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<strong>L'Azione</strong> 10 DICEMBRE 2<strong>01</strong>1<br />

>CULTURA<br />

La scrittrice più amata<br />

23<br />

Dacia Maraini<br />

sarà in città<br />

il 10 dicembre<br />

Il "Città di Fabriano" a Dacia Maraini: 720 libri donati in quattro anni<br />

Dopo Alberto Bevilacqua, Francesco Guccini e<br />

Vincenzo Cerami, quest’anno (la cerimonia si terrà<br />

sabato 10 dicembre alle 17.30 all’Oratorio della<br />

Carità) il Premio alla Carriera della 4° edizione<br />

del “Città di Fabriano” organizzato dall’associazione Città<br />

del Libro e dal Comune di Fabriano, sarà assegnato a Dacia<br />

Maraini, la scrittrice italiana più tradotta al mondo. Tra i suoi<br />

libri L’età del malessere (1963), A memoria (1967), Memorie<br />

di una ladra (1972), Donna in guerra (1975), Il treno per<br />

Helsinki (1984), Isolina (1985, Premio Fregene 1985), La<br />

lunga vita di Marianna Ucrìa (1990, Premio Campiello;<br />

Libro dell’Anno 1990), Bagheria (1993), Voci (1994), Un<br />

clandestino a bordo (1996), Dolce per sé (1997) e la raccolta<br />

di racconti Buio (1999) che ha vinto il Premio Strega. Nel 20<strong>01</strong><br />

ha pubblicato La nave per Kobe, in cui rievoca l’esperienza<br />

infantile della prigionia in Giappone e Amata scrittura. La-<br />

La poesia dell’incisione<br />

Dopo la <strong>prima</strong> raccolta di poesie, padre Stefano Troiani ci ha regalato<br />

una autentica preziosa opera, un poemetto intitolato "Il Cielo d’Assisi"<br />

con cui ha dialogato nel verso con la capace sintesi incisoria dell’arte<br />

del noto artista marchigiano Carlo Iacomucci, che ha realizzato una<br />

autentica poesia dedicata alla immagine di S. Francesco e della sua<br />

città, Assisi, e che ha tras gurato in una cosmologia di simboli così da<br />

venir ad essere, la sua incisione, come una sorta di spartito musicale<br />

con cui suonare la musica della santità.<br />

Una santità a cui padre Stefano ha dedicato la vita, quando da Sassoferrato<br />

dove è nato nel 1926 e dove ritornò nel suo periplo tra<br />

Roma e Assisi, testimoniando nella cultura il carisma del Santo delle<br />

Stimmate. Se a Urbino si laureò in scienze Pedagogiche, a Urbino nel<br />

1949 nacque Iacomucci, portando, ora a Macerata, la scienza e l’arte<br />

dell’incisione nella memoria del cristallino pensiero pierfrancescano.<br />

Queste due opere, in poesia ed in incisione, sembrano uniformarsi<br />

ribadendo la “umilitate” con cui il Santo di Assisi cantò il creato,<br />

lodando il creato e l’armonia della pace, che soltanto perchè spirituale<br />

regalità dello Spirito potrà concepire la sociale e storica affermazione<br />

della verità della Pace.<br />

Ecco perchè tale poemetto e tale incisione meritano di essere viste<br />

come unitarie disponibilità al temperamento e alla emozione del<br />

carisma francescano ribadito, riproposto.<br />

Così che incisione e poesia possono davvero presentarsi per quel che<br />

sono: verità di una emozione che giusti ca l’arte di Iacomucci e la<br />

poesia di padre Stefano Troiani.<br />

Nella memoria di Bartolini e di Piacesi, nelle stagioni della Urbino<br />

eroica e della Macerata forte, Carlo Iacomucci ha costruito un itinerario<br />

critico che è stato compreso e spiegato dai critici Armando<br />

Ginesi e Floriano De Santi con la importante mostra che si tenne nel<br />

Palazzo Leoni a Cupramontana nel 2003. Questa incisione dedicata<br />

alle Laudi di S. Francesco è costruita come una quinta teatrale dove<br />

le simbologie e le iconogra e francescane convergono a decantare<br />

una unità ispirata e ispirata come una intuizione unitaria e poetica.<br />

Così similmente, padre Stefano ritma in strofe pulite e armoniose,<br />

il ritmo di una cantilena come di un Salmo recitato, e salmodiando<br />

nella terra di Francesco, viene a ripetere l’epopea della bellezza di<br />

una Pac e che è dialogo autentico tra uomo e creato, tra uomo e uomo,<br />

tra culture e linguaggi anche diversi cati e portatori di una medesima<br />

comunque, sincerità, l’aspirazione alla pace.<br />

La cartella ha un testo critico di Mariano Apa che illustra il valore<br />

artistico dell’incisione di Iacomucci e ne spiega le qualità artistiche<br />

in sintonia con le modalità espressive della poesia di padre Stefano<br />

Troiani. La cartella è stata benissimo stampata dalla Stamperia<br />

boratorio di analisi letture proposte conversazioni. Nel 2004<br />

è la volta di Colomba. Nel 2007 Dacia Maraini ha pubblicato<br />

Il gioco dell’universo con il quale ha vinto il Premio Cimitile<br />

nella sezione di narrativa. Nel 2008 ha dato alle stampe Il treno<br />

dell’ultima notte. Da pochi giorni è uscito l’ultimo romanzo<br />

dal titolo La grande festa (Rizzoli). Si è occupata molto<br />

anche di teatro e nel 1973 ha fondato a Roma con Maricla<br />

Boggio il Teatro della Maddalena, gestito e diretto soltanto da<br />

donne. Ha scritto più di sessanta testi teatrali rappresentati in<br />

Italia e all’estero, tra cui ricordiamo Manifesto dal carcere e<br />

Dialogo di una prostituta con un suo cliente. Dacia Maraini<br />

è stata lungo compagna di Alberto Moravia, con cui visse<br />

dal 1962 al 1978. Il 18 novembre 2<strong>01</strong>0 l’Università degli<br />

Studi di Foggia le ha conferito la laurea magistrale honoris<br />

causa in “Progettista e dirigente dei servizi educativi e formativi”.<br />

Dacia Maraini scrive sul “Corriere della Sera” e sul<br />

Padre Stefano<br />

Troiani<br />

e l’artista<br />

Carlo<br />

Iacomucci<br />

hanno<br />

realizzato<br />

una sintesi tra<br />

arte e poesia<br />

nel segno<br />

di S. Francesco<br />

di Assisi<br />

d’Arte Musium di Francesca Sabbatini, la quale nel suo laboratorio<br />

nel castello di San Pietro di Musio, ha ancora dato prova di grande<br />

sapienza tecnica e di partecipata poetica cultura della morsura e<br />

stampa antica d’acquaforte.<br />

La Stamperia d’Arte Musium lavora con Carlo Iacomucci, con Bruno<br />

D’Arcevia e con numerosi altri maestri dell’incisione e dell’arte<br />

delle Marche. Come un diamante prezioso, questa cartella si presenta<br />

ricca di arte e poesia e di quella antica pratica dell’arte incisoria che<br />

da Urbino a Macerata, da Pesaro a Fano, edi ca una delle realtà<br />

dell’orgoglio delle Marche. E’ questa cartella, una esperienza davvero<br />

interessante nel dibattito in corso tra arte e sacro, tra civiltà del<br />

dialogo e amore per il prossimo, questa cartella di poesia e di arte è<br />

il segno reale della civiltà delle Marche.<br />

Edizione pregiata “cartella d’arte” a tiratura limitata edita dall’ Istituto<br />

Internazionale di Studi Piceni di Sassoferrato.<br />

Per informazioni più precise sull’edizione: Tel. 347.0008478 - tel.<br />

320.0361833.<br />

Istituto Internazionale di Studi Piceni - Sassoferrato<br />

“Messaggero”. Presidente del Premio Nazionale di Narrativa<br />

e Poesia è Marco Ottaviani. Una giuria tecnica composta<br />

da Umberto Piersanti (presidente), Alberto Bertoni, Giulia<br />

Massini e Alessandro Moscè ha selezionato tre opere per la<br />

narrativa e tre per la poesia che sono state lette e verranno<br />

votate da una giuria popolare di 60 persone (di ogni età) e<br />

che decreterà il vincitore unico di ognuna delle due sezioni.<br />

Concorrono per l’edizione 2<strong>01</strong>1 Silvia Ballestra, Aurelio<br />

Picca e Stefano Tassinari per la narrativa, Roberto Mussapi,<br />

Emilio Rentocchini e Giovanna Rosadini per la poesia. In<br />

quattro anni l’associazione “Città del Libro” ha donato ai<br />

cittadini ben 720 libri alla giuria popolare. L’iniziativa gode<br />

del patrocinio del Ministero ai Beni e alle Attività culturali.<br />

Sponsors del premio sono la Fondazione Carifac, la Cassa di<br />

Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Indesit Company e<br />

Made in Fabriano.<br />

DON MUSO DURO<br />

di Don Leopoldo Paloni<br />

150 anni dopo...<br />

Avevo un peso sulla coscienza: il sospetto di aver<br />

espresso alcuni giudizi temerari nel mio articolo<br />

“Venti anni dopo” della settimana scorsa. Due fatti<br />

mi hanno tranquillizzato. La notizia di un incontro<br />

segreto attraverso un tunnel sotterraneo fra Palazzo<br />

Madama e Palazzo Giustiniani. Un video circolante<br />

in rete che è la registrazione della puntata della<br />

trasmissione “L’infedele” di Gad Lerner (nella foto)<br />

del 26 settembre scorso. Ebbene uno degli ospiti in<br />

studio era proprio Mario Monti il quale ha dichiarato<br />

testualmente che “oggi stiamo assistendo al grande<br />

successo dell’euro” la cui manifestazione più concreta<br />

è la Grecia, costretta in questo modo a dare<br />

peso alla “cultura della stabilità” con la quale sta<br />

trasformando se stessa. In verità quello che sostiene<br />

il professore non è sbagliato dal punto di vista di quei<br />

potentati che mirano ad una drastica riduzione della<br />

sovranità popolare. C’è solo un piccolo problema:<br />

nessuno ha mai eletto i membri del Fondo Monetario<br />

Internazionale o della Banca Centrale Europea.<br />

Il dubbio che ora mi assale è che i centocinquanta<br />

anni dell’unità d’Italia li termineremo di festeggiare<br />

con la perdita di una grossa fetta della sovranità<br />

nazionale; ma ciò, a questo punto, è un sospetto<br />

nemmeno troppo temerario. Ma in ballo c’è qualcosa<br />

di più: la distruzione dell’identità cristiana dei popoli,<br />

unica barriera ad un progetto di potere mondiale.<br />

Il bello è che la grande stampa (vedi Corriere della<br />

Sera del 28 novembre) continua a prendersela con<br />

le ingerenze della Chiesa nella vita politica nazionale.<br />

Santa Lucia li assista!<br />

23 cultura.<strong>indd</strong> 2 06/12/11 11.44

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