2010 n.3 La Pianura - Camera di Commercio di Ferrara
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72<br />
documenti<br />
duttive; ma va al <strong>di</strong> là, raccontandoci<br />
anche i colori <strong>di</strong> questa porzione<br />
d’Emilia, e soprattutto gli<br />
stati d’animo”.<br />
Questo amore per la campagna<br />
ha favorito a Nino Zagni l’incontro<br />
con un altro protagonista dell’universo<br />
rurale ferrarese, Guido<br />
Scaramagli, grazie al quale ha<br />
potuto seguire, tra l’altro, il percorso<br />
iniziale del futuro Centro <strong>di</strong><br />
Documentazione del Mondo<br />
Agricolo Ferrarese (oggi conosciuto<br />
con la sigla MAF). Dopo un<br />
lungo periodo <strong>di</strong> silenzio culturale,<br />
negli anni Settanta si assistette<br />
ad un risveglio degli interessi<br />
per il mondo popolare e le sue<br />
tra<strong>di</strong>zioni. In fase <strong>di</strong> irreversibile<br />
declino <strong>di</strong> questa cultura millenaria,<br />
si avvertì la necessità <strong>di</strong><br />
procedere alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
alcune delle sue più significative<br />
testimonianze materiali e immateriali:<br />
nacquero così i primi centri<br />
etnografici (quello <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong><br />
risale al 1973) e si <strong>di</strong>ffusero i<br />
musei della cultura materiale,<br />
altrimenti definiti della civiltà<br />
conta<strong>di</strong>na. In quell’ambito, il<br />
contributo offerto da Guido<br />
Scaramagli fu rilevante e anche<br />
la pittura naïve trasse linfa dalla<br />
riscoperta <strong>di</strong> questo mondo che<br />
si stava <strong>di</strong>ssolvendo. Nino Zagni<br />
s’inserì a pieno titolo nel fervore<br />
<strong>di</strong> quegli anni e apportò, tra l’altro,<br />
un contributo artistico ad<br />
alcune mostre che Guido<br />
Scaramagli stava allestendo in<br />
collaborazione con Renato Sitti,<br />
fondatore del Centro Etnografico<br />
Ferrarese. Le sue opere dai temi<br />
autenticamente popolari si trasformarono<br />
in efficace apparato<br />
iconografico alla fortunata mostra<br />
itinerante Il lavoro della canapa<br />
nel ferrarese (1982) e, in anni<br />
successivi, ad altre esperienze<br />
espositive, tra le quali una ricerca<br />
sui mestieri ambulanti in agricoltura,<br />
che in seguito si rivelò<br />
determinante alla formazione <strong>di</strong><br />
una specifica sezione del costituendo<br />
centro documentario <strong>di</strong><br />
San Bartolomeo in Bosco.<br />
Alcune opere pittoriche <strong>di</strong> Nino<br />
Zagni sono tuttora conservate<br />
presso il MAF. Una <strong>di</strong> esse consiste<br />
in un quadro <strong>di</strong> grande formato,<br />
<strong>La</strong> trebbiatura, che sovrasta la<br />
sezione della meccanizzazione<br />
agricola e, in particolare, la ricostruzione<br />
della scansioni della<br />
trebbiatura del grano, il cereale<br />
per eccellenza della nostra terra.<br />
Inconfon<strong>di</strong>bilmente vivace e<br />
densa <strong>di</strong> colori, <strong>di</strong> azioni e <strong>di</strong><br />
manualità conta<strong>di</strong>na, la sua<br />
opera focalizza le fasi fondamentali,<br />
conclusive del ciclo agrario,<br />
sia artisticamente (si tratta della<br />
funzione primaria) sia con la<br />
cognizione <strong>di</strong> chi ha vissuto quei<br />
momenti <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> fatica, <strong>di</strong><br />
sensazioni e <strong>di</strong> atmosfere irripetibili.<br />
Altri suoi quadri (oli su tela,<br />
in genere) si soffermano invece