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10<br />
LE SCULTURE<br />
IN ESPOSIZIONE<br />
Un viaggio tra storia, presente e futuro, un percorso tra le arti per mostrare la creatività di<br />
una delle maggiori capitali culturali del mondo: così è stata ideata e realizzata la grande<br />
mostra Roma, il gioiello. La Fabbrica dei sogni che ha presentato le importanti espressioni<br />
romane dell’arte orafa contemporanea e di due scultori nel distretto 798 di Pechino. In<br />
questo luogo monumentale, uno dei più importanti quartieri artistici del mondo, che<br />
esprime al meglio lo straordinario interesse della Cina per le arti e per i linguaggi del contemporaneo,<br />
l’ARRO ha messo in campo un’esposizione di potente respiro pensata non come una semplice vetrina ma<br />
come un ampio progetto di valorizzazione delle potenzialità estetiche e culturali di una città capace<br />
finalmente di rivitalizzare la sua storia millenaria con le espressioni più recenti dei suoi sfaccettati linguaggi<br />
artistici. Il concetto che ha fondato l’intera mostra fortemente voluta da Paolo Paolillo è stato<br />
quello dell’unione tra l’inventiva e il gusto dei grandi orafi di Roma e del Lazio e le due grandi scultureinstallazioni<br />
di Roberto Almagno e di Claudio Franchi. In questo modo si è evidenziato con forza il superamento<br />
delle vecchie barriere tra le arti erroneamente considerate “maggiori” o “minori” e si è dato spazio<br />
concreto alla riscoperta di quel passaggio fluido e senza soluzione di continuità che nei secoli scorsi<br />
vedeva i grandi scultori monumentali esprimersi anche nel campo dell’oreficeria, l’arte orafa come terreno<br />
di formazione e coltura per la nascita di autori poi destinati a creare alcuni dei capolavori della scultura<br />
internazionale e il grande collezionismo che nei suoi palazzi e nelle sue camere delle meraviglie<br />
amava raccogliere grandi marmi e monili, bronzetti e cassette argentee o gioielli senza le distinzioni tipiche<br />
di una certa cultura museale legata a stereotipi ottocenteschi. La grande mostra pechinese al 798 ha<br />
coniugato questa visione al concetto di unità delle arti indotto dal design dando spazio alle diverse<br />
forme espressive e alle peculiarità dei singoli autori in un allestimento, ideato dall’architetto Maria<br />
Eugenia Muratori, che nella sua idea di percorso ha esaltato le creazioni e le personalità dei grandi maestri<br />
orafi della Roma di oggi ponendole in un confronto attivo e fecondo con due grandi opere scultoree<br />
di Claudio Franchi e Roberto Almagno attraverso una valorizzazione che lega la forza del passato di<br />
Roma a una visione futuribile della sua energia creativa. Così l’opera di Claudio Franchi gioca sui macro e<br />
micro slittamenti, sul passaggio dalla scala personale ed esistenziale del gioiello e del corpo alla scala<br />
ambientale e aperta dell’installazione come una sorta di grande introduzione al viaggio nelle opere dei<br />
maestri orafi che compongono le tappe fondamentali di un tracciato lucente. Così, come un cammino a<br />
ritroso dallo splendore alle tenebre il percorso è stato coronato dalla presenza leggera e incombente<br />
della grande opera Memoria di Roberto Almagno, un bosco di legni oscuri rimodellati dalla mano dell’artista<br />
sorto da un terreno di cenere, elementi vibranti e lievi, miracoli di un equilibrio metaforico tra leggerezza<br />
e potenza plastica in dialogo con la cultura della scrittura e della calligrafia orientale per unire<br />
due culture di grande profondità storica come quella italiana e quella cinese e per divenire infine il simbolo<br />
di un’arte capace di conservare il rispetto per la natura e il mondo rimanendo attivamente al centro<br />
delle dialettiche e delle innovazioni della complessità contemporanea.<br />
PRIMAVERA/ESTATE 2009<br />
PROFESSOR LORENZO CANOVA<br />
Docente di storia dell’arte contemporanea