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24 >CULTURA< L'Azione 10 DICEMBRE 2011 La leggenda di Mastro Marino Tra fantasia e storia l'identikit del grande fabbro della città di balilla beltrame La leggenda di Mastro Marino non s’impara a scuola, non c’è scritta sui libri di Storia patria. Negli ultimi anni si sono accesi i riflettori sul “grande fabbro” grazie alla sfida del maglio del Palio di S.Giovanni. Per fortuna esiste un libretto del 1898 di Enrico Filippini sul folklore fabrianese, in cui è riportata la versione più antica. L’abbiamo ripresa su richiesta di un nonno nostro abbonato, la vuole raccontare ai nipotini. C’era una volta un fabbro molto abile a modellare il ferro con la forgia, era da tutti ben voluto e considerato un giudice conciliatore nelle ripicche quotidiane tra concittadini. Un giorno avvenne che i conti feudatari del Castelvecchio e del Poggio litigarono a causa dei confini di certe terre. La discordia rischiava di scivolare in uno scontro fratricida. Il popolo allarmato chiese aiuto alla saggezza del fabbro. Siccome quei signori erano suoi abituali clienti, "dai oggi, dai domani", riuscì alla fine a riappacificarli per sempre. Diventarono alleati e costruirono un grande castello chiamato Fabriano nel quale edificarono il palazzo del governo ai confini dei quattro quartieri in modo che fosse di tutti e di nessuno. Per ricordare lo storico avvenimento misero nello stemma del Municipio il fabbro che batte il martello sopra il fiume Giano. Da secoli scandisce il tempo del lavoro dei fabrianesi. La storia. Esiste un identikit del vero Mastro Marino cavato da antichi documenti insieme alla leggenda, dal domenicano Domenico Scevolini vissuto nel XVI sec. L’aspetto fisico del fabbro era terribile, quando usciva dalla sua bottega nera come la morte, situata vicino al fiume, spaventava la monellara. Curvo per gli anni, aveva folta capigliatura, sulla quale appoggiava un cappellaccio sbisunto, che si congiungeva con la lunga barba ispida e trascurata, il volto sporco pieno di rughe, aveva il naso consumato dalla polvere del carbone. L’abito lacero di pelle d’agnello, lasciava libere le forti braccia bruciate dal fuoco che terminavano con possenti mani ruvide e callose capaci di stringere con forza il ferro infuocato, le dita perennemente nere finivano con unghie lunghe e luride somiglianti ad artigli dell’aquila. Emanava un odore di zolfo come il diavolo. Ebbene, dentro questa terrificante persona somigliante al dio Vulcano, poco amica del sapone, Moschini e Pant con l'Himalaya Il museo della Carta e della Filigrana ospiterà fino al 15 gennaio la mostra “Himalaya”, curata da InArte con il Museo della Carta e l’assessorato al turismo del Comune di Fabriano. L’esposizione, inaugurata lo scorso 25 novembre, riguarda le opere di Roberto Moschini e Bharat Pant ed ha come tema diversi aspetti legati all’Himalaya. Roberto Moschini è un pittore, scultore, incisore e ricercatore nato a Fabriano, dove vive e lavora. Dopo aver compiuto i suoi studi presso l’Istituto di Belle Arti di Urbino ha insegnato in diversi Istituti artistici. Vanta una lunga carriera di esposizioni e pubblicazioni, sia in Italia che all’estero. Nella mostra presente al museo della Carta, Moschini interpreta “I canti d’amore del VI Dalai Lama”. Bharat Pant è invece un pittore nato e cresciuto nell’India del Nord, ai piedi dell’Himalaya. Iniziò a dipingere sin dalla prima infanzia, quando i suoi soggetti erano appunto le montagne dell’Himalaya che hanno quindi da sempre influenzato il suo modo di fare arte. Nella mostra fabrianese Pant esplora il proprio rapporto fisico e spirituale con la sua regione d’origine, il Kumaon (India del Nord). I due acquarellisti, già presenti nella prima edizione di Fabriano Marche d’Acqua nel 2010, sono accomunati dalla scelta di un soggetto comune, l’Himalaya appunto, che ha portato InArte a raccogliere le loro opere in quest’unica esposizione. Moschini e Pant riescono con le loro tecniche e con le loro idee a portare il visitatore della mostra ad udire il canto del Dalai Lama, mentre con lo sguardo attraversa le cime innevate e l’aria gelida di quelle terre mistiche. Gaia Germoni si nascondeva un cuore grande così, una mente vigile d’insaziabile vigore, sempre protesa alla realizzazione del bene comune. Il progresso nella pace. Gli attrezzi della bottega di questo nostro antenato sono passati nel corso dei secoli, di mano in mano, nelle botteghe di alcuni fabbri fabrianesi. Si potevano vedere fino al secolo scorso in una fucina in via Leopardi e più recentemente in via del Borgo come ricorda GB. Lotti Paci. Esiste un’altra versione della leggenda, raccolta dalla voce di un popolano da Enrico Filippini. È la mutazione della prima raccontata nelle veglie da generazioni di fabrianesi. Lo scenario è diverso, la bottega di Mastro Marino è collocata sopra il grande arco del palazzo del Podestà che è il ponte tra i due castelli, cambiano i personaggi, entrano nella scena Inglese, classe 1970, dopo la laurea Tim Walker vola a New York dove diventa assistente di uno dei fotografi più prestigiosi del nostro tempo: Richard Avedon. Al suo ritorno in Inghilterra, dopo un breve periodo trascorso dedicandosi a reportage fotografici per la stampa nazionale, a soli 25 anni realizza la prima ‘fashion story’ per Vogue; da quel momento, inizierà una collaborazione stabile e prolungata (durerà oltre 10 anni) con le varie edizioni del più famoso fashion magazine del mondo. Le sue foto appaiono nelle collezioni permanenti del Victoria Albert Museum e della National Portrait Gallery a Londra, ed è stato insignito di vari premi, tra i quali ricordiamo l’“Isabella Blow award for fashion creator” del British Fashion Council e un “Infinity Award” ricevuto dall’International Center of New York per l’eccellenza della sua fotografia di moda. Recentemente, ha iniziato ad occuparsi della realizzazione di cortometraggi. Caratteristica predominante delle sue immagini sono i colori flou, gli abiti scenografici e spettacolari ricchi di strascichi e balze, la trasposizione della realtà in un mondo di fiaba. Tim Walker ovvero “il sogno”: è in un universo fiabesco e dai toni pastello che si delinea lo scenario in cui ogni donna è principessa assoluta, persa con lo sguardo in altre dimensioni, protagonista di attimi in cui viene immortalato l’incanto. Calato in uno scenario irreale e surreale, lo sfarzo degli abiti che ritrae rappresenta un elemento “a contrasto”, volutamente contrapposto a situazioni e ambientazioni come create da un sogno in cui la moda acquisisce a tutto tondo la sua valenza originaria e basica di espressione artistica, di creazione in continuo drammaticamente teatrale, due fratelli della famiglia Chiavelli signori della città. Ora, fra loro, ci sono profondi risentimenti, ruggine accumulata risalente come capita sempre, alle responsabilità dei genitori. Mastro Marino si mostra abile, conosce bene l’animo umano, gioca d’astuzia. Quando si reca a Castelvecchio riferisce che il fratello dice un gran bene di lui, lo stima e vorrebbe farci pace. Le stesse parole le ripete al Conte del Poggio. Al momento questa tattica però non funziona. Infatti i Chiavelli si sfidano a duello sul ponte dell’Aèra. Mentre il popolo assiste vociante, ecco emergere dalla bottega Mastro Marino col martello in mano, la sua possente immagine incute soggezione, silenzio. Osserva preoccupato, ma non parla, è avvilito, è la sua sconfitta mutamento, di identificazione con i desideri e le fantasticherie più ataviche: quelle con cui ci pensavamo da bambine. Ognuna di noi come l’eroina di una fiaba, infilata in abiti magnifici dalle gonne vaporose ed “eclatanti” tinteggiati di sfumature dopo molti tentativi andati a vuoto. Quando le spade sono una di filo all’altra qualcosa ribolle nella coscienza dei duellanti, riecheggiano le sagge parole del fabbro: “Non uccidetevi, siete fratelli carnali!”. Allora loro gettano le armi e corrono ad abbracciarsi commossi. Aucchi e applausi risvegliano la città. Eletto benemerito della Patria, Mastro Marino fu immortalato nello stemma del Comune. E tutti vissero felici e contenti. Fervorino finale. L’unione di Mastro Marino con la bandiera fabrianese ha generato figli a migliaia. Poiché non v’è uomo che viva e non pecchi, non tutti hanno ereditato l’onestà, la saggezza, l’Amor Patrio di cotanto padre. Alcuni di loro rinchiusi in congreghe esclusive, sono diventati schiavi del profitto, del tornaconto personale anziché coltivare il bene comune della città. Hanno usato e abusato di lei, della Fabriano di ieri, ma anche quella di oggi, del suo tessuto urbano, dell’ambiente circostante, in misura diversa hanno succhiato la linfa vitale come sanguisughe. La lista di questi figli degeneri scavalca i secoli. È per noi che stiamo a guardare, un’umiliazione, la porteremo appresso per il resto dei giorni. Walker, il sogno nella foto che ricordano le più delicate tonalità dell’arcobaleno, sempre e comunque evanescenti. Specchi magici, gigantesche collane di perle, spiagge che sembrano provenire dal “Paese delle api industriose”, pavimenti di stelle filanti, stanze barocche e statue che potrebbero essere fatte di zucchero e poi ancora cigni di immani dimensioni, donne-marionette e maxi-petali: la fotografia di Tim Walker si contraddistingue per la sua unicità, perchè abbatte ogni nostra razionale e logica sovrastruttura, perchè apre le porte a uno sguardo che abbraccia lo stupore, la meraviglia e viene deliziato dalla sua trasposizione immediata in dimensioni immaginarie, dove la fantasia è suprema sovrana. Un mondo in cui ci perdiamo volentieri, catturati dalla curiosità speciale che fluisce dal nostro “io bambino”. Silvia ragni 24 cultura.indd 2 06/12/11 11.42
L'Azione 10 DICEMBRE 2011 >SPORT Il podio del massimo campionato di serie A1: le fabrianesi (a destra) si sono classi cate al 3° posto per il quarto anno consecutivo. Lo scudetto 2011 è andato ancora una volta a Chieti (al centro), seconde le ragazze dell'Aurora Fano (a sinistra). Sotto, la campionessa Julieta Cantaluppi durante il suo splendido esercizio alla fune GINNASTICA RITMICA Serie A1 Grande Fabriano, è podio! Trascinata da una super Cantaluppi, la ginnastica si conferma terza di FERRUCCIO COCCO GINNASTICA RITMICA Serie D Anche un altro titolo italiano baby Al buon numero di campionesse italiane cittadine, ora possiamo aggiungere altre quattro bravissime atlete della Ginnastica Fabriano Matelica che hanno vinto il titolo nazionale di Serie D categoria Allieve battendo ben 60 società nella nale svoltasi a Cervia. L’inaspettato exploit è stato ottenuto da Francesca Parca, Angelica Accatino, Francesca Laidò, Elena Montanari ed Arianna Bramati che, sotto la guida dell’allenatrice Lora Temelkova, hanno avuto la grandissima soddisfazione di sentire l’inno di Mameli dal gradino più alto del podio. Inoltre, nella nale nazionale senior di Serie D, è arrivato un ottimo 4° posto conquistato da Serena Carnali, Eleonora Cartoni, Chiara Caselli, Azzurra Ottaviani, Giorgia Mancini e Sara Lasconi. Grandi, grandissime le ragazze della Ginnastica Fabriano allenate da Cristina Ghiurova. Grazie ad una prova di squadra mostruosa in occasione dell’ultima giornata del campionato di serie A1 di ginnastica ritmica - svoltasi ad Arezzo sabato scorso - il team fabrianese ha centrato il 2° posto di giornata con 48 punti ed il 3° posto assoluto nella classi ca generale con 168 punti totalizzati nel corso delle quattro giornate. Lo scudetto 2011, come prevedibile, se l’è aggiudicato la fortissima Armonia d’Abruzzo Chieti, vincitrice per la quarta volta di la del massimo campionato italiano. Al 2° posto assoluto è giunta l’Aurora Fano, che ha collezionato soltanto un punticino in più di Fabriano nella classi ca generale. Ma il team cartaio può dirsi ugualmente molto soddisfatto, perché per il quarto anno consecutivo è riuscito Julieta Cantaluppi commossa al termine dello straordinario esercizio con la palla: la nostra ginnasta ha confermato un grande condizione di forma Le ragazze che hanno vinto il titolo di serie D insieme all'allenatrice Lora Temelkova a salire sul podio (benché sempre sul gradino più basso), indice di validità e di continuità nel corso del tempo, grazie alla guida di brave allenatrici e di atlete eccezionali, su tutte la campionessa Julieta Cantaluppi e la polacca Joanna Mitrosz. Ormai Fabriano è un punto di riferimento nel panorama della ritmica italiana, una scuola valida, che sforna talenti su talenti. Le protagoniste della squadra di serie A1 nella splendida giornata di Arezzo sono state Cecilia Meriggiola (24,500 di valutazione al corpo libero), Julieta Cantaluppi (28,125 alla fune e 27,900 alla palla), Marika Buratti (25,050 al cerchio e 24,900 alle clavette) e Joanna Mitrosz (27,075 al nastro). Questa la classi ca di giornata nell’ultima prova ad Arezzo: Chieti 50; Fabriano 48; Desio 46; Gallarate 43; Fano 38; Nervianese 25; Piemonte, Brescia e Torino 23; Comense 21. Questa, invece, la classi ca nale del campionato 2011 di serie A1: Chieti 206 punti (campione d’Italia); Fano 169; Fabriano 168; Desio 166; Gallarate 163; Piemonte 109; Brescia 99; Torino 96; Nervianese 95 (retrocede in A2); Comense 53 (retrocede in A2). 25 Il fantastico quartetto che ha ottenuto la promozione in A2: da sinistra Martina Santini, Valeria Carnali, Katiuscia Pedica e Camilla Zuccaro E la squadra cadetta di serie B ha ottenuto la promozione in serie A2: Fabriano è unica e adesso fa scuola in Italia Il week-end aretino non ha portato bene solo alla squadra maggiore della Ginnastica Fabriano, ma anche alla squadra “cadetta” di serie B denominata Fabriano Cerreto, che domenica mattina si è classifi cata al primo posto nella fi nalissima e, così, ha ottenuto la promozione in serie A2! Le giovani atlete Camilla Zuccaro (seconda al corpo libero), Martina Santini (quinta alla fune), Katiuscia Pedica (prima al cerchio e seconda alle clavette) e Valeria Carnali (seconda al nastro e terza alla palla) non hanno deluso le attese e hanno sbaragliato le avversarie con esecuzioni al limite della perfezione. Le nostre “quattro moschettiere”, forti della minuziosa preparazione effettuata per mesi al PalaCarifac di Cerreto d’Esi, grazie alla continua collaborazione dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alessandroni, sono arrivate motivate e concentrate alla fi nale. Gli scroscianti applausi dei tifosi arrivati da Fabriano, con l’inno d’Italia intonato dal gradino più alto del podio, sono stati il giusto premio. La classifi ca fi nale del campionato di serie B: Fabriano Cerreto 140,300 (promossa in serie A2); Terranuova 137,500; Fenice 136,800; Estense Putinati 136,425; Udinese 135,575; Pietro Micca Biella 134,125; Pesaro 131,225; Lazio Flaminio 130,325; Brembate Sopra 129,650; Pontevecchio 127,325; Poseidon 126,325; Albenga 124,725; Bovianum 121,100; Gym Star 120,925; Giovinazzo 118,225. Il prossimo anno, pertanto, avremo due squadre ai massimi livelli: la Ginnastica Fabriano in A1 e la Ginnastica Fabriano Cerreto in A2. Nessun’altra società in Italia può vantare due squadre nei massimi campionati nazionali! La ritmica fabrianese, guidata dalla neo-presidentessa Angela Piccoli, è sempre di più un’eccellenza del territorio. f.c. 25 sport.indd 2 06/12/11 11.44
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