2010 n.3 La Pianura - Camera di Commercio di Ferrara
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64<br />
cultura<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, proprio perché i soggiorni<br />
alla Mensa dei Vescovi e<br />
dei loro ospiti erano legati a<br />
momenti <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> stabilità,<br />
anzi, probabilmente da subito,<br />
la torre venne destinata a colombaia.<br />
L’e<strong>di</strong>ficio, se si eccettua il<br />
muro merlato antistante l’ingresso<br />
principale, ha più della<br />
<strong>di</strong>mora gentilizia rinascimentale<br />
<strong>di</strong> campagna che del castello o<br />
<strong>di</strong>mora fortificata.<br />
Lo stile dell’e<strong>di</strong>ficio ed i numerosi<br />
affreschi tuttora presenti<br />
richiamano le Delizie costruite<br />
dagli estensi nel quattro-cinquecento<br />
in tutto il ferrarese.<br />
<strong>La</strong> Mensa fu realizzata come<br />
luogo <strong>di</strong> soggiorno estivo, <strong>di</strong><br />
svago e <strong>di</strong> riposo per i vescovi ed<br />
altri prelati ferraresi e per gli<br />
ospiti della Diocesi, e come<br />
appen<strong>di</strong>ce per il controllo sul<br />
territorio.<br />
<strong>La</strong> villa sorge sulla sponda sinistra<br />
del Po <strong>di</strong> Volano, importante<br />
via <strong>di</strong> comunicazione fluviale<br />
specie nei secoli del ducato<br />
estense, durante i quali la corte<br />
era solita spostarsi, imbarcarsi<br />
su sontuosi battelli, <strong>di</strong>pinti e<br />
decorati con materiali preziosi, i<br />
bucintori, era ed è rimasta circondata<br />
dalla tranquillità della<br />
campagna ed al contempo rapidamente<br />
raggiungibile dalla<br />
città anche per via d’acqua.<br />
Nel corso dei secoli nuove terre<br />
andarono ad aggiungersi per<br />
effetto <strong>di</strong> lasciti e donazioni,<br />
come testimoniano gli atti notarili<br />
ed altri documenti conservati<br />
negli Archivi della città e della<br />
Diocesi.<br />
Il Vescovo Bartolomeo della<br />
Rovere, fondatore della Mensa e<br />
fratello <strong>di</strong> Papa Giulio II, il cui<br />
pontificato, svoltosi tra il 1505<br />
ed il 1513, coinvolse per mezzo<br />
<strong>di</strong> alleanze le vicende storiche<br />
ferraresi nella lotta <strong>di</strong> e <strong>di</strong> consolidamento<br />
dei confini dello<br />
stato Pontificio.<br />
Nel frattempo la Mensa vedeva<br />
svolgersi la vita <strong>di</strong> un altro celebre<br />
estense, figlio <strong>di</strong> Ercole I<br />
d’Este, il Car<strong>di</strong>nale Ippolito.<br />
Questi pur essendo portato fuori<br />
dai confini del ducato dai suoi<br />
impegni ecclesiastici, soggiornò<br />
spesso presso la villa Mensa e la<br />
elesse sua <strong>di</strong>mora preferita.<br />
L’ultimo soggiorno <strong>di</strong> Ippolito<br />
d’Este alla Mensa risale al<br />
1519, al tempo del suo ritorno<br />
dall’Ungheria, come testimonia<br />
lo storico ferrarese Antonio<br />
Frizzi, Il nome del Car<strong>di</strong>nale<br />
Ippolito d’Este, che fu anche<br />
esperto e stratega militare, rimane<br />
legato al secondo fatto storico,<br />
<strong>di</strong> cui si è sopra scritto, cioè<br />
la vittoriosa battaglia della<br />
Polesella contro i Veneziani, che<br />
stringevano <strong>di</strong> blocco <strong>Ferrara</strong><br />
mantenendo il controllo del Po<br />
da due forti contrapposti (22<br />
<strong>di</strong>cembre 1509).<br />
Celebre è l’episo<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> interesse<br />
prettamente aneddotico, secon