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...TRA ETERNITA E STORIA...
Da quelle esperienze poi si dipana il percorso dello
stile, mai fisso, mai ripetitivo, espressione della volontà
di essere figli del proprio tempo, di gareggiare con la
propria storia e con il proprio destino: essere grandi e
rappresentare il linguaggio romano; accogliere i segni
dell’ellenismo di appartenenza e renderli originali di volta
in volta senza perdere le proprie radici.
Così Bulgari rivitalizza l’esperienza dei primi secoli
della nostra era quando Roma piuttosto che conquistare,
veniva conquistata dalla bellezza della Grecia ellenistica.
Nella mostra la scansione dello scorrere degli anni è
parallela a quella degli ambienti espositivi.
Alla storia delle origini fa seguito l’apparizione dello
sfoggio di platini e diamanti del primo Novecento.
Dall’esperienza dei primi trenta anni del secolo, tracciata
nell’orbita del gioiello francese, Bulgari approda alla
sperimentazione delle ampie superfici di metallo giallo.
Fino a giungere agli anni ’60, quando le plastiche evidenze
rinforzate dal colore si misurano con la spavalda
contaminazione tra tinte fredde delle pietre e le calde
tonalità dell’oro giallo, facendo da contrappunto all’inedita
combinazione di pietre traslucide, come il turchese,
e la preziosa trasparenza di smeraldi, rubini e zaffiri.
La concezione architettonica del gioiello e la modularità
espansa del segno ripetuto in varianti infinite
rappresentano il segno distintivo degli anni ’80, forse
l’apice del design Bulgari, quello che vede anche il
ritorno delle monete come citazione della romanità e
della terra d’origine della famiglia.
Ma non mancheremo di citare esempi celebri come
la conquista di Hollywood e l’ingresso di Bulgari nel
gotha internazionale.
Richard Burton si farà portatore del sogno di donare
gioielli per esaltare l’amore e la bellezza di Lyz Taylor,
esaltando il binomio - oggi purtroppo edulcorato dalla
svilente contemporaneità - gioiello-femminilità, introducendo
lo stile Bulgari nel mondo che conta e che
annovera, tra le altre, le bellezze senza tempo della
dolce vita romana.
Infine, come in uno scrigno ricavato al centro dell’esposizione,
Bulgari presenta pochi ma significativi
esempi della cultura contemporanea.
Gioielli pensati come mosaicate tessiture di materia
preziosa, castoni collegati da dissimulati sistemi di
complessa meccanica orafa, tesi ad esaltare la multicolore
essenza delle gemme e l’apparente semplicità del
disegno nella ben più complicata strategia costruttiva.
Segni di un tentativo di tracciare ancora lo stile di
un’epoca, rimanendo fedeli alla vocazione che da sempre
vede Bulgari come “il gioielliere” per eccellenza.
E di fronte a queste esaltanti visioni di luce, una
signora inevitabilmente attratta dall’unicità di tali
opere si chiede perché non appaiano anche i prezzi…
Mio malgrado mi lascio sfuggire, forse in tono un po’
irriverente: “non si chiede mai il prezzo di un sogno….”
PRIMAVERA/ESTATE 2009
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