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1. Il Faggio “<strong>Patriarca</strong>” fotografato nella<br />
primavera del 1982. La forma del faggio,<br />
se pur imponente nella sua compattezza,<br />
dovrà affrontare ancora molti interventi<br />
per migliorare il suo aspetto nel percorso<br />
<strong>Bonsai</strong>. Dal conteggio degli anelli di crescita<br />
annuale avvenuto nel 1975 all’epoca<br />
dell’espianto, il numero complessivo risultava<br />
di ben duecento anelli, e così nel 1982<br />
il Faggio ha compiuto la veneranda età di<br />
207 anni!<br />
2. Il Faggio com’era nell’ambiente naturale.<br />
Il Faggio come si trovava in natura<br />
all’epoca della scoperta nel 1970. Vedendolo,<br />
mai avrei immaginato la grande<br />
evoluzione che avrebbe avuto dopo essere<br />
stato espiantato. Osservai molto attentamente<br />
quella massa arbustiva. Le sue<br />
dimensioni erano abbastanza contenute<br />
poiché in altezza arrivava sui 150 centimetri<br />
circa; qualche ramo si espandeva sui<br />
200/250 centimetri di larghezza. Anteriormente,<br />
il faggio presentava un gran numero<br />
di rami robusti che avevano la tendenza<br />
a verticalizzarsi, mentre sul lato posteriore,<br />
invece, una grossa roccia aveva ostacolato<br />
lo sviluppo vegetativo, cosicché le<br />
branche presenti crescevano verso l’alto<br />
alla ricerca della luce. Questo particolare<br />
mi aveva creato delle difficoltà nel posizionare<br />
i rami, i quali dovevano orientarsi più<br />
o meno orizzontalmente secondo la logica<br />
bonsai.<br />
3. Il Faggio visto nella primavera del 1982<br />
dopo la grande esplosione dei nuovi germogli.<br />
4. La breve storia del Faggio con l’autore<br />
pubblicata nel 1982 sulla rivista ufficiale<br />
del Giappone “<strong>Bonsai</strong> Shunju” della Nippon<br />
<strong>Bonsai</strong> Association (NBA). La direzione<br />
della prestigiosa rivista della NBA a<br />
diffusione mondiale, ha voluto dedicarmi<br />
uno spazio sulla rivista, a testimonianza<br />
del crescente interesse del <strong>Bonsai</strong> amatoriale<br />
in Italia.<br />
5. Il Faggio visto nell’autunno del 1982.<br />
L’incessante ritmo delle stagioni ci fa partecipi<br />
del cambio dei colori che una caducifoglia<br />
come il faggio ci regala.<br />
6. Marzo 1983, il Faggio visto dopo la caduta<br />
delle foglie. Il faggio è una pianta<br />
decidua, per cui a fine inverno ci offre una<br />
immagine molto suggestiva ammirandolo<br />
senza fogliame. La forma è ancora molto<br />
ampia, e la zona apicale del tronco deve<br />
essere risanata e snellita.<br />
7. Cavità del faggio risanate da numerosi<br />
pallini di carabbina.<br />
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