />
bastano immagini. Non bastano suoni.<br />
Servono le parole. E nella riflessione<br />
sulle parole che vivono la nostra<br />
vita, la nostra quotidianità, non possiamo<br />
rifarci a una Parola che guida<br />
tutte le altre. È la Parola di Dio. Una<br />
Parola buona: da fare propria per condividerla<br />
e amarla. Una Parola viva:<br />
nella figura di Gesù che si offre agli<br />
uomini come Parola nuova e Parola di<br />
vita. Le parole buone non sono quelle<br />
eleganti, colte, erudite. Le parole buone<br />
sono quelle che sanno raccontare<br />
<strong>del</strong> bene ricevuto, <strong>del</strong> bene comune.<br />
<strong>La</strong> parola può ferire e lasciare in giro<br />
incomprensioni e divisioni. Le parole<br />
possono essere pesanti come sas-<br />
<br />
opere: da Dalì a Chagall, da<br />
Picasso a Matisse, da Fontana a<br />
Manzù. <strong>La</strong> giornata ha inizio con<br />
una breve visita alla casa natale<br />
di Paolo VI per proseguire poi<br />
verso il Museo dove si potranno<br />
osservare le opere. Pervenuta<br />
tramite vari lasciti (disposti<br />
prevalentemente da mons.<br />
Pasquale Macchi, già segretario<br />
particolare di Paolo VI), la<br />
collezione <strong>del</strong>l’Associazione Arte<br />
e Spiritualità è costantemente<br />
arricchita da donazioni e<br />
acquisizioni. Sono circa 7000<br />
le opere conservate. <strong>La</strong> visita<br />
sarà divisa in due gruppi: dai<br />
sei ai 10 e dagli 11 ai 14 anni.<br />
Per ciascun gruppo verranno<br />
fissati obiettivi e finalità diversi,<br />
tenendo sempre presente il tema<br />
<strong>del</strong> grest. Al termine <strong>del</strong>la visita<br />
sarà possibile fare un laboratorio<br />
didattico specifico per ciascuna<br />
fascia d’età. L’ingresso (visita<br />
più laboratorio) costa 4 euro.<br />
Informazioni e iscrizioni al Centro<br />
oratori bresciani.<br />
<br />
7000 oratori italiani (nella foto don<br />
Marco Mori, presidente <strong>del</strong> Foi), uno<br />
ogni sei parrocchie. Solo in Lombardia<br />
500mila bambini partecipano alle<br />
attività estive e 70mila sono gli adolescenti<br />
coinvolti come animatori. Alla<br />
luce di questi dati e <strong>del</strong>l’alta valenza<br />
educativa è stato pensato un momento<br />
(H1O - Primo happening degli oratori)<br />
che in futuro potrà trovare anche<br />
una sua periodicità. È la prima volta<br />
che, in Italia, si organizza un happe-<br />
ning degli oratori. “H1O”: evoca gli<br />
elementi essenziali <strong>del</strong>la vita, l’acqua,<br />
la fontana <strong>del</strong> villaggio, gli incontri<br />
di Dio con il suo popolo ai vari pozzi,<br />
Gesù acqua viva… In “H1O” c’è la<br />
volontà di far capire gli elementi essenziali<br />
<strong>del</strong>l’essere e <strong>del</strong> fare oratorio<br />
oggi, convinti che la proposta educativa<br />
<strong>del</strong>l’oratorio, nella sua completezza,<br />
è ancora attuale. A chi si rivolge?<br />
Appare strategico concentrarsi su coloro<br />
che in oratorio hanno un ruolo<br />
<br />
si, che restano dentro anche a chi le<br />
pensa e le dice. Con le parole si possono<br />
mettere in giro cose buone. Si<br />
può essere gentili, cordiali, corretti,<br />
leali e trasparenti. E poi bisogna essere<br />
responsabili <strong>del</strong>la propria parola:<br />
che è mantenere la parola data ma<br />
anche avere presente le conseguenze<br />
<strong>del</strong>le proprie parole. Prendersi cura<br />
<strong>del</strong>la parola è anche fare spazio al silenzio<br />
perché nel silenzio, nell’ascolto<br />
<strong>del</strong> proprio cuore, c’è il modo per<br />
di coordinamento e di responsabilità<br />
di singoli settori, soprattutto se nella<br />
fascia d’età giovanile. L’invito è che<br />
ogni oratorio dia la possibilità di partecipare<br />
a “H1O” agli educatori che,<br />
al proprio interno, sono responsabili<br />
dei cammini. L’happening si articola<br />
su tre momenti, che appaiono attualmente<br />
i più significativi nell’ottica di<br />
una proposta nazionale sugli oratori:<br />
la condivisione di mo<strong>del</strong>li e lo scambio<br />
di esperienze, compresa quella<br />
trovare le parole più adatte e per dare<br />
forma ai pensieri e ai sentimenti e per<br />
ragionare sulle parole che ci arrivano<br />
dagli altri. Il sussidio per il momento<br />
quotidiano <strong>del</strong>la preghiera è costruito<br />
sull’idea che la Parola di Dio è il vero<br />
passepartout che ci consente di entrare<br />
nel segreto e nella pienezza <strong>del</strong>la<br />
vita. Solo che Dio è di poche parole.<br />
Bisogna imparare a capire come parla<br />
lui. Dove stanno i suoi pensieri e come<br />
incrociano la nostra quotidianità.<br />
spirituale; la riflessione esplicita sulle<br />
dinamiche <strong>del</strong>l’oratorio e sui suoi<br />
processi educativo-pastorali; la conoscenza<br />
di prassi e di attività che gli<br />
oratori offrono. Nello specifico il programma<br />
prevede: il 6 e il 7 settembre<br />
il gemellaggio tra gli oratori, l’8 il convegno<br />
presso il Centro fiera di Montichiari<br />
(nel pomeriggio workshop in<br />
centro a Brescia e festa finale in piazza<br />
Loggia). Il 9 settembre la celebrazione<br />
eucaristica in Cattedrale.