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SOTIRIO BULGARI,
fondatore della dinastia di gioiellieri,
davanti al suo negozio di St. Moritz, 1906.
Il Palazzo delle Esposizioni di Roma sfoggia, è il caso di dirlo, la
migliore veste preziosa, accogliendo negli spazi recentemente
ristrutturati una delle mostre più significative di inizio secolo:
l’elegia del gioiello nel nome di Bulgari. Avevamo lamentato in
più di un’occasione, in queste pagine, l’assenza cronica di un
attore di eccezione nella nostra contemporaneità, ci riferiamo naturalmente
a Sua Maestà il Gioiello. Ora possiamo invece godere di un
evento che restituisce una retrospettiva ricchissima di storia e di
cultura di un prodotto fin troppo svilito, ma restituito alla vista e
alla percezione emotiva del grande pubblico. Quel pubblico che
aveva perduto il gusto di nutrirsi della bellezza e della preziosità di
gemme e di manufatti di rara eccellenza.
Infatti, ciò che preme a chi scrive, non è tanto svelare la magnificenza
delle pietre, l’opulenza dell’oro e del platino, lo scintillio, la
varietà e l’unicità del colore trasferito in rari cristalli, seppure non
mi esimerò di tentarne una breve rappresentazione. Questo compito
è ben assolto da un catalogo ricco d’immagini e di testi, ottimamente
curato da Amanda Triossi e valorizzato dalla presentazione
di uno storico di grande spessore, Alvar Gonzales-Palacios, studioso
che ha saputo trasferire l’oreficeria, la gioielleria e altre forme
espressive, dal limbo delle “arti minori” al massimo grado della
gerarchia degli umani manufatti.
Ciò che preme raccontare è la percezione delle emozioni vissute,
raccolte nella visita della mostra e vera rassegna di sentimenti
stimolati dalla bellezza inequivocabile del gioiello.
PRIMAVERA/ESTATE 2009
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