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estratto da: LO STIVALE DI BARABBA L'Italia presa a calci dai rifiuti ...

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Gruppo Editoriale Macro<br />

Non si ferma il traffico dei <strong>rifiuti</strong> tossici<br />

L’emergenza ambientale non ferma le organizzazioni criminali che proprio sullo<br />

smaltimento dei <strong>rifiuti</strong> tossici e speciali lucrano milioni di euro. (Il Mattino, 11<br />

febbraio 2008). Risale al 10 febbraio 2007 l’operazione che ha portato a scoprire<br />

un traffico di <strong>rifiuti</strong> tossici <strong>da</strong>l Veneto. In Irpinia, i carabinieri hanno bloccato un<br />

autocarro pieno di <strong>rifiuti</strong> speciali prodotti nei cantieri locali, poi affi<strong>da</strong>ti a piccole<br />

ditte per lo smaltimento illegale in discariche abusive del Napoletano. L’autocarro<br />

è stato intercettato sulla statale Ofantina-bis nel territorio di Montella. Insieme ai<br />

<strong>rifiuti</strong> tossici sono stati trovati anche materiale ferroso pericoloso, batterie<br />

esauste, laterizi di amianto, pannelli di eternit. I tre operai a bordo<br />

dell’automezzo, originari del Casertano, sono stati denunciati e con loro anche il<br />

titolare dell’ im<strong>presa</strong>, con sede in Benevento. Sullo smaltimento illegale di <strong>rifiuti</strong><br />

tossici va avanti la maxi-inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere che<br />

ha coinvolto i gestori degli impianti di compostaggio che distribuivano i veleni ai<br />

contadini; i titolari delle società alle quali era affi<strong>da</strong>to lo smaltimento dei quattro<br />

depuratori della Campania; gli autotrasportatori; gli agricoltori che hanno accettato<br />

di smaltire illegalmente i veleni. I reati contestati vanno <strong>da</strong>ll’associazione per<br />

delinquere al traffico illecito di <strong>rifiuti</strong> speciali e pericolosi, <strong>da</strong>l disastro ambientale<br />

alla truffa, alla frode nelle forniture. Sono solo alcuni esempi ma non si contano<br />

gli episodi di smaltimento illegale dei <strong>rifiuti</strong>. Il meccanismo dello smaltimento<br />

illecito parte <strong>da</strong> imprenditori di grosse aziende o anche <strong>da</strong> piccole imprese che<br />

vogliono smaltire a prezzi irrisori le loro scorie, il materiale di risulta <strong>da</strong> cui più<br />

nulla è possibile ricavare se non costi. Seguono i titolari di centri di stoccaggio<br />

che raccolgono i <strong>rifiuti</strong> e in molti casi li miscelano con <strong>rifiuti</strong> ordinari, diluendo la<br />

concentrazione tossica e declassificando, rispetto al CER, il catalogo europeo dei<br />

<strong>rifiuti</strong>, la pericolosità dei <strong>rifiuti</strong> tossici. Ma, per classificare in “innocua immondizia”<br />

un carico di <strong>rifiuti</strong> tossici, è fon<strong>da</strong>mentale l’apporto professional-truffaldino di<br />

chimici compiacenti che scrivono relazioni menzognere sulla natura dei <strong>rifiuti</strong>. Poi<br />

ci sono i trasportatori che percorrono in lungo e in largo il Paese per raggiungere<br />

il sito di smaltimento. E infine ci sono gli smaltitori che possono essere gestori di<br />

discariche autorizzate o di un impianto di compostaggio ma possono anche<br />

20<br />

<strong>estratto</strong> omaggio

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