Marzo - Agenzia Regionale Centrale Acquisti - Regione Lombardia
Marzo - Agenzia Regionale Centrale Acquisti - Regione Lombardia
Marzo - Agenzia Regionale Centrale Acquisti - Regione Lombardia
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POSTE ITALIANE s.p.a. - SPED:. ABB. POSTALE - NAZ/396/2008 - PUBBL:MAX 50%<br />
DCOOS5569<br />
NAZ/396/2008<br />
Anno XXIX<br />
<strong>Marzo</strong> 2013<br />
Numero 3<br />
www.agricoltura.regione.lombardia.it 65.000 copie<br />
Vinitaly<br />
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AZIENDE DI LOMBARDIA TESTIMONI DI UNA<br />
QUALITÀ CHE NON TEME RIVALI
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DCOOS5569<br />
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MENSILE DELLA<br />
DIREZIONE GENERALE<br />
AGRICOLTURA<br />
DELLA REGIONE LOMBARDIA<br />
Piazza Città di <strong>Lombardia</strong>, 1<br />
20124 Milano<br />
lombardiaverde@regione.lombardia.it<br />
anno XXIX - n. 3 - marzo 2013<br />
Reg. Tribunale di Milano<br />
n. 188/96 del 23/3/96<br />
Diffusione 65.000 copie<br />
COORDINAMENTO EDITORIALE<br />
Rosamaria Prevosto<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Luigi Rigo<br />
REALIZZAZIONE EDITORIALE<br />
Via Santa Rita da Cascia, 33<br />
20143 Milano<br />
lombardiaverde@edizionispeciali.eu<br />
FOTO<br />
Archivio Direzione<br />
Agricoltura (Carlo Silva) e Ersaf<br />
STAMPA<br />
RDS WEBPRINTING S.r.l. - Arcore (MB)<br />
CONCESSIONARIA ESCLUSIVA<br />
DELLA PUBBLICITÀ<br />
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Via Monte Rosa, 19<br />
20149 MILANO<br />
Tel. 02/4694949 - 48018114<br />
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e-mail: milano@opsai.com<br />
RESPONSABILE PUBBLICITÀ<br />
E MARKETING<br />
Claudio Pietraforte<br />
I SOMMARIO I<br />
IN PRIMO PIANO<br />
Meno incertezza sul futuro<br />
con le garanzie assicurative<br />
AFLATOSSINE<br />
La <strong>Regione</strong> e gli esperti<br />
spiegano come prevenirle<br />
LATTIERO-CASEARIO<br />
Alle battute finali<br />
la discesa in quota<br />
PSR 2007-2013<br />
Un memorandum<br />
per non perdere le misure<br />
EXPO 2015<br />
Sarà una porta d’ingresso<br />
verso i nuovi mercati<br />
VINITALY<br />
L’abbinamento è<br />
con l’export “anti-crisi”<br />
A caccia del ceppo migliore<br />
I nuovi trend del gusto<br />
Giovani che mettono<br />
in bottiglia le idee dei padri<br />
6<br />
10<br />
16<br />
18<br />
20<br />
22<br />
24<br />
25<br />
26<br />
I IN PRIMO PIANO I<br />
FILIERA CORTA<br />
Prezzo equo ai consumatori<br />
reddito garantito alle aziende<br />
CASI DI SUCCESSO<br />
Quando l’export è un affare<br />
di famiglia che crea lavoro<br />
SVILUPPO SOSTENIBILE<br />
Natura 2000, la Rete che<br />
sprigiona valore aggiunto<br />
FITOSANITARIO<br />
Uso sostenibile del seme<br />
conciato: le linee guida<br />
RICERCA E INNOVAZIONE<br />
Una libreria su misura<br />
per le aziende che innovano<br />
LOMBARDIA MILLENARIA<br />
È lombardo l’aratro<br />
più antico del mondo<br />
FAUNA LOMBARDA<br />
Sulle Alpi lombarde dove<br />
nidifica l’aquila reale<br />
EVENTI & ATTUALITÀ<br />
31<br />
36<br />
38<br />
40<br />
42<br />
44<br />
46<br />
48<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 3 I
Sfoglia <strong>Lombardia</strong> Verde<br />
sul tuo IPad e online<br />
Il mensile edito dalla Direzione Generale Agricoltura di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />
è su Apple Store da cui si può scaricare, tramite ITunes,<br />
l’applicazione gratuita che consente di sfogliare l’ultimo numero della rivista.<br />
Gli articoli sono leggibili e scaricabili da<br />
www.lombardiaverde.regione.lombardia.it
I OCCUPAZIONE I<br />
Meno incertezza sul futuro<br />
con le garanzie assicurative<br />
AL VIA IL PIANO ASSICURATIVO<br />
AGRICOLO NAZIONALE 2013 CHE,<br />
GRAZIE ALLE PROPOSTE FATTE DA<br />
REGIONE LOMBARDIA, ACCOGLIE<br />
NUOVE GARANZIE ASSICURABILI.<br />
NE PARLIAMO CON IL PRESIDENTE<br />
DEL CONDIFESA DI BRESCIA,<br />
GIACOMO LUSSIGNOLI<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
t ALMENO DUE RISCHI<br />
Dal 2013 scatta l’esclusione delle<br />
polizze monorischio dalle agevolazioni<br />
pubbliche. A essere ammesse sono,<br />
per quest’anno, le polizze a due rischi<br />
e, dal 2014, a tre rischi fra: colpo di<br />
sole e venti sciroccali, eccesso di<br />
neve/pioggia, gelo brina, sbalzi termici,<br />
grandine, venti forti.<br />
I 6 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
Agevolazioni per chi stipula polizze<br />
per la prima volta, assicurazione<br />
dei vegetali con polizze multirischi,<br />
abbandono della “monorischio<br />
grandine” e ulteriori garanzie assicurabili<br />
per i comparti della zootecnia e del<br />
florovivaismo sono le novità principali<br />
del Piano 2013. Sul fronte zootecnico,<br />
sono due i punti su cui si è lavorato per<br />
arrivare all’approvazione del piano siglato<br />
a marzo: la mancata produzione di latte<br />
bovino per stress termico e il costo<br />
di macellazione in azienda, quando è fatto<br />
divieto all’allevatore di conferire i capi<br />
di bestiame in macello. Due aspetti su<br />
cui laDirezione generale Agricoltura<br />
di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> ha voluto puntare<br />
per dare maggiori garanzie a uno dei<br />
settori produttivi più importanti del<br />
Paese, e che sono stati inseriti nero su<br />
bianco nel nuovo Piano. Per gli allevatori,<br />
dunque, un ulteriore aiuto che abbatte<br />
i costi derivanti dallo smaltimento delle<br />
carcasse e riduce, come spiegano dalla<br />
Direzione generale Agricoltura, «i casi<br />
di operazioni illecite, con una ricaduta<br />
positiva sugli aspetta sanitari e ambientali<br />
degli allevamenti».<br />
«L’agricoltura lombarda è il traino della<br />
produzione lorda vendibile del settore<br />
in Italia: è giusto quindi che il suo<br />
peso sia determinante nell’elaborazione<br />
delle politiche assicurative», dice<br />
Giacomo Lussignoli, presidente del<br />
Consorzio di Difesa delle Colture Intensive<br />
della Provincia di Brescia. «<strong>Regione</strong><br />
<strong>Lombardia</strong> ha assunto in pieno il ruolo<br />
di motore propulsivo senza mai tirarsi<br />
indietro, con proposte che sono infatti<br />
state recepite dal Mipaaf e integrate nel
nuovo piano assicurativo». Tra queste,<br />
le novità per il comparto florovivaistico:<br />
«Poiché il piano 2012 non garantiva una<br />
classificazione dettagliata delle varie<br />
tipologie florovivaistiche», continuano<br />
dalla Direzione Agricoltura, «col risultato<br />
di rendere praticamente impossibile<br />
la sottoscrizione di un buon prodotto<br />
assicurativo rispondente alle diverse<br />
casistiche di danni, il Mipaaf ha accolto<br />
le integrazioni proposte dalla<br />
<strong>Lombardia</strong>, individuando nel Piano le<br />
sotto-categorie di piante ornamentali in<br />
vaso, secondo le esigenze emerse dal<br />
confronto e dai suggerimenti degli addetti<br />
del settore e della costante collaborazione<br />
dell’associazione regionale dei<br />
consorzi di difesa». Una sinergia che ha<br />
portato a un piano assicurativo «finalizzato<br />
a dare stabilità alle produzioni e,<br />
quindi, al reddito aziendale», commenta<br />
Lussignoli, che aggiunge: «Il fine ultimo<br />
deve essere il sostegno alla competitività<br />
delle aziende attraverso l’offerta<br />
di polizze assicurative sempre più<br />
avanzate. La logica che deve guidarci,<br />
in linea peraltro con gli indirizzi della<br />
t MASSIME E RESE<br />
Tra i punti fissati quest’anno dal<br />
Piano assicurativo nazionale ci sono<br />
le rese unitarie massime, necessarie<br />
per calcolare i valori assicurabili.<br />
Spetta poi alla <strong>Regione</strong> stabilire le<br />
produzioni medie unitarie annuali,<br />
per tipologia colturale, per il calcolo<br />
delle quantità massime assicurabili<br />
nelle polizze.<br />
normativa europea, è quella di estendere<br />
lo strumento assicurativo al maggior<br />
numero di imprese agricole. E dico imprese<br />
anziché aziende perché l’agricoltore<br />
deve farsi sempre più imprenditore<br />
etrattare l’argomento assicurativo come<br />
parte integrante della gestione aziendale.<br />
Ci troviamo in un’epoca in cui sta cambiando<br />
davvero il clima così come il panorama<br />
economico e le tecniche agronomiche»,<br />
avverte il presidente. «Una gestione<br />
aziendale al passo coi tempi non può<br />
più prescindere da una valutazione mirata<br />
delle polizze assicurative, se si vuole<br />
veder garantito il proprio reddito. Ecco<br />
perché il nuovo piano assicurativo non<br />
agevola più né la polizza assicurativa su<br />
un singolo evento ma polizze articolate<br />
in almeno due garanzie (le cosiddette<br />
“pluririschio”) oppure le multirischio<br />
nelle rese, né i contributi ex post per gli<br />
eventi per cui è possibile assicurarsi»,<br />
come per esempio la grandine.<br />
A partire da quest’anno, infatti, le polizze<br />
monorischio sono escluse dalle agevolazioni<br />
pubbliche. Per essere ammissibili<br />
all’aiuto, devono comprendere<br />
almeno due rischi per quest’anno e, per<br />
il 2014, almeno tre fra i seguenti: colpo<br />
di sole e venti sciroccali, eccesso di neve,<br />
eccesso di pioggia, grandine, venti forti<br />
e, a partire dal 2014, gelo/brina e sbalzi<br />
termici. Inoltre, per essere ammesse<br />
alle agevolazioni pubbliche, le polizze<br />
assicurative non possono garantire rischi<br />
inesistenti, e non possono entrare in<br />
copertura dopo l’insorgenza dei rischi<br />
o dopo che questi siano cessati. Rischi<br />
che, comunque, devono essere compatibili<br />
con il ciclo colturale della specie<br />
assicurata.<br />
Insomma, fermo restando che la sottoscrizione<br />
delle polizze assicurative rimane<br />
volontaria, cambiamenti climatici e<br />
incertezza dei mercati appaiono in sé<br />
due fattori di rischio per la stabilità del<br />
reddito aziendale o, detto altrimenti, due<br />
buone ragioni per investire nelle polizze<br />
assicurative. Ecco perché, diversa-<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 7 I
I IN PRIMO PIANO I<br />
mente da quanto succedeva in passato,<br />
da quest’anno il massimo contributo<br />
pubblico sarà riconosciuto anche alle<br />
aziende che stipulano contratti assicurativi<br />
per la prima volta, «che sono ancora<br />
molte», ci conferma il direttore del<br />
Condifesa di Brescia, Fernando Galvan.<br />
«Se infatti le aziende altamente specializzate,<br />
o quelle con colture fortemente<br />
a rischio come il riso o la vite, da anni<br />
ormai hanno scelto di assicurare le proprie<br />
produzioni, molti produttori non<br />
fanno ancora uso delle polizze, come per<br />
esempio nel campo dei cereali». Il Piano<br />
2013 incentiva perciò la stipula di polizze<br />
agevolate da parte degli agricoltori<br />
che si assicurano per la prima volta,<br />
mediante un meccanismo di calcolo della<br />
spesa ammessa a contributo più favorevole<br />
rispetto a quello applicato alle<br />
imprese agricole che si sono già assicurate<br />
in passato. «L’individuazione dei<br />
nuovi assicurati», spiegano in <strong>Regione</strong>,<br />
«viene effettuata sulla base dei dati del-<br />
I 8 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
t OCCHIO AL METEO<br />
I Consorzi di Difesa della <strong>Lombardia</strong><br />
offrono molto più di una semplice<br />
consulenza sulle polizze assicurative,<br />
come per esempio quelli di Pavia,<br />
Mantova e Brescia, appunto, che sul<br />
sito www.codifebrescia.it ha attivato<br />
un servizio agrometeo gratuito, che<br />
informa sulle perturbazioni in atto<br />
e su dati di dettaglio come il punto<br />
di rugiada o le raffiche di vento.<br />
lepolizze e dei certificati assicurativi agricoli<br />
agevolati acquisiti dal Sian/Banca<br />
dati sui rischi agricoli». Altre agevolazioni<br />
riguardano i casi dove l’assicurazione<br />
può essere determinante nel salvare<br />
le produzioni zootecniche, come<br />
per esempio nel caso di epizoozie nelle<br />
zone perifocali. Il Piano 2013 è stato infatti<br />
adeguato alla lista delle epizoozie stilata<br />
dall’Oie, l’organizzazione mondiale<br />
per la salute degli animali. Sono assicurabili<br />
con polizze pluririschi gli allevamenti<br />
di bovini e bufalini, suini, ovicaprini,<br />
avicoli, api, equini e cunicoli.<br />
Il Piano 2013 risponde dunque, più che<br />
nel passato, alla volontà di dare al mondo<br />
agricolo «una più ampia e diversificata<br />
piattaforma assicurativa», dicono<br />
in <strong>Regione</strong>. Per questo, tra gli strumenti<br />
maggiormente promossi da<br />
Condifesa, ci sono le polizze multi-rischio,<br />
«che permettono di assicurarsi anche<br />
su eventi di maggiori dimensioni come<br />
la siccità e le alluvioni, i cosiddetti catastrofali»,<br />
conclude Galvan, «e che, elaborate<br />
da Ismea, offrono garanzie ancora<br />
più ampie, essendo calcolate sulla resa<br />
e non sul prodotto».<br />
Eleonora Marchiafava
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I AFLATOSSINE I<br />
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A PARTIRE DALLE SCELTE IN CAMPO<br />
E LUNGO LE FILIERE MAIDICOLA<br />
E DI PRODUZIONE DEL LATTE<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
I 10 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
delle aflatossine avviene<br />
in annate particolarmente cal-<br />
L’insorgere<br />
de e siccitose, come è stato il 2012.<br />
Tali condizioni climatiche determinano<br />
un anomalo sviluppo di aspergillus,<br />
che produce queste micotossine, rendendo<br />
il mais inadatto all’alimentazione<br />
umana e animale. Questo è ciò che<br />
è successo nelle coltivazioni di mais<br />
di parte della Pianura Padana. I fattori<br />
che predispongono lo sviluppo delle<br />
aflatossine sono da tempo noti: i<br />
Servizi Veterinari delle Regioni<br />
<strong>Lombardia</strong>, Veneto ed Emilia Romagna<br />
colpite dall’evento hanno perciò innalzato<br />
il livello di attenzione. Livello che<br />
permane ancora alto, dato che l'allerta<br />
aflatossine, sebbene sotto controllo,<br />
durerà sino al prossimo settem-<br />
bre, al momento del nuovo raccolto.<br />
Le aflatossine, se ingerite dagli animali,<br />
possono passare nel latte e nei prodotti<br />
caseari. Così si produce l’aflatossina<br />
B1 che, dopo essere stata ingerita<br />
dal bestiame, finisce poi nel latte, dove<br />
si trasforma in aflatossina M1. Nel 1998<br />
l’Europa ha imposto il limite di 50 parti<br />
per trilione, ovvero 5 milionesimi di<br />
grammo per chilo di latte, superati i quali<br />
il latte deve essere ritirato dalla vendita.<br />
«Alle prime avvisaglie scatta il piano<br />
operativo messo a punto da <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lombardia</strong> per affrontare, in ogni<br />
momento, emergenze di questo tipo»,<br />
ci spiega Piero Frazzi, responsabile del<br />
Servizio veterinario della Direzione<br />
generale Sanità che, insieme con la<br />
Direzione generale Agricoltura, sta
seguendo il caso. «I controlli da parte<br />
nostra sulla granella e sul latte scattano<br />
nel momento in cui ci vengono segnalati<br />
casi sospetti, cioè quando l’autocontrollo<br />
da parte degli agricoltori o degli<br />
allevatori non ha funzionato in qualche<br />
passaggio». Per gestire l’allerta <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lombardia</strong> ha infatti attivato uno sportello<br />
aperto dal lunedì al sabato (e la<br />
domenica allorché la situazione dovesse<br />
peggiorare), a cui segnalare le anomalie.<br />
In questi casi partono i sopralluoghi<br />
da parte del Servizio veterinario<br />
della Direzione generale Sanità. «Ad<br />
oggi le segnalazioni hanno riguardato<br />
il 5 per cento dei campioni di latte<br />
prelevati per i controlli nelle stalle, mentre<br />
i campioni positivi di granella sono<br />
risultati essere 5 su 134. Tutti negativi<br />
invece i controlli sui trinciati, che rappresentano<br />
peraltro l’80 per cento<br />
dell’alimentazione delle bovine», ci dice<br />
Frazzi. «Le procedure di autocontrollo<br />
nelle aziende stanno funzionando<br />
bene, come dimostrano appunto le<br />
dimensioni del fenomeno, per niente<br />
paragonabile all’emergenza di dieci<br />
anni fa», è il parere del dottor Frazzi.<br />
«Abbiamo poi predisposto un piano di<br />
campionamento e di controllo anche<br />
sulle importazioni di mais, perché nelle<br />
ultime settimane le segnalazioni ci<br />
provengono proprio sulle partite in arrivo<br />
da paesi come la Serbia e l’Ungheria,<br />
così come sul latte le segnalazioni riguardano<br />
paesi come la Francia e la Germania.<br />
Nei casi risultati positivi alla contaminazione<br />
da aflatossine, le partite di prodotto<br />
vengono respinte verso i paesi<br />
d’origine».<br />
Il mais che presenta livelli di aflatossine<br />
superiori ai limiti e che quindi non<br />
è idoneo all'alimentazione, può essere<br />
valorizzato per la produzione di energia<br />
negli impianti di biogas. <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lombardia</strong>, in collaborazione col Veneto<br />
e l’Emilia Romagna, ha messo a disposizione<br />
dei gestori degli impianti di biogas<br />
e delle strutture di stoccaggio e<br />
t RICERCA CONTINUA<br />
Sul sito della Direzione generale<br />
Agricoltura di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />
sono consultabili e scaricabili i due<br />
Quaderni della Ricerca che,<br />
pubblicati negli ultimi anni,<br />
rappresentano una guida<br />
sicura per la prevenzione<br />
delle aflatossine. Si tratta<br />
del Quaderno n. 140<br />
“Micotossine in mais e<br />
frumento: valutazione e<br />
controllo” e del Quaderno<br />
“Rischio di aflatossine nel<br />
latte: linee guida per la<br />
produzione e l'acquisto di<br />
alimenti zootecnici”.<br />
produzione del mais, un'intesa di filiera<br />
per favorire l'incontro tra domanda<br />
e offerta e limitare il rischio di deprezzamento<br />
di questa materia prima (per<br />
richiedere informazioni relativamente<br />
all’intesa, <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> ha<br />
istituito la casella email dedicata<br />
intesa_mais@regione.lombardia.it ).<br />
A garanzia del benessere degli anima-<br />
li allevati e della tutela dei consumatori,<br />
le stesse Regioni hanno dunque messo<br />
a punto delle procedure condivise<br />
per la gestione e la tracciabilità di queste<br />
partite, in sinergia con il Ministero<br />
dell'Agricoltura e della Salute.<br />
Il quadro delle iniziative è stato completato<br />
da una sperimentazione, avviata<br />
da alcuni mesi dalla Direzione generale<br />
Agricoltura con il Dipartimento<br />
di Scienze Agrarie e Ambientali -<br />
Produzione, Territorio, Agroenergia<br />
e il Dipartimento di Veterinaria<br />
dell’Università di Milano. «Sono state<br />
condotte diverse prove in laboratorio<br />
con più matrici di mais, cioè con<br />
campioni di granella contaminati da<br />
diversi milionesimi di grammi di aflatossine,<br />
e i risultati hanno dimostrato<br />
che durante il processo di digestione<br />
anaerobica le aflatossine si degradano».<br />
Le prove continueranno nei prossimi<br />
mesi anche su scala reale in alcuni<br />
impianti di biogas della <strong>Lombardia</strong>,<br />
così come prosegue l’attività di ricerca<br />
sulle micotossine da parte di <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lombardia</strong>.<br />
Eleonora Marchiafava<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 11 I
I IN AFLATOSSINE PRIMO PIANO I I<br />
SECONDO AMEDEO REYNERI,<br />
ESPERTO DI SISTEMI COLTURALI<br />
CEREALICOLI E DOCENTE<br />
DELL’UNIVERSITÀ DI TORINO,<br />
SERVONO SUBITO<br />
INTERVENTI ENERGICI PER<br />
RIMUOVERE I PRINCIPALI VINCOLI<br />
DEL SISTEMA CEREALICOLO E<br />
ATTIVARE UN SISTEMA DI RACCOLTA<br />
E CONSERVAZIONE EFFICIENTE NEL<br />
SEGREGARE LE PARTITE DI MAIS<br />
La prevenzione è efficace<br />
solo con percorsi di filiera<br />
Il mais è la coltura nazionale dove<br />
più frequentemente si riscontrano<br />
contaminazioni da aflatossine.<br />
Importanti contaminazioni sono conseguenti<br />
di andamenti meteorologici<br />
particolarmente caldi e asciutti e<br />
sono amplificate dalle debolezze strutturali<br />
del sistema maidicolo locale e<br />
del connesso sistema di raccolta e stoccaggio.<br />
L’inoculo viene prodotto e penetra nella<br />
pianta principalmente durante e subi-<br />
+<br />
-<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
Residui<br />
colturali<br />
I 12 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
to dopo la fioritura attraverso le sete<br />
fiorali; quindi la proliferazione del fungo<br />
si manifesta già in campo durante<br />
la maturazione; ciò si rileva soprattutto<br />
quando la coltura è soggetta a stress<br />
idrico e ad alte temperature che permettono<br />
ad Aspergillus flavus di crescere<br />
e di sintetizzare le tossine (figura<br />
1). Ne consegue che le contaminazioni<br />
maggiori e più diffuse si riscontrano<br />
dove il prolungato stress idrotermico<br />
si accompagna con la diffu-<br />
FIGURA 1. MATRICE DI ESPOSIZIONE AL RISCHIO IN CAMPO<br />
Classe<br />
ibrido<br />
Epoca<br />
fioritura<br />
Stress<br />
nutrizionali<br />
Difesa<br />
insetti<br />
Processo di coltivazione<br />
Stress<br />
idrico<br />
Umidità<br />
raccolta<br />
Trebbiatura<br />
sa presenza di coltivazioni in asciutta<br />
e più in generale condotte con tecniche<br />
di carattere più estensivo.<br />
In relazione a ciò, l’areale maidicolo<br />
regionale sud orientale è quello che da<br />
più anni si è dimostrato il più soggetto<br />
ad elevate contaminazioni, mentre<br />
l’areale pedemontano più fresco è di<br />
norma meno colpito.<br />
Data la scarsa efficacia e la notevole<br />
onerosità degli interventi di decontaminazione<br />
e detossificazione, e la loro<br />
riconosciuta limitata efficacia, è consigliato<br />
attuare quegli interventi di prevenzione<br />
in campo che permettono di<br />
ridurre lo sviluppo di questa muffa.<br />
A questo proposito non tutte le pratiche<br />
colturali presentano un’uguale<br />
capacità di contrastare questa muffa,<br />
come evidenzia la matrice dell’esposizione<br />
al rischio riportata in figura 1.<br />
Sono di primaria importanza per<br />
ridurre il rischio di infezioni da aspergillo:<br />
-la scelta dell’ibrido e l’epoca di semina<br />
orientati all’anticipo della fioritura<br />
per fuggire i maggiori caldi estivi<br />
e i possibili stress idrici
- l’attuazione delle pratiche volte a<br />
stimolare l’early vigor, per sostenere<br />
lo sviluppo della pianta in primavera<br />
e concorrere all’anticipo della<br />
fioritura<br />
- tutti gli interventi volti a ridurre<br />
gli stress idrici; quindi, le sistemazioni,<br />
le tecniche irrigue e la collocazione<br />
del ciclo così da evitare, ancora<br />
una volta, la sovrapposizione del<br />
periodo più critico, tra l’emissione<br />
del pennacchio e la fine fioritura, con<br />
il periodo di massima temperatura<br />
- la limitazione della durata in campo<br />
della fase terminale della maturazione<br />
quando è maggiore la tossinogenesi,<br />
anticipando quanto più<br />
possibile le raccolte a umidità della<br />
granella comunque superiore al 22%<br />
- l’interramento dei residui delle colture<br />
in precessione che ne lasciano<br />
elevate quantità al suolo<br />
- la difesa da insetti fitofagi sia della<br />
plantula sia successiva, con particolare<br />
attenzione al controllo dalle<br />
larve di seconda generazione della<br />
piralide del mais<br />
- la corretta fertilizzazione, per evitare<br />
stress nutrizionali anch’essi favorevoli<br />
alla crescita della muffa tossigena<br />
- l’efficace pulitura già in fase di trebbiatura<br />
con l’allontanamento dei chicchi<br />
più leggeri<br />
- la rapida esecuzione dell’essiccazione,<br />
per ridurre la permanenza della<br />
granella verde in cumuli per non<br />
più di 12-24 h.<br />
In sintesi, quando la coltura è messa in<br />
grado di esplicare le maggiori produ-<br />
Rischio Aflotossine<br />
molto alto<br />
alto<br />
basso<br />
molto basso<br />
residui al suolo<br />
controllo residui<br />
Tipo di<br />
ibrido<br />
ibrido tardivo<br />
ibrido precoce<br />
Ciclo ibrido Data<br />
semina<br />
1 3 PRINCIPI E 7 AVVISI PER L’AGRICOLTORE<br />
I 3 principi<br />
P1: Diminuisci il tempo di permanenza in campo del<br />
mais dopo la maturazione fisiologica (formazione<br />
dello strato nero)<br />
P2: Punta alle alte produzioni pianificando un<br />
intervento “convenzionale” e intensivo: diminuirai il<br />
livello di stress della coltura, l’incidenza degli<br />
attacchi delle muffe della spiga e i costi.<br />
P3: Semina presto, anticipa la fioritura e la<br />
fecondazione, guadagna in stabilità con un periodo<br />
di accumulo lungo e senza stress.<br />
I 7 Avvisi<br />
A1: Non lasciare essiccare il mais in campo: in<br />
agosto raccogli sopra il 22%, in settembre il<br />
25/27%, in ottobre appena possibile con qualsiasi<br />
umidità.<br />
A2: Quando il mais “chiama” l’acqua, dagliela. Se<br />
non ne hai a sufficienza per tutta la stagione, satura<br />
il terreno in prefioritura affinchè le sete non si<br />
allunghino e siano fecondate (secchino) velocemente,<br />
tieni le piante più rade e intervieni per non far<br />
raggrinzire la granella quando la “linea del latte”<br />
comincia a scendere.<br />
A3: Contrasta la piralide: spingi la coltura in<br />
primavera per ottenere una fioritura precoce; se la<br />
stagione si fa calda e il prodotto è per un<br />
utilizzatore “sensibile”, fai i trattamenti.<br />
t PRIMA DEL CAMPO<br />
E DEL SILOS<br />
La prevenzione deve iniziare con la<br />
scelta dell’ibrido e dell’epoca di<br />
semina, per evitare stress idrici:<br />
dunque ancor prima che in campo,<br />
dove l’inoculo penetra nella pianta<br />
durante e subito dopo la fioritura.<br />
zioni unitarie si riscontrano in genere<br />
livelli di aflatossine minori. Nessuno<br />
degli interventi citati è di per sé in grado<br />
di abbattere in modo consistente la<br />
FIGURA 2. RISCHIO CONTAMINAZIONE NEI PERCORSI COLTURALI INTEGRATI<br />
nessuna difesa<br />
semine ritardate<br />
semine tempestive<br />
difesa da insetti<br />
Controllo<br />
insetti<br />
bassa umidità<br />
alta umidità<br />
Umidità<br />
raccolta<br />
A4: Non mandare a granella i campi seminati dopo<br />
loietto, evita “come il veleno” i secondi raccolti.<br />
A5: Non sperare di trovare ibridi geneticamente<br />
“indenni” o “genetiche” più forti dell’andamento<br />
stagionale: per ora accontentati di poter evitare le<br />
varietà manifestamente più soggette alla<br />
premorienza ed alla piralide,le varietà con brattee<br />
che non coprono decentemente la spiga, le varietà<br />
che allungano le sete e sono lente a fecondarsi.<br />
scegli le classi di precocità che nella tua<br />
azienda/ambiente meglio evitano le situazioni di<br />
“multi stress”.<br />
A6: Applica una tecnica colturale attenta al<br />
“benessere” della coltura ed alla “soddisfazione”<br />
dei suoi bisogni nutritivi: lavorazioni attente ed<br />
ordinamenti colturali adeguati, protezione dalle erbe<br />
e dai virus, concimazioni bilanciate con alcolo delle<br />
unità fertilizzanti basate sulle aspettative di resa e<br />
l’assorbito dalla coltura, investimenti ragionevoli tali<br />
da non esasperare la competizione tra piante per<br />
l’acqua e la luce ed in generale lo stress da<br />
popolazione.<br />
A7: Considera con sospetto e raccogli a parte gli<br />
appezzamenti ed i settori di campo che danno<br />
produzioni basse.<br />
Alberto Verderio,<br />
Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Bergamo<br />
contaminazione: pertanto è solo coordinando<br />
in modo razionale e coerente<br />
gli interventi preventivi ricordati<br />
in percorsi integrati che la probabilità<br />
di incorrere in elevate contaminazioni<br />
può essere ridotta. Un<br />
esempio di questi è riportato in figura<br />
2, che evidenzia, da un lato, i percorsi<br />
colturali che aumentano il rischio e,<br />
dall’altro, quelli più virtuosi. Infine è<br />
opportuno ricordare che la prevenzione<br />
in campo può dare origine a importanti<br />
riduzioni della contaminazione<br />
solo se il sistema di raccolta e conservazione<br />
è strutturato per segregare<br />
le partite in relazione alle condizioni<br />
colturali o, meglio, attraverso un’analisi<br />
diretta della presenza della muffa<br />
tossigena o delle aflatossine.<br />
Occorre però rilevare che una riduzione<br />
apprezzabile del rischio aflatossine<br />
può essere conseguita solo attraverso<br />
un energico e urgente intervento<br />
che rimuova i principali vincoli<br />
strutturali del sistema cerealicolo.<br />
Senza una concreta e generalizzata<br />
capacità di segregare le partite in base<br />
alla qualità sanitaria non pare attuabile<br />
la costruzione di una filiera sicura.<br />
Amedeo Reyneri<br />
Dipartimento di Scienze<br />
agrarie, forestali e alimentari<br />
dell’Università di Torino<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 13 I
I IN AFLATOSSINE PRIMO PIANO I I<br />
Tra mais e latte<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
ha sempre ragione il latte<br />
LA TOSSINA M1 È FACILMENTE<br />
MISURABILE NEL LATTE, MA NON<br />
LA B1 NEGLI ALIMENTI SOLIDI.<br />
ECCO PERCHÉ BISOGNA TENER<br />
ALZATA LA GUARDIA, COME<br />
CI SPIEGA PAOLA AMODEO DEL<br />
SATA, IL SERVIZIO TECNICO<br />
DI CONSULENZA DELLA REGIONE<br />
AFFIDATO ALL’ASSOCIAZIONE<br />
DEGLI ALLEVATORI LOMBARDI<br />
Nel Laboratorio Agroalimentare<br />
dell’Associazione <strong>Regionale</strong> degli<br />
Allevatori Lombardi proseguono<br />
le analisi sui campioni di latte per il<br />
controllo della contaminazione da aflatossine.<br />
Non si tratta di una campionatura<br />
randomizzata, ovvero rappresentativa<br />
di tutto il latte lombardo, ma di<br />
campioni di latte già identificati come<br />
“sospetti” in quanto segnalati come<br />
appartenenti a botti definite “in allarme”<br />
o addirittura eccedenti il limite di<br />
legge dal primo acquirente. Anche perché<br />
l’autocontrollo effettuato nelle aziende<br />
dagli allevatori ha dato prova di efficacia<br />
e di repsonsabilizzazione proprio<br />
in questi mesi di allerta, che la Lom-<br />
I 14 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
bardia sta infatti affrontando al meglio.<br />
Il valore di inquinamento del latte non<br />
deve superare i 50 ng/kg (ppt) o gli 0,05<br />
mg/kg (ppb) per quanto riguarda le M1<br />
nel latte, pena la non commercializzazione<br />
del prodotto. Vengono analizzati<br />
quasi 200 campioni “sospetti” di<br />
latte alla settimana. Il 62,21% dei campioni<br />
segnala una situazione di attenzione<br />
e il 24,63% supera il limite di<br />
legge, mentre le percentuali di latte con<br />
contenuto inferiore alle 5 ppt, quindi<br />
esente da inquinamento, si assesta al<br />
13% dei campioni analizzati. La realtà<br />
dell’intero settore è molto più positiva,<br />
ma è necessaria grande attenzione<br />
e un continuo monitoraggio del proprio<br />
latte probabilmente per l’intera<br />
annata, fino all’arrivo dei nuovi mais.<br />
Dai risultati sulla ricerca dell’Aflatossina<br />
QUALI SCELTE FARE IN FUNZIONE DELLA QUALITÀ DELLA GRANELLA E DEL SILOS<br />
TABELLA 1<br />
SILOMAIS (ppb-SS)<br />
ALFA B1<br />
5-10 2-5 0-2<br />
10-20<br />
Kg SS<br />
8 - 10<br />
4 - 6<br />
3<br />
2<br />
0 - 2<br />
3 - 4 2 - 3<br />
1 - 2<br />
2 - 5<br />
kg<br />
0,3<br />
area di sicurezza < 30 ppt<br />
area di attenzione 30 - 35 ppt<br />
area di allarme 35 - 40 ppt<br />
> 40 ppb: superamento soglia M1 nel latte<br />
ESEMPIO: con 4 - 6 Kg di SS (12 - 18 Kg di tal quale) di Silomais a 2 - 5 ppb SS,<br />
già 1 Kg di granella a 5 - 10 ppb porta la razione in area di allarme<br />
5<br />
0<br />
GRANELLA DI MAIS (ppb)<br />
3<br />
0,5 - 1<br />
5 - 10 10 - 20<br />
1,5 - 2<br />
1<br />
0,7<br />
0,5<br />
0 0 0<br />
Al crescere dei rispettivi livelli di inquinamento (caselle bianche) progressive riduzioni d’impiego del Silomais<br />
(caselle verdi) e della Granella (caselle colorate) consentono, solo entro certi limiti,<br />
di contenere il rischio di contaminazione del latte, secondo la seguente LEGENDA:<br />
0<br />
B1 negli alimenti si conferma che, come<br />
atteso, i fieni non risultano inquinati.<br />
I silo mais hanno inquinamento contenuto<br />
ma, essendo inseriti in razioni<br />
anche in elevati quantitativi, è sempre<br />
necessario calcolarne l’apporto in B1.<br />
Ipastoni di mais (sia integrali che di granella)<br />
presentano qualche rischio superiore,<br />
in quanto il 12% dei campioni analizzati<br />
presentava inquinamenti sufficienti<br />
a portare il latte oltre il livello soglia.<br />
I mangimi completi, infine, richiedono<br />
analisi continue perché quasi sempre<br />
contengono mais e possono risultare<br />
in qualche misura inquinati (17,97% dei<br />
campioni problematici (>5 ppb) ).<br />
Il problema delle Aflatossine M1 nel latte<br />
resta principalmente riconducibile<br />
proprio al mais. Il 61% dei campioni<br />
portati in laboratorio ha un contenuto<br />
di Aflatossine B1
I LATTIERO-CASEARIO I<br />
PER LA PRIMA VOLTA LE PROIEZIONI<br />
SULLA CHIUSURA DELLA CAMPAGNA<br />
LATTE 2012/2013 CI CONSEGNANO<br />
UNA PRODUZIONE CHE SI ALLINEA<br />
DI FATTO ALLA QUOTA NAZIONALE<br />
Alle battute finali<br />
la discesa in quota<br />
Gli ultimi dati elaborati sulla base<br />
delle dichiarazioni mensili dei<br />
primi acquirenti fotografano una<br />
campagna latte 2012/2013 in linea con<br />
l’obiettivo di ridurre sempre più il rischio<br />
di splafonamento. L’ottimismo è fondato<br />
e i dati possono essere considerati<br />
molto significativi, se si considera<br />
che sono rappresentativi di dieci mesi<br />
di campagna produttiva, da aprile 2012<br />
a gennaio 2013.<br />
L’ultimo aggiornamento fa riferimento<br />
al mese di gennaio 2013, che conferma<br />
il trend iniziato a ottobre 2012 e che<br />
è proseguito nei mesi successivi, registrando<br />
un valore pari a -2,75 per cento,<br />
ovvero più basso rispetto allo stesso<br />
mese della campagna 2011/2012.<br />
Pertanto, la percentuale di maggiore<br />
produzione della campagna 2012/2013<br />
rispetto alla campagna 2011/2012 scen-<br />
de a +0,29 per cento, in sensibile diminuzione<br />
rispetto al valore calcolato a<br />
fine dicembre, fermo allo 0,65 per cento.<br />
A oggi, quindi, con la produzione<br />
rettificata da aprile a gennaio, pari a<br />
Confronto tra la produzione aprile ‘11/gennaio ‘12<br />
e aprile ‘12 /gennaio ‘13 (Tons)<br />
9.000.000<br />
8.000.000<br />
7.000.000<br />
6.000.000<br />
5.000.000<br />
4.000.000<br />
3.000.000<br />
2.000.000<br />
1.000.000<br />
0<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
8.928.487 tons<br />
Campagna<br />
2011/2012<br />
+ 0,29%<br />
8.954.540 tons<br />
Campagna<br />
2012/2013<br />
Gennaio<br />
Dicembre<br />
Novembre<br />
Ottobre<br />
Settembre<br />
Agosto<br />
Luglio<br />
Giugno<br />
Maggio<br />
Aprile<br />
8.954.540 tonnellate, l’Italia ha utilizzato<br />
l’82,28% del quantitativo nazionale<br />
di riferimento 2011/2012, contro<br />
l’82,04% utilizzato nello stesso periodo<br />
della campagna precedente.<br />
Per la prima volta, dunque, le proiezioni<br />
sulla chiusura della campagna ci<br />
consegnano una produzione 2012/2013<br />
che si allinea di fatto alla quota nazionale<br />
di riferimento (QNR), anche se il<br />
dato rimane quello della campagna<br />
2011/2012. Si dovrà infatti aspettare<br />
la chiusura della campagna per avere<br />
il dato consolidato sulla campagna in<br />
corso, sul quale influisce il fenomeno<br />
della mobilità tra le consegne e le vendite<br />
dirette.<br />
Tutti i dati, comprese le proiezioni di fine<br />
campagna, sono pubblicati sul sito<br />
www.agricoltura.regione.lombardia.it.<br />
E. M.<br />
Utilizzo del quantitativo nazionale di riferimento<br />
nei mesi da aprile a gennaio<br />
12.000.000<br />
10.000.000<br />
8.000.000<br />
6.000.000<br />
4.000.000<br />
2.000.000<br />
0<br />
2011/2012 2012/2013<br />
82,04% 82,28%<br />
GNR Produzione rettificata
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E NUOVI BANDI<br />
Arrivano nuovi finanziamenti<br />
per la promozione<br />
e la commercializzazione<br />
dei prodotti di qualità,<br />
mentre prosegue l’azione del<br />
Psr a difesa dell’agricoltura di<br />
montagna e dell’ambiente, con<br />
l’apertura delle misure 211 e 214.<br />
Ammontano invece a 2 milioni<br />
344mila euro le risorse finanziate<br />
ai 112 beneficiari della misura<br />
112, dedicata all’insediamento<br />
di giovani agricoltori.<br />
MISURA 132<br />
È in pubblicazione in questi<br />
giorni il bando riservato alle<br />
domande di conferma per l'anno<br />
2013 della misura 132 sul<br />
“Sostegno agli agricoltori che<br />
partecipano ai sistemi di qualità<br />
alimentare”, che devono<br />
essere presentate entro il 30<br />
settembre 2013.<br />
Il 4 marzo è stato invece approvato<br />
il riparto alle Province per<br />
l’anno 2012 del bando riservato<br />
alle domande di conferma<br />
del finanziamento, ovvero quelle<br />
presentate dai beneficiari che<br />
avevano aderito alla misura prima<br />
del 2012. In tutto 727 bene-<br />
MISURA DATA APERTURA DATA SCADENZA<br />
MISURA 133<br />
Attività di informazione e promozione 1/03/2013 15/04/2013<br />
dei prodotti agroalimentari di qualità<br />
MISURA 211<br />
Indennità a favore degli agricoltori 20/03/2013 15/05/2013<br />
delle zone montane<br />
MISURA 214 - Azioni F e G<br />
Pagamenti agroambientali 2/04/2013 15/05/2013<br />
MISURA 221<br />
Imboschimento dei terreni agricoli 14/05/2011 31/07/2013<br />
MISURA 223<br />
Imboschimento di superfici non agricole 01/02/2011 31/07/2013<br />
ficiari, per un contributo totale<br />
di quasi 650mila euro.<br />
MISURA 133<br />
È di 1.200.000 euro il budget<br />
messo a disposizione dal bando<br />
della misura 133 sulle “Attività<br />
di informazione e promozione<br />
dei prodotti agroalimentari di<br />
qualità”, cheresterà aperto fino<br />
al 15 aprile 2013. Possono presentare<br />
domanda i consorzi e<br />
le associazioni di produttori biologici;<br />
i consorzi di tutela o gli<br />
organismi ufficiali di riferimento<br />
dei prodotti a denominazione<br />
e loro associazioni o raggruppamenti;<br />
i consorzi di tutela dei<br />
vini a denominazione. Sono<br />
ammissibili a contributo i progetti<br />
di informazione e promozione<br />
delle produzioni ammesse<br />
ai benefici della misura 132,<br />
che favoriscano la conoscenza<br />
della qualità dei prodotti e la loro<br />
commercializzazione in Italia e<br />
all’estero, e che siano realizzati<br />
entro il 30 aprile 2014. Il contributo<br />
è pari al 70% della spesa<br />
ammessa per attività di tipo informativo-promozionale;<br />
al 50%<br />
per attività pubblicitarie.<br />
MISURA 211<br />
Dovranno essere presentate<br />
entro il 15 maggio 2013 le domande<br />
di partecipazione al nuovo<br />
bando della misura 211 rivolta<br />
agli agricoltori di montagna. Il<br />
budget è di 6.500.000 euro<br />
L’obiettivo della misura 211 rimane<br />
quello di sempre: contrastare<br />
l’abbandono delle superfici<br />
agricole montane e, in particolare,<br />
di quelle pascolive e foraggere.<br />
IL VERDE SI<br />
RIGENERA CON<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
MISURA 214<br />
Si è aperta in questi giorni la<br />
misura 214 sui “Pagamenti<br />
agroambientali”, ma unicamente<br />
per la presentazione di nuove<br />
domande per due tipologie<br />
d'intervento: le azioni F e G,<br />
dedicate al mantenimento di<br />
strutture realizzate con la misura<br />
216 (in particolare, siepi, filari,<br />
fasce tampone boscate e aree<br />
umide). Sarà poi consentito<br />
incrementare il numero dei capi<br />
richiesti a premio per l’azione<br />
H, relativa alla salvaguardia delle<br />
razze animali locali minacciate<br />
di estinzione. Per tutte le altre<br />
azioni si potrà soltanto presentare<br />
domanda di conferma<br />
degli impegni assunti negli anni<br />
precedenti. Si ricorda che i beneficiari<br />
della 214 sono tenuti quest'anno<br />
a presentare la domanda<br />
di conferma degli impegni.<br />
Pertanto, per le domande avviate<br />
nel 2007 e nel 2008, che hanno<br />
impegni di durata rispettivamente<br />
di 7 e 6 anni, è necessario<br />
presentare la conferma<br />
nel corso del 2013.<br />
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rurale 2007-2013<br />
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COME AGLI ARTIGIANI DEL GUSTO.<br />
PERCHÉ, COME CI SPIEGA DIANA<br />
BRACCO, COMMISSARIO PER IL<br />
PADIGLIONE ITALIA, «IL NOSTRO<br />
TESSUTO PRODUTTIVO È FERTILE<br />
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«Sarà una porta d’ingresso<br />
verso i nuovi mercati»<br />
Nel tempo si è depositato un “saper<br />
fare” frutto dell’esperienza diretta<br />
di più generazioni, «una conoscenza<br />
diffusa», ci spiega in queste pagine<br />
Diana Bracco, che guiderà il Padiglione<br />
Italia di Expo 2015, «che si riflette in un<br />
patrimonio di tradizioni artigianali uniche<br />
al mondo e che sono alla base del<br />
successo del Made in Italy. L’Italia è un<br />
unicum culturale dove l’agricoltura, e<br />
quindi la produzione di cibo, è parte intima<br />
e coessenziale alla vita quotidiana di<br />
città e paesi».<br />
LOMBARDIA VERDE: Come sarà il Padiglione<br />
Italia?<br />
DIANA BRACCO: La Giuria sta vagliando<br />
i 68 progetti in gara al concorso internazionale<br />
di progettazione che abbiamo<br />
voluto lanciare e che ha avuto un<br />
successo oltre le aspettative. L’alto numero<br />
di progetti presentati è un dato rilevante<br />
per gare di questa complessità<br />
che ci assicura l’alta qualità del vincitore<br />
finale. Il Padiglione, che occuperà<br />
l’intero Cardo del sito, sarà il cuore pulsante<br />
di tutta l’Esposizione. Lo immaginiamo<br />
come un luogo aperto, un’agorà<br />
emozionale che permetterà il con-<br />
I 20 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
fronto, lo scambio d’informazioni, e che<br />
saprà sensibilizzare il visitatore attorno<br />
ai temi della manifestazione. Sarà<br />
una finestra sulla storia del nostro Paese,<br />
presentandolo come un luogo unico<br />
capace di coniugare tradizione e innovazione,<br />
passato e futuro. Il Padiglione<br />
dovrà essere una “porta d’ingresso” del<br />
Paese, una piattaforma di relazioni internazionali<br />
che potrà aiutare il nostro<br />
Made in Italy a penetrare in nuovi mercati<br />
e a trovare ulteriori opportunità<br />
di crescita.<br />
L.V.:Come verrà declinato il tema dell’Expo,<br />
“Nutrire il Pianeta, energia per la vita"?<br />
D.B.:Il tema permetterà all’Italia di valorizzare<br />
le nostre numerosissime eccellenze<br />
produttive, tecnologiche e scientifiche<br />
in settori con un alto potenziale<br />
di crescita legati proprio allo sviluppo<br />
sostenibile, alle energie rinnovabili e,<br />
naturalmente, all’industria alimentare.<br />
Il modello alimentare italiano e l’italian<br />
lifestyle, fatti di qualità, bellezza, gusto,<br />
rispetto dell’ambiente, sostenibilità delle<br />
produzioni, dieta equilibrata e convivialità,<br />
possono fornire un esempio<br />
al mondo intero. Il settore agroalimentare<br />
italiano rappresenta un’eccellenza<br />
a livello mondiale nella gestione del<br />
prodotto “dal campo alla tavola”. Non<br />
a caso nel novembre di due anni fa il<br />
comitato intergovernativo dell’Unesco<br />
ha proclamato la dieta mediterranea<br />
patrimonio culturale immateriale dell'umanità.<br />
Tra l’altro uno dei driver fondamentali<br />
dell’Expo di Milano sarà proprio<br />
l’innovazione. Vogliamo fare del<br />
Padiglione Italia un’occasione per valorizzare<br />
la capacità innovativa delle imprese<br />
e incoraggiare lo sviluppo di prodotti<br />
sostenibili e di tecnologie eco-compatibili.<br />
Il Padiglione dovrà mettere in<br />
vetrina le risposte che il nostro Paese<br />
potrà offrire ai problemi legati all’ambiente<br />
e all’alimentazione grazie alla<br />
capacità innovativa e creativa del nostro<br />
sistema di Ricerca pubblico e privato<br />
e delle imprese italiane all’avanguardia<br />
che hanno successo in tutto il mondo.
L.V.: Una recente ricerca Eurisko indica che<br />
tra i visitatori attesi dell'Expo moltissimi saranno<br />
giovani<br />
D.B.:Il mondo, soprattutto nei Paesi emergenti,<br />
è sempre più popolato da giovani,<br />
molto sensibili ai grandi problemi<br />
globali, inter-connessi e proiettati nel<br />
futuro. A loro dovrà saper parlare l’Expo<br />
italiana. Anche per questo il concept del<br />
Padiglione Italia, pensato dal creativo<br />
Marco Balich, è centrato sulla metafora<br />
del “vivaio”: uno spazio dove far germogliare<br />
i giovani talenti, un luogo di<br />
accoglienza e sostegno alle progettualità<br />
di chi è impegnato a immaginare<br />
soluzioni innovative alle sfide di domani.<br />
Più in generale, attraverso percorsi<br />
di “edutainment”, l’Esposizione di Milano<br />
svolgerà un ruolo formativo per quella<br />
che chiamiamo l’“Expo Generation”,<br />
favorendo un incontro tra i visitatori più<br />
giovani e le scuole con il mondo della<br />
ricerca scientifica.<br />
Expo potrà assolvere contemporaneamente<br />
a una funzione di educazione del<br />
consumatore e di formazione delle giovani<br />
generazioni e di tutta la società civile<br />
alla conoscenza del saper mangiare<br />
bene per vivere meglio.<br />
L.V.:L’Expo sarà un’opportunità per l’Italia?<br />
D.B.:Sì. Sarà il primo grande evento del<br />
dopo crisi, volano di sviluppo e fattore<br />
di rilancio competitivo e un’occasione<br />
per sostenere la crescita delle produzioni<br />
manifatturiere Italiane in mercati destinati<br />
a diventare i motori dello sviluppo.<br />
Uno studio della Bocconi promos-<br />
t UNA VETRINA UNICA<br />
Il commissario del Padiglione<br />
Italia non ha dubbi: «L’Italia è tra i<br />
paesi di punta, oltre che nel comparto<br />
agro-alimentare, in settori<br />
collegati tra cui le biotecnologie, la<br />
farmaceutica, la dietologia e la<br />
nutraceutica. L’Expo e il Padiglione<br />
Italia, saranno una vetrina<br />
straordinaria soprattutto per le<br />
tante piccole e medie imprese».<br />
so dalla Camera di Commercio di Milano<br />
ha provato gli effetti di Expo sul PIL italiano<br />
e sull’occupazione: si stima che la<br />
produzione aggiuntiva determinata da<br />
Expo nell’economia italiana, nel periodo<br />
2012-2020, potrà ammontare a più<br />
di 24,7 miliardi di euro, cui corrisponde<br />
un incremento di valore aggiunto<br />
pari a circa 10,5 miliardi e un fabbisogno<br />
di quasi 200mila nuovi posti di lavoro.<br />
In tempi di recessione, soprattutto<br />
quest’ultimo dato sull’occupazione mi<br />
sembra davvero importante.<br />
Tra l’altro l’Expo rappresenta un vero<br />
attrattore di capitali verso il nostro Paese:<br />
gli investimenti esteri, infatti, ammontano<br />
a oltre un miliardo di euro. L’ultima<br />
adesione, del Brasile, dimostra che<br />
tutti i Paesi emergenti del BRIC credono<br />
nell’Expo italiana.<br />
L.V.: Esistono anche stime sui benefici economici<br />
per l'agricoltura lombarda e italiana?<br />
D.B.: Ancora no, ma le ricadute saranno<br />
importanti e dureranno nel tempo.<br />
Anzitutto in termini di visibilità. Expo<br />
potrebbe essere l’occasione per mostrare,<br />
attraverso un percorso virtuale e interattivo,<br />
la complessità e l’importanza di<br />
questo settore, strategico per la nostra<br />
regione e per il nostro paese, dalla semina<br />
dei cereali alle tecniche innovative di<br />
coltivazione e di raccolta. Mostreremo<br />
la trasformazione di questi cerali in mangimi<br />
e il loro utilizzo all’interno delle stalle<br />
da latte e degli allevamenti suinicoli.<br />
Si potrà vedere l’ultima parte legata alla<br />
agroindustria con la possibilità di assaggiare<br />
eccellenze alimentari regionali<br />
come Grana Padano, Parmigiano<br />
Reggiano, il latte fresco, il prosciutto<br />
crudo e il risotto. In questo percorso<br />
immaginiamo di presentare tutte le innovazioni<br />
che in questi ultimi anni hanno<br />
arricchito il settore rendendolo più efficiente<br />
e sostenibile.<br />
D’altronde la <strong>Lombardia</strong> è la seconda<br />
regione agricola d’Europa, e la Pianura<br />
Padana è il biotopo agricolo più produttivo<br />
a livello mondiale, grazie al suo terreno<br />
e alle Alpi che la proteggono e<br />
alimentano la riserva idrica. Le condizioni<br />
agronomiche delle terre lombarde,<br />
grazie alle moderne tecnologie, sono<br />
state adattate, specialmente nell’ultimo<br />
secolo, a produzioni di punta. Ma tutto<br />
il nostro Paese è un grande laboratorio<br />
che offre una tradizione alimentare<br />
importante e di qualità, una grande ricchezza<br />
in termini di biodiversità: si pensi<br />
ai vitigni coltivati in Italia, ai molti prodotti<br />
tipici, alla varietà delle tradizioni<br />
alimentari locali.<br />
L’eccellenza del nostro modello ha fatto<br />
sì che l’Italia abbia oggi il più alto<br />
numero di prodotti Dop e Igp di tutta<br />
Europa (202, contro i 168 della Francia<br />
e i 134 della Spagna). Se esiste un Paese<br />
legittimato a ospitare una Esposizione<br />
Universale sul tema della nutrizione,<br />
questo è senza dubbio l’Italia, che in duemila<br />
anni di storia ha dato tanto al mondo<br />
in termini di dieta sana ed equilibrata,<br />
standard di sicurezza, sostenibilità<br />
delle produzioni e valorizzazione delle<br />
tradizioni enogastronomiche.<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 21 I
I IN VINITALY PRIMO IPIANO<br />
I<br />
SI TERRÀ DAL 7 AL 10 APRILE LA<br />
47ESIMA EDIZIONE DEL SALONE<br />
INTERNAZIONALE DEI VINI E DEI<br />
DISTILLATI DI VERONA.<br />
OLTRE 1500 LE ETICHETTE DEI VINI<br />
LOMBARDI OSPITI, INSIEME A 200<br />
AZIENDE VITIVINICOLE LOMBARDE,<br />
DEL PALAEXPO, AL SECONDO PIANO<br />
DEL COMPLESSO DI VERONAFIERE,<br />
DOVE LA LOMBARDIA SFIDERÀ LE<br />
PRODUZIONI MONDIALI.<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
L’abbinamento migliore<br />
è con l’export “anti-crisi”<br />
Città dalla fama internazionale,<br />
Verona è la città che ogni anno<br />
ospita la più importante fiera di<br />
vino a livello mondiale: il Vinitaly.<br />
Quest’anno il Salone Internazionale del<br />
Vino e dei Distillati, alla sua 47esima<br />
edizione, si terrà da domenica 7 a mercoledì<br />
10 aprile. Un punto di riferimento<br />
indiscusso per il settore enologico<br />
internazionale: 19mila metri quadri<br />
di esposizione, 4.255 espositori provenienti<br />
da tutto il mondo, oltre duemila<br />
giornalisti accreditati e 140mila<br />
visitatori, il Vinitaly è ambasciatore pre-<br />
I 22 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
stigioso del made in Italy. Organizzato<br />
da Veronafiere, ente fieristico internazionale<br />
dal 1977, il Vinitaly 2013 si concentrerà<br />
sul “mondo che amiamo”,<br />
ossia il vino, il territorio, la qualità e<br />
l’ambiente.<br />
Si rinnovano gli appuntamenti tradizionali<br />
e se ne aggiungono alcuni innovativi<br />
come il “Tasting Ex…Press”,<br />
ossia la presentazione di alcuni vini<br />
internazionali da parte di testate del<br />
settore, e il “Food&Wine Pairing”,<br />
evento che abbinerà i vini italiani a piatti<br />
continentali tradizionali.<br />
In questa edizione Vinitaly potenzia poi<br />
l’attività di incoming grazie al lavoro<br />
dei suoi delegati attivi in sessanta Paesi<br />
e a un accordo con l’Istituto del<br />
Commercio Estero: un impegno per<br />
mantenere alto il grado di soddisfazione<br />
espresso da espositori e operatori<br />
esteri, che è apparso ancora più necessario<br />
dopo il sondaggio realizzato da<br />
Veronafiere a consuntivo dell’edizione<br />
2012, dal quale è emerso che la partecipazione<br />
consente di consolidare<br />
la propria immagine(per il 97 per cento<br />
dei casi), verificare l’interesse per i
propri prodotti (98%), valutare il mercato<br />
e la concorrenza (95%). I dati<br />
dell’esportazione lo confermano: la<br />
ricetta anticrisi per il vino italiano<br />
è vendere all’estero. Un’opportunità<br />
che Veronafiere propone da oltre 15<br />
anni, da quando cioè ha fatto di Vinitaly<br />
e di Vinitaly International strumenti<br />
per l’internazionalizzazione delle imprese<br />
enologiche italiane.<br />
«Il traino della domanda estera è ora<br />
diventato essenziale per il comparto<br />
enoagrolimentare, che sconta la stagnazione<br />
dei consumi interni», ha detto<br />
il presidente di Unioncamere<br />
<strong>Lombardia</strong>, Francesco Bettoni.<br />
«Vinitaly è il principale momento di<br />
comunicazione della capacità produttiva<br />
e della qualità dei vini italiani;<br />
la presenza unitaria, importante e qualificata<br />
delle imprese lombarde dà un<br />
segnale unico della coesione e della<br />
volontà di crescere delle nostre aziende.<br />
Un forte segnale di aggregazione<br />
che ci consentirà – in sinergia con<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>, con la quale viene<br />
condiviso l’impegno in accordo di<br />
programma – di intercettare quella<br />
dinamicità dei mercati esteri che ben<br />
il 60% degli imprenditori vinicoli lombardi<br />
ci ha segnalato nella nostra ultima<br />
indagine congiunturale. Non abbiamo<br />
nulla da invidiare ai migliori vini<br />
mondiali e lo comunicheremo in modo<br />
adeguato nella vetrina lombarda all’edizione<br />
2013 di Vinitaly a Verona».<br />
La grande “casa collettiva” di <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lombardia</strong> occuperà anche quest’anno<br />
l’intero secondo piano del Palaexpo,<br />
su uno spazio espositivo di 8mila metri<br />
quadrati di cui circa 4.200 allestiti. I consorzi<br />
lombardi che prenderanno parte<br />
al padiglione di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />
sono undici: Consorzio Oltrepò Pavese,<br />
Ente Vini Bresciani (per Montenetto,<br />
1 BERE GIOVANE E CONSAPEVOLE COL LUGANA BRUT<br />
Il Consorzio di Tutela del Lugana, in<br />
collaborazione con l’Istituto<br />
Alberghiero Berti di Verona, ha<br />
realizzato un progetto per la<br />
promozione del bere consapevole<br />
rivolto principalmente ai giovani,<br />
denominato “Spirito in Gabbia”.<br />
All’iniziativa - che s’ispira ai dati del<br />
ministero della Salute relativi all’abuso<br />
di alcol principalmente nelle fasce di<br />
età più giovani, in continuo aumento -<br />
il Consorzio ha partecipato in qualità<br />
di sponsor mettendo a disposizione il<br />
proprio prodotto di punta: il vino<br />
Lugana Brut, ingrediente “speciale”<br />
alla base dell’invenzione di cocktail<br />
che si caratterizzano per l’equilibrata<br />
somministrazione di<br />
alcol e per l’utilizzo di<br />
frutta stagionale del<br />
territorio. Dallo “Spritz<br />
Moro” coi rizomi del<br />
rabarbaro allo “Spritz<br />
Biondo” e al “Ginger B”<br />
a base di lime, dal “Red<br />
Botticino, San Martino<br />
della Battaglia e<br />
Cellatica), Consorzio<br />
Lugana, Consorzio<br />
Valtenesi, Consorzio<br />
Provinciale Vini Mantovani<br />
(per Colli Morenici<br />
Mantovani e Lambrusco<br />
di Mantova), Consorzio San Colombano,<br />
Consorzio Valcalepio, Consorzio<br />
Moscato di Scanzo, Consorzio Valtellina,<br />
Consorzio Franciacorta, Consorzio<br />
Terre Lariane. A questi si aggiungono<br />
duecento aziende lombarde e oltre<br />
1.500 etichette di vini prodotti nella<br />
nostra regione, per un totale di 215<br />
stand.<br />
Del resto, sono 24.000 gli ettari com-<br />
Spritz” con fragole fresche al<br />
“Tropicana” a base di succo d’ananas,<br />
con il supporto dei docenti gli studenti<br />
si sono cimentati nella realizzazione di<br />
cocktails a base di agrumi, frutta<br />
fresca, frullati, gelati e yogurt, e<br />
nell’uso di bibite analcoliche. Con<br />
indubbi benefici sull’organismo, anche<br />
grazie all’apporto delle vitamine della<br />
frutta, in grado di aiutare la digestione<br />
e di dare carica ma anche leggerezza.<br />
Una serie di manifestazioni e di eventi<br />
culturali hanno fatto da sfondo a<br />
questa iniziativa. Il progetto ha<br />
affrontato altre tematiche legate<br />
all’alcol, come il disagio giovanile, la<br />
mancanza di cultura alimentare o la<br />
«necessità», spiegano<br />
gli organizzatori, «di<br />
sviluppare nei futuri<br />
operatori di bar e<br />
locali pubblici<br />
un’etica<br />
professionale».<br />
Info: www.bertivr.it<br />
plessivamente vitati in<br />
<strong>Lombardia</strong> tra vigne<br />
Docg, Doc e Igt per una<br />
produzione complessiva<br />
pari a 1.5000.000<br />
ettolitri di vino tra bianco,<br />
rosso e spumanti<br />
(su www.lombardiavini.it<br />
tutte le info sull’eccellenza vitivinicola<br />
lombarda).<br />
Atteso in fiera, infine, il neo assessore<br />
all’Agricoltura di <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lombardia</strong>, Gianni Fava, che sarà<br />
presente a Vinitaly lunedì 8 aprile per<br />
la “Giornata del Vino Lombardo”, durante<br />
la quale dialogherà con gli operatori<br />
del settore.<br />
Alessia Furia<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 23 I
I VINITALY I<br />
A caccia del ceppo<br />
migliore<br />
HANNO POTENZIALITÀ DI MERCATO<br />
IMPORTANTI I RISULTATI DI UNA<br />
RICERCA AVVIATA IN 18 AZIENDE<br />
DELL’OLTREPÒ PAVESE<br />
E DELLA FRANCIACORTA<br />
L’<br />
idea<br />
rizzare i vini capaci sia di esprime-<br />
all’origine del progetto di<br />
ricerca Enotrack è stata di valo-<br />
re un legame con il territorio di appartenenza<br />
sia di penetrare nei mercati<br />
esteri emergenti. Lo studio ha coinvolto<br />
nelle sperimentazioni diciotto aziende<br />
agricole lombarde ed è frutto della<br />
collaborazione tra il Dipartimento di<br />
Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e<br />
l’Ambiente dell’Università degli Studi<br />
di Milano, il Consorzio per la Tutela del<br />
Franciacorta e il Consorzio Tutela Vini<br />
Oltrepò Pavese, come ci spiega il professor<br />
Roberto Forlino, del Dipartimento<br />
dell’Unimi, coordinatore del progetto<br />
“Valorizzazione delle Docg Franciacorta<br />
e Oltrepò Pavese Metodo Classico<br />
mediante impiego di lieviti autoctoni<br />
per il miglioramento delle produzioni<br />
e come marcatori di tipicità”.<br />
«Abbiamo diretto la ricerca verso lo<br />
spumante realizzato col metodo classico,<br />
essendo uno dei prodotti che manifesta<br />
margini di sviluppo grazie al trainante<br />
successo imprenditoriale del<br />
‘modello Franciacorta’. La qualità del<br />
vino spumante realizzato col metodo<br />
classico dipende da molti fattori», spiega<br />
Forlino; «tra questi, il ceppo di lievito<br />
usato in rifermentazione contribuisce<br />
in maniera decisiva all’ottenimento<br />
delle caratteristiche sensoriali e nutrizionali<br />
del prodotto finito». Tra gli obiettivi<br />
del progetto, triennale, ci sono lo<br />
studio e la salvaguardia della biodiversità<br />
attraverso l’isolamento, l’identificazione,<br />
la tipizzazione e la conservazione<br />
dei lieviti presenti nell’ambiente<br />
viticolo ed enologico di Franciacorta<br />
e Oltrepò Pavese; la selezione, previa<br />
tipizzazione genotipica, di saccaromiceti<br />
autoctoni e lo studio sulle potenzialità<br />
dell’utilizzo di ceppi autoctoni<br />
I 24 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2012 I<br />
t RICERCA DI QUALITÀ<br />
A guidare il team di ricerca sulla<br />
valorizzazione delle Docg Metodo<br />
Classico di Franciacorta e Oltrepò<br />
pavese è stato il professor Roberto<br />
Forlino, del Dipartimento di<br />
Scienze per gli Alimenti dell’Unimi,<br />
qui nella foto circondato dai suoi<br />
collaboratori.<br />
come marcatori di tipicità, attraverso<br />
la messa a punto di un protocollo di<br />
estrazione e di amplificazione del DNA<br />
dal prodotto finito, per il riconoscimento<br />
delle colture usate nel triage.<br />
I risultati della sperimentazione possono<br />
dunque aprire nuove strade anche<br />
agli enologi, oltre che alle aziende vitivinicole.<br />
«Vi è l’evidenza di una grande<br />
e inaspettata biodiversità presente negli<br />
areali produttivi, che andrebbe valorizzata»,<br />
dice Forlino, «attraverso lo sfrut-<br />
Se il 2012 (ma la cosa<br />
prosegue nel 2013), è<br />
stato un anno difficile per<br />
molti settori del sistema<br />
agroalimentare, i dati<br />
dell’ultima vendemmia<br />
sembrano far emergere<br />
una minore sofferenza del<br />
settore vitivinicolo.<br />
L’andamento climatico<br />
dell’estate scorsa ha<br />
inciso in termini<br />
quantitativi sulle<br />
produzioni, che hanno<br />
segnato una diminuzione<br />
media del 12%, con punte<br />
anche molto più elevate<br />
in alcuni areali. A livello<br />
qualitativo si è invece<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
tamento della naturale, stagionale contaminazione<br />
dei mosti e la produzione<br />
di masse in fermentazioni spontanee<br />
da impiegare nei blend successivi per<br />
l’allestimento dei vini base. Seppur un<br />
po’ rischiosa», riconosce Foschino,<br />
«questa procedura consentirebbe all’enologo<br />
l’ottenimento di prodotti differenti<br />
disegnati sul gusto del cliente<br />
e, nel contempo, legati al territorio».<br />
Almeno quattro ceppi autoctoni, due<br />
per ogni territorio coinvolto - Franciacorta<br />
ed Oltrepò Pavese - hanno dimostrato<br />
caratteri tecnologici e qualitativi elevati,<br />
in grado di essere proposti alla produzione<br />
e commercializzazione. Un<br />
patrimonio genetico con potenzialità<br />
fenotipiche ancora inesplorate. «La messa<br />
a punto del protocollo di identificazione<br />
del lievito Saccharomyces Cerevisiae<br />
a livello di ceppo», conclude il professore,<br />
«è una risorsa analitica utile per i<br />
produttori di vino che va a vantaggio<br />
anche dei fabbricanti di starter; si potrebbe<br />
allora sostenere la realizzazione di<br />
una ‘carta d’identità’ di ceppo, implementando<br />
un sistema di certificazione».<br />
Alessia Furia<br />
1 PRODUZIONE VITIVINICOLA: NEL 2012 DATI INCORAGGIANTI<br />
confermata una buona<br />
annata. All’interno delle<br />
varie denominazioni se ne<br />
notano alcune, anche di<br />
nuova costituzione, che
I nuovi<br />
trend<br />
del gusto<br />
CRESCE L’INTERESSE PER LE<br />
ETICHETTE TIPICHE ANCHE DA<br />
PARTE DEI GIOVANI, CHE SONO<br />
SEMPRE PIÙ ORIENTATI AL<br />
CONSUMO DI VINO, COME CI<br />
SPIEGANO DUE ENOLOGI UNDER 40<br />
All’interno dell’evidente difficoltà<br />
di un settore che deve vivere di<br />
margini sempre più ristretti e<br />
inseguire tendenze di mercato sempre<br />
più mutevoli, Riccagioia - il Centro di<br />
studi e ricerca sulla vite di <strong>Regione</strong><br />
danno segno di particolare<br />
vivacità, come il Lugana,<br />
che conferma il trend<br />
positivo degli ultimi anni.<br />
Se dunque la crisi<br />
economica impatta anche<br />
su alcuni settori dell’agroalimentare,<br />
con riposizionamenti<br />
della produzione<br />
verso prodotti più<br />
accessibili al consumatore,<br />
lo stesso non sembra<br />
essere successo, se non<br />
marginalmente, nel<br />
vitivinicolo, dove le<br />
produzioni di qualità, che<br />
coprono la maggioranza<br />
della produzione lombarda,<br />
mantengono le posizioni<br />
t STUDIO E PASSIONE<br />
Igor Pasquale, 36 anni, e Simone Fiori,<br />
25, sono i due enologi che lavorano<br />
presso Riccagioia, il Centro di studi e<br />
ricerca sulla vite di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />
dove negli ultimi tempi si sono<br />
intensificati gli studi sull’ottenimento<br />
di vini di qualità senza l’uso di solfiti.<br />
<strong>Lombardia</strong> con sede in Oltrepò pavese,<br />
è ancora al riparo da pressanti esigenze<br />
commerciali. Con l’aiuto di due giovani<br />
enologi del Centro - Simone Fiori,<br />
25 anni, e Igor Pasquale, 36 anni - abbiamo<br />
cercato di capire quali sono le nuo-<br />
preminenti degli scorsi anni.<br />
Dei circa 1.300.000 ettolitri<br />
di vino della vendemmia<br />
scorsa, su di una superficie<br />
di circa 21.000 ettari più del<br />
50% è rappresentato da<br />
vini a denominazione di<br />
origine (11% Docg e 40%<br />
Doc), il 38 da vini a Igt e<br />
solamente l’11% da vini da<br />
tavola. Dati incoraggianti,<br />
che si spera siano<br />
confermati dall’esito del<br />
Vinitaly 2013.<br />
ve tendenze in cantina e a tavola. Laurea<br />
nell’aprile 2012 in Scienze viticole ed<br />
Enologiche dell’Università degli studi<br />
di Torino, Simone Fiori, prima di arrivare<br />
a Riccagioia ha lavorato durante<br />
la stagione di vendemmia come cantiniere<br />
in un paio di aziende in Oltrepò<br />
pavese e in Umbria. «Le aziende, in particolar<br />
modo le medio piccole, stanno<br />
cercando di spostarsi da una filosofia<br />
più commerciale a una più etica».<br />
Ecco perché molte aziende, così come<br />
Riccagioia, stanno lavorando sul contenuto<br />
in solfiti. «Grazie alle tecnologie<br />
e alle conoscenze dell’enologia moderna,<br />
si è visto come sia possibile ottenere<br />
ottimi risultati anche senza l’ausilio<br />
di quantitativi massicci di solfiti.<br />
Alcune pratiche già molto utilizzate<br />
sono il raffreddamento delle uve prima<br />
della pressatura, con celle frigo o<br />
ghiaccio secco, che permettono di ovviare<br />
i problemi di ossidazione legati alle<br />
tirosinasi, inattive a basse temperature<br />
(
I VINITALY I<br />
Giovani che mettono in<br />
bottiglia le idee dei padri<br />
SONO LA NUOVA GENERAZIONE<br />
DI VITIVINICOLTORI CHE HANNO<br />
EREDITATO VIGNETI E CANTINE<br />
DAI PADRI E CHE NON INTENDONO<br />
RINUNCIARE AL PRESENTE 2.0<br />
E PURE AL LEGAME COL PASSATO.<br />
HANNO QUINDI SCELTO LA STRADA<br />
DELLA VALORIZZAZIONE DEL<br />
TERROIR MA CON I NUOVI PRINCIPI<br />
DELLA SOSTENIBILITÀ E DELLA<br />
QUALITÀ DELLE PRODUZIONI<br />
I 26 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
Il mondo del vino lombardo sta cambiando<br />
pelle grazie a una nuova generazione<br />
di vitivinicoltori che si sta<br />
facendo largo, imponendosi con un<br />
bagaglio di idee innovative e nuove<br />
modalità operative giocate attorno a<br />
un minimo comun denominatore: la<br />
valorizzazione del terroir secondo i<br />
nuovi principi di qualità e sostenibilità<br />
delle produzioni. Paradossalmente questa<br />
piccola rivoluzione dei giovani talenti<br />
non rompe i legami col passato, ma<br />
del passato cerca le radici più profonde,<br />
riscoprendo ad esempio nei vitigni<br />
autoctoni tesori dimenticati che tornano,<br />
grazie a loro, a parlare del territorio.<br />
Perché l’importante è il “racconto<br />
di un vino” che non può in nessun caso<br />
essere disgiunto dal suo luogo d’origine.<br />
Un racconto che bisogna saper<br />
comunicare, in Italia come all’estero,<br />
con le modalità e le competenze che<br />
servono oggi. La generazione 2.0 conosce<br />
le lingue, si destreggia mirabilmente<br />
tra fiere ed eventi e usa i social network<br />
per organizzarli, si mette in rete con il<br />
pubblico e fa gioco di squadra con i<br />
produttori vicini.
I DORIA DI MONTALTO PAVESE<br />
«Non facciamo altro che mettere in bottiglia<br />
le idee dei nostri padri», si schermisce<br />
Davide Doria, rampollo di un’antica<br />
schiatta di viticoltori, i Doria di<br />
Montalto Pavese, presenti in Oltrepò<br />
sin dall’Ottocento, da quando l’area<br />
era parte integrante del Regno di<br />
Piemonte. Per i Doria, ricerca e sperimentazione<br />
finalizzate al recupero delle<br />
antiche tradizioni sono da sempre<br />
assi portanti dell’impresa e Davide, col<br />
fratello Andrea, continua convinto su<br />
questa strada. «Siamo stati tra i primi<br />
in zona a investire su una vecchia<br />
varietà di Nebbiolo autoctono da<br />
cui abbiamo ricavato un vino di grande<br />
pregio. Il vitigno è stato selezionato<br />
in una rosa di cento, su cui è stata condotta<br />
una sperimentazione ventennale,<br />
in collaborazione con l’Università di<br />
Milano». Un altro recupero più recente<br />
ha riguardato un vitigno risalente<br />
ai tempi dell’impero asburgico, che aveva<br />
individuato nelle colline oltrepadane<br />
il terroir adatto alla sua nobile uva.<br />
Si tratta di un Riesling renano metodo<br />
classico in purezza, un vino da lungo<br />
invecchiamento che può perfino superare<br />
i vent’anni. «Sono prodotti particolari<br />
apprezzati anche all’estero, proprio<br />
perché legati alla storia e alle tradizioni<br />
locali». Una storia tutta da raccontare,<br />
e per questo la Doria si è dotata<br />
del centro enoculturale La Colombina,<br />
attrezzato con un'ampia biblioteca, dove<br />
si svolgono incontri tematici sul vino,<br />
convegni e degustazioni.<br />
I PASINI DELLA VALTÉNESI<br />
Anche per Paolo Pasini, produttore di<br />
Groppello e Chiaretto in Valténesi, sulla<br />
sponda lombarda del Garda, il racconto<br />
del vino è fondamentale e “verde”,<br />
racchiuso in una sorta di decalogo<br />
sciorinato di getto: «Vogliamo produrre<br />
vini sani, leggeri, con il minor impat-<br />
t AZIENDE DA EXPORT<br />
Nella pagina a sinistra Davide Doria<br />
accanto all’enoturismo aziendale La<br />
Colombina a Montalto Pavese, sulle<br />
colline dell’Oltrepò. La sua sfida<br />
consiste nel puntare su antichi vitigni<br />
autoctoni. In alto i cugini Paolo e<br />
Luca Pasini, la cantina, la barricaia<br />
e, in basso, una veduta aerea<br />
dell’azienda circondata dai bei vigneti<br />
della Valténesi. Producono Groppello<br />
e Chiaretto destinato per il 40 per<br />
cento al mercato estero.<br />
to ambientale possibile, prendendo<br />
coscienza delle nostre radici, per estrarne<br />
il “segreto originale”, attraverso investimenti<br />
importanti in vigna e in cantina».<br />
E marca la distanza con un passato<br />
dominato da logiche meramente<br />
commerciali, contrapponendo una visio-<br />
ne di lungo periodo: «L’investimento in<br />
vigna va programmato almeno sui 30/50<br />
anni». Per la cantina, tutta a energia<br />
solare, vale lo stesso discorso. «Poniamo<br />
attenzione all’intera filiera per evitare<br />
sprechi, scegliendo fornitori vicini e<br />
bottiglie più leggereanche per gli spumanti,<br />
abolendo gli incarti inutili e riducendo<br />
le lavorazioni allo stretto necessario».<br />
E poi c’è il racconto del vino nell’enoteca-ristorante<br />
ricavata dalla<br />
vecchia cantina e dotata di una terrazza<br />
panoramica sui vigneti a perdita d’occhio,<br />
gustando anche con gli occhi il<br />
“sapore” del territorio. In azienda Paolo<br />
si occupa del commerciale insieme ai<br />
cugini Sara, in amministrazione, e Luca,<br />
che cura l’aspetto enologico e agronomico,<br />
col papà ancora in azienda a<br />
dare una mano. Il 40 per cento delle<br />
bottiglie prodotte va all’estero, in<br />
quindici paesi di cui solo la Germania<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 27 I
I VINITALY I<br />
rappresenta un’eredità familiare. «Per<br />
lo sviluppo dell’export, conta la conoscenza<br />
delle lingue che consente di sfruttare<br />
al meglio le opportunità offerte oggi<br />
dai viaggi low cost. È una scelta obbligata,<br />
giacché il mercato interno è completamente<br />
chiuso a causa di una regionalizzazione<br />
ormai compiuta, con un<br />
vino “dominante” su ogni territorio».<br />
LA VILLA CRESPIA DI FRANCIACORTA<br />
Non conosce confini regionali invece il<br />
racconto del vino di Michela Muratori,<br />
responsabile della comunicazione di<br />
Villa Crespia, in Franciacorta, una delle<br />
“isole” dell’arcipelago che ne conta<br />
altre tre sparse per l’Italia. Michela ha<br />
scelto di comunicare attraverso i social<br />
network, da Facebook a Four Square,<br />
da Twitter a Istagram. Inoltre, con un<br />
suo blog e la “complicità” di settanta<br />
giovani colleghi franciacortini, anima<br />
eventi, cercando di diffondere l’uso del<br />
Franciacorta come aperitivo o in accompagnamento<br />
di cibi insoliti come la<br />
pizza. «Tentiamo di “sdrammatizzare”<br />
un vino importante, ancora destinato<br />
prevalentemente alle occasioni speciali.<br />
Coinvolgiamo così, solo in Franciacorta,<br />
duemila persone all’anno in una ventina<br />
di eventi, ma siamo molto attivi<br />
anche nelle altre aree dell’“arcipelago”.<br />
È un lavoro duro, non ci sono orari,<br />
né sabati o domeniche, ma al consumatore<br />
va assolutamente raccontata la storia<br />
del vino e la comunicazione oggi<br />
risulta decisiva». Con una laurea in lingue<br />
e un master in marketing conseguito<br />
a Dublino, Michela, la maggiore<br />
di tre fratelli, è entrata in azienda dopo<br />
un periodo di affiancamento al direttore<br />
commerciale, introducendo le nuove<br />
tecniche di comunicazione, tanto più<br />
I 28 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
t LA MODERNITÀ CHE<br />
DÀ VOCE ALLA TERRA<br />
Fondamentale il dialogo sui nuovi<br />
media così come il rispetto della<br />
natura per Michela Muratori<br />
(nella foto sotto), responsabile<br />
comunicazione di Villa Crespia,<br />
Franciacorta (in alto), dove si sta<br />
sperimentando una fertilizzazione<br />
che fa uso delle micorrize.<br />
Producono vini diversi in base<br />
alla quota altimetrica i fratelli Fay<br />
(nella pagina a fianco), che<br />
gestiscono i vigneti di famiglia<br />
in Valgella, Valtellina.<br />
efficaci quanto basate su solidi contenuti.<br />
Oltre alla qualità, la filosofia aziendale<br />
è imperniata sulla sostenibilità:<br />
«Partecipiamo al progetto I.TA.CA. per<br />
la riduzione della nostra impronta carbonica<br />
e utilizziamo energia autoprodotta<br />
all’80 per cento del nostro fabbisogno,<br />
che raggiungerà il 100 per cento<br />
nel giro di un anno». Sempre in tema<br />
di sostenibilità, molto originale è l’approccio<br />
al vino naturale, che Michela<br />
ha battezzato “simbiotico”. «Parliamo<br />
della completa interazione tra uomo<br />
e ambiente, nel rispetto della naturalità.<br />
In una delle tenute abbiamo sperimentato<br />
un sistema di fertilizzazione,<br />
attraverso particolari famiglie fungiformi<br />
(le micorrize), che ristabilisce l’equilibrio<br />
microbiologico del terreno, garantendo<br />
così alla vite una maggiore resistenza<br />
alle malattie. Questo consente la<br />
produzione di vini che non abbisognano<br />
di pratiche di cantina, mantenendo<br />
il carattere originario senza bisogno di<br />
aggiungere solfiti, i “Simbiotici”, per<br />
l’appunto».<br />
I FRATELLI FAY E MORELLI, IN VALTELLINA<br />
Un’attenzione quasi maniacale alla vigna<br />
e l’“ascolto” della voce del territorio ispirano<br />
anche l’azione dei fratelli Fay<br />
che operano in una piccola porzione<br />
della Valtellina, la Valgella, dove si sono<br />
incontrati i vigneti della famiglia materna,<br />
i Morelli, e quelli della famiglia paterna,<br />
i Fay. Qui Marco, studi enologici, ed
Elena, laurea in economia e commercio,<br />
lavorano con il papà, continuando<br />
ad attuare il progetto familiare di<br />
incrementare vigneti di proprietà e,<br />
soprattutto, di riuscire a conferire significato<br />
ad ognuno di essi, con la visione<br />
del cru alla francese.<br />
«A seconda della quota altimetrica»,<br />
spiega Elena, «produciamo vini diversi.<br />
Dalla fascia più bassa ricaviamo il<br />
vino base, un rosso equilibrato, di buona<br />
qualità, da quella media le selezioni<br />
e da quella alta gli sforzati». Della vigna<br />
e della vinificazione si occupa Marco,<br />
mentre Elena cura la parte commerciale,<br />
«secondo le inclinazioni che si sono<br />
manifestate in noi sin da bambini, anche<br />
se al momento Marco si sobbarca i viaggi<br />
all’estero che prima della nascita di<br />
EVOLUZIONE<br />
DELLA SPECIE<br />
L’unica azienda sul mercato in grado di offrire una gamma<br />
completa di trinciatrici per la manutenzione di argini, banchine<br />
stradali e verde in genere: 10 modelli base disponibili in varie<br />
misure per trattori da 25 a 200 HP.<br />
un figlio rientravano nei miei compiti.<br />
Puntiamo molto sull’export, che quota<br />
ormai il 40 per cento della produzione<br />
ed è diretto verso Stati Uniti,<br />
Giappone e Regno Unito. Si tratta di<br />
mercati di nicchia, naturalmente, ma<br />
che apprezzano sempre più i vini della<br />
Valtellina». La dimensione “di nicchia”<br />
è quella che meglio esprime la filosofia<br />
aziendale Fay, così come il rapporto<br />
diretto con i visitatori, accolti da Elena<br />
da maggio a settembre in piccoli gruppi,<br />
per poter mostrare loro in maniera<br />
approfondita il lavoro in vigna e in cantina.<br />
Nella logica del lavoro di rete vol-<br />
Via Musi, 1/A-3 - 37042 Caldiero (VERONA)<br />
Tel. 045.6139711 - Fax 045.6150251 - info@bertima.it - www.bertima.it<br />
to a migliorare la qualità dei vini dell’intera<br />
valle, i fratelli Fay partecipano<br />
attivamente alla dialettica interna tra<br />
produttori in seno al Consorzio Vini<br />
di Valtellina. «Noi abbiamo sposato le<br />
teorie dell’orientamento del filare da<br />
Est a Ovest, anziché da Nord a Sud,<br />
parallelamente al corso del sole, con<br />
ottimi risultati. Altri continuano con<br />
l’esposizione tradizionale, ma il dibattito<br />
è aperto e ciascuno porta il suo contributo<br />
alla discussione. L’importante<br />
è, sempre e comunque, il rispetto del<br />
vitigno».<br />
Marinella Marinelli<br />
APOSTOLICOADV.IT
LE I IN AZIENDE PRIMO INFORMANO PIANO I<br />
Informazione promozionale<br />
4 La gestione dell’azoto:<br />
efficiente per necessità<br />
Gli apporti di azoto ai terreni<br />
coltivati sono sostanzialmente<br />
di due tipologie:<br />
quelli derivanti dagli effluenti<br />
zootecnici e quelli presenti<br />
nei concimi minerali. Dal<br />
punto di vista agronomico<br />
sono entrambi fondamentali<br />
per svariate ragioni.<br />
Gli agricoltori attenti sanno<br />
che le dosi di azoto devono<br />
sempre rispettare i limiti e gli<br />
equilibri dati dai MAS (massimi<br />
apporti standard) combinati<br />
con i valori della Direttiva<br />
Nitrati per le zone vulnerabili.<br />
In un’ottica quantitativa,<br />
gli effluenti sono regolamentati<br />
dalle direttive regionali in<br />
modo teorico (vedi tabella)<br />
ma purtroppo difficilmente<br />
quantificabili in termini di<br />
effettivo apporto nutritivo<br />
MAS<br />
E qui entrano in gioco i fertilizzanti<br />
minerali, unico apporto<br />
quantificabile in maniera<br />
precisa ed appropriata.<br />
Considerati gli apporti potenziali<br />
di azoto derivanti dai concimi,<br />
appare evidente l’importanza<br />
di come questo<br />
nutriente debba effettivamente<br />
essere - come tempistica<br />
e come efficacia - disponibile<br />
ed utilizzabile dalle colture.<br />
Un concime quindi sicuro,<br />
affidabile, versatile ed estremamente<br />
efficiente.<br />
ENTEC ®:lamassima efficienza<br />
dell’azoto<br />
La tecnologia ENTEC ® (tecnologia<br />
ecologica dell’azoto)<br />
N<br />
naturale<br />
LA DIRETTIVA NITRATI E LE SUE DEROGHE IMPONGONO ALLE AZIENDE LOMBARDE UN SISTEMA<br />
ESTREMAMENTE EFFICIENTE PER LA GESTIONE DELLE DIVERSE FORME AZOTATE PRESENTI NEI TERRENI.<br />
Senza deroga<br />
170 kg N<br />
(liquame bov 50% eff.)<br />
Coltura Kg N/ha Kg N/ha N da e.a. N da concime N da e.a. N da concime<br />
MAIS<br />
(13 ton/ha)<br />
280 60 85 135 163 54<br />
Il Programma d’Azione della <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> (DGR 2208) prevede i valori massimi di azoto applicabile per singola coltura<br />
(MAS) . Si riportano, a titolo di esempio i potenziali apporti di N da concimi minerali in terreni ZVN senza e con deroga<br />
è stata sviluppata e brevettata<br />
da BASF oltre dieci anni fa,<br />
ma ancora oggi è considerata<br />
- numerose sperimentazioni<br />
lo testimoniano - la più efficace<br />
e redditizia. Si tratta di<br />
concimi ad elevato contenuto<br />
in azoto stabilizzato dall’inibitore<br />
della nitrificazione<br />
3,4 DMPP, una molecola che<br />
rallenta il metabolismo dei<br />
Nitrosomonas,ibatteri responsabili<br />
della nitrificazione dell’azoto<br />
ammoniacale nei suoli<br />
coltivati. I risultati sono molteplici:<br />
nutrizione azotata<br />
costante e graduale nel tem-<br />
Con deroga<br />
250 kg N<br />
(liquame bov 65% eff.)<br />
po, riduzione delle perdite per<br />
lisciviazione e volatilizzazione,<br />
maggior flessibilità nelle<br />
epoche di distribuzione.<br />
La situazione appare ancor più<br />
interessante alla luce di recenti<br />
sperimentazioni in merito<br />
agli effetti della molecola 3,4<br />
DMPP sull’azoto presente nel<br />
terreno non derivante dagli<br />
apporti minerali.<br />
Inibire anche l’azoto degli<br />
effluenti? Sperimentazioni<br />
in atto<br />
Alcune ricerche sperimentali-<br />
fra cui la più recente svi-<br />
luppata in Italia è quella condotta<br />
dal Cra di Roma<br />
(Centro di Ricerca per lo studio<br />
delle relazioni tra pianta<br />
e suolo)- confermano l’efficacia<br />
del 3,4 DMPP nel ritardare<br />
l’ossidazione delle forme<br />
ammoniacali presenti<br />
negli effluenti fino a quattro<br />
settimane. Questo significa<br />
che, quando il 3,4 DMPP<br />
si trova nel terreno, è in grado<br />
di migliorare l’efficienza<br />
non solo dell’azoto apportato<br />
con i concimi minerali,<br />
ma anche delle altre forme<br />
azotate presenti nel terreno,<br />
in particolare quelle<br />
ammoniacali apportate con<br />
gli effluenti.<br />
EuroChem Agro: una gamma<br />
completa per tutte le esigenze<br />
La gamma prodotti ENTEC ®<br />
con la tecnologia dell’azoto<br />
inibito dal 3,4 DMPP si è con<br />
il tempo consolidata e arricchita:<br />
fertilizzanti di semina<br />
e pre-semina (ENTEC ®<br />
13-10-20 e ENTEC ® 25-15);<br />
prodotti da utilizzare in copertura<br />
(ENTEC ® 26 e<br />
ENTEC ® 46); ma anche la<br />
linea Flexammon ® , specifica<br />
per le realtà cerealicole<br />
del nord Italia, in particolare<br />
mais, riso e grano: concimi<br />
composti ottenuti per<br />
miscelazione di azoto stabilizzato<br />
e altri componenti<br />
a base di fosforo, potassio<br />
e zolfo. E ancora, UTEC ® 46,<br />
azoto ureico con inibitore<br />
dell’ureasi.<br />
Una gamma completa di prodotti<br />
di qualità a disposizione<br />
degli agricoltori più<br />
esigenti ed attenti.
I FILIERA CORTA I<br />
Prezzo equo ai consumatori,<br />
reddito garantito alle aziende<br />
È LA FORZA DEL PATTO CHE SEMPRE<br />
PIÙ PICCOLI PRODUTTORI HANNO<br />
DECISO DI SIGLARE CON I GAS,<br />
I GRUPPI D’ACQUISTO SOLIDALE<br />
CHE, NATI VENT’ANNI FA, OGGI<br />
RAPPRESENTANO CASI RIUSCITI<br />
E DURATURI DI FILIERA CORTA,<br />
ALL’INSEGNA DEL RISPETTO DEL<br />
LAVORO E DELL’AMBIENTE<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
in poi non sarà più solo il<br />
Pil a determinare il grado di<br />
D’ora<br />
“ricchezza” di un popolo ma<br />
un insieme di parametri tra i quali il reddito<br />
è solo uno dei fattori considerati. In<br />
Italia si chiama Bes (Benessere Equo e<br />
Sostenibile) il nuovo strumento statistico<br />
messo a punto dall’Istat per misurare<br />
lo sviluppo umano che molto ha a che<br />
fare con un diritto-dovere di cittadinanza<br />
vissuto appieno da ogni componente<br />
della nostra società.<br />
Il consumo critico di beni e servizi da<br />
parte dei Gruppi d’Acquisto Solidale<br />
ben s’inquadra nell’ottica del benessere<br />
sostenibile e i suoi protagonisti sono<br />
semplici cittadini - qualcuno li ha definiti<br />
“ConsumAttori”- che con una sem-<br />
pre più vasta platea di piccoli produttori<br />
hanno stipulato un patto fiduciario<br />
di mutua solidarietà, sulla strada di<br />
una nuova e auspicata economia sociosolidale.<br />
I primi Gas sono comparsi una<br />
ventina d’anni fa con l’idea di mettere<br />
insieme le forze per fare massa critica<br />
e ottenere economie di scala nell’acquisto<br />
di cibi di qualità direttamente alla<br />
fonte, stabilendo relazioni dirette con i<br />
produttori. Ne è nata una reciproca conoscenza<br />
e la consapevolezza condivisa<br />
che il prodotto acquisito dovesse essere<br />
“figlio” di una serie di criteri divenuti<br />
nel tempo irrinunciabili: il rispetto dell’uomo,<br />
dell’ambiente, un prezzo equo<br />
per il consumatore e un reddito soddisfacente<br />
per il produttore. Certo il prez-<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 31 I
I FILIERA CORTA I<br />
zo vantaggioso è un elemento importante,<br />
ma rappresenta solo uno dei fattori<br />
critici di successo di un’esperienza,<br />
quella dei Gas, che ormai si è radicata<br />
nei nostri stili di consumo, coinvolgendo<br />
– si stima – almeno mezzo milione<br />
di persone in Italia. Così la S dell’acronimo,<br />
Solidale per l’appunto, ha<br />
finito per connotare di valore etico il processo<br />
d’acquisto e per garantire a molti<br />
piccoli produttori un canale di vendita<br />
con margini più generosi di quelli<br />
offerti dalla grande distribuzione o dall’industria<br />
di trasformazione, diventando,<br />
in taluni casi, la principale fonte di<br />
ricavi.<br />
Negli ultimi anni, i Gas si sono diffusi a<br />
macchia d’olio in tutto il mondo e anche<br />
in Italia, dove si stima una rete consolidata<br />
di 2.500 realtà operative di cui<br />
ben 450 operanti in <strong>Lombardia</strong>, che<br />
risulta essere la regione con il maggior<br />
numero di strutture. È quanto emerge<br />
da una ricerca nazionale promossa<br />
dall’Area Ricerca e Formazione del<br />
Tavolo della Rete di Economia Solidale,<br />
coordinata da Davide Biolghini, e condotta<br />
in collaborazione con l’Osservatorio<br />
Cores Gruppo di ricerca su consumi,<br />
reti e pratiche di economie sostenibili<br />
I 32 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
dell’Università di Bergamo. «Lo scopo<br />
era di verificare in modo scientifico gli<br />
obiettivi dei gruppi d’acquisto solidali,<br />
la consistenza, il peso economico e “politico”<br />
in rapporto con l’agricoltura e con<br />
un futuro sostenibile per l’economia locale<br />
dei territori», spiega Biolghini, coordinatore<br />
scientifico del Forum<br />
Cooperazione e Tecnologia nonché referente<br />
progetti R&S – Distretto di<br />
Economia Solidale del Parco Sud<br />
Milano, che sottolinea la costante ascesa<br />
nei quindici anni presi in considerazione<br />
a ritmi del 20/25 per cento all’anno.<br />
«L’indagine conferma che la composizione<br />
media di ogni gruppo d’ac-<br />
quisto è di 30 famiglie, una dimensione<br />
“fisiologica” dal punto di vista organizzativo,<br />
oltre la quale avviene una “gemmazione”<br />
in nuovi gruppi, e precisa anche<br />
gli obiettivi, legati alla sostenibilità sul<br />
piano economico, ma anche sociale e<br />
ambientale. Secondo le ricercatrici del<br />
Cores si tratta di esperienze vere e proprie<br />
di cittadinanza attiva e la tendenza<br />
evidenziata nella ricerca è che i Gas stiano<br />
sostituendo per molti versi l’associazionismo<br />
tradizionale. Oltre alla componente<br />
di attenzione all’ambiente, cresce<br />
anche la cooperazione nei singoli<br />
Gas, tra gruppi di Gas e produttori, favorendo<br />
una sorta di “economia delle rela-<br />
t ECONOMIA DELLE<br />
RELAZIONI<br />
Oltre alla componente di attenzione<br />
all’ambiente, presente in tutti i Gas,<br />
«cresce la cooperazione tra i singoli<br />
Gruppi e coi produttori, che sta dando<br />
vita a una economia delle relazioni»,<br />
spiega Davide Biolghini, coordinatore<br />
del Tavolo della Rete di Economia<br />
Solidale, che ha realizzato una ricerca<br />
sui Gas, nonché coordinatore<br />
del Distretto di Economia Solidale<br />
del Parco Sud di Milano.
zioni”. Dall’indagine si evince che i<br />
Gas privilegiano l’acquisto di prodotti<br />
biologici, non necessariamente certificati,<br />
ma forte è la domanda anche di<br />
prodotti del territorio, tipici e a chilometro<br />
zero. La tendenza evolutiva è infatti<br />
verso percorsi di reti di economia locale<br />
e solidale, di cui la <strong>Lombardia</strong> è la<br />
regione più ricca. «Nel Parco Agricolo<br />
Sud», afferma Biolghini, «dove si coltiva<br />
essenzialmente riso e mais in modo<br />
convenzionale, la prima richiesta che<br />
viene fatta dai consumatori “responsabili”<br />
non è sul biologico ma sulla biodiversità<br />
delle coltivazioni e la ricerca<br />
testimonia che i Gas sono sempre più<br />
consapevoli della loro crescente capacità<br />
di incidere sul cambiamento nel<br />
modo di produrre. Se si considera che<br />
a livello nazionale siano circa 500mila<br />
le persone coinvolte nel processo e che<br />
il danaro “mosso” da ogni Gas ammonta<br />
a circa 50 mila euro all’anno, risulta<br />
evidente il peso sempre maggiore di<br />
questa “altra” economia, anche se per<br />
il momento il fenomeno coinvolge principalmente<br />
il settore primario».<br />
Sulla stessa lunghezza d’onda è Mauro<br />
Serventi, che da fondatore del primo<br />
Gas italiano, il Gas Fidenza, è un osservatore<br />
privilegiato del fenomeno e<br />
della sua evoluzione: «I numeri stanno<br />
crescendo, crescono i fatturati e la cri-<br />
t PRO AMBIENTE<br />
Il Gas Pavia (www.despavese.org), tra<br />
i più grossi in <strong>Lombardia</strong> con settanta<br />
famiglie, ha avviato un progetto di<br />
pesca sostenibile in collaborazione<br />
con l’InterGas di Milano che consiste<br />
nel ritiro di tutto il pescato realizzato<br />
da alcuni pescatori dell’Argentario<br />
impegnati nella lotta alla pesca con<br />
strascico. Sempre sulla stessa linea<br />
della sostenibilità è la fornitura di<br />
pesce azzurro che il Gas pavese ha<br />
avviato con alcuni pescatori liguri.<br />
si ci dà una mano, togliendo di mezzo<br />
tutte quelle strutture speculative non<br />
contenibili in una filiera. L’economia<br />
delle relazioni che caratterizza il processo<br />
dei Gas, li rende una componente<br />
essenziale di nuove forme di economia<br />
solidale. Ci sono territori che si<br />
stanno dando una struttura legata all’economia<br />
solidale e un esempio sono i<br />
DES, distretti di economia solidale, comparsi<br />
5/6 anni fa, che rappresentano un<br />
tavolo di lavoro dove i bisogni si confrontano<br />
con le produzioni di beni e<br />
di servizi (logistica, trasporti)”, producendo<br />
decisioni condivise».<br />
CHI SONO E COME LAVORANO I GAS?<br />
Quali le forme organizzative, le problematiche,<br />
gli interlocutori? È fondamentale<br />
essere produttori biologici<br />
certificati o val-<br />
gono altri criteri? Lo abbiamo chiesto<br />
a due Gas delle province di Milano e<br />
Pavia, entrambi partiti come semplici<br />
gruppi di cittadini e successivamente<br />
costituitisi in associazioni senza fini di<br />
lucro per ragioni di trasparenza e di<br />
interlocuzione istituzionale, riscontrando<br />
un’omogeneità di comportamenti<br />
che potrebbero rispecchiare in sintesi<br />
l’intera realtà lombarda.<br />
Innanzitutto c’è la scelta dei produttori.<br />
Sonia Bailini, membro di Gaspacho<br />
di Sesto San Giovanni, in provincia<br />
di Milano (www.gaspacho.org), ci racconta<br />
che il suo Gas privilegia i piccoli<br />
produttori, non necessariamente certificati<br />
bio «poiché sappiamo che la certificazione<br />
è costosa e poi, tutto sommato,<br />
i criteri utilizzati non sono poi così<br />
rigorosi. Ci rivolgiamo anche ai produttori<br />
che coltivano varietà antiche, difficili,<br />
che sono schiacciati dalla distribuzione<br />
e alle cooperative sociali,dove<br />
lavorano persone fragili o disabili. Tutte<br />
le aziende devono però garantire lavoro<br />
dignitoso per sé e per i propri dipendenti.<br />
Preferiamo la ricerca diretta dei<br />
produttori che scoviamo nei mercatini<br />
biologici o attraverso visite dirette in<br />
azienda da parte dei nostri responsabili<br />
delle varie merceologie, o ancora attraverso<br />
il passaparola con gli altri gas.<br />
Siamo piuttosto restii invece a farci contattare<br />
dalle aziende perché non avremmo<br />
il tempo di vagliare seriamente le<br />
proposte».<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 33 I
I FILIERA CORTA I<br />
Ester Spedicato del Gas Pavia, un grosso<br />
Gas che approvvigiona stabilmente<br />
70 famiglie, ci racconta di avere uno<br />
zoccolo duro di produttori storici oramai<br />
collaudato e alcuni interessanti progetti:<br />
«Tra i tanti, c’è n’è uno di sviluppo<br />
della pesca sostenibile, attraverso<br />
il sostegno diretto, in collaborazione<br />
con InterGas Milano, di alcuni pescatori<br />
della zona dell’Argentario. Loro si<br />
occupano della tutela dell’ambiente marino<br />
minacciato dalla pesca a strascico,<br />
attraverso la posa sul fondo marino di<br />
dissuasori che, nel tempo, diventano<br />
vere e proprie case dei pesci. È un’attività<br />
costosa e noi contribuiamo ritirando<br />
tutto il loro pescato, con qualche complicazione<br />
logistica per via della rapida<br />
deperibilità. Siamo anche in contatto<br />
con un gruppo di pescatori liguri, anche<br />
loro impegnati sul piano della pesca<br />
sostenibile, che ci riforniscono di pesce<br />
azzurro».<br />
Entrambi i Gas non fanno magazzino e<br />
quindi le consegne dei prodotti devono<br />
essere precise e puntuali, in modo<br />
da consentire ai gasisti un ritiro agevole<br />
e senza intoppi. «Cerchiamo di concentrare<br />
in pochi momenti del mese tutti<br />
gli ordini e di smaltire le consegne in<br />
tempo reale», racconta Sonia; «siamo<br />
rigidissimi con il ritiro dei prodotti. La<br />
consegna puntuale è una della maggiori<br />
difficoltà di tutto il processo per via<br />
della gestione del trasporto, che spesso<br />
viene affidato dai produttori a terzi,<br />
non sempre affidabili sugli orari di consegna».<br />
Un’altra delle attività fondamentali<br />
dei Gas è la formazione/informazione<br />
sulla propria attività che, nel<br />
caso del Gas Pavia, è particolarmente<br />
indirizzata verso le scuole,mentre<br />
Gaspacho è molto attivo nel tutoraggio<br />
a favore di chi voglia aprire un nuovo<br />
Gas: «Il nostro stare insieme non si risolve<br />
nel semplice fare la spesa in manie-<br />
I 34 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
t L’ORTO IN CASSETTA<br />
In alto, una delle splendide vedute<br />
della cooperativa IrisBio di Calvatone,<br />
in provincia di Cremona, produttrice di<br />
ortaggi biologici che opera all’interno<br />
del Parco Oglio Sud (nella foto in alto<br />
a destra, il presidente Maurizio Gritta).<br />
Qui sotto invece Antonio Corbari, che<br />
produce piantine da orto e ortaggi<br />
biologici a Cernusco sul Naviglio, in<br />
provincia di Milano (sotto, le serre).<br />
Già nel ‘78 portava le sue cassette<br />
di verdura a un gruppo di famiglie<br />
milanese: oggi ne serve 400, per un<br />
totale di 18 Gruppi d’Acquisto Solidale.<br />
ra diversa. Ognuno di noi mette a disposizione<br />
del gruppo, degli altri Gas e<br />
del mondo esterno le proprie competenze<br />
per fare informazione e migliorare<br />
le conoscenze sul consumo critico».<br />
DALLA PARTE DEI PRODUTTORI<br />
Anche dal lato dei produttori, il dialogo<br />
costante e condiviso è fondamentale perché<br />
si facciano passi avanti nella costruzione<br />
di “un capitale delle relazioni”.<br />
Le chiama così Maurizio Gritta, presidente<br />
della cooperativa IrisBio di<br />
Calvatone, in provincia di Cremona,<br />
che con i suoi ortaggi biologici prodotti<br />
nel Parco Oglio Sud è stato un capostipite<br />
storico dell’esperienza con i Gas.<br />
Oggi ne approvvigiona un migliaio: «Non<br />
so se siamo stati i primi o i secondi in<br />
Italia. Poco importa. Il rapporto diretto<br />
con il cittadino/consumatore era nel<br />
nostro dna fin dalla costituzione della<br />
cooperativa, nel ’77». Così come nel dna<br />
di Maurizio, figlio di un “bergamino”,<br />
c’è da sempre l’amore per la terra che<br />
impregna la sua voce e la sua attività.<br />
«Parlare coi cittadini, informare ed educare<br />
rimane uno dei quattro capisaldi<br />
del nostro agire, e il cinquanta per cento<br />
del mio tempo lo adopero per far questo».<br />
Per IrisBio, prima azienda agricola<br />
biocertificata da terzi nell’85,<br />
c’è naturalmente il fare agricoltura nel<br />
rispetto dell’uomo e dell’ambiente, del<br />
lavoro femminile, della proprietà collettiva<br />
e della garanzia di filiera, che deve<br />
procedere di pari passo con il business.<br />
«Il contadino si deve aprire di più e capire<br />
che il Gas può essere una strada<br />
di uscita dalla crisi del reddito agricolo.<br />
Al tempo stesso, il cittadino deve<br />
capire le esigenze della produzione, capire<br />
che noi tuteliamo il territorio oltre a<br />
produrre cibo, e pagare il giusto prez
zo. Così i nostri “clienti” gasisti sentono<br />
un po’ loro i chilometri di siepi autoctone<br />
che circondano e proteggono terreni<br />
che non ariamo da 25 anni, custodendo<br />
così il nostro paesaggio. L’uomo<br />
si è messo a fare agricoltura per socializzare,<br />
non per produrre cibo!».<br />
Gritta tiene a sottolineare che il fenomeno<br />
è prima culturale e poi organizzativo<br />
e d’accordo con lui è il suo “collega”<br />
Antonio Corbari, produttore di piantine<br />
da orto e ortaggi biologici a<br />
Cernusco sul Naviglio, in provincia<br />
di Milano; anche lui tra i pionieri del rapporto<br />
diretto con i consumatori: «Abbiamo<br />
cominciato nel ‘78 portando i nostri ortaggi<br />
una volta la settimana a un gruppo<br />
di famiglie di Milano e oggi approvvigioniamo<br />
stabilmente 18 Gas per un<br />
totale 350/ 400 famiglie. Il canale rappresenta<br />
il 40% circa della nostra attività<br />
e siamo convinti Gas cresceranno<br />
ancora molto, grazie anche alla nostra<br />
attività di informazione. Proprio per<br />
questo, dopo una vita spesa a favore dell’agricoltura,<br />
ho deciso di passare in parte<br />
le redini dell’azienda a tre giovani che<br />
si vogliono cimentare in questo mestiere<br />
e dedicare buona parte delle mie energie<br />
alla diffusione del messaggio dell’agricoltura<br />
solidale, presso famiglie,<br />
scuole e con incontri in azienda».<br />
Esprime qualche perplessità invece<br />
Antonietta Baruffaldi, che produce vino<br />
biologico di qualità a Stefanago,<br />
nell’Oltrepò pavese: «Sarà perché il<br />
vino è un prodotto particolare, non è un<br />
bene di prima necessità ma attiene alla<br />
sfera del “piacere”. Penso sia più facile<br />
con i prodotti di base che con quelli<br />
trasformati riuscire a trovare la strada<br />
giusta per un rapporto corretto e costante<br />
con i Gas, che sono tante realtà difficilmente<br />
omologabili e, al loro interno,<br />
t VINO “BAG IN BOX”<br />
Antonietta Baruffaldi (nella foto sotto<br />
con i soci) produce vino biologico<br />
a Stefanago, nell’Oltrepò pavese<br />
(nella foto in basso un vigneto).<br />
La sua azienda serve abitualmente un<br />
solo Gas, «perché il vino è un prodotto<br />
che attiene più alla sfera del piacere<br />
che a quella dei beni di prima<br />
necessità», che sono i più richiesti<br />
dai Gas. È quindi più orientata<br />
alla vendita diretta, con l’offerta di<br />
vini sfusi confezionati in “bag in box”.<br />
ognuno cerca la combinazione di prodotti<br />
personalizzata. Anche se noi abbiamo<br />
cominciato da poco tempo e serviamo<br />
stabilmente un solo Gas. Abbiamo<br />
avuto qualche sporadico rapporto con<br />
altri, ma non con tutti si riesce a consolidare<br />
un rapporto continuativo.<br />
Anche se noi pensiamo di avere tutte<br />
le carte in regola per lavorare direttamente<br />
con il consumatore e siamo molto<br />
disponibili a soddisfare tutte le richieste,<br />
anche le più articolate, senza costi<br />
aggiuntivi di trasporto: siamo biocertificati<br />
e produciamo vini sfusi di qualità,<br />
confezionato poi in “bag in box”,<br />
con un ottimo rapporto qualità prezzo<br />
e la garanzia della lavorazione artigianale.<br />
Probabilmente, ci vorrà del tempo<br />
e occorrerà lasciare che il “passaparola”<br />
faccia il suo corso, dato che è quasi<br />
impossibile proporsi direttamente ai<br />
Gas, che preferiscono trovare da soli i<br />
propri produttori di fiducia».<br />
Marinella Marinelli<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 35 I
I CASI DI SUCCESSO I<br />
AI QUATTRO PORTONI DEI FRATELLI<br />
GRITTI SI LAVORA INNANZI TUTTO<br />
ALLA CURA DELLE BUFALE NUTRITE<br />
COL FORAGGIO DEI PROPRI PODERI<br />
E ALLA QUALITÀ DEI FORMAGGI,<br />
VENDUTI IN AZIENDA E APPREZZATI<br />
ANCHE DAGLI AMERICANI, A CUI VA<br />
IL 60% DELLA PRODUZIONE<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
Quando l’export è un affare<br />
di famiglia che crea lavoro<br />
Iloro formaggi sono più conosciuti<br />
all’estero che in Italia. Merito di scelte<br />
di marketing aziendale lungimiranti,<br />
che hanno permesso ai fratelli Gritti<br />
di conquistarsi un mercato affatto marginale<br />
in paesi come gli Stati Uniti<br />
d’America e la Germania. Colpa, invece,<br />
di una tradizione italiana che fatica<br />
a pensare insieme, coralmente, ad alternative<br />
di mercato per risolvere le difficoltà<br />
individuali delle singole aziende e<br />
garantire la certezza di reddito e spazi<br />
vitali magari anche attraverso la collaborazione,<br />
la cooperazione e la condivisione<br />
di progetti di ampio respiro.<br />
È pur vero che Alfio e Bruno Gritti sono<br />
partiti da lontano, crescendo nell’azienda<br />
del padre che allevava frisone negli<br />
anni Ottanta, per arrivare oggi a gestire<br />
un allevamento di 900 bufale e un caseificio<br />
che produce normalmente dai nove<br />
ai dodici latticini freschi e stagionati,<br />
pronti per essere esportati per il 60 per<br />
cento e per l’altro 40 per cento venduti<br />
nello spaccio aziendale o affidati a distributori<br />
della zona.<br />
Siamo nel Bergamasco, a Cologno al<br />
Serio, a pochi chilometri dall’aeroporto<br />
internazionale di Orio. Eppure, una<br />
volta entrati nell’aia dei Quattro Portoni<br />
- così si chiama l’azienda,visitabile anche<br />
on line sul sito ricco di info www.quat-<br />
I 36 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
troportoni.it - l’atmosfera è quella di sempre,<br />
tipica delle aziende agricole lombarde.<br />
Con una marcia in più, però.<br />
«All’inizio degli anni Duemila, quando<br />
avevamo ancora trecento vacche in lattazione<br />
e stavamo facendo i conti con la<br />
difficile sostenibilità del regime delle<br />
quote latte, abbiamo cominciato a valutare<br />
la possibilità di aprirci all’allevamento<br />
delle bufale», ci spiegano i due<br />
t CASARI SI DIVENTA<br />
Nel 2005 i fratelli Gritti danno il via al<br />
caseificio aziendale con una scelta in<br />
controtendenza: assumono sei ragazzi,<br />
tutti sotto i trent’anni, di cui due provenienti<br />
dalla facoltà di Agraria di<br />
Milano, «cresciuti professionalmente<br />
con noi», ci dicono i Gritti.<br />
fratelli: Alfio, il fratello maggiore, classe<br />
1958, è medico veterinario mentre<br />
Bruno, di tre anni più giovane, è più concentrato<br />
sulla parte commerciale dell’azienda.<br />
«All’inizio abbiamo rilevato cinquanta<br />
capi da un’azienda che stava chiudendo<br />
qui vicino a noi, cominciando a<br />
sperimentare le potenzialità del latte<br />
munto da destinare alla trasformazione.<br />
Abbiamo però capito subito che, se<br />
volevamo davvero crearci una via alternativa,<br />
la cosa giusta da fare sarebbe stata<br />
quella di investire in prodotti nostri,<br />
originali». Da qui a Latina, dove i Gritti<br />
acquistarono poi altre quattrocento bufale,<br />
il passo è stato breve. «Nel 2005, dopo<br />
aver seguito corsi di formazione, partecipato<br />
a fiere, visitato aziende casearie<br />
nel nord e nel sud Italia e in paesi confinanti<br />
come la Svizzera, abbiamo deciso<br />
di vendere le frisone per dedicarci
al latte di bufala, investendo nella realizzazione<br />
di un caseificio interno all’azienda».<br />
E avendo ben chiara una cosa:<br />
«Di certo non avremmo fatto solo mozzarelle,<br />
ma puntato su formaggi che ci<br />
permettessero di distinguerci e di offrire<br />
una buona ragione a consumatori e<br />
rivenditori per venire da noi a comprare».<br />
L’incontro con un tecnologo<br />
caseario pronto a innovare il mercato<br />
dei formaggi e il coraggio di investire su<br />
giovani da formare in caseificio hanno<br />
fatto il resto. Nel 2006 l’inaugurazione<br />
dello spaccio aziendale e nel 2007, partecipando<br />
a Tutto Food, l’incontro con<br />
l’importatore americano «che ha creduto<br />
subito nei nostri prodotti», e che ancora<br />
oggi porta negli States il marchio italiano<br />
di Quattro Portoni. «Gli americani<br />
sono molto interessati alla filiera corta<br />
e ai prodotti da “farmer”, come li chiamano<br />
loro. I distributori sono continuamente<br />
alla ricerca di prodotti di nicchia,<br />
che sono i più richiesti dal mercato statunitense,<br />
per il quale l’intera lavorazione<br />
in azienda è un plus di garanzia».<br />
Non è un caso, quindi, che i foraggi destinati<br />
all’alimentazione delle bufale dei<br />
Quattro Portoni provengano diretta-<br />
t FORME INVIDIABILI<br />
Morbidi quadrelli come da tradizione<br />
bergamasca, caciotte speziate,<br />
semistagionati a crosta fiorita o classici<br />
come il caciocavallo. E poi l’immancabile<br />
mozzarella, la crescenza, la ricotta<br />
o il blu di bufala (nella foto sotto),<br />
premiato a livello internazionale:<br />
è la gamma dei prodotti inventati e<br />
continuamente rinnovati dal marchio<br />
Quattro Portini dei fratelli Alfio<br />
e Bruno Gritti (in basso).<br />
mente dai campi della famiglia Gritti.<br />
«Nel 2008, quando l’economia americana<br />
viveva un momento di grave crisi, il<br />
nostro importatore ci raccontava di essere<br />
uno dei pochi a lavorare bene, grazie<br />
a prodotti di nicchia come i nostri»,<br />
che infatti vengono venduti anche nei<br />
negozi di New York di Eatitaly, il marchio<br />
fondato da Oscar Farinetti che sta<br />
conquistando mezzo mondo. «Per noi il<br />
costo di esportare i prodotti oltreoceano<br />
equivale a quello di consegnare gli<br />
ordini a Milano, da dove poi è a carico<br />
dell’importatore imbarcare il tutto su<br />
una nave». I costi, semmai, sono altri, a<br />
partire dalla formazione e dall’aggiornamento<br />
continuo, per migliorare e innovare<br />
la gamma dei prodotti, fino alla «partecipazione<br />
a fiere e manifestazioni italiane<br />
e internazionali, che sono care<br />
ma essenziali per farci conoscere». In<br />
questo senso, fondamentale è anche l’iscrizione<br />
ai concorsi internazionali: l’ultimo<br />
vinto dai fratelli Gritti è stato l’anno<br />
scorso a Birmingham, dove sono arriviti<br />
primi pari merito a una gara mondiale<br />
a cui hanno partecipato 2800 formaggi<br />
tra cui il blu di bufala, formaggio<br />
di punta dei Quattro Portoni che difatti<br />
s’è aggiudicato il primo premio.<br />
Ma non è necessario fare lunghi viaggi<br />
per esportare il proprio marchio: «Noi,<br />
per esempio, invitiamo sempre operatori<br />
e clienti a visitare la nostra azienda;<br />
l’anno scorso abbiamo accolto venti<br />
delegazioni dagli Stati Uniti», e qualcuna<br />
è arrivata pure dalla Nuova Zelanda.<br />
«Rimane il rammarico di non riuscire a<br />
conquistare il nostro paese», concludono<br />
i Gritti: «In Italia si stima siano 5/6<br />
milioni i consumatori che si rivolgono<br />
alla filiera corta. Gli agricoltori dovrebbero<br />
mettersi insieme, collaborare, immaginare<br />
nuove forme di vendita collettive<br />
creando spazi di vendita comuni, suddividendo<br />
i costi ma potenziando la diffusione<br />
dei singoli marchi», a vantaggio<br />
di tutti.<br />
Eleonora Marchiafava<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 37 I
I SVILUPPO SOSTENIBILE I<br />
Natura 2000, la rete che<br />
sprigiona valore aggiunto<br />
NATA IN SENO ALLA UE PER LA<br />
DIFESA DELLA BIODIVERSITÀ,<br />
RETE NATURA 2000 NON È UN<br />
VINCOLO PER L’AGRICOLTURA<br />
MA UN’OPPORTUNITÀ, COME<br />
SPIEGA (E INFORMA) IL PROGETTO<br />
FARENAIT, CHE SI RIVOLGE AGLI<br />
IMPRENDITORI PER CONVINCERLI<br />
CHE “LA LORO TERRA VALE”<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
Con oltre 26mila siti, di cui il 36<br />
per cento costituito da agro-ecosistemi,<br />
Rete Natura 2000 è la<br />
più vasta area protetta nel mondo, composta<br />
da zone con habitat e specie animali<br />
e vegetali la cui funzione è garantire<br />
la biodiversità a lungo termine.<br />
Il valore dei servizi ecosistemici che<br />
offre si aggira sui 200/300 miliardi di<br />
euro l’anno. «Una cifra», dicono i promotori<br />
del progetto “fa.re.na.it - fare<br />
rete per Natura 2000 in Italia”, che «supera<br />
di gran lunga il costo della gestione<br />
dei siti. Trascurare questo patrimonio»,<br />
avvertono i promotori del progetto<br />
avviato in Italia all’inizio del 2012,<br />
«comporta un danno in termini di perdita<br />
di biodiversità che, secondo alcuni<br />
economisti, ammonta ogni anno al<br />
3 per cento del Pil e che costa alla Ue<br />
450 miliardi di euro all’anno». Da qui<br />
nasce la campagna di comunicazione<br />
in cui si articola fa.re.na.it, finalizzata<br />
a far conoscere agli agricoltori e ai<br />
cittadini i benefici e le opportunità<br />
della rete ecologica europea. Il progetto,<br />
realizzato nell’ambito del<br />
Programma Life+, è stato proposto dal<br />
CTS-Centro Turistico Studentesco e<br />
ha coinvolto l’Ispra (Istituto Superiore<br />
per la Protezione e la Ricerca Ambientale),<br />
la Comunità Ambiente, società già operante<br />
nell’ambito del programma Life<br />
e di Rete Natura 2000; la Coldiretti e<br />
la <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>, quale rappresentante<br />
delle amministrazioni locali<br />
competenti nell’attuazione delle misure<br />
di Rete Natura 2000 e nella gestione<br />
dei Programmi di Sviluppo Rurali<br />
regionali.<br />
Il messaggio è chiaro: «Il valore dell’ambiente<br />
preservato è uno strumento<br />
che consente di dare più valore<br />
ai prodotti che da quella terra
nascono». Fa.re.na.it si rivolge quindi<br />
in primo luogo ai soggetti economici<br />
che operano all’interno dei Sic e delle<br />
Zps, ma anche alle amministrazioni<br />
locali affinché si attivino per «costruire<br />
una reputazione sulla qualità dei prodotti<br />
agroalimentari e sullo sviluppo di<br />
forme di turismo sostenibile premianti<br />
per gli operatori economici e sociali<br />
dei territori». In sostanza, ci spiegano<br />
dalla Direzione generale Sistemi<br />
verdi e Paesaggio, che sta seguendo il<br />
progetto per conto di <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lombardia</strong>, «gli agricoltori sono custodi<br />
di uno straordinario patrimonio fatto<br />
di biodiversità naturale e agricola; il<br />
suo valore può essere trasformato in<br />
un volano economico per le aziende<br />
che operano nei siti di Natura 2000»,<br />
promuovendo la creazione di strumenti<br />
come per esempio uno specifico marchio<br />
che, «nel rispetto delle norme europee,<br />
valorizzi l’attività delle aziende<br />
agricole che ricadono in queste zone».<br />
Fa.re.na.it si propone quindi innanzi<br />
tutto come un servizio di assistenza e<br />
informazione per gli imprenditori agricoli<br />
operanti nei siti di Rete Natura 2000,<br />
che sono sì tenuti ad applicare i principi<br />
di sostenibilità ambientale nella<br />
gestione dell’azienda, ma usufruendo<br />
dei contributi previsti dai Programmi<br />
di Sviluppo Rurale regionali, con l’effetto<br />
finale di una ricaduta positiva<br />
sia sulle casse aziendali che sulla conservazione<br />
della biodiversità. La scelta<br />
di puntare sull’informazione non è<br />
casuale, perché risponde a una reale<br />
esigenza da parte del settore agricolo.<br />
Le indagini preliminari alla stesura<br />
del progetto hanno infatti rilevato<br />
una scarsa conoscenza della Rete Natura<br />
2000 da parte degli imprenditori, come<br />
attestano le rilevazioni effettuate su un<br />
campione di 2062 imprese agricole italiane<br />
intervistate nel febbraio del 2012.<br />
«Il mondo rurale appare diviso in due<br />
tipologie», spiegano i ricercatori, «con<br />
la grande maggioranza - quasi l’80%<br />
t IL FESTIVAL<br />
Si terrà alla Cascina Cuccagna di<br />
Milano dal 31 maggio al 2 giugno<br />
il Festival della biodiversità<br />
alimentare, nell’ambito del<br />
progetto “fa.re.na.it -<br />
Insieme per Rete Natura<br />
2000”. Con happy hour in<br />
cascina, mostre sulla biodiversità e<br />
visite guidate nelle aziende agricole,<br />
l’iniziativa si propone di<br />
coinvolgere le famiglie e<br />
gli imprenditori agricoli<br />
nella conoscenza diretta<br />
del patrimonio agricolo e ambientale<br />
“prodotto” dalle aree Natura 2000.<br />
- delle imprese agricoleche non conoscono<br />
Rete Natura 2000, e circa un<br />
20% di aziende più dinamiche che riconoscono<br />
in Natura 2000 una potenzialità<br />
di sviluppo di mercato per la propria<br />
azienda. Rispetto alla percezione<br />
degli agricoltori verso Rete Natura 2000,<br />
si sono esaminati due aspetti: il riconoscimento<br />
dei benefici legati in particolare<br />
alle misure economiche di<br />
compensazione previste per chi opera<br />
in queste aree, e la reazione degli<br />
stessi in rapporto ai vincoli e agli ostacoli<br />
incontrati fino a oggi. Il quadro<br />
emergente conferma che l’idea di Rete<br />
Natura è ancora purtroppo legata soprattutto<br />
agli aspetti negativi».<br />
Ecco allora una serie di strumenti messi<br />
a disposizione da fa.re.na.it per aiutare<br />
gli agricoltori e gli operatori delle<br />
aree di Rete Natura 2000 nei vari<br />
adempimenti amministrativi. Il primo<br />
è il sito nazionale www.lamiaterravale.it,<br />
dove si trovano informazioni<br />
relative al progetto e a tutte le iniziative<br />
correlate, come per esempio il servizio<br />
assistenza, consultabile per telefono<br />
e via email. Sempre dal sito è scaricabile<br />
la “Guida Rete Natura<br />
Agricoltura” che, rivolta agli imprenditori<br />
agricoli, approfondisce la conoscenza<br />
dei benefici e delle opportunità<br />
di Rete Natura 2000, proponendo inoltre<br />
esempi di buone pratiche e una panoramicadelle<br />
nuove professioni (green<br />
jobs) in campo ambientale e rurale.<br />
Altro strumento utile e divertente è l’applicazione<br />
“Edugame”, un gioco interattivo<br />
rivolto a tutti coloro che - amministratori,<br />
imprenditori, studenti, professori-<br />
vogliano misurarsi nella simulazione<br />
di scenari che rappresentanto<br />
alcuni habitat tipici di Rete Natura 2000.<br />
LO SPORTELLO INFORMATIVO<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> sta infine allestendo<br />
uno sportello informativo presso<br />
Ersaf: operativo dal prossimo maggio,<br />
offrirà assistenza a distanza relativamente<br />
alla gestione dei siti di Natura<br />
2000, con consulenze di ordine sia normativo<br />
sia tecnico-scientifico. L’obiettivo<br />
è di colmare il gap a livello locale rispetto<br />
alle conoscenze su Rete Natura 2000<br />
e alle relative implicazioni gestionali e<br />
amministrative, al fine di diffondere la<br />
conoscenza delle opportunità per gli<br />
operatori agricoli e promuovere interventi<br />
di sviluppo rurale che valorizzino<br />
le caratteristiche di Rete Natura 2000.<br />
Lo sportello avrà carattere itinerante<br />
e svolgerà attività di animazione e conoscenza<br />
direttamente sul territorio, verso<br />
le amministrazioni locali e i gruppi<br />
di interesse come quelli degli agricoltori,<br />
le associazioni ambientaliste,<br />
i cacciatori.<br />
Eleonora Marchiafava<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 39 I
I FITOSANITARIO I<br />
ELABORATE DALLA REGIONE<br />
INSIEME A SYNGENTA, OFFRONO A<br />
DITTE SEMENTIERE, DISTRIBUTORI,<br />
TRASPORTATORI E AGRICOLTORI<br />
UN SUPPORTO PER LE DECISIONI E<br />
PER LA GESTIONE DELLE DIVERSE<br />
FASI OPERATIVE<br />
Uso sostenibile del<br />
seme conciato: le linee guida<br />
Per molte colture un’elevata percentuale<br />
delle sementi in commercio<br />
viene sottoposta ad un processo<br />
di concia per contrastare patogeni e<br />
parassiti nella fase di germinazione e nei<br />
primi stadi di sviluppo della plantula. La<br />
concia può venire effettuata con prodotti<br />
fungicidi per contenere malattie trasmissibili<br />
per seme e con prodotti insetticidi<br />
per controllare attacchi da insetti<br />
del terreno o da fitofagi fogliari. Le operazioni<br />
di concia delle sementi e l’uso<br />
professionale del seme conciato richiedono,<br />
tuttavia, la consapevolezza dei<br />
potenziali impatti negativi derivanti<br />
dai trattamenti e da un uso improprio<br />
dei prodotti. Importante, di conseguen-<br />
1 CHECK-LIST, QUALCHE ESEMPIO PER LA VALUTAZIONE IN AZIENDA AGRICOLA<br />
Difesa del seme e della plantula<br />
Ritiene necessaria la difesa del seme e della plantula nella sua azienda<br />
agricola?<br />
No Sì<br />
Per quale coltura cerealicola e per quale problematica fitosanitaria ?<br />
Funghi Insetti Funghi e insetti<br />
Mais<br />
Frumento tenero<br />
Frumento duro<br />
Riso<br />
Altro (specificare) ………….<br />
In base alle colture da Lei specificate, quale strumento utilizza per risolvere<br />
le problematiche fitosanitarie sopra indicate ?<br />
Specificare<br />
coltura<br />
Specificare<br />
problematica Concia<br />
Geodisinfestazione<br />
I 40 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
Spuntare strumento<br />
za, è la definizione e l’applicazione di procedure<br />
di comportamento e di misure<br />
di mitigazione in grado di assicurare la<br />
sostenibilità lungo tutta la filiera.<br />
In <strong>Lombardia</strong> i cereali interessano il<br />
t LO DICE LA UE<br />
Le “Linee guida per un uso sostenibile<br />
del seme conciato” si inseriscono nel<br />
contesto della Direttiva “Uso<br />
sostenibile dei prodotti fitosanitari”,<br />
recepita in Italia lo scorso agosto (D.<br />
Lgs. 150/2012), che prevede<br />
espressamente la messa a punto di<br />
procedure sicure, la diffusione di linee<br />
guida e la formazione degli operatori.<br />
Trattamento<br />
fitosanitario<br />
all’emergenza<br />
Tecniche<br />
agronomiche<br />
(avvicendamento,<br />
semina ritardata,ecc.)<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
57% della SAU, con una netta prevalenza<br />
del mais (67%) rispetto al riso (19%)<br />
e al frumento tenero (10%). A livello italiano,<br />
sempre in termini di superficie, la<br />
<strong>Lombardia</strong> rappresenta circa il 24% degli<br />
investimenti a mais da granella, il 44%<br />
a mais ceroso e il 43% a riso. Una politica<br />
mirata a un uso sostenibile dei prodotti<br />
fitosanitari nella coltivazione dei<br />
cerealipotrà avere quindi in <strong>Lombardia</strong><br />
un impatto importante. Con queste premesse,<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> eSyngenta<br />
hanno avviato nel 2012 una collaborazione<br />
per la definizione di specifiche<br />
linee guida sul seme conciato dei cereali.<br />
Diversi gli strumenti sviluppati: manuale,<br />
check-list, software on-line.<br />
Ha una mappatura degli appezzamenti della sua azienda agricola che hanno<br />
specifiche problematiche fitosanitarie ?<br />
No Sì<br />
Ritiene necessaria la difesa del seme e della plantula per tutta la superficie<br />
della sua azienda agricola ?<br />
No Sì<br />
Ritiene utile differenziare l’utilizzo degli strumenti di difesa nei singoli<br />
appezzamenti in funzione delle problematiche fitosanitarie riscontrate ?<br />
No Sì<br />
Applica la differenziazione nell’utilizzo degli strumenti di difesa nei singoli<br />
appezzamenti ?<br />
No Sì<br />
La scelta dello strumento di difesa da cosa è dettata ?<br />
Motivi economici Praticità<br />
Organizzazione aziendale (disponibilità di attrezzature idonee)<br />
Consuetudine<br />
1. Ricevimento e deposito del seme conciato<br />
Durante le operazioni di scarico e stoccaggio sono seguite le misure<br />
per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro<br />
Vengono indossati gli adeguati Dispositivi di Protezione Individuale<br />
Guanti Tuta<br />
Scarpe antinfortunistiche<br />
Maschera (solo quando viene raccolto il seme disperso)
Il manuale “Linee guida per un uso<br />
sostenibile del seme conciato” dei<br />
cereali è composto da tre capitoli principali:<br />
stabilimenti sementieri; stoccaggio,<br />
movimentazione e trasporto dei sacchi<br />
di semente conciata; aziende agricole.<br />
Ognuno descrive le fasi principali<br />
nella gestione del seme conciato e dei<br />
prodotti fitosanitari impiegati considerando,<br />
in particolare, la sicurezza degli<br />
operatori, la prevenzione delle possibili<br />
contaminazioni per i residenti, gli<br />
astanti, gli animali da allevamento e selvatici,<br />
la mitigazione delle possibili contaminazioni<br />
dell’ambiente e degli effetti<br />
negativi sugli organismi non target.<br />
Per ciascuna fase viene, inoltre, riportata<br />
una tabella che riassume schematicamente<br />
gli aspetti critici, le modalità<br />
preventive da adottare e le eventuali azioni<br />
correttive. L’impegno da parte del<br />
Servizio Fitosanitario della <strong>Lombardia</strong><br />
è stato rivolto in particolare al capitolo<br />
sull’azienda agricola che, spesso, acquista<br />
e utilizza seme conciato per una sorta<br />
di consuetudine e non sempre a fronte<br />
di una scelta consapevole, come oggi<br />
richiesto dalla nuova normativa comunitaria.<br />
Nel contesto di un uso sostenibile dei<br />
prodotti fitosanitari la scelta di utilizzare<br />
semente di cereali conciata deve<br />
tenere in considerazione diversi fattori.<br />
Innanzitutto l’azienda deve valutare<br />
il reale rischio fitosanitario legato alle<br />
Nella movimentazione si presta attenzione a non danneggiare i sacchi<br />
o la semente conciata in essi contenuta<br />
Lo stoccaggio avviene in luoghi sicuri, chiusi a chiave, non accessibili<br />
ad animali e bambini, asciutti e al riparo dalla pioggia e dalla luce solare<br />
In caso di accidentale dispersione del seme, questo viene raccolto<br />
immediatamente e messo in un contenitore di plastica sigillato<br />
e correttamente etichettato<br />
4. Caricamento del seme nella tramoggia<br />
Vengono lette le informazioni riportate nelle etichette sui sacchi, in<br />
particolare quelle sull’uso sicuro della semente conciata<br />
I sacchi di semente conciata vengono aperti:<br />
Tirando il filo di chiusura del sacco<br />
Usando coltelli antitaglio<br />
Strappando il sacco<br />
Durante il caricamento della semente conciata nella tramoggia vengono<br />
indossati gli adeguati Dispositivi di Protezione Individuale<br />
Guanti<br />
Tuta<br />
Maschera<br />
In presenza di vento, si presta attenzione a posizionarsi in modo da evitare<br />
contaminazioni per sé, per altre persone e per l’ambiente<br />
Mettendosi in modo da avere il vento alle spalle<br />
Mettendosi in modo che il vento spiri verso l’interno del campo<br />
Si presta attenzione a non scuotere ulteriormente il sacco dopo che tutto<br />
il seme è stato svuotato nella tramoggia<br />
peculiarità dei terreni<br />
da seminare, quali<br />
microclimi che favoriscono<br />
infezioni fungine,<br />
elevata presenza<br />
di insetti terricoli<br />
riscontrata negli anni<br />
precedenti o particolari<br />
precessioni colturali.<br />
Inoltre incidono<br />
su questa scelta<br />
la disponibilità di:<br />
seme conciato per le problematiche<br />
fitosanitarie individuate dall’azienda;<br />
formulati per i trattamenti al terreno;<br />
idonee attrezzature per la distribuzione<br />
dei trattamenti al terreno o per eventuali<br />
trattamenti nelle prime fasi di sviluppo<br />
della coltura. È poi necessario valutare<br />
i costi e l’efficacia delle due modalità<br />
d’intervento, e i differenti quantitativi<br />
di prodotto da distribuire per unità<br />
di superficie.<br />
t LE INFO IN RETE<br />
Nei prossimi mesi si potranno<br />
scaricare le Linee guida dal sito<br />
www.agricoltura-responsabile.it, e<br />
utilizzare il software contenente la<br />
check list. Per info si può scrivere a<br />
servizio.fitosanitario@regione.lombardia.<br />
it, infofito@ersaf.lombardia.it,<br />
adriano.politi@syngenta.com.<br />
Occhiali<br />
Stivali / Scarpe antinfortunistiche<br />
La check-list per la valutazione<br />
dell’uso sostenibile<br />
del seme conciato, predisposta<br />
unicamente per le<br />
osservazioni in azienda agricola<br />
(nel box in basso alcune<br />
delle domande previste dal<br />
questionario), è orientata a<br />
verificare i comportamenti<br />
attuati in ciascuno dei punti<br />
critici identificati nel manuale.<br />
Un breve questionario<br />
preliminare sulla difesa del<br />
seme e della plantula aiuta a comprendere<br />
meglio i fattori valutati dall’agricoltore<br />
nella scelta della semente di cereali<br />
conciata. Il formato cartaceo della<br />
check-list è adatto alla raccolta delle informazioni<br />
direttamente in azienda, nel caso<br />
in cui non si disponga di un accesso a<br />
internet. Successivamente tali informazioni<br />
potranno essere inserite nel software<br />
on-line, che contiene sia il manuale<br />
operativo sia la check list, permettendo<br />
una comoda consultazione di tutti gli<br />
strumenti. Il software raccoglie inoltre<br />
i risultati della valutazione dell’azienda,<br />
evidenzia le criticità nella gestione<br />
del seme conciato e fornisce consigli utili<br />
e azioni migliorative da adottare.<br />
Nei prossimi mesi, il manuale e la checklist<br />
verranno ulteriormente verificati<br />
in diverse aziende agricole della regione<br />
rappresentative per la coltura del<br />
mais, del riso e del frumento.<br />
In caso di accidentale dispersione del seme conciato, si provvede<br />
a raccoglierlo o ad interrarlo in modo che non rimangano<br />
semi esposti in superficie<br />
Dopo lo svuotamento, i sacchi del seme conciato vengono raccolti e stoccati<br />
in un apposito contenitore in azienda agricola per essere poi smaltiti<br />
Prima di mettersi alla guida del trattore, vengono tolti i guanti utilizzati<br />
per il caricamento del seme nella tramoggia<br />
5. Gestione della semina<br />
La seminatrice viene regolata (distanza e profondità di semina, controllo<br />
dell’aspirazione) prima di effettuare le operazioni di semina<br />
Durante la regolazione gli operatori indossano gli adeguati Dispositivi<br />
di Protezione Individuale<br />
Guanti<br />
Tuta<br />
Stivali / Scarpe antinfortunistiche<br />
Durante la semina viene controllata la corretta distribuzione del seme nel<br />
terreno (distanza tra i semi, profondità) ed eventualmente fatte le ulteriori<br />
regolazioni<br />
Prima di rimettersi alla guida del trattore, vengono tolti i guanti utilizzati<br />
per le regolazioni della seminatrice<br />
Si provvede ad interrare il seme eventualmente disperso sulla superficie<br />
del terreno durante le fasi di arresto o di cambiamento di direzione<br />
o ai bordi del campo<br />
Il seme avanzato e non utilizzato per semine successive viene recuperato<br />
e riposto nei sacchi originali<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 41 I
I RICERCA&INNOVAZIONE I<br />
Una libreria su misuraper le<br />
aziende che vogliono innovare<br />
Prosegue ormai da anni la collana<br />
editoriale dei Quaderni della<br />
Ricerca, una collezione importante<br />
di progetti e di risultati di ricerca<br />
curata dalla struttura Ricerca, innovazione<br />
tecnologica e servizi alle impre-<br />
Il Quaderno della Ricerca n.141<br />
Analisi dell’efficienza tecnica delle<br />
imprese agricole<br />
lombarde ed effetti<br />
sulla sostenibilità<br />
ambientale,<br />
agronomica ed economica.<br />
Il caso del<br />
Parco del Ticino –<br />
SOSTARE.<br />
Questo progetto<br />
ha realizzato uno strumento per<br />
considerare quanto l’introduzione<br />
di nuove pratiche agricole modifichi<br />
il reddito aziendale.<br />
L’analisi dell’impatto delle pratiche<br />
agricole sulla realtà ecosistemica<br />
e paesaggistica viene effettuato<br />
sulla base di rilevazioni della<br />
vegetazione naturale e seminaturale<br />
del territorio gestito e, dal<br />
punto di vista economico, sulla<br />
valutazione se un’azienda può<br />
rimanere sul mercato indipendentemente<br />
dai contributi pubblici. In<br />
particolare, si è inteso analizzare<br />
se, in un contesto di sostenibilità<br />
agronomico-ambientale e di multifunzionalità,<br />
la “on-farm diversification”<br />
può portare a un incremento<br />
di redditività. Diventa così<br />
possibile misurare quanto la tutela<br />
dell’ambiente possa creare nuove<br />
opportunità di maggiore reddito<br />
per gli imprenditori.<br />
La gestione agronomica è stata<br />
analizzata modellizzando, nel sistema<br />
diagnostico, le interazioni esistenti<br />
tra scelta delle colture, rotazioni<br />
agrarie, gestione delle risorse,<br />
livello di input dei fattori produttivi<br />
di sintesi.<br />
I 42 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
se della Direzione Generale Agricoltura<br />
di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>.<br />
In queste pagine presentiamo gli ultimi<br />
otto Quaderni pubblicati: si va<br />
dai progetti che offrono strumenti per<br />
misurare la sostenibilità economica,<br />
QdR n. 142 Strumenti diagnostici<br />
innovativi per la certificazione sanitaria<br />
della vite<br />
L’introduzione di<br />
obblighi legislativi<br />
dal punto di<br />
vista fitosanitario<br />
come il passaporto<br />
delle piante<br />
(D.L. 214/2005)<br />
e la normativa sulla<br />
certificazione della vite (D.P.R.<br />
1164/69, D.M. 77/2006) hanno imposto<br />
al produttore di barbatelle e portinnesti<br />
di accertare lo stato sanitario<br />
del materiale prodotto. In questa<br />
prospettiva assume particolare<br />
rilevanza la prevenzione di epidemie,<br />
soprattutto di malattie incurabili<br />
(virosi e fitoplasmosi), diffuse<br />
in campo da insetti e quindi controllabili<br />
solamente mediante trattamenti<br />
chimici. Tali pratiche, che per<br />
essere efficaci devono essere costanti<br />
nel tempo e diffuse a livello territoriale,<br />
sono molto costose sia sotto<br />
il profilo economico che, soprattutto,<br />
sotto il profilo della loro sostenibilità<br />
ambientale.<br />
Il progetto ha avuto lo scopo di fornire<br />
strumenti analitici innovativi<br />
che consentissero di effettuare diagnosi<br />
altamente sensibili, specifiche,<br />
affidabili e su larga scala per<br />
la certificazione sanitaria della vite.<br />
Nei due anni di sperimentazione<br />
sono stati ottenuti risultati rilevanti,<br />
che hanno permesso la messa<br />
a punto di protocolli diagnostici<br />
in grado di evidenziare la presenza<br />
di importanti e diffusi patogeni<br />
della vite.<br />
QdR n.143 Qualità e sicurezza dei prodotti<br />
vegetali minimamente trattati<br />
attraverso imballaggi<br />
funzionali<br />
Il Quaderno riporta<br />
i risultati del<br />
progetto sugli<br />
imballaggi plastici<br />
funzionali<br />
VEGAPACK, finanziato<br />
dalla D.G.<br />
Agricoltura nell’ambito del Piano per<br />
la ricerca e lo sviluppo 2009.<br />
I prodotti destinati alla IV gamma - o<br />
vegetali minimamente trattati (prodotti<br />
ortofrutticoli freschi lavati, tagliati,<br />
assortiti e confezionati, pronti per<br />
il consumo) - sono tra i vegetali quelli<br />
che dimostrano il trend di crescita<br />
più positivo nei mercati internazionali<br />
e nazionali. A fronte della semplicità<br />
d’utilizzo, i vegetali di IV gamma<br />
presentano una filiera produttiva<br />
abbastanza complessa e, soprattutto,<br />
problematiche di conservazione<br />
di non facile comprensione<br />
e controllo.<br />
Il progetto VEGAPACK ha studiato il<br />
fenomeno della proliferazione microbica<br />
dei vegetali minimamente trattati<br />
nel corso della loro conservazione<br />
e il controllo dell’attività respiratoria<br />
attraverso soluzioni ottimali di<br />
packaging. L’approccio è stato multidisciplinare<br />
e ha visto collaborare<br />
da un lato il mondo accademico, con<br />
i ricercatori dell’Università degli Studi<br />
di Milano (esperti di microbiologia e<br />
di tecnologie di packaging) e del CNR<br />
(esperti di polimeri), e dall’altro le<br />
realtà produttive della filiera lombarda<br />
della IV gamma.<br />
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />
ambientale ed agronomica delle nuove<br />
pratiche agricole, alla lotta fitosanitaria<br />
e alla valorizzazione dei prodotti<br />
tipici. I Quaderni della Ricerca<br />
sono consultabili e scaricabili dal sito<br />
www.agricoltura.regione.lombardia.it.<br />
QdR n.144 Fontanili lombardi: tutela<br />
e valorizzazione<br />
Nell’ambito del<br />
progetto di ricerca<br />
“Sistema per<br />
la tutela e la valorizzazione<br />
dei fontanili<br />
del territorio<br />
lombardo –<br />
FONTE” è stata<br />
condotta una verifica<br />
dei fontanili lombardi attraverso<br />
il rilievo diretto sul territorio, con<br />
l’individuazione di indici per la misura<br />
delle funzioni irrigua, naturalistica,<br />
paesaggistica e storico-culturale.<br />
L’approfondimento ha permesso<br />
di definire linee guida per la gestione<br />
dei fontanili e alcuni criteri di intervento<br />
per la loro conservazione.<br />
Il censimento è stato effettuato con<br />
metodologia omogenea per tutto il<br />
territorio e realizzato su base GIS<br />
(Geographical Information System),<br />
creando uno strato informativo dei<br />
fontanili della <strong>Lombardia</strong>: una banca<br />
dati compatibile con il SIBITeR<br />
e con la Carta Naturalistica della<br />
<strong>Lombardia</strong>, contenente informazioni<br />
relative alle caratteristiche idrologiche<br />
e naturalistiche e allo stato<br />
di gestione e manutenzione dei fontanili<br />
(circa 1600 fontanili censiti,<br />
per circa 1150 fontanili ancora presenti).<br />
Le schede dei fontanili censiti sono<br />
contenute nel DVD allegato al<br />
Quaderno, che permette la ricerca<br />
dei fontanili in base alla provincia<br />
ed al comune di appartenenza, mentre<br />
la banca dati GIS sarà integrata<br />
nel Geoportale di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>.
QdR n. 145 Verso una gestione razionale<br />
della difesa antiperonosporica<br />
in vigneto<br />
Il Quaderno illustra<br />
i risultati del progetto<br />
di ricerca “Comportamentoepidemico<br />
di Plasmopara<br />
viticola e gestione<br />
delle strategie di<br />
intervento”, teso a<br />
individuare metodi<br />
di controllo della peronospora della<br />
vite, basati su una valutazione affidabile<br />
del rischio d’infezione presente<br />
in vigneto.<br />
Per fare questo sono stati utilizzati<br />
sia i dati biologici derivanti da saggi<br />
di germinazione delle strutture<br />
svernanti del patogeno (oospore),<br />
sia i risultati della simulazione<br />
dell’andamento epidemico forniti<br />
dal modello EPI (Etat Potentiel<br />
d’Infection).<br />
La disponibilità di uno strumento<br />
affidabile di valutazione del rischio<br />
di infezione e la conseguente eliminazione<br />
degli interventi non necessari<br />
presentano infatti vantaggi non<br />
solo dal punto di vista della salvaguardia<br />
della salute del consumatore<br />
e dell’ambiente, ma consentono<br />
anche al viticoltore di tutelare<br />
maggiormente se stesso e risparmiare<br />
sulle spese di produzione.<br />
QdR n. 146 Manuale per la valorizzazione<br />
del legname di Acero, Faggio e<br />
Frassino. Progetto BOSCO-MOBILE<br />
Il Bosco Mobile<br />
(BO.MO.) è un progetto<br />
di ricerca<br />
finanziato dalla<br />
D.G. Agricoltura e<br />
finalizzato alla realizzazione<br />
e ottimizzazione<br />
di una<br />
filiera corta lombarda<br />
bosco-legno. Il progetto ha<br />
avuto una fase importante di analisi<br />
della sostenibilità della filiera legnoarredo,<br />
finalizzata all’individuazione<br />
delle migliori modalità per tradurre<br />
nella pratica le indicazioni delle<br />
politiche europee e nazionali su produzione<br />
e consumo sostenibile, in<br />
modo tale da instaurare un sistema<br />
che sia nel contempo sostenibile<br />
e competitivo sul mercato sia privato<br />
che pubblico.<br />
L’obiettivo è stato quello di creare<br />
una filiera locale legno-arredo caratterizzata<br />
dall’utilizzo di materiale<br />
legnoso proveniente da foreste certificate<br />
secondo i criteri della Gestione<br />
Forestale Sostenibile (PEFC) e da<br />
modalità operative a basso impatto<br />
ambientale, evidenziando così le<br />
eventuali criticità nelle fasi produttive<br />
e suggerendo alternative valide<br />
ed ecologicamente migliori.<br />
QdR n.147 La formaggella della Valle<br />
di Scalve con il latte d'alpeggio<br />
Il Quaderno illustra il “Progetto per<br />
la valorizzazione<br />
della multifunzionalità<br />
del territorio<br />
rurale montano<br />
mediante il rilanciodell'alpicoltura<br />
e la valorizzazione<br />
dei prodotti<br />
caseari d'alta<br />
quota (A.R.V.A. Ad Restituendas<br />
Veteres Artes)”, finanziato da <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lombardia</strong> con il Piano regionale per<br />
la ricerca e lo sviluppo 2009.<br />
L’attenzione è stata focalizzata sulla<br />
valorizzazione della multifunzionalità<br />
del territorio alpestre attraverso<br />
il miglioramento dei sistemi di gestione<br />
del territorio (azioni di contrasto<br />
all’abbandono della pratica dell’alpeggio<br />
estivo dei bovini); sullo sfruttamento<br />
produttivo ottimale degli<br />
alpeggi, grazie all’approfondimento<br />
delle conoscenze floristico-vegetazionali<br />
sui pascoli locali; sulla conoscenza<br />
delle produzioni casearie locali<br />
della Valle di Scalve, per descriverne<br />
gli elementi peculiari e distintivi<br />
da conservare nel tempo.<br />
Particolare rilievo è stato dato alla<br />
caseificazione della Formaggella della<br />
Valle di Scalve a partire da solo latte<br />
prodotto da bovine in alpeggio.<br />
Il futuro in buone mani, le tue.<br />
alimenti zootecnici<br />
ed essicazione cereali<br />
COMAZOO s.c.a.r.l.<br />
QdR n. 148 Valorizzazione delle<br />
D.O.C.G. Franciacorta ed Oltrepò<br />
Pavese metodo classico<br />
Il progetto è stato<br />
realizzato grazie<br />
alla collaborazione<br />
tra Dipartimento<br />
di Scienze per gli<br />
Alimenti, la Nutrizione<br />
e l’Ambiente<br />
dell’Università<br />
degli Studi di<br />
Milano, Consorzio per la Tutela del<br />
Franciacorta e Consorzio Tutela Vini<br />
Oltrepò Pavese. Obiettivi: salvaguardare<br />
la biodiversità attraverso l’isolamento,<br />
l’identificazione, la tipizzazione<br />
e la conservazione dei lieviti<br />
presenti in Franciacorta e Oltrepò<br />
Pavese; selezionare saccaromiceti<br />
autoctoni con caratteri enologici interessanti<br />
per il miglioramento della<br />
qualità; verificare le prestazioni dei<br />
ceppi con prove di spumantizzazione<br />
in cantina; studiare la possibilità<br />
di usare ceppi di lieviti autoctoni come<br />
marcatori di tipicità attraverso la messa<br />
a punto di un protocollo di estrazione<br />
e di amplificazione del DNA dal<br />
prodotto finito per il riconoscimento<br />
delle colture usate nel tiraggio. I risultati<br />
mostrano che collezionare e impiegare<br />
ceppi autoctoni con vocazione<br />
enologica può essere un’attività<br />
strategica per l’impresa vitivinicola.<br />
25018 Montichiari (BS) - Via Santellone, 37<br />
tel 030-964961 - fax 030-9962710<br />
email: info@comazoo.it - www.comazoo.it
I LOMBARDIA MILLENARIA I<br />
Èlombardo l’aratro<br />
più antico del mondo<br />
TESTIMONIANZA<br />
MAESTOSA DEL PASSATO<br />
AGRICOLO MILLENARIO<br />
DELLA LOMBARDIA, È<br />
CUSTODITO A DESENZANO.<br />
INTANTO PROSEGUE<br />
IL PROGETTO DI FARE<br />
DELL’AREA DEL<br />
LAVAGNONE UN CANTIERE-<br />
MUSEO ALL’APERTO<br />
I 42 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
In <strong>Lombardia</strong> non mancano<br />
testimonianze della<br />
vita pastorale e agricola<br />
che risalgono alla sua<br />
prima comparsa nel periodo<br />
Neolitico (V-IV millennio<br />
a.C. circa) quando si diffusero<br />
i primi insediamenti<br />
a carattere stanziale. Le<br />
incisioni rupestri della Val<br />
Camonica, il primo dei siti<br />
italiani riconosciuti dall’Unesco<br />
come patrimonio<br />
dell’Umanità, sono ormai<br />
note al grande pubblico. Ma<br />
le antiche pratiche agricole<br />
hanno disseminato tracce<br />
ovunque in un territorio<br />
che, più di ogni altro, sull’agricoltura<br />
ha costruito la<br />
sua fisionomia e disegnato<br />
i suoi paesaggi. Per esempio,<br />
pochi sanno che proprio<br />
nella nostra regione,<br />
e non nella “fertile mezzaluna”<br />
della Mesopotamia<br />
Fondo Europeo Agricolo<br />
per lo Sviluppo Rurale:<br />
l’Europa investe nelle zone rurali<br />
PSR 2007-2013<br />
Direzione Generale Agricoltura<br />
dove è nata l’agricoltura, è<br />
stato rinvenuto l’aratro<br />
più antico del mondo.<br />
Anch’esso, così come le incisioni<br />
rupestri, è un regalo<br />
della post glaciazione che<br />
ha svelato i resti di un villaggio<br />
palafitticolo abitato<br />
dai nostri antenati gardesani<br />
tra il 2100 e il 1100<br />
a.C. Si tratta dell’area del<br />
Lavagnone, tra Lonato e<br />
Desenzano del Garda e pro-
prio in quest’ultima città<br />
campeggia, racchiuso in una<br />
teca, l’aratro, in un perfetto<br />
stato di conservazione.<br />
Dello stagno del Lavagnone,<br />
una delle tante piccole conche<br />
lacustri di origine glaciale<br />
che caratterizzano il<br />
paesaggio dell'ampio anfiteatro<br />
morenico del Garda,<br />
rimane ormai solo un piccolo<br />
specchio d’acqua, perché<br />
il lago vero e proprio<br />
si è trasformato nei millenni<br />
in una torbiera. E proprio<br />
l’estrazione del prezioso<br />
materiale, oltre al lavoro<br />
di moderni aratri all’avanzare<br />
di terreni coltivati, ha<br />
consentito l’affiorare dei<br />
resti dei vari villaggi di palafitte<br />
costruiti nell’area.<br />
Dei 111 siti complessivi dell’arco<br />
alpino, dichiarati nel<br />
2011 patrimonio dell’Unesco,<br />
l’Italia ne conta diciannove,<br />
dislocati in cinque regioni:<br />
Veneto, Piemonte, Friuli<br />
Venezia Giulia e <strong>Lombardia</strong>,<br />
che ne ospita la maggior parte.<br />
Inoltre, se le strutture<br />
palafitticole più antiche, risa-<br />
1 DESENZANO, CUSTODE DELLA PREISTORIA AGRICOLA<br />
Al museo Rambotti di<br />
Desenzano si possono<br />
vedere numerosi oggetti,<br />
utensili e vasellame<br />
provenienti dagli abitati<br />
palafitticoli che<br />
costituiscono un’irripetibile<br />
testimonianza delle<br />
colture preistoriche di tutta<br />
l’area benacense, la più<br />
importante tra le aree<br />
umide europee di interesse<br />
archeologico. Le torbiere<br />
lenti all'inizio del Neolitico<br />
(5000 a.C.), sono state identificate<br />
in territorio lombardo<br />
e precisamente sul lago<br />
di Varese, l’area gardesana<br />
è quella che vanta la<br />
maggiore concentrazione<br />
di villaggi: più di trenta<br />
abitati dislocati sia sulle<br />
sponde del lago, sia nei bacini<br />
inframorenici come quel-<br />
lo del Lavagnone. Simbolo<br />
delle prime comunità agricole<br />
europee, i siti palafitticoli<br />
ci forniscono straordinarie<br />
informazioni riguardanti<br />
la vita, l’allevamento<br />
e le tecniche agricole dei<br />
popoli di allora. Purtroppo<br />
di questi villaggi è rimasto<br />
ben poco, anche se al<br />
Lavagnone sono ancora<br />
dei bacini inframorenici,<br />
grazie alle loro condizioni<br />
anaerobiche, hanno infatti<br />
consentito di preservare i<br />
materiali organici fino ai<br />
nostri giorni, come<br />
testimonia l’eccezionale<br />
aratro del Lavagnone.<br />
chiaramente visibili alcune<br />
tracce delle palificazioni di<br />
recinto dei villaggi e di sostegno<br />
al basamento delle abitazioni.<br />
Per i prossimi anni<br />
è prevista la continuazione<br />
degli scavi, con il programma<br />
di trasformare l’area<br />
in un cantiere-museo<br />
all’aperto.<br />
Marinella Marinelli
I FAUNA LOMBARDA I<br />
AQUILA REALE<br />
(Aquila chrysaetos<br />
in dialetto: aigola, eghela)<br />
Lunghezza: cm. 76-93<br />
Apertura alare: cm. 190-240<br />
Peso: maschio kg 3-4,6<br />
femmina kg 3,7-6,6<br />
Età massima in natura: 32 anni<br />
Presenza in <strong>Lombardia</strong>:<br />
nidificante sedentaria<br />
Lassù sulle Alpi lombarde<br />
dove nidifica l’Aquila Reale<br />
DALLA METÀ DI MARZO,<br />
DOPO AVER SEGNATO IN<br />
VOLO I CIELI DELLE ALPI,<br />
L’AQUILA È PRONTA<br />
A DEPORRE LE UOVA<br />
NEI NIDI COSTRUITI<br />
SULLE PARETI ROCCIOSE,<br />
AL RIPARO DA INSIDIE<br />
E MINACCE<br />
<strong>Marzo</strong> è un mese cruciale<br />
per l’Aquila reale,<br />
uno tra i più grandi<br />
rapaci italiani che si possono<br />
osservare volare nei cieli<br />
delle Alpi lombarde. La popolazione<br />
di Aquila reale sulle<br />
Alpi Lombarde conta circa 70<br />
coppie: dopo le persecuzioni<br />
da parte dell’uomo nella prima<br />
metà del secolo scorso che<br />
ne avevano ridotto in modo<br />
critico<br />
Carta d’identità<br />
solo estate<br />
tutto l’anno<br />
svernamento<br />
I 46 I LOMBARDIA<br />
VERDE I FEBBRAIO 2013 I<br />
le consistenze, presenta oggi<br />
uno stato di conservazione<br />
favorevole.<br />
Dalla metà di marzo le aquile,<br />
dopo aver delimitato i territori<br />
solcando i cieli con spettacolari<br />
parate nuziali sulle<br />
creste delle montagne e dopo<br />
aver apportato rami verdi ai<br />
grandi nidi riutilizzati da generazioni,<br />
si accingono a deporre<br />
le uova.<br />
I nidi, tre o quattro per territorio,<br />
vengono utilizzati alternandoli<br />
negli anni dalla coppia,<br />
e sono costruiti su pareti<br />
rocciose poste generalmente<br />
al di sotto del limite degli<br />
alberi e a quote inferiori rispetto<br />
ai territori di caccia, per<br />
facilitare il trasporto soprattutto<br />
delle prede più grandi<br />
(marmotte e giovani ungulati).<br />
Meno frequentemente<br />
sulle Alpi, i nidi possono essere<br />
costruiti su alberi.<br />
Le uova deposte, in questa<br />
specie di grande rapace,<br />
sono generalmen-<br />
te due. Ad eccezione delle<br />
annate particolarmente ricche<br />
di cibo, dei due pulcini<br />
nati ne sopravvive solo uno,<br />
per un fenomeno noto ai ricercatori<br />
come “cainismo” che<br />
prevede che il pulcino più forte,<br />
generalmente il primogenito,<br />
uccida, nella competizione<br />
per il cibo il fratello<br />
più piccolo. L’altro uovo rappresenta<br />
quindi una sorta di<br />
riserva biologica, qualora il<br />
primo uovo non si schiudesse<br />
o uno dei due piccoli morisse<br />
prematuramente.<br />
tMONITORAGGIO<br />
In <strong>Lombardia</strong> la presenza<br />
e l’ecologia dell’Aquila<br />
reale è stata indagata nei<br />
principali parchi alpini:<br />
nel Parco delle Orobie<br />
Bergamasche, nel Parco<br />
dell’Adamello e nel Parco<br />
Nazionale dello Stelvio,<br />
dove dal 2004 viene<br />
monitorata la popolazione<br />
nidificante.<br />
La dieta dell’Aquila reale<br />
sulle Alpi si basa prevalentemente<br />
sulla marmotta. Le giovani<br />
aquile, che abbandonano<br />
il nido tra luglio e agosto,<br />
inesperte e ancora poco<br />
abili alla caccia, possono contare<br />
sui piccoli di marmotta<br />
che si affacciano dalle tane in<br />
questo periodo e che, a loro<br />
volta, sono inesperti e ancora<br />
poco abili a sfuggire agli<br />
attacchi dei predatori.<br />
Le minacce derivano principalmente<br />
dal disturbo ai nidi,<br />
soprattutto da parte di incauti<br />
fotografi, da rocciatori o dal<br />
sorvolo a bassa quota di aerei<br />
o parapendii. Il mantenimento<br />
di pascoli e alpeggi, grazie<br />
alla conservazione delle attività<br />
pastorali e di monticazione<br />
in quota, contribuisce a<br />
mantenere un habitat adatto<br />
per la specie, che ha un ruolo<br />
ben sostenibile nell’ecosistema<br />
alpino sia verso gli animali<br />
selvatici sia verso quelli<br />
allevati.
On line il questionario<br />
dell’Unimi rivolto al<br />
mondo della zootecnia<br />
Il progetto ha respiro europeo, e<br />
vede coinvolto il gruppo di ricerca<br />
dell’Università degli Studi di Milano<br />
DIVET - Dipartimento di Scienze<br />
Veterinarie e Sanità Pubblica, che<br />
si occupa di benessere animale e<br />
produzioni sostenibili. Obiettivo e<br />
«aspetto caratterizzante, fin dalla<br />
sua nascita, del progetto AWIN»,<br />
come ci spiegano i ricercatori<br />
dell’Unimi, «è stata la creazione di<br />
un insieme di relazioni dinamiche<br />
tra ricercatori, esperti del settore,<br />
produttori e consumatori, al fine<br />
di stabilire una fattiva e duratura<br />
collaborazione con gli attori della<br />
filiera zootecnica».<br />
Èallora partendo proprio da quest’ultimo<br />
aspetto che il gruppodi ricercatori<br />
ha sviluppato un questionario<br />
rivolto a tutti gli operatori del settore<br />
che si occupano delle specie oggetto<br />
di questo progetto: capre, pecore,<br />
cavalli, asini e tacchini. «Ci rivol-<br />
giamo non solo all’allevatore, ma<br />
anche al veterinario o al tecnico, come<br />
anche - nel caso degli equini - al proprietario<br />
e all’addestratore».<br />
Chi fosse quindi disponibile a compilare<br />
il questionario, che è on line<br />
su www.questionari.unimi.it/awin,<br />
non deve far altro che collegarsi al<br />
sito e rispondere alle domande; possibile<br />
anche la compilazione off line,<br />
con la versione del questionario stampabile.<br />
Per saperne invece di più<br />
sul progetto AWIN, l’indirizzo giusto<br />
è quello del sito www.animal-welfare-indicators.net.<br />
Molto più di una risposta tecnologica alle esigenze<br />
specifiche dell’agricoltura moderna: un progetto<br />
innovativo che evolve le prestazioni in termini di<br />
efficienza operativa, sicurezza e comfort.<br />
La tecnologia IF firmata BKT traccia inediti<br />
standard di qualità per AgrimaxForce. Concepito<br />
per trattori di elevata potenza, consente grandi<br />
capacità di carico a basse pressioni di gonfiaggio<br />
che, unitamente alla superficie di impronta e<br />
alla distribuzione omogenea della pressione di<br />
contatto, garantiscono il massimo rispetto del<br />
terreno lavorato.<br />
Pneumatici Agricoltura BKT:<br />
risposte innovative, in una gamma<br />
tra le più complete e competitive<br />
sul mercato.
I EVENTI & ATTUALITÀ I<br />
Inizia il tour di Vaipervivai tra<br />
le innovazioni del florovivaismo<br />
È LA PRIMA EDIZIONE DI UNA<br />
MANIFESTAZIONE CHE PROMETTE<br />
DI DIVENTARE UN PUNTO DI<br />
RIFERIMENTO PER TUTTI I<br />
PROFESSIONISTI DEL VERDE,<br />
DAGLI AGRONOMI AGLI<br />
ARCHITETTI DEL PAESAGGIO.<br />
L’EVENTO DURERÀ TRE GIORNI,<br />
DAL 5 AL 7 APRILE, E SARÀ<br />
ITINERANTE, CON VISITE GUIDATE<br />
PRESSO I PRODUTTORI ADERENTI<br />
AL DISTRETTO FLOROVIVAISTICO<br />
ALTO LOMBARDO<br />
Èun comparto ad alta specializzazione<br />
quello rappresentato dal Distretto<br />
Florovivaistico Alto Lombardo, che per la<br />
prima volta si presenta, in loco, a un<br />
pubblico di addetti ai lavori e anche a<br />
quello più vasto di appassionati del<br />
verde nel corso di un’articolata<br />
manifestazione. La prima edizione di<br />
“Vaipervivai “ andrà in scena all’inizio<br />
della primavera, dal 5 al 7 aprile, per una<br />
tre giorni a “Porte aperte” presso i<br />
produttori aderenti al Distretto<br />
Florovivaistico Alto Lombardo il<br />
consorzio fra imprese della filiera che<br />
abbraccia le province di Como, Lecco,<br />
Sondrio, Varese, Monza Brianza e<br />
Milano. I primi due giorni saranno<br />
dedicati a una serie di tour presso le<br />
sedi dei produttori che vedranno<br />
I 48 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />
coinvolti i professionisti che a vario<br />
titolo si occupano del verde, pubblico e<br />
privato, come architetti paesaggisti,<br />
agronomi, imprese del verde, catene di<br />
garden center, buyers, tecnici delle<br />
pubbliche amministrazioni e giornalisti.<br />
A loro sarà offerta l’occasione di<br />
approfondire le produzioni del territorio<br />
e le dinamiche di filiera messe a punto<br />
dal distretto nell’ottica della<br />
cooperazione e della messa in rete di<br />
conoscenze e strumenti comuni. Nella<br />
giornata di domenica, invece, i vivai<br />
apriranno le porte al grande pubblico di<br />
appassionati, cui saranno dedicati in<br />
ogni sede eventi speciali, finalizzati alla<br />
conoscenza di questo particolare mondo<br />
produttivo. Si tratta del primo evento<br />
strutturato di marketing territoriale del<br />
distretto, realizzato con la<br />
collaborazione straordinaria della<br />
Fondazione Minoprio e con il sostegno<br />
di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> e delle Camere di<br />
commercio delle diverse aree di<br />
produzione.<br />
INFO: www.altolombardo.it
È Alessandro Folli<br />
il nuovo presidente<br />
dell’Urbim<br />
Cambio al vertice dell’Urbim.<br />
Nuovo presidente dell’Unione<br />
<strong>Regionale</strong> Bonifiche Irrigazioni e<br />
Miglioramenti fondiari della<br />
<strong>Lombardia</strong> è Alessandro Folli, che<br />
continua a presiedere anche il<br />
Consorzio Est Ticino Villoresi. Si<br />
tratta dell’ultimo atto del lungo<br />
processo di riordino dei consorzi<br />
di bonifica, che ha portato alla<br />
riduzione del numero da venti a<br />
dodici, ampliandone competenze<br />
e finalità nel campo della difesa<br />
idrogeologica, dell’irrigazione e<br />
della salvaguardia dell’ambiente<br />
e del paesaggio. Il neo<br />
presidente ha sottolineato<br />
l’importanza dell’azione comune<br />
dei Consorzi al fine di dotare il<br />
territorio di nuove opere di difesa<br />
idraulica, e del potenziamento<br />
della rete irrigua per lo sviluppo<br />
dell’agricoltura, ma ha anche<br />
focalizzato i nuovi compiti dei<br />
consorzi a favore del<br />
miglioramento dell’ambiente,<br />
della valorizzazione del<br />
paesaggio e, di conseguenza, del<br />
turismo e delle attività ricreative.<br />
Per i consorzi del futuro, Folli ha<br />
auspicato il potenziamento<br />
dell’Unione, anche grazie a<br />
collegamenti più stretti con le<br />
regioni vicine.<br />
Nel corso dell’assemblea di<br />
Urbim è stato eletto il nuovo<br />
Consiglio Direttivo che ha<br />
nominato Vicepresidente<br />
Giovanni Desigis<br />
dell’Associazione Irrigazione Est<br />
Sesia e confermato Giorgio Negri<br />
nella carica di Direttore.<br />
INFO: www.urbimlombardia.it
I EVENTI & ATTUALITÀ I<br />
Filiera agricola protagonista<br />
purché sostenibile e di qualità<br />
appuntamento annuale con<br />
L’ l’agricoltura sostenibile si celebra a<br />
Lariofiere, il centro espositivo e<br />
congressuale di Erba, in provincia di<br />
Como, che ospiterà la dodicesima<br />
edizione di “Agrinatura” dal 25 al 28<br />
aprile. Il programma prevede la<br />
valorizzazione della filiera agricola di<br />
prossimità attraverso l’esposizione di<br />
prodotti di qualità e attenti all’ambiente.<br />
La fiera si pone anche l’obiettivo di<br />
favorire le reti territoriali di operatori<br />
agricoli per stimolare un’offerta<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
complessiva, promuovendo anche il<br />
turismo rurale e la conoscenza del<br />
patrimonio naturalistico e ambientale.<br />
Una formula di successo, che nella<br />
passata edizione ha coinvolto oltre<br />
trentacinquemila visitatori.<br />
INFO: www.agrinatura.org<br />
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esperienza.<br />
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meditazione” in programma a Volta<br />
Mantovana, in provincia di Mantova, dal<br />
25 al 28 aprile nella cinquecentesca<br />
cornice di Palazzo Gonzaga. L’evento<br />
celebra i vini di nicchia provenienti da<br />
tutto il territorio nazionale, con un focus<br />
sulle produzioni locali e un occhio attento<br />
anche alle eccellenze internazionali, come<br />
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seguiti da EisWein, Porto e passiti<br />
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