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Scopriamo Gussago - Gussago News

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LA GRANDE PIEGA A GINOCCHIO<br />

Alcuni effetti della formazione delle montagne si vedono negli strati contorti, frantumati<br />

e piegati, come quelli presenti nelle colline del Comune. Salendo per Brione si osserva dopo<br />

i primi tornanti una piega dalla forma particolarissima. I geologi la chiamano piega a gi -<br />

nocchio in quanto sembra assumere la configurazione delle ginocchia quando si è seduti su<br />

una sedia. Infatti i fianchi sono ripiegati tra di loro a formare un angolo di 90°, proprio come<br />

l’angolatura caratteristica. Gli strati prima della piega sembrano mantenere un andamento<br />

abbastanza rettilineo, poi cambiano del tutto l’orientamento, si incurvano e diventano verticali<br />

immergendosi verso il basso. Proseguendo verso l’alto in direzione di Brione gli strati<br />

evidenziano maggiormente la loro stratificazione e cominciano ad apparire significativi livelli<br />

di selce marina che si forma per la presenza di organismi e microrganismi dal guscio siliceo.<br />

Superato il Parco Naturalistico di Piazzole si è già nel territorio di Brione, ma noi continuiamo<br />

il viaggio per scoprire altri aspetti e curiosità geologiche presenti nel tratto superiore<br />

della valle.<br />

LE RADIOLARITI: ROCCE DI OCEANI MOLTO PROFONDI<br />

Poche curve prima del bivio Barche-Brione, si nota sulla sinistra uno slargo, in cui si può<br />

accedere facilmente, con la presenza di strane rocce multicolori miste ad argille e a materiale<br />

terrigeno. Si tratta delle radiolariti molto comuni in questi colli che raggiungono spessori<br />

complessivi intorno ai 100/150 metri. L’interesse è legato alla loro formazione all’interno del<br />

mare. La selce si origina, come già detto, dai gusci dei radiolari costituiti da silicio. La prevalenza<br />

di queste rocce rispetto ad altri tipi indica che la loro sedimentazione è avvenuta in<br />

un mare profondo, di sicuro superiore a 4000 metri. Ci troviamo in prossimità di un fondale<br />

molto profondo della Tetide che gli sconvolgimenti legati alla nascita delle Alpi hanno sollevato<br />

a questa altezza. Proseguendo per la strada asfaltata si incontra il calcare bianco chiamato<br />

Maiolica, lo stesso che si ritrova lungo le gallerie di <strong>Gussago</strong>. Ciò è possibile per la<br />

struttura ripiegata dell’area che riporta verso l’alto gli strati di calcare situati a Piedeldosso.<br />

La dolina di Barche (Foto 24)<br />

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