estratto da: LO STIVALE DI BARABBA L'Italia presa a calci dai rifiuti ...

Gruppo Editoriale Macro
malato. Ecco perché, per una società migliore, è necessaria un’informazione
migliore che cerchi di svincolarsi dal supporto dei potenti di turno per cercare il
più possibile l’obiettività dei fatti. Giornali, TV, giornalisti dovrebbero avere come
unico riferimento il lettore e il telespettatore, l’onestà nei confronti di chi legge
giornali o guarda la tv e il rispetto della deontologia professionale. E distinguere
le opinioni dai fatti che, il più delle volte, sembrano scomparsi. Lo dicevano, lo
facevano e lo raccomandavano i compianti Indro Montanelli e Enzo Biagi,
maestri di questa professione così nobile e così criticabile al tempo stesso. Un
giornalista non dovrebbe mai aver paura di dire la verità perché non si può,
perché c’è qualcuno che non vuole che si sappia. O perché lui stesso non sa
informarsi o non vuole. Naturalmente il ruolo chiave è nella figura degli editori e
dei direttori responsabili affinché garantiscano la libertà di espressione. E
l’auspicio è che ciò accada quanto prima per una nuova stagione
dell’informazione.
Le iniziative dei cittadini
Nei giorni di piena emergenza fioccano iniziative da parte dei cittadini. C’è chi si
organizza da sé per differenziare gli scarti domestici. I cittadini di Pianura sono
esasperati, non vogliono che si continui a sversare, ancora dopo quarant’anni,
carichi di morte nella loro terra, lì dove malattie e morti aumentano di anno in
anno. Statistiche alla mano, combattono la loro battaglia contro decisioni politiche
tutt’altro che rispettose della salute e dell’ambiente. I cittadini di Acerra
continuano a battersi per evitare la costruzione o l’entrata in funzione
dell’inceneritore. Il popolo della Valle Caudina – terra dei fieri Sanniti che
costrinsero i Romani al giogo delle Forche Caudine – ha presidiato giorno e notte
il sito di Tre Ponti, in provincia di Benevento, per evitare che De Gennaro
riaprisse la discarica. E ce l’hanno fatta perché c’erano motivi validissimi di
inadeguatezza del sito: i tecnici spiegano come soltanto una parte ridotta del sito
potrebbe essere utilizzata, la parte sommitale dell'invaso la cui superficie, da
valutazioni empiriche, risulta pari a 5mila metri quadrati. Si temono problemi per
la sovrapproduzione di percolato e il pericolo frane. Alla fine la Valle Caudina ce
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estratto omaggio