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Marzo - Agenzia Regionale Centrale Acquisti - Regione Lombardia

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POSTE ITALIANE s.p.a. - SPED:. ABB. POSTALE - NAZ/396/2008 - PUBBL:MAX 50%<br />

DCOOS5569<br />

NAZ/396/2008<br />

Anno XXIX<br />

<strong>Marzo</strong> 2013<br />

Numero 3<br />

www.agricoltura.regione.lombardia.it 65.000 copie<br />

Vinitaly<br />

L’APPUNTAMENTO È DAL 7 AL 10 APRILE<br />

A VERONA CON 1500 ETICHETTE E 200<br />

AZIENDE DI LOMBARDIA TESTIMONI DI UNA<br />

QUALITÀ CHE NON TEME RIVALI


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DCOOS5569<br />

NAZ/396/2008<br />

Anno XXIX<br />

<strong>Marzo</strong> 2013<br />

Numero 3<br />

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L’APPUNTAMENTO È DAL 7 AL 10 APRILE<br />

A VERONA CON 1500 ETICHETTE E 200<br />

AZIENDE DI LOMBARDIA TESTIMONI DI UNA<br />

QUALITÀ CHE NON TEME RIVALI<br />

MENSILE DELLA<br />

DIREZIONE GENERALE<br />

AGRICOLTURA<br />

DELLA REGIONE LOMBARDIA<br />

Piazza Città di <strong>Lombardia</strong>, 1<br />

20124 Milano<br />

lombardiaverde@regione.lombardia.it<br />

anno XXIX - n. 3 - marzo 2013<br />

Reg. Tribunale di Milano<br />

n. 188/96 del 23/3/96<br />

Diffusione 65.000 copie<br />

COORDINAMENTO EDITORIALE<br />

Rosamaria Prevosto<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Luigi Rigo<br />

REALIZZAZIONE EDITORIALE<br />

Via Santa Rita da Cascia, 33<br />

20143 Milano<br />

lombardiaverde@edizionispeciali.eu<br />

FOTO<br />

Archivio Direzione<br />

Agricoltura (Carlo Silva) e Ersaf<br />

STAMPA<br />

RDS WEBPRINTING S.r.l. - Arcore (MB)<br />

CONCESSIONARIA ESCLUSIVA<br />

DELLA PUBBLICITÀ<br />

O.P.S.A.I. Srl<br />

Via Monte Rosa, 19<br />

20149 MILANO<br />

Tel. 02/4694949 - 48018114<br />

Fax 02/4693172 - www.opsai.com<br />

e-mail: milano@opsai.com<br />

RESPONSABILE PUBBLICITÀ<br />

E MARKETING<br />

Claudio Pietraforte<br />

I SOMMARIO I<br />

IN PRIMO PIANO<br />

Meno incertezza sul futuro<br />

con le garanzie assicurative<br />

AFLATOSSINE<br />

La <strong>Regione</strong> e gli esperti<br />

spiegano come prevenirle<br />

LATTIERO-CASEARIO<br />

Alle battute finali<br />

la discesa in quota<br />

PSR 2007-2013<br />

Un memorandum<br />

per non perdere le misure<br />

EXPO 2015<br />

Sarà una porta d’ingresso<br />

verso i nuovi mercati<br />

VINITALY<br />

L’abbinamento è<br />

con l’export “anti-crisi”<br />

A caccia del ceppo migliore<br />

I nuovi trend del gusto<br />

Giovani che mettono<br />

in bottiglia le idee dei padri<br />

6<br />

10<br />

16<br />

18<br />

20<br />

22<br />

24<br />

25<br />

26<br />

I IN PRIMO PIANO I<br />

FILIERA CORTA<br />

Prezzo equo ai consumatori<br />

reddito garantito alle aziende<br />

CASI DI SUCCESSO<br />

Quando l’export è un affare<br />

di famiglia che crea lavoro<br />

SVILUPPO SOSTENIBILE<br />

Natura 2000, la Rete che<br />

sprigiona valore aggiunto<br />

FITOSANITARIO<br />

Uso sostenibile del seme<br />

conciato: le linee guida<br />

RICERCA E INNOVAZIONE<br />

Una libreria su misura<br />

per le aziende che innovano<br />

LOMBARDIA MILLENARIA<br />

È lombardo l’aratro<br />

più antico del mondo<br />

FAUNA LOMBARDA<br />

Sulle Alpi lombarde dove<br />

nidifica l’aquila reale<br />

EVENTI & ATTUALITÀ<br />

31<br />

36<br />

38<br />

40<br />

42<br />

44<br />

46<br />

48<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 3 I


Sfoglia <strong>Lombardia</strong> Verde<br />

sul tuo IPad e online<br />

Il mensile edito dalla Direzione Generale Agricoltura di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />

è su Apple Store da cui si può scaricare, tramite ITunes,<br />

l’applicazione gratuita che consente di sfogliare l’ultimo numero della rivista.<br />

Gli articoli sono leggibili e scaricabili da<br />

www.lombardiaverde.regione.lombardia.it


I OCCUPAZIONE I<br />

Meno incertezza sul futuro<br />

con le garanzie assicurative<br />

AL VIA IL PIANO ASSICURATIVO<br />

AGRICOLO NAZIONALE 2013 CHE,<br />

GRAZIE ALLE PROPOSTE FATTE DA<br />

REGIONE LOMBARDIA, ACCOGLIE<br />

NUOVE GARANZIE ASSICURABILI.<br />

NE PARLIAMO CON IL PRESIDENTE<br />

DEL CONDIFESA DI BRESCIA,<br />

GIACOMO LUSSIGNOLI<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

t ALMENO DUE RISCHI<br />

Dal 2013 scatta l’esclusione delle<br />

polizze monorischio dalle agevolazioni<br />

pubbliche. A essere ammesse sono,<br />

per quest’anno, le polizze a due rischi<br />

e, dal 2014, a tre rischi fra: colpo di<br />

sole e venti sciroccali, eccesso di<br />

neve/pioggia, gelo brina, sbalzi termici,<br />

grandine, venti forti.<br />

I 6 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

Agevolazioni per chi stipula polizze<br />

per la prima volta, assicurazione<br />

dei vegetali con polizze multirischi,<br />

abbandono della “monorischio<br />

grandine” e ulteriori garanzie assicurabili<br />

per i comparti della zootecnia e del<br />

florovivaismo sono le novità principali<br />

del Piano 2013. Sul fronte zootecnico,<br />

sono due i punti su cui si è lavorato per<br />

arrivare all’approvazione del piano siglato<br />

a marzo: la mancata produzione di latte<br />

bovino per stress termico e il costo<br />

di macellazione in azienda, quando è fatto<br />

divieto all’allevatore di conferire i capi<br />

di bestiame in macello. Due aspetti su<br />

cui laDirezione generale Agricoltura<br />

di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> ha voluto puntare<br />

per dare maggiori garanzie a uno dei<br />

settori produttivi più importanti del<br />

Paese, e che sono stati inseriti nero su<br />

bianco nel nuovo Piano. Per gli allevatori,<br />

dunque, un ulteriore aiuto che abbatte<br />

i costi derivanti dallo smaltimento delle<br />

carcasse e riduce, come spiegano dalla<br />

Direzione generale Agricoltura, «i casi<br />

di operazioni illecite, con una ricaduta<br />

positiva sugli aspetta sanitari e ambientali<br />

degli allevamenti».<br />

«L’agricoltura lombarda è il traino della<br />

produzione lorda vendibile del settore<br />

in Italia: è giusto quindi che il suo<br />

peso sia determinante nell’elaborazione<br />

delle politiche assicurative», dice<br />

Giacomo Lussignoli, presidente del<br />

Consorzio di Difesa delle Colture Intensive<br />

della Provincia di Brescia. «<strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong> ha assunto in pieno il ruolo<br />

di motore propulsivo senza mai tirarsi<br />

indietro, con proposte che sono infatti<br />

state recepite dal Mipaaf e integrate nel


nuovo piano assicurativo». Tra queste,<br />

le novità per il comparto florovivaistico:<br />

«Poiché il piano 2012 non garantiva una<br />

classificazione dettagliata delle varie<br />

tipologie florovivaistiche», continuano<br />

dalla Direzione Agricoltura, «col risultato<br />

di rendere praticamente impossibile<br />

la sottoscrizione di un buon prodotto<br />

assicurativo rispondente alle diverse<br />

casistiche di danni, il Mipaaf ha accolto<br />

le integrazioni proposte dalla<br />

<strong>Lombardia</strong>, individuando nel Piano le<br />

sotto-categorie di piante ornamentali in<br />

vaso, secondo le esigenze emerse dal<br />

confronto e dai suggerimenti degli addetti<br />

del settore e della costante collaborazione<br />

dell’associazione regionale dei<br />

consorzi di difesa». Una sinergia che ha<br />

portato a un piano assicurativo «finalizzato<br />

a dare stabilità alle produzioni e,<br />

quindi, al reddito aziendale», commenta<br />

Lussignoli, che aggiunge: «Il fine ultimo<br />

deve essere il sostegno alla competitività<br />

delle aziende attraverso l’offerta<br />

di polizze assicurative sempre più<br />

avanzate. La logica che deve guidarci,<br />

in linea peraltro con gli indirizzi della<br />

t MASSIME E RESE<br />

Tra i punti fissati quest’anno dal<br />

Piano assicurativo nazionale ci sono<br />

le rese unitarie massime, necessarie<br />

per calcolare i valori assicurabili.<br />

Spetta poi alla <strong>Regione</strong> stabilire le<br />

produzioni medie unitarie annuali,<br />

per tipologia colturale, per il calcolo<br />

delle quantità massime assicurabili<br />

nelle polizze.<br />

normativa europea, è quella di estendere<br />

lo strumento assicurativo al maggior<br />

numero di imprese agricole. E dico imprese<br />

anziché aziende perché l’agricoltore<br />

deve farsi sempre più imprenditore<br />

etrattare l’argomento assicurativo come<br />

parte integrante della gestione aziendale.<br />

Ci troviamo in un’epoca in cui sta cambiando<br />

davvero il clima così come il panorama<br />

economico e le tecniche agronomiche»,<br />

avverte il presidente. «Una gestione<br />

aziendale al passo coi tempi non può<br />

più prescindere da una valutazione mirata<br />

delle polizze assicurative, se si vuole<br />

veder garantito il proprio reddito. Ecco<br />

perché il nuovo piano assicurativo non<br />

agevola più né la polizza assicurativa su<br />

un singolo evento ma polizze articolate<br />

in almeno due garanzie (le cosiddette<br />

“pluririschio”) oppure le multirischio<br />

nelle rese, né i contributi ex post per gli<br />

eventi per cui è possibile assicurarsi»,<br />

come per esempio la grandine.<br />

A partire da quest’anno, infatti, le polizze<br />

monorischio sono escluse dalle agevolazioni<br />

pubbliche. Per essere ammissibili<br />

all’aiuto, devono comprendere<br />

almeno due rischi per quest’anno e, per<br />

il 2014, almeno tre fra i seguenti: colpo<br />

di sole e venti sciroccali, eccesso di neve,<br />

eccesso di pioggia, grandine, venti forti<br />

e, a partire dal 2014, gelo/brina e sbalzi<br />

termici. Inoltre, per essere ammesse<br />

alle agevolazioni pubbliche, le polizze<br />

assicurative non possono garantire rischi<br />

inesistenti, e non possono entrare in<br />

copertura dopo l’insorgenza dei rischi<br />

o dopo che questi siano cessati. Rischi<br />

che, comunque, devono essere compatibili<br />

con il ciclo colturale della specie<br />

assicurata.<br />

Insomma, fermo restando che la sottoscrizione<br />

delle polizze assicurative rimane<br />

volontaria, cambiamenti climatici e<br />

incertezza dei mercati appaiono in sé<br />

due fattori di rischio per la stabilità del<br />

reddito aziendale o, detto altrimenti, due<br />

buone ragioni per investire nelle polizze<br />

assicurative. Ecco perché, diversa-<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 7 I


I IN PRIMO PIANO I<br />

mente da quanto succedeva in passato,<br />

da quest’anno il massimo contributo<br />

pubblico sarà riconosciuto anche alle<br />

aziende che stipulano contratti assicurativi<br />

per la prima volta, «che sono ancora<br />

molte», ci conferma il direttore del<br />

Condifesa di Brescia, Fernando Galvan.<br />

«Se infatti le aziende altamente specializzate,<br />

o quelle con colture fortemente<br />

a rischio come il riso o la vite, da anni<br />

ormai hanno scelto di assicurare le proprie<br />

produzioni, molti produttori non<br />

fanno ancora uso delle polizze, come per<br />

esempio nel campo dei cereali». Il Piano<br />

2013 incentiva perciò la stipula di polizze<br />

agevolate da parte degli agricoltori<br />

che si assicurano per la prima volta,<br />

mediante un meccanismo di calcolo della<br />

spesa ammessa a contributo più favorevole<br />

rispetto a quello applicato alle<br />

imprese agricole che si sono già assicurate<br />

in passato. «L’individuazione dei<br />

nuovi assicurati», spiegano in <strong>Regione</strong>,<br />

«viene effettuata sulla base dei dati del-<br />

I 8 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

t OCCHIO AL METEO<br />

I Consorzi di Difesa della <strong>Lombardia</strong><br />

offrono molto più di una semplice<br />

consulenza sulle polizze assicurative,<br />

come per esempio quelli di Pavia,<br />

Mantova e Brescia, appunto, che sul<br />

sito www.codifebrescia.it ha attivato<br />

un servizio agrometeo gratuito, che<br />

informa sulle perturbazioni in atto<br />

e su dati di dettaglio come il punto<br />

di rugiada o le raffiche di vento.<br />

lepolizze e dei certificati assicurativi agricoli<br />

agevolati acquisiti dal Sian/Banca<br />

dati sui rischi agricoli». Altre agevolazioni<br />

riguardano i casi dove l’assicurazione<br />

può essere determinante nel salvare<br />

le produzioni zootecniche, come<br />

per esempio nel caso di epizoozie nelle<br />

zone perifocali. Il Piano 2013 è stato infatti<br />

adeguato alla lista delle epizoozie stilata<br />

dall’Oie, l’organizzazione mondiale<br />

per la salute degli animali. Sono assicurabili<br />

con polizze pluririschi gli allevamenti<br />

di bovini e bufalini, suini, ovicaprini,<br />

avicoli, api, equini e cunicoli.<br />

Il Piano 2013 risponde dunque, più che<br />

nel passato, alla volontà di dare al mondo<br />

agricolo «una più ampia e diversificata<br />

piattaforma assicurativa», dicono<br />

in <strong>Regione</strong>. Per questo, tra gli strumenti<br />

maggiormente promossi da<br />

Condifesa, ci sono le polizze multi-rischio,<br />

«che permettono di assicurarsi anche<br />

su eventi di maggiori dimensioni come<br />

la siccità e le alluvioni, i cosiddetti catastrofali»,<br />

conclude Galvan, «e che, elaborate<br />

da Ismea, offrono garanzie ancora<br />

più ampie, essendo calcolate sulla resa<br />

e non sul prodotto».<br />

Eleonora Marchiafava


Stiamo crescendo velocemente.<br />

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KWS: mais in rapida crescita<br />

Oggi sempre più agricoltori si affidano a KWS e crescono con noi. Attualmente<br />

le sementi KWS sono coltivate su oltre 2,5 milioni di ettari in tutta<br />

Europa. La chiave di questo successo sta negli intensi programmi di ricerca<br />

che sviluppiamo su tutto il continente per trovare soluzioni mirate a tutte le<br />

esigenze locali. In questo modo abbiamo accelerato la possibilità di garantire la<br />

migliore crescita in ogni regione. Spingi anche tu sull’acceleratore della crescita.<br />

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I AFLATOSSINE I<br />

L’autocontrollo, rimedio<br />

sicuro contro le aflatossine<br />

SONO PRODOTTE DALLE MUFFE<br />

ASPERGILLUS E POSSONO<br />

SVILUPPARSI DURANTE LA<br />

MATURAZIONE DEL MAIS CON<br />

CLIMA MOLTO CALDO. ECCO PERCHÉ<br />

SERVE FARE PREVENZIONE, SEMPRE,<br />

A PARTIRE DALLE SCELTE IN CAMPO<br />

E LUNGO LE FILIERE MAIDICOLA<br />

E DI PRODUZIONE DEL LATTE<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

I 10 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

delle aflatossine avviene<br />

in annate particolarmente cal-<br />

L’insorgere<br />

de e siccitose, come è stato il 2012.<br />

Tali condizioni climatiche determinano<br />

un anomalo sviluppo di aspergillus,<br />

che produce queste micotossine, rendendo<br />

il mais inadatto all’alimentazione<br />

umana e animale. Questo è ciò che<br />

è successo nelle coltivazioni di mais<br />

di parte della Pianura Padana. I fattori<br />

che predispongono lo sviluppo delle<br />

aflatossine sono da tempo noti: i<br />

Servizi Veterinari delle Regioni<br />

<strong>Lombardia</strong>, Veneto ed Emilia Romagna<br />

colpite dall’evento hanno perciò innalzato<br />

il livello di attenzione. Livello che<br />

permane ancora alto, dato che l'allerta<br />

aflatossine, sebbene sotto controllo,<br />

durerà sino al prossimo settem-<br />

bre, al momento del nuovo raccolto.<br />

Le aflatossine, se ingerite dagli animali,<br />

possono passare nel latte e nei prodotti<br />

caseari. Così si produce l’aflatossina<br />

B1 che, dopo essere stata ingerita<br />

dal bestiame, finisce poi nel latte, dove<br />

si trasforma in aflatossina M1. Nel 1998<br />

l’Europa ha imposto il limite di 50 parti<br />

per trilione, ovvero 5 milionesimi di<br />

grammo per chilo di latte, superati i quali<br />

il latte deve essere ritirato dalla vendita.<br />

«Alle prime avvisaglie scatta il piano<br />

operativo messo a punto da <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong> per affrontare, in ogni<br />

momento, emergenze di questo tipo»,<br />

ci spiega Piero Frazzi, responsabile del<br />

Servizio veterinario della Direzione<br />

generale Sanità che, insieme con la<br />

Direzione generale Agricoltura, sta


seguendo il caso. «I controlli da parte<br />

nostra sulla granella e sul latte scattano<br />

nel momento in cui ci vengono segnalati<br />

casi sospetti, cioè quando l’autocontrollo<br />

da parte degli agricoltori o degli<br />

allevatori non ha funzionato in qualche<br />

passaggio». Per gestire l’allerta <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong> ha infatti attivato uno sportello<br />

aperto dal lunedì al sabato (e la<br />

domenica allorché la situazione dovesse<br />

peggiorare), a cui segnalare le anomalie.<br />

In questi casi partono i sopralluoghi<br />

da parte del Servizio veterinario<br />

della Direzione generale Sanità. «Ad<br />

oggi le segnalazioni hanno riguardato<br />

il 5 per cento dei campioni di latte<br />

prelevati per i controlli nelle stalle, mentre<br />

i campioni positivi di granella sono<br />

risultati essere 5 su 134. Tutti negativi<br />

invece i controlli sui trinciati, che rappresentano<br />

peraltro l’80 per cento<br />

dell’alimentazione delle bovine», ci dice<br />

Frazzi. «Le procedure di autocontrollo<br />

nelle aziende stanno funzionando<br />

bene, come dimostrano appunto le<br />

dimensioni del fenomeno, per niente<br />

paragonabile all’emergenza di dieci<br />

anni fa», è il parere del dottor Frazzi.<br />

«Abbiamo poi predisposto un piano di<br />

campionamento e di controllo anche<br />

sulle importazioni di mais, perché nelle<br />

ultime settimane le segnalazioni ci<br />

provengono proprio sulle partite in arrivo<br />

da paesi come la Serbia e l’Ungheria,<br />

così come sul latte le segnalazioni riguardano<br />

paesi come la Francia e la Germania.<br />

Nei casi risultati positivi alla contaminazione<br />

da aflatossine, le partite di prodotto<br />

vengono respinte verso i paesi<br />

d’origine».<br />

Il mais che presenta livelli di aflatossine<br />

superiori ai limiti e che quindi non<br />

è idoneo all'alimentazione, può essere<br />

valorizzato per la produzione di energia<br />

negli impianti di biogas. <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong>, in collaborazione col Veneto<br />

e l’Emilia Romagna, ha messo a disposizione<br />

dei gestori degli impianti di biogas<br />

e delle strutture di stoccaggio e<br />

t RICERCA CONTINUA<br />

Sul sito della Direzione generale<br />

Agricoltura di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />

sono consultabili e scaricabili i due<br />

Quaderni della Ricerca che,<br />

pubblicati negli ultimi anni,<br />

rappresentano una guida<br />

sicura per la prevenzione<br />

delle aflatossine. Si tratta<br />

del Quaderno n. 140<br />

“Micotossine in mais e<br />

frumento: valutazione e<br />

controllo” e del Quaderno<br />

“Rischio di aflatossine nel<br />

latte: linee guida per la<br />

produzione e l'acquisto di<br />

alimenti zootecnici”.<br />

produzione del mais, un'intesa di filiera<br />

per favorire l'incontro tra domanda<br />

e offerta e limitare il rischio di deprezzamento<br />

di questa materia prima (per<br />

richiedere informazioni relativamente<br />

all’intesa, <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> ha<br />

istituito la casella email dedicata<br />

intesa_mais@regione.lombardia.it ).<br />

A garanzia del benessere degli anima-<br />

li allevati e della tutela dei consumatori,<br />

le stesse Regioni hanno dunque messo<br />

a punto delle procedure condivise<br />

per la gestione e la tracciabilità di queste<br />

partite, in sinergia con il Ministero<br />

dell'Agricoltura e della Salute.<br />

Il quadro delle iniziative è stato completato<br />

da una sperimentazione, avviata<br />

da alcuni mesi dalla Direzione generale<br />

Agricoltura con il Dipartimento<br />

di Scienze Agrarie e Ambientali -<br />

Produzione, Territorio, Agroenergia<br />

e il Dipartimento di Veterinaria<br />

dell’Università di Milano. «Sono state<br />

condotte diverse prove in laboratorio<br />

con più matrici di mais, cioè con<br />

campioni di granella contaminati da<br />

diversi milionesimi di grammi di aflatossine,<br />

e i risultati hanno dimostrato<br />

che durante il processo di digestione<br />

anaerobica le aflatossine si degradano».<br />

Le prove continueranno nei prossimi<br />

mesi anche su scala reale in alcuni<br />

impianti di biogas della <strong>Lombardia</strong>,<br />

così come prosegue l’attività di ricerca<br />

sulle micotossine da parte di <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong>.<br />

Eleonora Marchiafava<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 11 I


I IN AFLATOSSINE PRIMO PIANO I I<br />

SECONDO AMEDEO REYNERI,<br />

ESPERTO DI SISTEMI COLTURALI<br />

CEREALICOLI E DOCENTE<br />

DELL’UNIVERSITÀ DI TORINO,<br />

SERVONO SUBITO<br />

INTERVENTI ENERGICI PER<br />

RIMUOVERE I PRINCIPALI VINCOLI<br />

DEL SISTEMA CEREALICOLO E<br />

ATTIVARE UN SISTEMA DI RACCOLTA<br />

E CONSERVAZIONE EFFICIENTE NEL<br />

SEGREGARE LE PARTITE DI MAIS<br />

La prevenzione è efficace<br />

solo con percorsi di filiera<br />

Il mais è la coltura nazionale dove<br />

più frequentemente si riscontrano<br />

contaminazioni da aflatossine.<br />

Importanti contaminazioni sono conseguenti<br />

di andamenti meteorologici<br />

particolarmente caldi e asciutti e<br />

sono amplificate dalle debolezze strutturali<br />

del sistema maidicolo locale e<br />

del connesso sistema di raccolta e stoccaggio.<br />

L’inoculo viene prodotto e penetra nella<br />

pianta principalmente durante e subi-<br />

+<br />

-<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

Residui<br />

colturali<br />

I 12 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

to dopo la fioritura attraverso le sete<br />

fiorali; quindi la proliferazione del fungo<br />

si manifesta già in campo durante<br />

la maturazione; ciò si rileva soprattutto<br />

quando la coltura è soggetta a stress<br />

idrico e ad alte temperature che permettono<br />

ad Aspergillus flavus di crescere<br />

e di sintetizzare le tossine (figura<br />

1). Ne consegue che le contaminazioni<br />

maggiori e più diffuse si riscontrano<br />

dove il prolungato stress idrotermico<br />

si accompagna con la diffu-<br />

FIGURA 1. MATRICE DI ESPOSIZIONE AL RISCHIO IN CAMPO<br />

Classe<br />

ibrido<br />

Epoca<br />

fioritura<br />

Stress<br />

nutrizionali<br />

Difesa<br />

insetti<br />

Processo di coltivazione<br />

Stress<br />

idrico<br />

Umidità<br />

raccolta<br />

Trebbiatura<br />

sa presenza di coltivazioni in asciutta<br />

e più in generale condotte con tecniche<br />

di carattere più estensivo.<br />

In relazione a ciò, l’areale maidicolo<br />

regionale sud orientale è quello che da<br />

più anni si è dimostrato il più soggetto<br />

ad elevate contaminazioni, mentre<br />

l’areale pedemontano più fresco è di<br />

norma meno colpito.<br />

Data la scarsa efficacia e la notevole<br />

onerosità degli interventi di decontaminazione<br />

e detossificazione, e la loro<br />

riconosciuta limitata efficacia, è consigliato<br />

attuare quegli interventi di prevenzione<br />

in campo che permettono di<br />

ridurre lo sviluppo di questa muffa.<br />

A questo proposito non tutte le pratiche<br />

colturali presentano un’uguale<br />

capacità di contrastare questa muffa,<br />

come evidenzia la matrice dell’esposizione<br />

al rischio riportata in figura 1.<br />

Sono di primaria importanza per<br />

ridurre il rischio di infezioni da aspergillo:<br />

-la scelta dell’ibrido e l’epoca di semina<br />

orientati all’anticipo della fioritura<br />

per fuggire i maggiori caldi estivi<br />

e i possibili stress idrici


- l’attuazione delle pratiche volte a<br />

stimolare l’early vigor, per sostenere<br />

lo sviluppo della pianta in primavera<br />

e concorrere all’anticipo della<br />

fioritura<br />

- tutti gli interventi volti a ridurre<br />

gli stress idrici; quindi, le sistemazioni,<br />

le tecniche irrigue e la collocazione<br />

del ciclo così da evitare, ancora<br />

una volta, la sovrapposizione del<br />

periodo più critico, tra l’emissione<br />

del pennacchio e la fine fioritura, con<br />

il periodo di massima temperatura<br />

- la limitazione della durata in campo<br />

della fase terminale della maturazione<br />

quando è maggiore la tossinogenesi,<br />

anticipando quanto più<br />

possibile le raccolte a umidità della<br />

granella comunque superiore al 22%<br />

- l’interramento dei residui delle colture<br />

in precessione che ne lasciano<br />

elevate quantità al suolo<br />

- la difesa da insetti fitofagi sia della<br />

plantula sia successiva, con particolare<br />

attenzione al controllo dalle<br />

larve di seconda generazione della<br />

piralide del mais<br />

- la corretta fertilizzazione, per evitare<br />

stress nutrizionali anch’essi favorevoli<br />

alla crescita della muffa tossigena<br />

- l’efficace pulitura già in fase di trebbiatura<br />

con l’allontanamento dei chicchi<br />

più leggeri<br />

- la rapida esecuzione dell’essiccazione,<br />

per ridurre la permanenza della<br />

granella verde in cumuli per non<br />

più di 12-24 h.<br />

In sintesi, quando la coltura è messa in<br />

grado di esplicare le maggiori produ-<br />

Rischio Aflotossine<br />

molto alto<br />

alto<br />

basso<br />

molto basso<br />

residui al suolo<br />

controllo residui<br />

Tipo di<br />

ibrido<br />

ibrido tardivo<br />

ibrido precoce<br />

Ciclo ibrido Data<br />

semina<br />

1 3 PRINCIPI E 7 AVVISI PER L’AGRICOLTORE<br />

I 3 principi<br />

P1: Diminuisci il tempo di permanenza in campo del<br />

mais dopo la maturazione fisiologica (formazione<br />

dello strato nero)<br />

P2: Punta alle alte produzioni pianificando un<br />

intervento “convenzionale” e intensivo: diminuirai il<br />

livello di stress della coltura, l’incidenza degli<br />

attacchi delle muffe della spiga e i costi.<br />

P3: Semina presto, anticipa la fioritura e la<br />

fecondazione, guadagna in stabilità con un periodo<br />

di accumulo lungo e senza stress.<br />

I 7 Avvisi<br />

A1: Non lasciare essiccare il mais in campo: in<br />

agosto raccogli sopra il 22%, in settembre il<br />

25/27%, in ottobre appena possibile con qualsiasi<br />

umidità.<br />

A2: Quando il mais “chiama” l’acqua, dagliela. Se<br />

non ne hai a sufficienza per tutta la stagione, satura<br />

il terreno in prefioritura affinchè le sete non si<br />

allunghino e siano fecondate (secchino) velocemente,<br />

tieni le piante più rade e intervieni per non far<br />

raggrinzire la granella quando la “linea del latte”<br />

comincia a scendere.<br />

A3: Contrasta la piralide: spingi la coltura in<br />

primavera per ottenere una fioritura precoce; se la<br />

stagione si fa calda e il prodotto è per un<br />

utilizzatore “sensibile”, fai i trattamenti.<br />

t PRIMA DEL CAMPO<br />

E DEL SILOS<br />

La prevenzione deve iniziare con la<br />

scelta dell’ibrido e dell’epoca di<br />

semina, per evitare stress idrici:<br />

dunque ancor prima che in campo,<br />

dove l’inoculo penetra nella pianta<br />

durante e subito dopo la fioritura.<br />

zioni unitarie si riscontrano in genere<br />

livelli di aflatossine minori. Nessuno<br />

degli interventi citati è di per sé in grado<br />

di abbattere in modo consistente la<br />

FIGURA 2. RISCHIO CONTAMINAZIONE NEI PERCORSI COLTURALI INTEGRATI<br />

nessuna difesa<br />

semine ritardate<br />

semine tempestive<br />

difesa da insetti<br />

Controllo<br />

insetti<br />

bassa umidità<br />

alta umidità<br />

Umidità<br />

raccolta<br />

A4: Non mandare a granella i campi seminati dopo<br />

loietto, evita “come il veleno” i secondi raccolti.<br />

A5: Non sperare di trovare ibridi geneticamente<br />

“indenni” o “genetiche” più forti dell’andamento<br />

stagionale: per ora accontentati di poter evitare le<br />

varietà manifestamente più soggette alla<br />

premorienza ed alla piralide,le varietà con brattee<br />

che non coprono decentemente la spiga, le varietà<br />

che allungano le sete e sono lente a fecondarsi.<br />

scegli le classi di precocità che nella tua<br />

azienda/ambiente meglio evitano le situazioni di<br />

“multi stress”.<br />

A6: Applica una tecnica colturale attenta al<br />

“benessere” della coltura ed alla “soddisfazione”<br />

dei suoi bisogni nutritivi: lavorazioni attente ed<br />

ordinamenti colturali adeguati, protezione dalle erbe<br />

e dai virus, concimazioni bilanciate con alcolo delle<br />

unità fertilizzanti basate sulle aspettative di resa e<br />

l’assorbito dalla coltura, investimenti ragionevoli tali<br />

da non esasperare la competizione tra piante per<br />

l’acqua e la luce ed in generale lo stress da<br />

popolazione.<br />

A7: Considera con sospetto e raccogli a parte gli<br />

appezzamenti ed i settori di campo che danno<br />

produzioni basse.<br />

Alberto Verderio,<br />

Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Bergamo<br />

contaminazione: pertanto è solo coordinando<br />

in modo razionale e coerente<br />

gli interventi preventivi ricordati<br />

in percorsi integrati che la probabilità<br />

di incorrere in elevate contaminazioni<br />

può essere ridotta. Un<br />

esempio di questi è riportato in figura<br />

2, che evidenzia, da un lato, i percorsi<br />

colturali che aumentano il rischio e,<br />

dall’altro, quelli più virtuosi. Infine è<br />

opportuno ricordare che la prevenzione<br />

in campo può dare origine a importanti<br />

riduzioni della contaminazione<br />

solo se il sistema di raccolta e conservazione<br />

è strutturato per segregare<br />

le partite in relazione alle condizioni<br />

colturali o, meglio, attraverso un’analisi<br />

diretta della presenza della muffa<br />

tossigena o delle aflatossine.<br />

Occorre però rilevare che una riduzione<br />

apprezzabile del rischio aflatossine<br />

può essere conseguita solo attraverso<br />

un energico e urgente intervento<br />

che rimuova i principali vincoli<br />

strutturali del sistema cerealicolo.<br />

Senza una concreta e generalizzata<br />

capacità di segregare le partite in base<br />

alla qualità sanitaria non pare attuabile<br />

la costruzione di una filiera sicura.<br />

Amedeo Reyneri<br />

Dipartimento di Scienze<br />

agrarie, forestali e alimentari<br />

dell’Università di Torino<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 13 I


I IN AFLATOSSINE PRIMO PIANO I I<br />

Tra mais e latte<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

ha sempre ragione il latte<br />

LA TOSSINA M1 È FACILMENTE<br />

MISURABILE NEL LATTE, MA NON<br />

LA B1 NEGLI ALIMENTI SOLIDI.<br />

ECCO PERCHÉ BISOGNA TENER<br />

ALZATA LA GUARDIA, COME<br />

CI SPIEGA PAOLA AMODEO DEL<br />

SATA, IL SERVIZIO TECNICO<br />

DI CONSULENZA DELLA REGIONE<br />

AFFIDATO ALL’ASSOCIAZIONE<br />

DEGLI ALLEVATORI LOMBARDI<br />

Nel Laboratorio Agroalimentare<br />

dell’Associazione <strong>Regionale</strong> degli<br />

Allevatori Lombardi proseguono<br />

le analisi sui campioni di latte per il<br />

controllo della contaminazione da aflatossine.<br />

Non si tratta di una campionatura<br />

randomizzata, ovvero rappresentativa<br />

di tutto il latte lombardo, ma di<br />

campioni di latte già identificati come<br />

“sospetti” in quanto segnalati come<br />

appartenenti a botti definite “in allarme”<br />

o addirittura eccedenti il limite di<br />

legge dal primo acquirente. Anche perché<br />

l’autocontrollo effettuato nelle aziende<br />

dagli allevatori ha dato prova di efficacia<br />

e di repsonsabilizzazione proprio<br />

in questi mesi di allerta, che la Lom-<br />

I 14 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

bardia sta infatti affrontando al meglio.<br />

Il valore di inquinamento del latte non<br />

deve superare i 50 ng/kg (ppt) o gli 0,05<br />

mg/kg (ppb) per quanto riguarda le M1<br />

nel latte, pena la non commercializzazione<br />

del prodotto. Vengono analizzati<br />

quasi 200 campioni “sospetti” di<br />

latte alla settimana. Il 62,21% dei campioni<br />

segnala una situazione di attenzione<br />

e il 24,63% supera il limite di<br />

legge, mentre le percentuali di latte con<br />

contenuto inferiore alle 5 ppt, quindi<br />

esente da inquinamento, si assesta al<br />

13% dei campioni analizzati. La realtà<br />

dell’intero settore è molto più positiva,<br />

ma è necessaria grande attenzione<br />

e un continuo monitoraggio del proprio<br />

latte probabilmente per l’intera<br />

annata, fino all’arrivo dei nuovi mais.<br />

Dai risultati sulla ricerca dell’Aflatossina<br />

QUALI SCELTE FARE IN FUNZIONE DELLA QUALITÀ DELLA GRANELLA E DEL SILOS<br />

TABELLA 1<br />

SILOMAIS (ppb-SS)<br />

ALFA B1<br />

5-10 2-5 0-2<br />

10-20<br />

Kg SS<br />

8 - 10<br />

4 - 6<br />

3<br />

2<br />

0 - 2<br />

3 - 4 2 - 3<br />

1 - 2<br />

2 - 5<br />

kg<br />

0,3<br />

area di sicurezza < 30 ppt<br />

area di attenzione 30 - 35 ppt<br />

area di allarme 35 - 40 ppt<br />

> 40 ppb: superamento soglia M1 nel latte<br />

ESEMPIO: con 4 - 6 Kg di SS (12 - 18 Kg di tal quale) di Silomais a 2 - 5 ppb SS,<br />

già 1 Kg di granella a 5 - 10 ppb porta la razione in area di allarme<br />

5<br />

0<br />

GRANELLA DI MAIS (ppb)<br />

3<br />

0,5 - 1<br />

5 - 10 10 - 20<br />

1,5 - 2<br />

1<br />

0,7<br />

0,5<br />

0 0 0<br />

Al crescere dei rispettivi livelli di inquinamento (caselle bianche) progressive riduzioni d’impiego del Silomais<br />

(caselle verdi) e della Granella (caselle colorate) consentono, solo entro certi limiti,<br />

di contenere il rischio di contaminazione del latte, secondo la seguente LEGENDA:<br />

0<br />

B1 negli alimenti si conferma che, come<br />

atteso, i fieni non risultano inquinati.<br />

I silo mais hanno inquinamento contenuto<br />

ma, essendo inseriti in razioni<br />

anche in elevati quantitativi, è sempre<br />

necessario calcolarne l’apporto in B1.<br />

Ipastoni di mais (sia integrali che di granella)<br />

presentano qualche rischio superiore,<br />

in quanto il 12% dei campioni analizzati<br />

presentava inquinamenti sufficienti<br />

a portare il latte oltre il livello soglia.<br />

I mangimi completi, infine, richiedono<br />

analisi continue perché quasi sempre<br />

contengono mais e possono risultare<br />

in qualche misura inquinati (17,97% dei<br />

campioni problematici (>5 ppb) ).<br />

Il problema delle Aflatossine M1 nel latte<br />

resta principalmente riconducibile<br />

proprio al mais. Il 61% dei campioni<br />

portati in laboratorio ha un contenuto<br />

di Aflatossine B1


I LATTIERO-CASEARIO I<br />

PER LA PRIMA VOLTA LE PROIEZIONI<br />

SULLA CHIUSURA DELLA CAMPAGNA<br />

LATTE 2012/2013 CI CONSEGNANO<br />

UNA PRODUZIONE CHE SI ALLINEA<br />

DI FATTO ALLA QUOTA NAZIONALE<br />

Alle battute finali<br />

la discesa in quota<br />

Gli ultimi dati elaborati sulla base<br />

delle dichiarazioni mensili dei<br />

primi acquirenti fotografano una<br />

campagna latte 2012/2013 in linea con<br />

l’obiettivo di ridurre sempre più il rischio<br />

di splafonamento. L’ottimismo è fondato<br />

e i dati possono essere considerati<br />

molto significativi, se si considera<br />

che sono rappresentativi di dieci mesi<br />

di campagna produttiva, da aprile 2012<br />

a gennaio 2013.<br />

L’ultimo aggiornamento fa riferimento<br />

al mese di gennaio 2013, che conferma<br />

il trend iniziato a ottobre 2012 e che<br />

è proseguito nei mesi successivi, registrando<br />

un valore pari a -2,75 per cento,<br />

ovvero più basso rispetto allo stesso<br />

mese della campagna 2011/2012.<br />

Pertanto, la percentuale di maggiore<br />

produzione della campagna 2012/2013<br />

rispetto alla campagna 2011/2012 scen-<br />

de a +0,29 per cento, in sensibile diminuzione<br />

rispetto al valore calcolato a<br />

fine dicembre, fermo allo 0,65 per cento.<br />

A oggi, quindi, con la produzione<br />

rettificata da aprile a gennaio, pari a<br />

Confronto tra la produzione aprile ‘11/gennaio ‘12<br />

e aprile ‘12 /gennaio ‘13 (Tons)<br />

9.000.000<br />

8.000.000<br />

7.000.000<br />

6.000.000<br />

5.000.000<br />

4.000.000<br />

3.000.000<br />

2.000.000<br />

1.000.000<br />

0<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

8.928.487 tons<br />

Campagna<br />

2011/2012<br />

+ 0,29%<br />

8.954.540 tons<br />

Campagna<br />

2012/2013<br />

Gennaio<br />

Dicembre<br />

Novembre<br />

Ottobre<br />

Settembre<br />

Agosto<br />

Luglio<br />

Giugno<br />

Maggio<br />

Aprile<br />

8.954.540 tonnellate, l’Italia ha utilizzato<br />

l’82,28% del quantitativo nazionale<br />

di riferimento 2011/2012, contro<br />

l’82,04% utilizzato nello stesso periodo<br />

della campagna precedente.<br />

Per la prima volta, dunque, le proiezioni<br />

sulla chiusura della campagna ci<br />

consegnano una produzione 2012/2013<br />

che si allinea di fatto alla quota nazionale<br />

di riferimento (QNR), anche se il<br />

dato rimane quello della campagna<br />

2011/2012. Si dovrà infatti aspettare<br />

la chiusura della campagna per avere<br />

il dato consolidato sulla campagna in<br />

corso, sul quale influisce il fenomeno<br />

della mobilità tra le consegne e le vendite<br />

dirette.<br />

Tutti i dati, comprese le proiezioni di fine<br />

campagna, sono pubblicati sul sito<br />

www.agricoltura.regione.lombardia.it.<br />

E. M.<br />

Utilizzo del quantitativo nazionale di riferimento<br />

nei mesi da aprile a gennaio<br />

12.000.000<br />

10.000.000<br />

8.000.000<br />

6.000.000<br />

4.000.000<br />

2.000.000<br />

0<br />

2011/2012 2012/2013<br />

82,04% 82,28%<br />

GNR Produzione rettificata


ASTA PUBBLICA SENZA RISERVA<br />

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9 MAGGIO 2013<br />

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2 – 2007 CASE IH CVX1195


I PSR 2007-2013 I<br />

Un memorandum<br />

per non perdere le misure<br />

SUPERANO I 4 MILIONI<br />

DI EURO LE RISORSE<br />

MESSE A DISPOSIZIONE<br />

A MARZO DAL PSR, TRA<br />

RIPARTI EFFETTUATI<br />

E NUOVI BANDI<br />

Arrivano nuovi finanziamenti<br />

per la promozione<br />

e la commercializzazione<br />

dei prodotti di qualità,<br />

mentre prosegue l’azione del<br />

Psr a difesa dell’agricoltura di<br />

montagna e dell’ambiente, con<br />

l’apertura delle misure 211 e 214.<br />

Ammontano invece a 2 milioni<br />

344mila euro le risorse finanziate<br />

ai 112 beneficiari della misura<br />

112, dedicata all’insediamento<br />

di giovani agricoltori.<br />

MISURA 132<br />

È in pubblicazione in questi<br />

giorni il bando riservato alle<br />

domande di conferma per l'anno<br />

2013 della misura 132 sul<br />

“Sostegno agli agricoltori che<br />

partecipano ai sistemi di qualità<br />

alimentare”, che devono<br />

essere presentate entro il 30<br />

settembre 2013.<br />

Il 4 marzo è stato invece approvato<br />

il riparto alle Province per<br />

l’anno 2012 del bando riservato<br />

alle domande di conferma<br />

del finanziamento, ovvero quelle<br />

presentate dai beneficiari che<br />

avevano aderito alla misura prima<br />

del 2012. In tutto 727 bene-<br />

MISURA DATA APERTURA DATA SCADENZA<br />

MISURA 133<br />

Attività di informazione e promozione 1/03/2013 15/04/2013<br />

dei prodotti agroalimentari di qualità<br />

MISURA 211<br />

Indennità a favore degli agricoltori 20/03/2013 15/05/2013<br />

delle zone montane<br />

MISURA 214 - Azioni F e G<br />

Pagamenti agroambientali 2/04/2013 15/05/2013<br />

MISURA 221<br />

Imboschimento dei terreni agricoli 14/05/2011 31/07/2013<br />

MISURA 223<br />

Imboschimento di superfici non agricole 01/02/2011 31/07/2013<br />

ficiari, per un contributo totale<br />

di quasi 650mila euro.<br />

MISURA 133<br />

È di 1.200.000 euro il budget<br />

messo a disposizione dal bando<br />

della misura 133 sulle “Attività<br />

di informazione e promozione<br />

dei prodotti agroalimentari di<br />

qualità”, cheresterà aperto fino<br />

al 15 aprile 2013. Possono presentare<br />

domanda i consorzi e<br />

le associazioni di produttori biologici;<br />

i consorzi di tutela o gli<br />

organismi ufficiali di riferimento<br />

dei prodotti a denominazione<br />

e loro associazioni o raggruppamenti;<br />

i consorzi di tutela dei<br />

vini a denominazione. Sono<br />

ammissibili a contributo i progetti<br />

di informazione e promozione<br />

delle produzioni ammesse<br />

ai benefici della misura 132,<br />

che favoriscano la conoscenza<br />

della qualità dei prodotti e la loro<br />

commercializzazione in Italia e<br />

all’estero, e che siano realizzati<br />

entro il 30 aprile 2014. Il contributo<br />

è pari al 70% della spesa<br />

ammessa per attività di tipo informativo-promozionale;<br />

al 50%<br />

per attività pubblicitarie.<br />

MISURA 211<br />

Dovranno essere presentate<br />

entro il 15 maggio 2013 le domande<br />

di partecipazione al nuovo<br />

bando della misura 211 rivolta<br />

agli agricoltori di montagna. Il<br />

budget è di 6.500.000 euro<br />

L’obiettivo della misura 211 rimane<br />

quello di sempre: contrastare<br />

l’abbandono delle superfici<br />

agricole montane e, in particolare,<br />

di quelle pascolive e foraggere.<br />

IL VERDE SI<br />

RIGENERA CON<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

MISURA 214<br />

Si è aperta in questi giorni la<br />

misura 214 sui “Pagamenti<br />

agroambientali”, ma unicamente<br />

per la presentazione di nuove<br />

domande per due tipologie<br />

d'intervento: le azioni F e G,<br />

dedicate al mantenimento di<br />

strutture realizzate con la misura<br />

216 (in particolare, siepi, filari,<br />

fasce tampone boscate e aree<br />

umide). Sarà poi consentito<br />

incrementare il numero dei capi<br />

richiesti a premio per l’azione<br />

H, relativa alla salvaguardia delle<br />

razze animali locali minacciate<br />

di estinzione. Per tutte le altre<br />

azioni si potrà soltanto presentare<br />

domanda di conferma<br />

degli impegni assunti negli anni<br />

precedenti. Si ricorda che i beneficiari<br />

della 214 sono tenuti quest'anno<br />

a presentare la domanda<br />

di conferma degli impegni.<br />

Pertanto, per le domande avviate<br />

nel 2007 e nel 2008, che hanno<br />

impegni di durata rispettivamente<br />

di 7 e 6 anni, è necessario<br />

presentare la conferma<br />

nel corso del 2013.<br />

Per approfondimenti sul<br />

Programma di sviluppo<br />

rurale 2007-2013<br />

e sulle singole misure :<br />

- AdG_SviluppoRurale@<br />

regione.lombardia.it<br />

- www.agricoltura.regione.<br />

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I IN EXPO PRIMO 2015PIANO I I<br />

UNO DEGLI OBIETTIVI DELL’EXPO È<br />

RESTITUIRE CENTRALITÀ AL RUOLO<br />

SOCIALE DEGLI ATTORI DELLA<br />

FILIERA AGRICOLA E ARTIGIANALE:<br />

AGLI AGRICOLTORI, CIOÈ, COSÌ<br />

COME AGLI ARTIGIANI DEL GUSTO.<br />

PERCHÉ, COME CI SPIEGA DIANA<br />

BRACCO, COMMISSARIO PER IL<br />

PADIGLIONE ITALIA, «IL NOSTRO<br />

TESSUTO PRODUTTIVO È FERTILE<br />

ALLE IDEE IMPRENDITORIALI»<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

«Sarà una porta d’ingresso<br />

verso i nuovi mercati»<br />

Nel tempo si è depositato un “saper<br />

fare” frutto dell’esperienza diretta<br />

di più generazioni, «una conoscenza<br />

diffusa», ci spiega in queste pagine<br />

Diana Bracco, che guiderà il Padiglione<br />

Italia di Expo 2015, «che si riflette in un<br />

patrimonio di tradizioni artigianali uniche<br />

al mondo e che sono alla base del<br />

successo del Made in Italy. L’Italia è un<br />

unicum culturale dove l’agricoltura, e<br />

quindi la produzione di cibo, è parte intima<br />

e coessenziale alla vita quotidiana di<br />

città e paesi».<br />

LOMBARDIA VERDE: Come sarà il Padiglione<br />

Italia?<br />

DIANA BRACCO: La Giuria sta vagliando<br />

i 68 progetti in gara al concorso internazionale<br />

di progettazione che abbiamo<br />

voluto lanciare e che ha avuto un<br />

successo oltre le aspettative. L’alto numero<br />

di progetti presentati è un dato rilevante<br />

per gare di questa complessità<br />

che ci assicura l’alta qualità del vincitore<br />

finale. Il Padiglione, che occuperà<br />

l’intero Cardo del sito, sarà il cuore pulsante<br />

di tutta l’Esposizione. Lo immaginiamo<br />

come un luogo aperto, un’agorà<br />

emozionale che permetterà il con-<br />

I 20 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

fronto, lo scambio d’informazioni, e che<br />

saprà sensibilizzare il visitatore attorno<br />

ai temi della manifestazione. Sarà<br />

una finestra sulla storia del nostro Paese,<br />

presentandolo come un luogo unico<br />

capace di coniugare tradizione e innovazione,<br />

passato e futuro. Il Padiglione<br />

dovrà essere una “porta d’ingresso” del<br />

Paese, una piattaforma di relazioni internazionali<br />

che potrà aiutare il nostro<br />

Made in Italy a penetrare in nuovi mercati<br />

e a trovare ulteriori opportunità<br />

di crescita.<br />

L.V.:Come verrà declinato il tema dell’Expo,<br />

“Nutrire il Pianeta, energia per la vita"?<br />

D.B.:Il tema permetterà all’Italia di valorizzare<br />

le nostre numerosissime eccellenze<br />

produttive, tecnologiche e scientifiche<br />

in settori con un alto potenziale<br />

di crescita legati proprio allo sviluppo<br />

sostenibile, alle energie rinnovabili e,<br />

naturalmente, all’industria alimentare.<br />

Il modello alimentare italiano e l’italian<br />

lifestyle, fatti di qualità, bellezza, gusto,<br />

rispetto dell’ambiente, sostenibilità delle<br />

produzioni, dieta equilibrata e convivialità,<br />

possono fornire un esempio<br />

al mondo intero. Il settore agroalimentare<br />

italiano rappresenta un’eccellenza<br />

a livello mondiale nella gestione del<br />

prodotto “dal campo alla tavola”. Non<br />

a caso nel novembre di due anni fa il<br />

comitato intergovernativo dell’Unesco<br />

ha proclamato la dieta mediterranea<br />

patrimonio culturale immateriale dell'umanità.<br />

Tra l’altro uno dei driver fondamentali<br />

dell’Expo di Milano sarà proprio<br />

l’innovazione. Vogliamo fare del<br />

Padiglione Italia un’occasione per valorizzare<br />

la capacità innovativa delle imprese<br />

e incoraggiare lo sviluppo di prodotti<br />

sostenibili e di tecnologie eco-compatibili.<br />

Il Padiglione dovrà mettere in<br />

vetrina le risposte che il nostro Paese<br />

potrà offrire ai problemi legati all’ambiente<br />

e all’alimentazione grazie alla<br />

capacità innovativa e creativa del nostro<br />

sistema di Ricerca pubblico e privato<br />

e delle imprese italiane all’avanguardia<br />

che hanno successo in tutto il mondo.


L.V.: Una recente ricerca Eurisko indica che<br />

tra i visitatori attesi dell'Expo moltissimi saranno<br />

giovani<br />

D.B.:Il mondo, soprattutto nei Paesi emergenti,<br />

è sempre più popolato da giovani,<br />

molto sensibili ai grandi problemi<br />

globali, inter-connessi e proiettati nel<br />

futuro. A loro dovrà saper parlare l’Expo<br />

italiana. Anche per questo il concept del<br />

Padiglione Italia, pensato dal creativo<br />

Marco Balich, è centrato sulla metafora<br />

del “vivaio”: uno spazio dove far germogliare<br />

i giovani talenti, un luogo di<br />

accoglienza e sostegno alle progettualità<br />

di chi è impegnato a immaginare<br />

soluzioni innovative alle sfide di domani.<br />

Più in generale, attraverso percorsi<br />

di “edutainment”, l’Esposizione di Milano<br />

svolgerà un ruolo formativo per quella<br />

che chiamiamo l’“Expo Generation”,<br />

favorendo un incontro tra i visitatori più<br />

giovani e le scuole con il mondo della<br />

ricerca scientifica.<br />

Expo potrà assolvere contemporaneamente<br />

a una funzione di educazione del<br />

consumatore e di formazione delle giovani<br />

generazioni e di tutta la società civile<br />

alla conoscenza del saper mangiare<br />

bene per vivere meglio.<br />

L.V.:L’Expo sarà un’opportunità per l’Italia?<br />

D.B.:Sì. Sarà il primo grande evento del<br />

dopo crisi, volano di sviluppo e fattore<br />

di rilancio competitivo e un’occasione<br />

per sostenere la crescita delle produzioni<br />

manifatturiere Italiane in mercati destinati<br />

a diventare i motori dello sviluppo.<br />

Uno studio della Bocconi promos-<br />

t UNA VETRINA UNICA<br />

Il commissario del Padiglione<br />

Italia non ha dubbi: «L’Italia è tra i<br />

paesi di punta, oltre che nel comparto<br />

agro-alimentare, in settori<br />

collegati tra cui le biotecnologie, la<br />

farmaceutica, la dietologia e la<br />

nutraceutica. L’Expo e il Padiglione<br />

Italia, saranno una vetrina<br />

straordinaria soprattutto per le<br />

tante piccole e medie imprese».<br />

so dalla Camera di Commercio di Milano<br />

ha provato gli effetti di Expo sul PIL italiano<br />

e sull’occupazione: si stima che la<br />

produzione aggiuntiva determinata da<br />

Expo nell’economia italiana, nel periodo<br />

2012-2020, potrà ammontare a più<br />

di 24,7 miliardi di euro, cui corrisponde<br />

un incremento di valore aggiunto<br />

pari a circa 10,5 miliardi e un fabbisogno<br />

di quasi 200mila nuovi posti di lavoro.<br />

In tempi di recessione, soprattutto<br />

quest’ultimo dato sull’occupazione mi<br />

sembra davvero importante.<br />

Tra l’altro l’Expo rappresenta un vero<br />

attrattore di capitali verso il nostro Paese:<br />

gli investimenti esteri, infatti, ammontano<br />

a oltre un miliardo di euro. L’ultima<br />

adesione, del Brasile, dimostra che<br />

tutti i Paesi emergenti del BRIC credono<br />

nell’Expo italiana.<br />

L.V.: Esistono anche stime sui benefici economici<br />

per l'agricoltura lombarda e italiana?<br />

D.B.: Ancora no, ma le ricadute saranno<br />

importanti e dureranno nel tempo.<br />

Anzitutto in termini di visibilità. Expo<br />

potrebbe essere l’occasione per mostrare,<br />

attraverso un percorso virtuale e interattivo,<br />

la complessità e l’importanza di<br />

questo settore, strategico per la nostra<br />

regione e per il nostro paese, dalla semina<br />

dei cereali alle tecniche innovative di<br />

coltivazione e di raccolta. Mostreremo<br />

la trasformazione di questi cerali in mangimi<br />

e il loro utilizzo all’interno delle stalle<br />

da latte e degli allevamenti suinicoli.<br />

Si potrà vedere l’ultima parte legata alla<br />

agroindustria con la possibilità di assaggiare<br />

eccellenze alimentari regionali<br />

come Grana Padano, Parmigiano<br />

Reggiano, il latte fresco, il prosciutto<br />

crudo e il risotto. In questo percorso<br />

immaginiamo di presentare tutte le innovazioni<br />

che in questi ultimi anni hanno<br />

arricchito il settore rendendolo più efficiente<br />

e sostenibile.<br />

D’altronde la <strong>Lombardia</strong> è la seconda<br />

regione agricola d’Europa, e la Pianura<br />

Padana è il biotopo agricolo più produttivo<br />

a livello mondiale, grazie al suo terreno<br />

e alle Alpi che la proteggono e<br />

alimentano la riserva idrica. Le condizioni<br />

agronomiche delle terre lombarde,<br />

grazie alle moderne tecnologie, sono<br />

state adattate, specialmente nell’ultimo<br />

secolo, a produzioni di punta. Ma tutto<br />

il nostro Paese è un grande laboratorio<br />

che offre una tradizione alimentare<br />

importante e di qualità, una grande ricchezza<br />

in termini di biodiversità: si pensi<br />

ai vitigni coltivati in Italia, ai molti prodotti<br />

tipici, alla varietà delle tradizioni<br />

alimentari locali.<br />

L’eccellenza del nostro modello ha fatto<br />

sì che l’Italia abbia oggi il più alto<br />

numero di prodotti Dop e Igp di tutta<br />

Europa (202, contro i 168 della Francia<br />

e i 134 della Spagna). Se esiste un Paese<br />

legittimato a ospitare una Esposizione<br />

Universale sul tema della nutrizione,<br />

questo è senza dubbio l’Italia, che in duemila<br />

anni di storia ha dato tanto al mondo<br />

in termini di dieta sana ed equilibrata,<br />

standard di sicurezza, sostenibilità<br />

delle produzioni e valorizzazione delle<br />

tradizioni enogastronomiche.<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 21 I


I IN VINITALY PRIMO IPIANO<br />

I<br />

SI TERRÀ DAL 7 AL 10 APRILE LA<br />

47ESIMA EDIZIONE DEL SALONE<br />

INTERNAZIONALE DEI VINI E DEI<br />

DISTILLATI DI VERONA.<br />

OLTRE 1500 LE ETICHETTE DEI VINI<br />

LOMBARDI OSPITI, INSIEME A 200<br />

AZIENDE VITIVINICOLE LOMBARDE,<br />

DEL PALAEXPO, AL SECONDO PIANO<br />

DEL COMPLESSO DI VERONAFIERE,<br />

DOVE LA LOMBARDIA SFIDERÀ LE<br />

PRODUZIONI MONDIALI.<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

L’abbinamento migliore<br />

è con l’export “anti-crisi”<br />

Città dalla fama internazionale,<br />

Verona è la città che ogni anno<br />

ospita la più importante fiera di<br />

vino a livello mondiale: il Vinitaly.<br />

Quest’anno il Salone Internazionale del<br />

Vino e dei Distillati, alla sua 47esima<br />

edizione, si terrà da domenica 7 a mercoledì<br />

10 aprile. Un punto di riferimento<br />

indiscusso per il settore enologico<br />

internazionale: 19mila metri quadri<br />

di esposizione, 4.255 espositori provenienti<br />

da tutto il mondo, oltre duemila<br />

giornalisti accreditati e 140mila<br />

visitatori, il Vinitaly è ambasciatore pre-<br />

I 22 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

stigioso del made in Italy. Organizzato<br />

da Veronafiere, ente fieristico internazionale<br />

dal 1977, il Vinitaly 2013 si concentrerà<br />

sul “mondo che amiamo”,<br />

ossia il vino, il territorio, la qualità e<br />

l’ambiente.<br />

Si rinnovano gli appuntamenti tradizionali<br />

e se ne aggiungono alcuni innovativi<br />

come il “Tasting Ex…Press”,<br />

ossia la presentazione di alcuni vini<br />

internazionali da parte di testate del<br />

settore, e il “Food&Wine Pairing”,<br />

evento che abbinerà i vini italiani a piatti<br />

continentali tradizionali.<br />

In questa edizione Vinitaly potenzia poi<br />

l’attività di incoming grazie al lavoro<br />

dei suoi delegati attivi in sessanta Paesi<br />

e a un accordo con l’Istituto del<br />

Commercio Estero: un impegno per<br />

mantenere alto il grado di soddisfazione<br />

espresso da espositori e operatori<br />

esteri, che è apparso ancora più necessario<br />

dopo il sondaggio realizzato da<br />

Veronafiere a consuntivo dell’edizione<br />

2012, dal quale è emerso che la partecipazione<br />

consente di consolidare<br />

la propria immagine(per il 97 per cento<br />

dei casi), verificare l’interesse per i


propri prodotti (98%), valutare il mercato<br />

e la concorrenza (95%). I dati<br />

dell’esportazione lo confermano: la<br />

ricetta anticrisi per il vino italiano<br />

è vendere all’estero. Un’opportunità<br />

che Veronafiere propone da oltre 15<br />

anni, da quando cioè ha fatto di Vinitaly<br />

e di Vinitaly International strumenti<br />

per l’internazionalizzazione delle imprese<br />

enologiche italiane.<br />

«Il traino della domanda estera è ora<br />

diventato essenziale per il comparto<br />

enoagrolimentare, che sconta la stagnazione<br />

dei consumi interni», ha detto<br />

il presidente di Unioncamere<br />

<strong>Lombardia</strong>, Francesco Bettoni.<br />

«Vinitaly è il principale momento di<br />

comunicazione della capacità produttiva<br />

e della qualità dei vini italiani;<br />

la presenza unitaria, importante e qualificata<br />

delle imprese lombarde dà un<br />

segnale unico della coesione e della<br />

volontà di crescere delle nostre aziende.<br />

Un forte segnale di aggregazione<br />

che ci consentirà – in sinergia con<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>, con la quale viene<br />

condiviso l’impegno in accordo di<br />

programma – di intercettare quella<br />

dinamicità dei mercati esteri che ben<br />

il 60% degli imprenditori vinicoli lombardi<br />

ci ha segnalato nella nostra ultima<br />

indagine congiunturale. Non abbiamo<br />

nulla da invidiare ai migliori vini<br />

mondiali e lo comunicheremo in modo<br />

adeguato nella vetrina lombarda all’edizione<br />

2013 di Vinitaly a Verona».<br />

La grande “casa collettiva” di <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong> occuperà anche quest’anno<br />

l’intero secondo piano del Palaexpo,<br />

su uno spazio espositivo di 8mila metri<br />

quadrati di cui circa 4.200 allestiti. I consorzi<br />

lombardi che prenderanno parte<br />

al padiglione di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />

sono undici: Consorzio Oltrepò Pavese,<br />

Ente Vini Bresciani (per Montenetto,<br />

1 BERE GIOVANE E CONSAPEVOLE COL LUGANA BRUT<br />

Il Consorzio di Tutela del Lugana, in<br />

collaborazione con l’Istituto<br />

Alberghiero Berti di Verona, ha<br />

realizzato un progetto per la<br />

promozione del bere consapevole<br />

rivolto principalmente ai giovani,<br />

denominato “Spirito in Gabbia”.<br />

All’iniziativa - che s’ispira ai dati del<br />

ministero della Salute relativi all’abuso<br />

di alcol principalmente nelle fasce di<br />

età più giovani, in continuo aumento -<br />

il Consorzio ha partecipato in qualità<br />

di sponsor mettendo a disposizione il<br />

proprio prodotto di punta: il vino<br />

Lugana Brut, ingrediente “speciale”<br />

alla base dell’invenzione di cocktail<br />

che si caratterizzano per l’equilibrata<br />

somministrazione di<br />

alcol e per l’utilizzo di<br />

frutta stagionale del<br />

territorio. Dallo “Spritz<br />

Moro” coi rizomi del<br />

rabarbaro allo “Spritz<br />

Biondo” e al “Ginger B”<br />

a base di lime, dal “Red<br />

Botticino, San Martino<br />

della Battaglia e<br />

Cellatica), Consorzio<br />

Lugana, Consorzio<br />

Valtenesi, Consorzio<br />

Provinciale Vini Mantovani<br />

(per Colli Morenici<br />

Mantovani e Lambrusco<br />

di Mantova), Consorzio San Colombano,<br />

Consorzio Valcalepio, Consorzio<br />

Moscato di Scanzo, Consorzio Valtellina,<br />

Consorzio Franciacorta, Consorzio<br />

Terre Lariane. A questi si aggiungono<br />

duecento aziende lombarde e oltre<br />

1.500 etichette di vini prodotti nella<br />

nostra regione, per un totale di 215<br />

stand.<br />

Del resto, sono 24.000 gli ettari com-<br />

Spritz” con fragole fresche al<br />

“Tropicana” a base di succo d’ananas,<br />

con il supporto dei docenti gli studenti<br />

si sono cimentati nella realizzazione di<br />

cocktails a base di agrumi, frutta<br />

fresca, frullati, gelati e yogurt, e<br />

nell’uso di bibite analcoliche. Con<br />

indubbi benefici sull’organismo, anche<br />

grazie all’apporto delle vitamine della<br />

frutta, in grado di aiutare la digestione<br />

e di dare carica ma anche leggerezza.<br />

Una serie di manifestazioni e di eventi<br />

culturali hanno fatto da sfondo a<br />

questa iniziativa. Il progetto ha<br />

affrontato altre tematiche legate<br />

all’alcol, come il disagio giovanile, la<br />

mancanza di cultura alimentare o la<br />

«necessità», spiegano<br />

gli organizzatori, «di<br />

sviluppare nei futuri<br />

operatori di bar e<br />

locali pubblici<br />

un’etica<br />

professionale».<br />

Info: www.bertivr.it<br />

plessivamente vitati in<br />

<strong>Lombardia</strong> tra vigne<br />

Docg, Doc e Igt per una<br />

produzione complessiva<br />

pari a 1.5000.000<br />

ettolitri di vino tra bianco,<br />

rosso e spumanti<br />

(su www.lombardiavini.it<br />

tutte le info sull’eccellenza vitivinicola<br />

lombarda).<br />

Atteso in fiera, infine, il neo assessore<br />

all’Agricoltura di <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong>, Gianni Fava, che sarà<br />

presente a Vinitaly lunedì 8 aprile per<br />

la “Giornata del Vino Lombardo”, durante<br />

la quale dialogherà con gli operatori<br />

del settore.<br />

Alessia Furia<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 23 I


I VINITALY I<br />

A caccia del ceppo<br />

migliore<br />

HANNO POTENZIALITÀ DI MERCATO<br />

IMPORTANTI I RISULTATI DI UNA<br />

RICERCA AVVIATA IN 18 AZIENDE<br />

DELL’OLTREPÒ PAVESE<br />

E DELLA FRANCIACORTA<br />

L’<br />

idea<br />

rizzare i vini capaci sia di esprime-<br />

all’origine del progetto di<br />

ricerca Enotrack è stata di valo-<br />

re un legame con il territorio di appartenenza<br />

sia di penetrare nei mercati<br />

esteri emergenti. Lo studio ha coinvolto<br />

nelle sperimentazioni diciotto aziende<br />

agricole lombarde ed è frutto della<br />

collaborazione tra il Dipartimento di<br />

Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e<br />

l’Ambiente dell’Università degli Studi<br />

di Milano, il Consorzio per la Tutela del<br />

Franciacorta e il Consorzio Tutela Vini<br />

Oltrepò Pavese, come ci spiega il professor<br />

Roberto Forlino, del Dipartimento<br />

dell’Unimi, coordinatore del progetto<br />

“Valorizzazione delle Docg Franciacorta<br />

e Oltrepò Pavese Metodo Classico<br />

mediante impiego di lieviti autoctoni<br />

per il miglioramento delle produzioni<br />

e come marcatori di tipicità”.<br />

«Abbiamo diretto la ricerca verso lo<br />

spumante realizzato col metodo classico,<br />

essendo uno dei prodotti che manifesta<br />

margini di sviluppo grazie al trainante<br />

successo imprenditoriale del<br />

‘modello Franciacorta’. La qualità del<br />

vino spumante realizzato col metodo<br />

classico dipende da molti fattori», spiega<br />

Forlino; «tra questi, il ceppo di lievito<br />

usato in rifermentazione contribuisce<br />

in maniera decisiva all’ottenimento<br />

delle caratteristiche sensoriali e nutrizionali<br />

del prodotto finito». Tra gli obiettivi<br />

del progetto, triennale, ci sono lo<br />

studio e la salvaguardia della biodiversità<br />

attraverso l’isolamento, l’identificazione,<br />

la tipizzazione e la conservazione<br />

dei lieviti presenti nell’ambiente<br />

viticolo ed enologico di Franciacorta<br />

e Oltrepò Pavese; la selezione, previa<br />

tipizzazione genotipica, di saccaromiceti<br />

autoctoni e lo studio sulle potenzialità<br />

dell’utilizzo di ceppi autoctoni<br />

I 24 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2012 I<br />

t RICERCA DI QUALITÀ<br />

A guidare il team di ricerca sulla<br />

valorizzazione delle Docg Metodo<br />

Classico di Franciacorta e Oltrepò<br />

pavese è stato il professor Roberto<br />

Forlino, del Dipartimento di<br />

Scienze per gli Alimenti dell’Unimi,<br />

qui nella foto circondato dai suoi<br />

collaboratori.<br />

come marcatori di tipicità, attraverso<br />

la messa a punto di un protocollo di<br />

estrazione e di amplificazione del DNA<br />

dal prodotto finito, per il riconoscimento<br />

delle colture usate nel triage.<br />

I risultati della sperimentazione possono<br />

dunque aprire nuove strade anche<br />

agli enologi, oltre che alle aziende vitivinicole.<br />

«Vi è l’evidenza di una grande<br />

e inaspettata biodiversità presente negli<br />

areali produttivi, che andrebbe valorizzata»,<br />

dice Forlino, «attraverso lo sfrut-<br />

Se il 2012 (ma la cosa<br />

prosegue nel 2013), è<br />

stato un anno difficile per<br />

molti settori del sistema<br />

agroalimentare, i dati<br />

dell’ultima vendemmia<br />

sembrano far emergere<br />

una minore sofferenza del<br />

settore vitivinicolo.<br />

L’andamento climatico<br />

dell’estate scorsa ha<br />

inciso in termini<br />

quantitativi sulle<br />

produzioni, che hanno<br />

segnato una diminuzione<br />

media del 12%, con punte<br />

anche molto più elevate<br />

in alcuni areali. A livello<br />

qualitativo si è invece<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

tamento della naturale, stagionale contaminazione<br />

dei mosti e la produzione<br />

di masse in fermentazioni spontanee<br />

da impiegare nei blend successivi per<br />

l’allestimento dei vini base. Seppur un<br />

po’ rischiosa», riconosce Foschino,<br />

«questa procedura consentirebbe all’enologo<br />

l’ottenimento di prodotti differenti<br />

disegnati sul gusto del cliente<br />

e, nel contempo, legati al territorio».<br />

Almeno quattro ceppi autoctoni, due<br />

per ogni territorio coinvolto - Franciacorta<br />

ed Oltrepò Pavese - hanno dimostrato<br />

caratteri tecnologici e qualitativi elevati,<br />

in grado di essere proposti alla produzione<br />

e commercializzazione. Un<br />

patrimonio genetico con potenzialità<br />

fenotipiche ancora inesplorate. «La messa<br />

a punto del protocollo di identificazione<br />

del lievito Saccharomyces Cerevisiae<br />

a livello di ceppo», conclude il professore,<br />

«è una risorsa analitica utile per i<br />

produttori di vino che va a vantaggio<br />

anche dei fabbricanti di starter; si potrebbe<br />

allora sostenere la realizzazione di<br />

una ‘carta d’identità’ di ceppo, implementando<br />

un sistema di certificazione».<br />

Alessia Furia<br />

1 PRODUZIONE VITIVINICOLA: NEL 2012 DATI INCORAGGIANTI<br />

confermata una buona<br />

annata. All’interno delle<br />

varie denominazioni se ne<br />

notano alcune, anche di<br />

nuova costituzione, che


I nuovi<br />

trend<br />

del gusto<br />

CRESCE L’INTERESSE PER LE<br />

ETICHETTE TIPICHE ANCHE DA<br />

PARTE DEI GIOVANI, CHE SONO<br />

SEMPRE PIÙ ORIENTATI AL<br />

CONSUMO DI VINO, COME CI<br />

SPIEGANO DUE ENOLOGI UNDER 40<br />

All’interno dell’evidente difficoltà<br />

di un settore che deve vivere di<br />

margini sempre più ristretti e<br />

inseguire tendenze di mercato sempre<br />

più mutevoli, Riccagioia - il Centro di<br />

studi e ricerca sulla vite di <strong>Regione</strong><br />

danno segno di particolare<br />

vivacità, come il Lugana,<br />

che conferma il trend<br />

positivo degli ultimi anni.<br />

Se dunque la crisi<br />

economica impatta anche<br />

su alcuni settori dell’agroalimentare,<br />

con riposizionamenti<br />

della produzione<br />

verso prodotti più<br />

accessibili al consumatore,<br />

lo stesso non sembra<br />

essere successo, se non<br />

marginalmente, nel<br />

vitivinicolo, dove le<br />

produzioni di qualità, che<br />

coprono la maggioranza<br />

della produzione lombarda,<br />

mantengono le posizioni<br />

t STUDIO E PASSIONE<br />

Igor Pasquale, 36 anni, e Simone Fiori,<br />

25, sono i due enologi che lavorano<br />

presso Riccagioia, il Centro di studi e<br />

ricerca sulla vite di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />

dove negli ultimi tempi si sono<br />

intensificati gli studi sull’ottenimento<br />

di vini di qualità senza l’uso di solfiti.<br />

<strong>Lombardia</strong> con sede in Oltrepò pavese,<br />

è ancora al riparo da pressanti esigenze<br />

commerciali. Con l’aiuto di due giovani<br />

enologi del Centro - Simone Fiori,<br />

25 anni, e Igor Pasquale, 36 anni - abbiamo<br />

cercato di capire quali sono le nuo-<br />

preminenti degli scorsi anni.<br />

Dei circa 1.300.000 ettolitri<br />

di vino della vendemmia<br />

scorsa, su di una superficie<br />

di circa 21.000 ettari più del<br />

50% è rappresentato da<br />

vini a denominazione di<br />

origine (11% Docg e 40%<br />

Doc), il 38 da vini a Igt e<br />

solamente l’11% da vini da<br />

tavola. Dati incoraggianti,<br />

che si spera siano<br />

confermati dall’esito del<br />

Vinitaly 2013.<br />

ve tendenze in cantina e a tavola. Laurea<br />

nell’aprile 2012 in Scienze viticole ed<br />

Enologiche dell’Università degli studi<br />

di Torino, Simone Fiori, prima di arrivare<br />

a Riccagioia ha lavorato durante<br />

la stagione di vendemmia come cantiniere<br />

in un paio di aziende in Oltrepò<br />

pavese e in Umbria. «Le aziende, in particolar<br />

modo le medio piccole, stanno<br />

cercando di spostarsi da una filosofia<br />

più commerciale a una più etica».<br />

Ecco perché molte aziende, così come<br />

Riccagioia, stanno lavorando sul contenuto<br />

in solfiti. «Grazie alle tecnologie<br />

e alle conoscenze dell’enologia moderna,<br />

si è visto come sia possibile ottenere<br />

ottimi risultati anche senza l’ausilio<br />

di quantitativi massicci di solfiti.<br />

Alcune pratiche già molto utilizzate<br />

sono il raffreddamento delle uve prima<br />

della pressatura, con celle frigo o<br />

ghiaccio secco, che permettono di ovviare<br />

i problemi di ossidazione legati alle<br />

tirosinasi, inattive a basse temperature<br />

(


I VINITALY I<br />

Giovani che mettono in<br />

bottiglia le idee dei padri<br />

SONO LA NUOVA GENERAZIONE<br />

DI VITIVINICOLTORI CHE HANNO<br />

EREDITATO VIGNETI E CANTINE<br />

DAI PADRI E CHE NON INTENDONO<br />

RINUNCIARE AL PRESENTE 2.0<br />

E PURE AL LEGAME COL PASSATO.<br />

HANNO QUINDI SCELTO LA STRADA<br />

DELLA VALORIZZAZIONE DEL<br />

TERROIR MA CON I NUOVI PRINCIPI<br />

DELLA SOSTENIBILITÀ E DELLA<br />

QUALITÀ DELLE PRODUZIONI<br />

I 26 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

Il mondo del vino lombardo sta cambiando<br />

pelle grazie a una nuova generazione<br />

di vitivinicoltori che si sta<br />

facendo largo, imponendosi con un<br />

bagaglio di idee innovative e nuove<br />

modalità operative giocate attorno a<br />

un minimo comun denominatore: la<br />

valorizzazione del terroir secondo i<br />

nuovi principi di qualità e sostenibilità<br />

delle produzioni. Paradossalmente questa<br />

piccola rivoluzione dei giovani talenti<br />

non rompe i legami col passato, ma<br />

del passato cerca le radici più profonde,<br />

riscoprendo ad esempio nei vitigni<br />

autoctoni tesori dimenticati che tornano,<br />

grazie a loro, a parlare del territorio.<br />

Perché l’importante è il “racconto<br />

di un vino” che non può in nessun caso<br />

essere disgiunto dal suo luogo d’origine.<br />

Un racconto che bisogna saper<br />

comunicare, in Italia come all’estero,<br />

con le modalità e le competenze che<br />

servono oggi. La generazione 2.0 conosce<br />

le lingue, si destreggia mirabilmente<br />

tra fiere ed eventi e usa i social network<br />

per organizzarli, si mette in rete con il<br />

pubblico e fa gioco di squadra con i<br />

produttori vicini.


I DORIA DI MONTALTO PAVESE<br />

«Non facciamo altro che mettere in bottiglia<br />

le idee dei nostri padri», si schermisce<br />

Davide Doria, rampollo di un’antica<br />

schiatta di viticoltori, i Doria di<br />

Montalto Pavese, presenti in Oltrepò<br />

sin dall’Ottocento, da quando l’area<br />

era parte integrante del Regno di<br />

Piemonte. Per i Doria, ricerca e sperimentazione<br />

finalizzate al recupero delle<br />

antiche tradizioni sono da sempre<br />

assi portanti dell’impresa e Davide, col<br />

fratello Andrea, continua convinto su<br />

questa strada. «Siamo stati tra i primi<br />

in zona a investire su una vecchia<br />

varietà di Nebbiolo autoctono da<br />

cui abbiamo ricavato un vino di grande<br />

pregio. Il vitigno è stato selezionato<br />

in una rosa di cento, su cui è stata condotta<br />

una sperimentazione ventennale,<br />

in collaborazione con l’Università di<br />

Milano». Un altro recupero più recente<br />

ha riguardato un vitigno risalente<br />

ai tempi dell’impero asburgico, che aveva<br />

individuato nelle colline oltrepadane<br />

il terroir adatto alla sua nobile uva.<br />

Si tratta di un Riesling renano metodo<br />

classico in purezza, un vino da lungo<br />

invecchiamento che può perfino superare<br />

i vent’anni. «Sono prodotti particolari<br />

apprezzati anche all’estero, proprio<br />

perché legati alla storia e alle tradizioni<br />

locali». Una storia tutta da raccontare,<br />

e per questo la Doria si è dotata<br />

del centro enoculturale La Colombina,<br />

attrezzato con un'ampia biblioteca, dove<br />

si svolgono incontri tematici sul vino,<br />

convegni e degustazioni.<br />

I PASINI DELLA VALTÉNESI<br />

Anche per Paolo Pasini, produttore di<br />

Groppello e Chiaretto in Valténesi, sulla<br />

sponda lombarda del Garda, il racconto<br />

del vino è fondamentale e “verde”,<br />

racchiuso in una sorta di decalogo<br />

sciorinato di getto: «Vogliamo produrre<br />

vini sani, leggeri, con il minor impat-<br />

t AZIENDE DA EXPORT<br />

Nella pagina a sinistra Davide Doria<br />

accanto all’enoturismo aziendale La<br />

Colombina a Montalto Pavese, sulle<br />

colline dell’Oltrepò. La sua sfida<br />

consiste nel puntare su antichi vitigni<br />

autoctoni. In alto i cugini Paolo e<br />

Luca Pasini, la cantina, la barricaia<br />

e, in basso, una veduta aerea<br />

dell’azienda circondata dai bei vigneti<br />

della Valténesi. Producono Groppello<br />

e Chiaretto destinato per il 40 per<br />

cento al mercato estero.<br />

to ambientale possibile, prendendo<br />

coscienza delle nostre radici, per estrarne<br />

il “segreto originale”, attraverso investimenti<br />

importanti in vigna e in cantina».<br />

E marca la distanza con un passato<br />

dominato da logiche meramente<br />

commerciali, contrapponendo una visio-<br />

ne di lungo periodo: «L’investimento in<br />

vigna va programmato almeno sui 30/50<br />

anni». Per la cantina, tutta a energia<br />

solare, vale lo stesso discorso. «Poniamo<br />

attenzione all’intera filiera per evitare<br />

sprechi, scegliendo fornitori vicini e<br />

bottiglie più leggereanche per gli spumanti,<br />

abolendo gli incarti inutili e riducendo<br />

le lavorazioni allo stretto necessario».<br />

E poi c’è il racconto del vino nell’enoteca-ristorante<br />

ricavata dalla<br />

vecchia cantina e dotata di una terrazza<br />

panoramica sui vigneti a perdita d’occhio,<br />

gustando anche con gli occhi il<br />

“sapore” del territorio. In azienda Paolo<br />

si occupa del commerciale insieme ai<br />

cugini Sara, in amministrazione, e Luca,<br />

che cura l’aspetto enologico e agronomico,<br />

col papà ancora in azienda a<br />

dare una mano. Il 40 per cento delle<br />

bottiglie prodotte va all’estero, in<br />

quindici paesi di cui solo la Germania<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 27 I


I VINITALY I<br />

rappresenta un’eredità familiare. «Per<br />

lo sviluppo dell’export, conta la conoscenza<br />

delle lingue che consente di sfruttare<br />

al meglio le opportunità offerte oggi<br />

dai viaggi low cost. È una scelta obbligata,<br />

giacché il mercato interno è completamente<br />

chiuso a causa di una regionalizzazione<br />

ormai compiuta, con un<br />

vino “dominante” su ogni territorio».<br />

LA VILLA CRESPIA DI FRANCIACORTA<br />

Non conosce confini regionali invece il<br />

racconto del vino di Michela Muratori,<br />

responsabile della comunicazione di<br />

Villa Crespia, in Franciacorta, una delle<br />

“isole” dell’arcipelago che ne conta<br />

altre tre sparse per l’Italia. Michela ha<br />

scelto di comunicare attraverso i social<br />

network, da Facebook a Four Square,<br />

da Twitter a Istagram. Inoltre, con un<br />

suo blog e la “complicità” di settanta<br />

giovani colleghi franciacortini, anima<br />

eventi, cercando di diffondere l’uso del<br />

Franciacorta come aperitivo o in accompagnamento<br />

di cibi insoliti come la<br />

pizza. «Tentiamo di “sdrammatizzare”<br />

un vino importante, ancora destinato<br />

prevalentemente alle occasioni speciali.<br />

Coinvolgiamo così, solo in Franciacorta,<br />

duemila persone all’anno in una ventina<br />

di eventi, ma siamo molto attivi<br />

anche nelle altre aree dell’“arcipelago”.<br />

È un lavoro duro, non ci sono orari,<br />

né sabati o domeniche, ma al consumatore<br />

va assolutamente raccontata la storia<br />

del vino e la comunicazione oggi<br />

risulta decisiva». Con una laurea in lingue<br />

e un master in marketing conseguito<br />

a Dublino, Michela, la maggiore<br />

di tre fratelli, è entrata in azienda dopo<br />

un periodo di affiancamento al direttore<br />

commerciale, introducendo le nuove<br />

tecniche di comunicazione, tanto più<br />

I 28 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

t LA MODERNITÀ CHE<br />

DÀ VOCE ALLA TERRA<br />

Fondamentale il dialogo sui nuovi<br />

media così come il rispetto della<br />

natura per Michela Muratori<br />

(nella foto sotto), responsabile<br />

comunicazione di Villa Crespia,<br />

Franciacorta (in alto), dove si sta<br />

sperimentando una fertilizzazione<br />

che fa uso delle micorrize.<br />

Producono vini diversi in base<br />

alla quota altimetrica i fratelli Fay<br />

(nella pagina a fianco), che<br />

gestiscono i vigneti di famiglia<br />

in Valgella, Valtellina.<br />

efficaci quanto basate su solidi contenuti.<br />

Oltre alla qualità, la filosofia aziendale<br />

è imperniata sulla sostenibilità:<br />

«Partecipiamo al progetto I.TA.CA. per<br />

la riduzione della nostra impronta carbonica<br />

e utilizziamo energia autoprodotta<br />

all’80 per cento del nostro fabbisogno,<br />

che raggiungerà il 100 per cento<br />

nel giro di un anno». Sempre in tema<br />

di sostenibilità, molto originale è l’approccio<br />

al vino naturale, che Michela<br />

ha battezzato “simbiotico”. «Parliamo<br />

della completa interazione tra uomo<br />

e ambiente, nel rispetto della naturalità.<br />

In una delle tenute abbiamo sperimentato<br />

un sistema di fertilizzazione,<br />

attraverso particolari famiglie fungiformi<br />

(le micorrize), che ristabilisce l’equilibrio<br />

microbiologico del terreno, garantendo<br />

così alla vite una maggiore resistenza<br />

alle malattie. Questo consente la<br />

produzione di vini che non abbisognano<br />

di pratiche di cantina, mantenendo<br />

il carattere originario senza bisogno di<br />

aggiungere solfiti, i “Simbiotici”, per<br />

l’appunto».<br />

I FRATELLI FAY E MORELLI, IN VALTELLINA<br />

Un’attenzione quasi maniacale alla vigna<br />

e l’“ascolto” della voce del territorio ispirano<br />

anche l’azione dei fratelli Fay<br />

che operano in una piccola porzione<br />

della Valtellina, la Valgella, dove si sono<br />

incontrati i vigneti della famiglia materna,<br />

i Morelli, e quelli della famiglia paterna,<br />

i Fay. Qui Marco, studi enologici, ed


Elena, laurea in economia e commercio,<br />

lavorano con il papà, continuando<br />

ad attuare il progetto familiare di<br />

incrementare vigneti di proprietà e,<br />

soprattutto, di riuscire a conferire significato<br />

ad ognuno di essi, con la visione<br />

del cru alla francese.<br />

«A seconda della quota altimetrica»,<br />

spiega Elena, «produciamo vini diversi.<br />

Dalla fascia più bassa ricaviamo il<br />

vino base, un rosso equilibrato, di buona<br />

qualità, da quella media le selezioni<br />

e da quella alta gli sforzati». Della vigna<br />

e della vinificazione si occupa Marco,<br />

mentre Elena cura la parte commerciale,<br />

«secondo le inclinazioni che si sono<br />

manifestate in noi sin da bambini, anche<br />

se al momento Marco si sobbarca i viaggi<br />

all’estero che prima della nascita di<br />

EVOLUZIONE<br />

DELLA SPECIE<br />

L’unica azienda sul mercato in grado di offrire una gamma<br />

completa di trinciatrici per la manutenzione di argini, banchine<br />

stradali e verde in genere: 10 modelli base disponibili in varie<br />

misure per trattori da 25 a 200 HP.<br />

un figlio rientravano nei miei compiti.<br />

Puntiamo molto sull’export, che quota<br />

ormai il 40 per cento della produzione<br />

ed è diretto verso Stati Uniti,<br />

Giappone e Regno Unito. Si tratta di<br />

mercati di nicchia, naturalmente, ma<br />

che apprezzano sempre più i vini della<br />

Valtellina». La dimensione “di nicchia”<br />

è quella che meglio esprime la filosofia<br />

aziendale Fay, così come il rapporto<br />

diretto con i visitatori, accolti da Elena<br />

da maggio a settembre in piccoli gruppi,<br />

per poter mostrare loro in maniera<br />

approfondita il lavoro in vigna e in cantina.<br />

Nella logica del lavoro di rete vol-<br />

Via Musi, 1/A-3 - 37042 Caldiero (VERONA)<br />

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to a migliorare la qualità dei vini dell’intera<br />

valle, i fratelli Fay partecipano<br />

attivamente alla dialettica interna tra<br />

produttori in seno al Consorzio Vini<br />

di Valtellina. «Noi abbiamo sposato le<br />

teorie dell’orientamento del filare da<br />

Est a Ovest, anziché da Nord a Sud,<br />

parallelamente al corso del sole, con<br />

ottimi risultati. Altri continuano con<br />

l’esposizione tradizionale, ma il dibattito<br />

è aperto e ciascuno porta il suo contributo<br />

alla discussione. L’importante<br />

è, sempre e comunque, il rispetto del<br />

vitigno».<br />

Marinella Marinelli<br />

APOSTOLICOADV.IT


LE I IN AZIENDE PRIMO INFORMANO PIANO I<br />

Informazione promozionale<br />

4 La gestione dell’azoto:<br />

efficiente per necessità<br />

Gli apporti di azoto ai terreni<br />

coltivati sono sostanzialmente<br />

di due tipologie:<br />

quelli derivanti dagli effluenti<br />

zootecnici e quelli presenti<br />

nei concimi minerali. Dal<br />

punto di vista agronomico<br />

sono entrambi fondamentali<br />

per svariate ragioni.<br />

Gli agricoltori attenti sanno<br />

che le dosi di azoto devono<br />

sempre rispettare i limiti e gli<br />

equilibri dati dai MAS (massimi<br />

apporti standard) combinati<br />

con i valori della Direttiva<br />

Nitrati per le zone vulnerabili.<br />

In un’ottica quantitativa,<br />

gli effluenti sono regolamentati<br />

dalle direttive regionali in<br />

modo teorico (vedi tabella)<br />

ma purtroppo difficilmente<br />

quantificabili in termini di<br />

effettivo apporto nutritivo<br />

MAS<br />

E qui entrano in gioco i fertilizzanti<br />

minerali, unico apporto<br />

quantificabile in maniera<br />

precisa ed appropriata.<br />

Considerati gli apporti potenziali<br />

di azoto derivanti dai concimi,<br />

appare evidente l’importanza<br />

di come questo<br />

nutriente debba effettivamente<br />

essere - come tempistica<br />

e come efficacia - disponibile<br />

ed utilizzabile dalle colture.<br />

Un concime quindi sicuro,<br />

affidabile, versatile ed estremamente<br />

efficiente.<br />

ENTEC ®:lamassima efficienza<br />

dell’azoto<br />

La tecnologia ENTEC ® (tecnologia<br />

ecologica dell’azoto)<br />

N<br />

naturale<br />

LA DIRETTIVA NITRATI E LE SUE DEROGHE IMPONGONO ALLE AZIENDE LOMBARDE UN SISTEMA<br />

ESTREMAMENTE EFFICIENTE PER LA GESTIONE DELLE DIVERSE FORME AZOTATE PRESENTI NEI TERRENI.<br />

Senza deroga<br />

170 kg N<br />

(liquame bov 50% eff.)<br />

Coltura Kg N/ha Kg N/ha N da e.a. N da concime N da e.a. N da concime<br />

MAIS<br />

(13 ton/ha)<br />

280 60 85 135 163 54<br />

Il Programma d’Azione della <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> (DGR 2208) prevede i valori massimi di azoto applicabile per singola coltura<br />

(MAS) . Si riportano, a titolo di esempio i potenziali apporti di N da concimi minerali in terreni ZVN senza e con deroga<br />

è stata sviluppata e brevettata<br />

da BASF oltre dieci anni fa,<br />

ma ancora oggi è considerata<br />

- numerose sperimentazioni<br />

lo testimoniano - la più efficace<br />

e redditizia. Si tratta di<br />

concimi ad elevato contenuto<br />

in azoto stabilizzato dall’inibitore<br />

della nitrificazione<br />

3,4 DMPP, una molecola che<br />

rallenta il metabolismo dei<br />

Nitrosomonas,ibatteri responsabili<br />

della nitrificazione dell’azoto<br />

ammoniacale nei suoli<br />

coltivati. I risultati sono molteplici:<br />

nutrizione azotata<br />

costante e graduale nel tem-<br />

Con deroga<br />

250 kg N<br />

(liquame bov 65% eff.)<br />

po, riduzione delle perdite per<br />

lisciviazione e volatilizzazione,<br />

maggior flessibilità nelle<br />

epoche di distribuzione.<br />

La situazione appare ancor più<br />

interessante alla luce di recenti<br />

sperimentazioni in merito<br />

agli effetti della molecola 3,4<br />

DMPP sull’azoto presente nel<br />

terreno non derivante dagli<br />

apporti minerali.<br />

Inibire anche l’azoto degli<br />

effluenti? Sperimentazioni<br />

in atto<br />

Alcune ricerche sperimentali-<br />

fra cui la più recente svi-<br />

luppata in Italia è quella condotta<br />

dal Cra di Roma<br />

(Centro di Ricerca per lo studio<br />

delle relazioni tra pianta<br />

e suolo)- confermano l’efficacia<br />

del 3,4 DMPP nel ritardare<br />

l’ossidazione delle forme<br />

ammoniacali presenti<br />

negli effluenti fino a quattro<br />

settimane. Questo significa<br />

che, quando il 3,4 DMPP<br />

si trova nel terreno, è in grado<br />

di migliorare l’efficienza<br />

non solo dell’azoto apportato<br />

con i concimi minerali,<br />

ma anche delle altre forme<br />

azotate presenti nel terreno,<br />

in particolare quelle<br />

ammoniacali apportate con<br />

gli effluenti.<br />

EuroChem Agro: una gamma<br />

completa per tutte le esigenze<br />

La gamma prodotti ENTEC ®<br />

con la tecnologia dell’azoto<br />

inibito dal 3,4 DMPP si è con<br />

il tempo consolidata e arricchita:<br />

fertilizzanti di semina<br />

e pre-semina (ENTEC ®<br />

13-10-20 e ENTEC ® 25-15);<br />

prodotti da utilizzare in copertura<br />

(ENTEC ® 26 e<br />

ENTEC ® 46); ma anche la<br />

linea Flexammon ® , specifica<br />

per le realtà cerealicole<br />

del nord Italia, in particolare<br />

mais, riso e grano: concimi<br />

composti ottenuti per<br />

miscelazione di azoto stabilizzato<br />

e altri componenti<br />

a base di fosforo, potassio<br />

e zolfo. E ancora, UTEC ® 46,<br />

azoto ureico con inibitore<br />

dell’ureasi.<br />

Una gamma completa di prodotti<br />

di qualità a disposizione<br />

degli agricoltori più<br />

esigenti ed attenti.


I FILIERA CORTA I<br />

Prezzo equo ai consumatori,<br />

reddito garantito alle aziende<br />

È LA FORZA DEL PATTO CHE SEMPRE<br />

PIÙ PICCOLI PRODUTTORI HANNO<br />

DECISO DI SIGLARE CON I GAS,<br />

I GRUPPI D’ACQUISTO SOLIDALE<br />

CHE, NATI VENT’ANNI FA, OGGI<br />

RAPPRESENTANO CASI RIUSCITI<br />

E DURATURI DI FILIERA CORTA,<br />

ALL’INSEGNA DEL RISPETTO DEL<br />

LAVORO E DELL’AMBIENTE<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

in poi non sarà più solo il<br />

Pil a determinare il grado di<br />

D’ora<br />

“ricchezza” di un popolo ma<br />

un insieme di parametri tra i quali il reddito<br />

è solo uno dei fattori considerati. In<br />

Italia si chiama Bes (Benessere Equo e<br />

Sostenibile) il nuovo strumento statistico<br />

messo a punto dall’Istat per misurare<br />

lo sviluppo umano che molto ha a che<br />

fare con un diritto-dovere di cittadinanza<br />

vissuto appieno da ogni componente<br />

della nostra società.<br />

Il consumo critico di beni e servizi da<br />

parte dei Gruppi d’Acquisto Solidale<br />

ben s’inquadra nell’ottica del benessere<br />

sostenibile e i suoi protagonisti sono<br />

semplici cittadini - qualcuno li ha definiti<br />

“ConsumAttori”- che con una sem-<br />

pre più vasta platea di piccoli produttori<br />

hanno stipulato un patto fiduciario<br />

di mutua solidarietà, sulla strada di<br />

una nuova e auspicata economia sociosolidale.<br />

I primi Gas sono comparsi una<br />

ventina d’anni fa con l’idea di mettere<br />

insieme le forze per fare massa critica<br />

e ottenere economie di scala nell’acquisto<br />

di cibi di qualità direttamente alla<br />

fonte, stabilendo relazioni dirette con i<br />

produttori. Ne è nata una reciproca conoscenza<br />

e la consapevolezza condivisa<br />

che il prodotto acquisito dovesse essere<br />

“figlio” di una serie di criteri divenuti<br />

nel tempo irrinunciabili: il rispetto dell’uomo,<br />

dell’ambiente, un prezzo equo<br />

per il consumatore e un reddito soddisfacente<br />

per il produttore. Certo il prez-<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 31 I


I FILIERA CORTA I<br />

zo vantaggioso è un elemento importante,<br />

ma rappresenta solo uno dei fattori<br />

critici di successo di un’esperienza,<br />

quella dei Gas, che ormai si è radicata<br />

nei nostri stili di consumo, coinvolgendo<br />

– si stima – almeno mezzo milione<br />

di persone in Italia. Così la S dell’acronimo,<br />

Solidale per l’appunto, ha<br />

finito per connotare di valore etico il processo<br />

d’acquisto e per garantire a molti<br />

piccoli produttori un canale di vendita<br />

con margini più generosi di quelli<br />

offerti dalla grande distribuzione o dall’industria<br />

di trasformazione, diventando,<br />

in taluni casi, la principale fonte di<br />

ricavi.<br />

Negli ultimi anni, i Gas si sono diffusi a<br />

macchia d’olio in tutto il mondo e anche<br />

in Italia, dove si stima una rete consolidata<br />

di 2.500 realtà operative di cui<br />

ben 450 operanti in <strong>Lombardia</strong>, che<br />

risulta essere la regione con il maggior<br />

numero di strutture. È quanto emerge<br />

da una ricerca nazionale promossa<br />

dall’Area Ricerca e Formazione del<br />

Tavolo della Rete di Economia Solidale,<br />

coordinata da Davide Biolghini, e condotta<br />

in collaborazione con l’Osservatorio<br />

Cores Gruppo di ricerca su consumi,<br />

reti e pratiche di economie sostenibili<br />

I 32 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

dell’Università di Bergamo. «Lo scopo<br />

era di verificare in modo scientifico gli<br />

obiettivi dei gruppi d’acquisto solidali,<br />

la consistenza, il peso economico e “politico”<br />

in rapporto con l’agricoltura e con<br />

un futuro sostenibile per l’economia locale<br />

dei territori», spiega Biolghini, coordinatore<br />

scientifico del Forum<br />

Cooperazione e Tecnologia nonché referente<br />

progetti R&S – Distretto di<br />

Economia Solidale del Parco Sud<br />

Milano, che sottolinea la costante ascesa<br />

nei quindici anni presi in considerazione<br />

a ritmi del 20/25 per cento all’anno.<br />

«L’indagine conferma che la composizione<br />

media di ogni gruppo d’ac-<br />

quisto è di 30 famiglie, una dimensione<br />

“fisiologica” dal punto di vista organizzativo,<br />

oltre la quale avviene una “gemmazione”<br />

in nuovi gruppi, e precisa anche<br />

gli obiettivi, legati alla sostenibilità sul<br />

piano economico, ma anche sociale e<br />

ambientale. Secondo le ricercatrici del<br />

Cores si tratta di esperienze vere e proprie<br />

di cittadinanza attiva e la tendenza<br />

evidenziata nella ricerca è che i Gas stiano<br />

sostituendo per molti versi l’associazionismo<br />

tradizionale. Oltre alla componente<br />

di attenzione all’ambiente, cresce<br />

anche la cooperazione nei singoli<br />

Gas, tra gruppi di Gas e produttori, favorendo<br />

una sorta di “economia delle rela-<br />

t ECONOMIA DELLE<br />

RELAZIONI<br />

Oltre alla componente di attenzione<br />

all’ambiente, presente in tutti i Gas,<br />

«cresce la cooperazione tra i singoli<br />

Gruppi e coi produttori, che sta dando<br />

vita a una economia delle relazioni»,<br />

spiega Davide Biolghini, coordinatore<br />

del Tavolo della Rete di Economia<br />

Solidale, che ha realizzato una ricerca<br />

sui Gas, nonché coordinatore<br />

del Distretto di Economia Solidale<br />

del Parco Sud di Milano.


zioni”. Dall’indagine si evince che i<br />

Gas privilegiano l’acquisto di prodotti<br />

biologici, non necessariamente certificati,<br />

ma forte è la domanda anche di<br />

prodotti del territorio, tipici e a chilometro<br />

zero. La tendenza evolutiva è infatti<br />

verso percorsi di reti di economia locale<br />

e solidale, di cui la <strong>Lombardia</strong> è la<br />

regione più ricca. «Nel Parco Agricolo<br />

Sud», afferma Biolghini, «dove si coltiva<br />

essenzialmente riso e mais in modo<br />

convenzionale, la prima richiesta che<br />

viene fatta dai consumatori “responsabili”<br />

non è sul biologico ma sulla biodiversità<br />

delle coltivazioni e la ricerca<br />

testimonia che i Gas sono sempre più<br />

consapevoli della loro crescente capacità<br />

di incidere sul cambiamento nel<br />

modo di produrre. Se si considera che<br />

a livello nazionale siano circa 500mila<br />

le persone coinvolte nel processo e che<br />

il danaro “mosso” da ogni Gas ammonta<br />

a circa 50 mila euro all’anno, risulta<br />

evidente il peso sempre maggiore di<br />

questa “altra” economia, anche se per<br />

il momento il fenomeno coinvolge principalmente<br />

il settore primario».<br />

Sulla stessa lunghezza d’onda è Mauro<br />

Serventi, che da fondatore del primo<br />

Gas italiano, il Gas Fidenza, è un osservatore<br />

privilegiato del fenomeno e<br />

della sua evoluzione: «I numeri stanno<br />

crescendo, crescono i fatturati e la cri-<br />

t PRO AMBIENTE<br />

Il Gas Pavia (www.despavese.org), tra<br />

i più grossi in <strong>Lombardia</strong> con settanta<br />

famiglie, ha avviato un progetto di<br />

pesca sostenibile in collaborazione<br />

con l’InterGas di Milano che consiste<br />

nel ritiro di tutto il pescato realizzato<br />

da alcuni pescatori dell’Argentario<br />

impegnati nella lotta alla pesca con<br />

strascico. Sempre sulla stessa linea<br />

della sostenibilità è la fornitura di<br />

pesce azzurro che il Gas pavese ha<br />

avviato con alcuni pescatori liguri.<br />

si ci dà una mano, togliendo di mezzo<br />

tutte quelle strutture speculative non<br />

contenibili in una filiera. L’economia<br />

delle relazioni che caratterizza il processo<br />

dei Gas, li rende una componente<br />

essenziale di nuove forme di economia<br />

solidale. Ci sono territori che si<br />

stanno dando una struttura legata all’economia<br />

solidale e un esempio sono i<br />

DES, distretti di economia solidale, comparsi<br />

5/6 anni fa, che rappresentano un<br />

tavolo di lavoro dove i bisogni si confrontano<br />

con le produzioni di beni e<br />

di servizi (logistica, trasporti)”, producendo<br />

decisioni condivise».<br />

CHI SONO E COME LAVORANO I GAS?<br />

Quali le forme organizzative, le problematiche,<br />

gli interlocutori? È fondamentale<br />

essere produttori biologici<br />

certificati o val-<br />

gono altri criteri? Lo abbiamo chiesto<br />

a due Gas delle province di Milano e<br />

Pavia, entrambi partiti come semplici<br />

gruppi di cittadini e successivamente<br />

costituitisi in associazioni senza fini di<br />

lucro per ragioni di trasparenza e di<br />

interlocuzione istituzionale, riscontrando<br />

un’omogeneità di comportamenti<br />

che potrebbero rispecchiare in sintesi<br />

l’intera realtà lombarda.<br />

Innanzitutto c’è la scelta dei produttori.<br />

Sonia Bailini, membro di Gaspacho<br />

di Sesto San Giovanni, in provincia<br />

di Milano (www.gaspacho.org), ci racconta<br />

che il suo Gas privilegia i piccoli<br />

produttori, non necessariamente certificati<br />

bio «poiché sappiamo che la certificazione<br />

è costosa e poi, tutto sommato,<br />

i criteri utilizzati non sono poi così<br />

rigorosi. Ci rivolgiamo anche ai produttori<br />

che coltivano varietà antiche, difficili,<br />

che sono schiacciati dalla distribuzione<br />

e alle cooperative sociali,dove<br />

lavorano persone fragili o disabili. Tutte<br />

le aziende devono però garantire lavoro<br />

dignitoso per sé e per i propri dipendenti.<br />

Preferiamo la ricerca diretta dei<br />

produttori che scoviamo nei mercatini<br />

biologici o attraverso visite dirette in<br />

azienda da parte dei nostri responsabili<br />

delle varie merceologie, o ancora attraverso<br />

il passaparola con gli altri gas.<br />

Siamo piuttosto restii invece a farci contattare<br />

dalle aziende perché non avremmo<br />

il tempo di vagliare seriamente le<br />

proposte».<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 33 I


I FILIERA CORTA I<br />

Ester Spedicato del Gas Pavia, un grosso<br />

Gas che approvvigiona stabilmente<br />

70 famiglie, ci racconta di avere uno<br />

zoccolo duro di produttori storici oramai<br />

collaudato e alcuni interessanti progetti:<br />

«Tra i tanti, c’è n’è uno di sviluppo<br />

della pesca sostenibile, attraverso<br />

il sostegno diretto, in collaborazione<br />

con InterGas Milano, di alcuni pescatori<br />

della zona dell’Argentario. Loro si<br />

occupano della tutela dell’ambiente marino<br />

minacciato dalla pesca a strascico,<br />

attraverso la posa sul fondo marino di<br />

dissuasori che, nel tempo, diventano<br />

vere e proprie case dei pesci. È un’attività<br />

costosa e noi contribuiamo ritirando<br />

tutto il loro pescato, con qualche complicazione<br />

logistica per via della rapida<br />

deperibilità. Siamo anche in contatto<br />

con un gruppo di pescatori liguri, anche<br />

loro impegnati sul piano della pesca<br />

sostenibile, che ci riforniscono di pesce<br />

azzurro».<br />

Entrambi i Gas non fanno magazzino e<br />

quindi le consegne dei prodotti devono<br />

essere precise e puntuali, in modo<br />

da consentire ai gasisti un ritiro agevole<br />

e senza intoppi. «Cerchiamo di concentrare<br />

in pochi momenti del mese tutti<br />

gli ordini e di smaltire le consegne in<br />

tempo reale», racconta Sonia; «siamo<br />

rigidissimi con il ritiro dei prodotti. La<br />

consegna puntuale è una della maggiori<br />

difficoltà di tutto il processo per via<br />

della gestione del trasporto, che spesso<br />

viene affidato dai produttori a terzi,<br />

non sempre affidabili sugli orari di consegna».<br />

Un’altra delle attività fondamentali<br />

dei Gas è la formazione/informazione<br />

sulla propria attività che, nel<br />

caso del Gas Pavia, è particolarmente<br />

indirizzata verso le scuole,mentre<br />

Gaspacho è molto attivo nel tutoraggio<br />

a favore di chi voglia aprire un nuovo<br />

Gas: «Il nostro stare insieme non si risolve<br />

nel semplice fare la spesa in manie-<br />

I 34 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

t L’ORTO IN CASSETTA<br />

In alto, una delle splendide vedute<br />

della cooperativa IrisBio di Calvatone,<br />

in provincia di Cremona, produttrice di<br />

ortaggi biologici che opera all’interno<br />

del Parco Oglio Sud (nella foto in alto<br />

a destra, il presidente Maurizio Gritta).<br />

Qui sotto invece Antonio Corbari, che<br />

produce piantine da orto e ortaggi<br />

biologici a Cernusco sul Naviglio, in<br />

provincia di Milano (sotto, le serre).<br />

Già nel ‘78 portava le sue cassette<br />

di verdura a un gruppo di famiglie<br />

milanese: oggi ne serve 400, per un<br />

totale di 18 Gruppi d’Acquisto Solidale.<br />

ra diversa. Ognuno di noi mette a disposizione<br />

del gruppo, degli altri Gas e<br />

del mondo esterno le proprie competenze<br />

per fare informazione e migliorare<br />

le conoscenze sul consumo critico».<br />

DALLA PARTE DEI PRODUTTORI<br />

Anche dal lato dei produttori, il dialogo<br />

costante e condiviso è fondamentale perché<br />

si facciano passi avanti nella costruzione<br />

di “un capitale delle relazioni”.<br />

Le chiama così Maurizio Gritta, presidente<br />

della cooperativa IrisBio di<br />

Calvatone, in provincia di Cremona,<br />

che con i suoi ortaggi biologici prodotti<br />

nel Parco Oglio Sud è stato un capostipite<br />

storico dell’esperienza con i Gas.<br />

Oggi ne approvvigiona un migliaio: «Non<br />

so se siamo stati i primi o i secondi in<br />

Italia. Poco importa. Il rapporto diretto<br />

con il cittadino/consumatore era nel<br />

nostro dna fin dalla costituzione della<br />

cooperativa, nel ’77». Così come nel dna<br />

di Maurizio, figlio di un “bergamino”,<br />

c’è da sempre l’amore per la terra che<br />

impregna la sua voce e la sua attività.<br />

«Parlare coi cittadini, informare ed educare<br />

rimane uno dei quattro capisaldi<br />

del nostro agire, e il cinquanta per cento<br />

del mio tempo lo adopero per far questo».<br />

Per IrisBio, prima azienda agricola<br />

biocertificata da terzi nell’85,<br />

c’è naturalmente il fare agricoltura nel<br />

rispetto dell’uomo e dell’ambiente, del<br />

lavoro femminile, della proprietà collettiva<br />

e della garanzia di filiera, che deve<br />

procedere di pari passo con il business.<br />

«Il contadino si deve aprire di più e capire<br />

che il Gas può essere una strada<br />

di uscita dalla crisi del reddito agricolo.<br />

Al tempo stesso, il cittadino deve<br />

capire le esigenze della produzione, capire<br />

che noi tuteliamo il territorio oltre a<br />

produrre cibo, e pagare il giusto prez


zo. Così i nostri “clienti” gasisti sentono<br />

un po’ loro i chilometri di siepi autoctone<br />

che circondano e proteggono terreni<br />

che non ariamo da 25 anni, custodendo<br />

così il nostro paesaggio. L’uomo<br />

si è messo a fare agricoltura per socializzare,<br />

non per produrre cibo!».<br />

Gritta tiene a sottolineare che il fenomeno<br />

è prima culturale e poi organizzativo<br />

e d’accordo con lui è il suo “collega”<br />

Antonio Corbari, produttore di piantine<br />

da orto e ortaggi biologici a<br />

Cernusco sul Naviglio, in provincia<br />

di Milano; anche lui tra i pionieri del rapporto<br />

diretto con i consumatori: «Abbiamo<br />

cominciato nel ‘78 portando i nostri ortaggi<br />

una volta la settimana a un gruppo<br />

di famiglie di Milano e oggi approvvigioniamo<br />

stabilmente 18 Gas per un<br />

totale 350/ 400 famiglie. Il canale rappresenta<br />

il 40% circa della nostra attività<br />

e siamo convinti Gas cresceranno<br />

ancora molto, grazie anche alla nostra<br />

attività di informazione. Proprio per<br />

questo, dopo una vita spesa a favore dell’agricoltura,<br />

ho deciso di passare in parte<br />

le redini dell’azienda a tre giovani che<br />

si vogliono cimentare in questo mestiere<br />

e dedicare buona parte delle mie energie<br />

alla diffusione del messaggio dell’agricoltura<br />

solidale, presso famiglie,<br />

scuole e con incontri in azienda».<br />

Esprime qualche perplessità invece<br />

Antonietta Baruffaldi, che produce vino<br />

biologico di qualità a Stefanago,<br />

nell’Oltrepò pavese: «Sarà perché il<br />

vino è un prodotto particolare, non è un<br />

bene di prima necessità ma attiene alla<br />

sfera del “piacere”. Penso sia più facile<br />

con i prodotti di base che con quelli<br />

trasformati riuscire a trovare la strada<br />

giusta per un rapporto corretto e costante<br />

con i Gas, che sono tante realtà difficilmente<br />

omologabili e, al loro interno,<br />

t VINO “BAG IN BOX”<br />

Antonietta Baruffaldi (nella foto sotto<br />

con i soci) produce vino biologico<br />

a Stefanago, nell’Oltrepò pavese<br />

(nella foto in basso un vigneto).<br />

La sua azienda serve abitualmente un<br />

solo Gas, «perché il vino è un prodotto<br />

che attiene più alla sfera del piacere<br />

che a quella dei beni di prima<br />

necessità», che sono i più richiesti<br />

dai Gas. È quindi più orientata<br />

alla vendita diretta, con l’offerta di<br />

vini sfusi confezionati in “bag in box”.<br />

ognuno cerca la combinazione di prodotti<br />

personalizzata. Anche se noi abbiamo<br />

cominciato da poco tempo e serviamo<br />

stabilmente un solo Gas. Abbiamo<br />

avuto qualche sporadico rapporto con<br />

altri, ma non con tutti si riesce a consolidare<br />

un rapporto continuativo.<br />

Anche se noi pensiamo di avere tutte<br />

le carte in regola per lavorare direttamente<br />

con il consumatore e siamo molto<br />

disponibili a soddisfare tutte le richieste,<br />

anche le più articolate, senza costi<br />

aggiuntivi di trasporto: siamo biocertificati<br />

e produciamo vini sfusi di qualità,<br />

confezionato poi in “bag in box”,<br />

con un ottimo rapporto qualità prezzo<br />

e la garanzia della lavorazione artigianale.<br />

Probabilmente, ci vorrà del tempo<br />

e occorrerà lasciare che il “passaparola”<br />

faccia il suo corso, dato che è quasi<br />

impossibile proporsi direttamente ai<br />

Gas, che preferiscono trovare da soli i<br />

propri produttori di fiducia».<br />

Marinella Marinelli<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 35 I


I CASI DI SUCCESSO I<br />

AI QUATTRO PORTONI DEI FRATELLI<br />

GRITTI SI LAVORA INNANZI TUTTO<br />

ALLA CURA DELLE BUFALE NUTRITE<br />

COL FORAGGIO DEI PROPRI PODERI<br />

E ALLA QUALITÀ DEI FORMAGGI,<br />

VENDUTI IN AZIENDA E APPREZZATI<br />

ANCHE DAGLI AMERICANI, A CUI VA<br />

IL 60% DELLA PRODUZIONE<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

Quando l’export è un affare<br />

di famiglia che crea lavoro<br />

Iloro formaggi sono più conosciuti<br />

all’estero che in Italia. Merito di scelte<br />

di marketing aziendale lungimiranti,<br />

che hanno permesso ai fratelli Gritti<br />

di conquistarsi un mercato affatto marginale<br />

in paesi come gli Stati Uniti<br />

d’America e la Germania. Colpa, invece,<br />

di una tradizione italiana che fatica<br />

a pensare insieme, coralmente, ad alternative<br />

di mercato per risolvere le difficoltà<br />

individuali delle singole aziende e<br />

garantire la certezza di reddito e spazi<br />

vitali magari anche attraverso la collaborazione,<br />

la cooperazione e la condivisione<br />

di progetti di ampio respiro.<br />

È pur vero che Alfio e Bruno Gritti sono<br />

partiti da lontano, crescendo nell’azienda<br />

del padre che allevava frisone negli<br />

anni Ottanta, per arrivare oggi a gestire<br />

un allevamento di 900 bufale e un caseificio<br />

che produce normalmente dai nove<br />

ai dodici latticini freschi e stagionati,<br />

pronti per essere esportati per il 60 per<br />

cento e per l’altro 40 per cento venduti<br />

nello spaccio aziendale o affidati a distributori<br />

della zona.<br />

Siamo nel Bergamasco, a Cologno al<br />

Serio, a pochi chilometri dall’aeroporto<br />

internazionale di Orio. Eppure, una<br />

volta entrati nell’aia dei Quattro Portoni<br />

- così si chiama l’azienda,visitabile anche<br />

on line sul sito ricco di info www.quat-<br />

I 36 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

troportoni.it - l’atmosfera è quella di sempre,<br />

tipica delle aziende agricole lombarde.<br />

Con una marcia in più, però.<br />

«All’inizio degli anni Duemila, quando<br />

avevamo ancora trecento vacche in lattazione<br />

e stavamo facendo i conti con la<br />

difficile sostenibilità del regime delle<br />

quote latte, abbiamo cominciato a valutare<br />

la possibilità di aprirci all’allevamento<br />

delle bufale», ci spiegano i due<br />

t CASARI SI DIVENTA<br />

Nel 2005 i fratelli Gritti danno il via al<br />

caseificio aziendale con una scelta in<br />

controtendenza: assumono sei ragazzi,<br />

tutti sotto i trent’anni, di cui due provenienti<br />

dalla facoltà di Agraria di<br />

Milano, «cresciuti professionalmente<br />

con noi», ci dicono i Gritti.<br />

fratelli: Alfio, il fratello maggiore, classe<br />

1958, è medico veterinario mentre<br />

Bruno, di tre anni più giovane, è più concentrato<br />

sulla parte commerciale dell’azienda.<br />

«All’inizio abbiamo rilevato cinquanta<br />

capi da un’azienda che stava chiudendo<br />

qui vicino a noi, cominciando a<br />

sperimentare le potenzialità del latte<br />

munto da destinare alla trasformazione.<br />

Abbiamo però capito subito che, se<br />

volevamo davvero crearci una via alternativa,<br />

la cosa giusta da fare sarebbe stata<br />

quella di investire in prodotti nostri,<br />

originali». Da qui a Latina, dove i Gritti<br />

acquistarono poi altre quattrocento bufale,<br />

il passo è stato breve. «Nel 2005, dopo<br />

aver seguito corsi di formazione, partecipato<br />

a fiere, visitato aziende casearie<br />

nel nord e nel sud Italia e in paesi confinanti<br />

come la Svizzera, abbiamo deciso<br />

di vendere le frisone per dedicarci


al latte di bufala, investendo nella realizzazione<br />

di un caseificio interno all’azienda».<br />

E avendo ben chiara una cosa:<br />

«Di certo non avremmo fatto solo mozzarelle,<br />

ma puntato su formaggi che ci<br />

permettessero di distinguerci e di offrire<br />

una buona ragione a consumatori e<br />

rivenditori per venire da noi a comprare».<br />

L’incontro con un tecnologo<br />

caseario pronto a innovare il mercato<br />

dei formaggi e il coraggio di investire su<br />

giovani da formare in caseificio hanno<br />

fatto il resto. Nel 2006 l’inaugurazione<br />

dello spaccio aziendale e nel 2007, partecipando<br />

a Tutto Food, l’incontro con<br />

l’importatore americano «che ha creduto<br />

subito nei nostri prodotti», e che ancora<br />

oggi porta negli States il marchio italiano<br />

di Quattro Portoni. «Gli americani<br />

sono molto interessati alla filiera corta<br />

e ai prodotti da “farmer”, come li chiamano<br />

loro. I distributori sono continuamente<br />

alla ricerca di prodotti di nicchia,<br />

che sono i più richiesti dal mercato statunitense,<br />

per il quale l’intera lavorazione<br />

in azienda è un plus di garanzia».<br />

Non è un caso, quindi, che i foraggi destinati<br />

all’alimentazione delle bufale dei<br />

Quattro Portoni provengano diretta-<br />

t FORME INVIDIABILI<br />

Morbidi quadrelli come da tradizione<br />

bergamasca, caciotte speziate,<br />

semistagionati a crosta fiorita o classici<br />

come il caciocavallo. E poi l’immancabile<br />

mozzarella, la crescenza, la ricotta<br />

o il blu di bufala (nella foto sotto),<br />

premiato a livello internazionale:<br />

è la gamma dei prodotti inventati e<br />

continuamente rinnovati dal marchio<br />

Quattro Portini dei fratelli Alfio<br />

e Bruno Gritti (in basso).<br />

mente dai campi della famiglia Gritti.<br />

«Nel 2008, quando l’economia americana<br />

viveva un momento di grave crisi, il<br />

nostro importatore ci raccontava di essere<br />

uno dei pochi a lavorare bene, grazie<br />

a prodotti di nicchia come i nostri»,<br />

che infatti vengono venduti anche nei<br />

negozi di New York di Eatitaly, il marchio<br />

fondato da Oscar Farinetti che sta<br />

conquistando mezzo mondo. «Per noi il<br />

costo di esportare i prodotti oltreoceano<br />

equivale a quello di consegnare gli<br />

ordini a Milano, da dove poi è a carico<br />

dell’importatore imbarcare il tutto su<br />

una nave». I costi, semmai, sono altri, a<br />

partire dalla formazione e dall’aggiornamento<br />

continuo, per migliorare e innovare<br />

la gamma dei prodotti, fino alla «partecipazione<br />

a fiere e manifestazioni italiane<br />

e internazionali, che sono care<br />

ma essenziali per farci conoscere». In<br />

questo senso, fondamentale è anche l’iscrizione<br />

ai concorsi internazionali: l’ultimo<br />

vinto dai fratelli Gritti è stato l’anno<br />

scorso a Birmingham, dove sono arriviti<br />

primi pari merito a una gara mondiale<br />

a cui hanno partecipato 2800 formaggi<br />

tra cui il blu di bufala, formaggio<br />

di punta dei Quattro Portoni che difatti<br />

s’è aggiudicato il primo premio.<br />

Ma non è necessario fare lunghi viaggi<br />

per esportare il proprio marchio: «Noi,<br />

per esempio, invitiamo sempre operatori<br />

e clienti a visitare la nostra azienda;<br />

l’anno scorso abbiamo accolto venti<br />

delegazioni dagli Stati Uniti», e qualcuna<br />

è arrivata pure dalla Nuova Zelanda.<br />

«Rimane il rammarico di non riuscire a<br />

conquistare il nostro paese», concludono<br />

i Gritti: «In Italia si stima siano 5/6<br />

milioni i consumatori che si rivolgono<br />

alla filiera corta. Gli agricoltori dovrebbero<br />

mettersi insieme, collaborare, immaginare<br />

nuove forme di vendita collettive<br />

creando spazi di vendita comuni, suddividendo<br />

i costi ma potenziando la diffusione<br />

dei singoli marchi», a vantaggio<br />

di tutti.<br />

Eleonora Marchiafava<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 37 I


I SVILUPPO SOSTENIBILE I<br />

Natura 2000, la rete che<br />

sprigiona valore aggiunto<br />

NATA IN SENO ALLA UE PER LA<br />

DIFESA DELLA BIODIVERSITÀ,<br />

RETE NATURA 2000 NON È UN<br />

VINCOLO PER L’AGRICOLTURA<br />

MA UN’OPPORTUNITÀ, COME<br />

SPIEGA (E INFORMA) IL PROGETTO<br />

FARENAIT, CHE SI RIVOLGE AGLI<br />

IMPRENDITORI PER CONVINCERLI<br />

CHE “LA LORO TERRA VALE”<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

Con oltre 26mila siti, di cui il 36<br />

per cento costituito da agro-ecosistemi,<br />

Rete Natura 2000 è la<br />

più vasta area protetta nel mondo, composta<br />

da zone con habitat e specie animali<br />

e vegetali la cui funzione è garantire<br />

la biodiversità a lungo termine.<br />

Il valore dei servizi ecosistemici che<br />

offre si aggira sui 200/300 miliardi di<br />

euro l’anno. «Una cifra», dicono i promotori<br />

del progetto “fa.re.na.it - fare<br />

rete per Natura 2000 in Italia”, che «supera<br />

di gran lunga il costo della gestione<br />

dei siti. Trascurare questo patrimonio»,<br />

avvertono i promotori del progetto<br />

avviato in Italia all’inizio del 2012,<br />

«comporta un danno in termini di perdita<br />

di biodiversità che, secondo alcuni<br />

economisti, ammonta ogni anno al<br />

3 per cento del Pil e che costa alla Ue<br />

450 miliardi di euro all’anno». Da qui<br />

nasce la campagna di comunicazione<br />

in cui si articola fa.re.na.it, finalizzata<br />

a far conoscere agli agricoltori e ai<br />

cittadini i benefici e le opportunità<br />

della rete ecologica europea. Il progetto,<br />

realizzato nell’ambito del<br />

Programma Life+, è stato proposto dal<br />

CTS-Centro Turistico Studentesco e<br />

ha coinvolto l’Ispra (Istituto Superiore<br />

per la Protezione e la Ricerca Ambientale),<br />

la Comunità Ambiente, società già operante<br />

nell’ambito del programma Life<br />

e di Rete Natura 2000; la Coldiretti e<br />

la <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>, quale rappresentante<br />

delle amministrazioni locali<br />

competenti nell’attuazione delle misure<br />

di Rete Natura 2000 e nella gestione<br />

dei Programmi di Sviluppo Rurali<br />

regionali.<br />

Il messaggio è chiaro: «Il valore dell’ambiente<br />

preservato è uno strumento<br />

che consente di dare più valore<br />

ai prodotti che da quella terra


nascono». Fa.re.na.it si rivolge quindi<br />

in primo luogo ai soggetti economici<br />

che operano all’interno dei Sic e delle<br />

Zps, ma anche alle amministrazioni<br />

locali affinché si attivino per «costruire<br />

una reputazione sulla qualità dei prodotti<br />

agroalimentari e sullo sviluppo di<br />

forme di turismo sostenibile premianti<br />

per gli operatori economici e sociali<br />

dei territori». In sostanza, ci spiegano<br />

dalla Direzione generale Sistemi<br />

verdi e Paesaggio, che sta seguendo il<br />

progetto per conto di <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong>, «gli agricoltori sono custodi<br />

di uno straordinario patrimonio fatto<br />

di biodiversità naturale e agricola; il<br />

suo valore può essere trasformato in<br />

un volano economico per le aziende<br />

che operano nei siti di Natura 2000»,<br />

promuovendo la creazione di strumenti<br />

come per esempio uno specifico marchio<br />

che, «nel rispetto delle norme europee,<br />

valorizzi l’attività delle aziende<br />

agricole che ricadono in queste zone».<br />

Fa.re.na.it si propone quindi innanzi<br />

tutto come un servizio di assistenza e<br />

informazione per gli imprenditori agricoli<br />

operanti nei siti di Rete Natura 2000,<br />

che sono sì tenuti ad applicare i principi<br />

di sostenibilità ambientale nella<br />

gestione dell’azienda, ma usufruendo<br />

dei contributi previsti dai Programmi<br />

di Sviluppo Rurale regionali, con l’effetto<br />

finale di una ricaduta positiva<br />

sia sulle casse aziendali che sulla conservazione<br />

della biodiversità. La scelta<br />

di puntare sull’informazione non è<br />

casuale, perché risponde a una reale<br />

esigenza da parte del settore agricolo.<br />

Le indagini preliminari alla stesura<br />

del progetto hanno infatti rilevato<br />

una scarsa conoscenza della Rete Natura<br />

2000 da parte degli imprenditori, come<br />

attestano le rilevazioni effettuate su un<br />

campione di 2062 imprese agricole italiane<br />

intervistate nel febbraio del 2012.<br />

«Il mondo rurale appare diviso in due<br />

tipologie», spiegano i ricercatori, «con<br />

la grande maggioranza - quasi l’80%<br />

t IL FESTIVAL<br />

Si terrà alla Cascina Cuccagna di<br />

Milano dal 31 maggio al 2 giugno<br />

il Festival della biodiversità<br />

alimentare, nell’ambito del<br />

progetto “fa.re.na.it -<br />

Insieme per Rete Natura<br />

2000”. Con happy hour in<br />

cascina, mostre sulla biodiversità e<br />

visite guidate nelle aziende agricole,<br />

l’iniziativa si propone di<br />

coinvolgere le famiglie e<br />

gli imprenditori agricoli<br />

nella conoscenza diretta<br />

del patrimonio agricolo e ambientale<br />

“prodotto” dalle aree Natura 2000.<br />

- delle imprese agricoleche non conoscono<br />

Rete Natura 2000, e circa un<br />

20% di aziende più dinamiche che riconoscono<br />

in Natura 2000 una potenzialità<br />

di sviluppo di mercato per la propria<br />

azienda. Rispetto alla percezione<br />

degli agricoltori verso Rete Natura 2000,<br />

si sono esaminati due aspetti: il riconoscimento<br />

dei benefici legati in particolare<br />

alle misure economiche di<br />

compensazione previste per chi opera<br />

in queste aree, e la reazione degli<br />

stessi in rapporto ai vincoli e agli ostacoli<br />

incontrati fino a oggi. Il quadro<br />

emergente conferma che l’idea di Rete<br />

Natura è ancora purtroppo legata soprattutto<br />

agli aspetti negativi».<br />

Ecco allora una serie di strumenti messi<br />

a disposizione da fa.re.na.it per aiutare<br />

gli agricoltori e gli operatori delle<br />

aree di Rete Natura 2000 nei vari<br />

adempimenti amministrativi. Il primo<br />

è il sito nazionale www.lamiaterravale.it,<br />

dove si trovano informazioni<br />

relative al progetto e a tutte le iniziative<br />

correlate, come per esempio il servizio<br />

assistenza, consultabile per telefono<br />

e via email. Sempre dal sito è scaricabile<br />

la “Guida Rete Natura<br />

Agricoltura” che, rivolta agli imprenditori<br />

agricoli, approfondisce la conoscenza<br />

dei benefici e delle opportunità<br />

di Rete Natura 2000, proponendo inoltre<br />

esempi di buone pratiche e una panoramicadelle<br />

nuove professioni (green<br />

jobs) in campo ambientale e rurale.<br />

Altro strumento utile e divertente è l’applicazione<br />

“Edugame”, un gioco interattivo<br />

rivolto a tutti coloro che - amministratori,<br />

imprenditori, studenti, professori-<br />

vogliano misurarsi nella simulazione<br />

di scenari che rappresentanto<br />

alcuni habitat tipici di Rete Natura 2000.<br />

LO SPORTELLO INFORMATIVO<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> sta infine allestendo<br />

uno sportello informativo presso<br />

Ersaf: operativo dal prossimo maggio,<br />

offrirà assistenza a distanza relativamente<br />

alla gestione dei siti di Natura<br />

2000, con consulenze di ordine sia normativo<br />

sia tecnico-scientifico. L’obiettivo<br />

è di colmare il gap a livello locale rispetto<br />

alle conoscenze su Rete Natura 2000<br />

e alle relative implicazioni gestionali e<br />

amministrative, al fine di diffondere la<br />

conoscenza delle opportunità per gli<br />

operatori agricoli e promuovere interventi<br />

di sviluppo rurale che valorizzino<br />

le caratteristiche di Rete Natura 2000.<br />

Lo sportello avrà carattere itinerante<br />

e svolgerà attività di animazione e conoscenza<br />

direttamente sul territorio, verso<br />

le amministrazioni locali e i gruppi<br />

di interesse come quelli degli agricoltori,<br />

le associazioni ambientaliste,<br />

i cacciatori.<br />

Eleonora Marchiafava<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 39 I


I FITOSANITARIO I<br />

ELABORATE DALLA REGIONE<br />

INSIEME A SYNGENTA, OFFRONO A<br />

DITTE SEMENTIERE, DISTRIBUTORI,<br />

TRASPORTATORI E AGRICOLTORI<br />

UN SUPPORTO PER LE DECISIONI E<br />

PER LA GESTIONE DELLE DIVERSE<br />

FASI OPERATIVE<br />

Uso sostenibile del<br />

seme conciato: le linee guida<br />

Per molte colture un’elevata percentuale<br />

delle sementi in commercio<br />

viene sottoposta ad un processo<br />

di concia per contrastare patogeni e<br />

parassiti nella fase di germinazione e nei<br />

primi stadi di sviluppo della plantula. La<br />

concia può venire effettuata con prodotti<br />

fungicidi per contenere malattie trasmissibili<br />

per seme e con prodotti insetticidi<br />

per controllare attacchi da insetti<br />

del terreno o da fitofagi fogliari. Le operazioni<br />

di concia delle sementi e l’uso<br />

professionale del seme conciato richiedono,<br />

tuttavia, la consapevolezza dei<br />

potenziali impatti negativi derivanti<br />

dai trattamenti e da un uso improprio<br />

dei prodotti. Importante, di conseguen-<br />

1 CHECK-LIST, QUALCHE ESEMPIO PER LA VALUTAZIONE IN AZIENDA AGRICOLA<br />

Difesa del seme e della plantula<br />

Ritiene necessaria la difesa del seme e della plantula nella sua azienda<br />

agricola?<br />

No Sì<br />

Per quale coltura cerealicola e per quale problematica fitosanitaria ?<br />

Funghi Insetti Funghi e insetti<br />

Mais<br />

Frumento tenero<br />

Frumento duro<br />

Riso<br />

Altro (specificare) ………….<br />

In base alle colture da Lei specificate, quale strumento utilizza per risolvere<br />

le problematiche fitosanitarie sopra indicate ?<br />

Specificare<br />

coltura<br />

Specificare<br />

problematica Concia<br />

Geodisinfestazione<br />

I 40 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

Spuntare strumento<br />

za, è la definizione e l’applicazione di procedure<br />

di comportamento e di misure<br />

di mitigazione in grado di assicurare la<br />

sostenibilità lungo tutta la filiera.<br />

In <strong>Lombardia</strong> i cereali interessano il<br />

t LO DICE LA UE<br />

Le “Linee guida per un uso sostenibile<br />

del seme conciato” si inseriscono nel<br />

contesto della Direttiva “Uso<br />

sostenibile dei prodotti fitosanitari”,<br />

recepita in Italia lo scorso agosto (D.<br />

Lgs. 150/2012), che prevede<br />

espressamente la messa a punto di<br />

procedure sicure, la diffusione di linee<br />

guida e la formazione degli operatori.<br />

Trattamento<br />

fitosanitario<br />

all’emergenza<br />

Tecniche<br />

agronomiche<br />

(avvicendamento,<br />

semina ritardata,ecc.)<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

57% della SAU, con una netta prevalenza<br />

del mais (67%) rispetto al riso (19%)<br />

e al frumento tenero (10%). A livello italiano,<br />

sempre in termini di superficie, la<br />

<strong>Lombardia</strong> rappresenta circa il 24% degli<br />

investimenti a mais da granella, il 44%<br />

a mais ceroso e il 43% a riso. Una politica<br />

mirata a un uso sostenibile dei prodotti<br />

fitosanitari nella coltivazione dei<br />

cerealipotrà avere quindi in <strong>Lombardia</strong><br />

un impatto importante. Con queste premesse,<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> eSyngenta<br />

hanno avviato nel 2012 una collaborazione<br />

per la definizione di specifiche<br />

linee guida sul seme conciato dei cereali.<br />

Diversi gli strumenti sviluppati: manuale,<br />

check-list, software on-line.<br />

Ha una mappatura degli appezzamenti della sua azienda agricola che hanno<br />

specifiche problematiche fitosanitarie ?<br />

No Sì<br />

Ritiene necessaria la difesa del seme e della plantula per tutta la superficie<br />

della sua azienda agricola ?<br />

No Sì<br />

Ritiene utile differenziare l’utilizzo degli strumenti di difesa nei singoli<br />

appezzamenti in funzione delle problematiche fitosanitarie riscontrate ?<br />

No Sì<br />

Applica la differenziazione nell’utilizzo degli strumenti di difesa nei singoli<br />

appezzamenti ?<br />

No Sì<br />

La scelta dello strumento di difesa da cosa è dettata ?<br />

Motivi economici Praticità<br />

Organizzazione aziendale (disponibilità di attrezzature idonee)<br />

Consuetudine<br />

1. Ricevimento e deposito del seme conciato<br />

Durante le operazioni di scarico e stoccaggio sono seguite le misure<br />

per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro<br />

Vengono indossati gli adeguati Dispositivi di Protezione Individuale<br />

Guanti Tuta<br />

Scarpe antinfortunistiche<br />

Maschera (solo quando viene raccolto il seme disperso)


Il manuale “Linee guida per un uso<br />

sostenibile del seme conciato” dei<br />

cereali è composto da tre capitoli principali:<br />

stabilimenti sementieri; stoccaggio,<br />

movimentazione e trasporto dei sacchi<br />

di semente conciata; aziende agricole.<br />

Ognuno descrive le fasi principali<br />

nella gestione del seme conciato e dei<br />

prodotti fitosanitari impiegati considerando,<br />

in particolare, la sicurezza degli<br />

operatori, la prevenzione delle possibili<br />

contaminazioni per i residenti, gli<br />

astanti, gli animali da allevamento e selvatici,<br />

la mitigazione delle possibili contaminazioni<br />

dell’ambiente e degli effetti<br />

negativi sugli organismi non target.<br />

Per ciascuna fase viene, inoltre, riportata<br />

una tabella che riassume schematicamente<br />

gli aspetti critici, le modalità<br />

preventive da adottare e le eventuali azioni<br />

correttive. L’impegno da parte del<br />

Servizio Fitosanitario della <strong>Lombardia</strong><br />

è stato rivolto in particolare al capitolo<br />

sull’azienda agricola che, spesso, acquista<br />

e utilizza seme conciato per una sorta<br />

di consuetudine e non sempre a fronte<br />

di una scelta consapevole, come oggi<br />

richiesto dalla nuova normativa comunitaria.<br />

Nel contesto di un uso sostenibile dei<br />

prodotti fitosanitari la scelta di utilizzare<br />

semente di cereali conciata deve<br />

tenere in considerazione diversi fattori.<br />

Innanzitutto l’azienda deve valutare<br />

il reale rischio fitosanitario legato alle<br />

Nella movimentazione si presta attenzione a non danneggiare i sacchi<br />

o la semente conciata in essi contenuta<br />

Lo stoccaggio avviene in luoghi sicuri, chiusi a chiave, non accessibili<br />

ad animali e bambini, asciutti e al riparo dalla pioggia e dalla luce solare<br />

In caso di accidentale dispersione del seme, questo viene raccolto<br />

immediatamente e messo in un contenitore di plastica sigillato<br />

e correttamente etichettato<br />

4. Caricamento del seme nella tramoggia<br />

Vengono lette le informazioni riportate nelle etichette sui sacchi, in<br />

particolare quelle sull’uso sicuro della semente conciata<br />

I sacchi di semente conciata vengono aperti:<br />

Tirando il filo di chiusura del sacco<br />

Usando coltelli antitaglio<br />

Strappando il sacco<br />

Durante il caricamento della semente conciata nella tramoggia vengono<br />

indossati gli adeguati Dispositivi di Protezione Individuale<br />

Guanti<br />

Tuta<br />

Maschera<br />

In presenza di vento, si presta attenzione a posizionarsi in modo da evitare<br />

contaminazioni per sé, per altre persone e per l’ambiente<br />

Mettendosi in modo da avere il vento alle spalle<br />

Mettendosi in modo che il vento spiri verso l’interno del campo<br />

Si presta attenzione a non scuotere ulteriormente il sacco dopo che tutto<br />

il seme è stato svuotato nella tramoggia<br />

peculiarità dei terreni<br />

da seminare, quali<br />

microclimi che favoriscono<br />

infezioni fungine,<br />

elevata presenza<br />

di insetti terricoli<br />

riscontrata negli anni<br />

precedenti o particolari<br />

precessioni colturali.<br />

Inoltre incidono<br />

su questa scelta<br />

la disponibilità di:<br />

seme conciato per le problematiche<br />

fitosanitarie individuate dall’azienda;<br />

formulati per i trattamenti al terreno;<br />

idonee attrezzature per la distribuzione<br />

dei trattamenti al terreno o per eventuali<br />

trattamenti nelle prime fasi di sviluppo<br />

della coltura. È poi necessario valutare<br />

i costi e l’efficacia delle due modalità<br />

d’intervento, e i differenti quantitativi<br />

di prodotto da distribuire per unità<br />

di superficie.<br />

t LE INFO IN RETE<br />

Nei prossimi mesi si potranno<br />

scaricare le Linee guida dal sito<br />

www.agricoltura-responsabile.it, e<br />

utilizzare il software contenente la<br />

check list. Per info si può scrivere a<br />

servizio.fitosanitario@regione.lombardia.<br />

it, infofito@ersaf.lombardia.it,<br />

adriano.politi@syngenta.com.<br />

Occhiali<br />

Stivali / Scarpe antinfortunistiche<br />

La check-list per la valutazione<br />

dell’uso sostenibile<br />

del seme conciato, predisposta<br />

unicamente per le<br />

osservazioni in azienda agricola<br />

(nel box in basso alcune<br />

delle domande previste dal<br />

questionario), è orientata a<br />

verificare i comportamenti<br />

attuati in ciascuno dei punti<br />

critici identificati nel manuale.<br />

Un breve questionario<br />

preliminare sulla difesa del<br />

seme e della plantula aiuta a comprendere<br />

meglio i fattori valutati dall’agricoltore<br />

nella scelta della semente di cereali<br />

conciata. Il formato cartaceo della<br />

check-list è adatto alla raccolta delle informazioni<br />

direttamente in azienda, nel caso<br />

in cui non si disponga di un accesso a<br />

internet. Successivamente tali informazioni<br />

potranno essere inserite nel software<br />

on-line, che contiene sia il manuale<br />

operativo sia la check list, permettendo<br />

una comoda consultazione di tutti gli<br />

strumenti. Il software raccoglie inoltre<br />

i risultati della valutazione dell’azienda,<br />

evidenzia le criticità nella gestione<br />

del seme conciato e fornisce consigli utili<br />

e azioni migliorative da adottare.<br />

Nei prossimi mesi, il manuale e la checklist<br />

verranno ulteriormente verificati<br />

in diverse aziende agricole della regione<br />

rappresentative per la coltura del<br />

mais, del riso e del frumento.<br />

In caso di accidentale dispersione del seme conciato, si provvede<br />

a raccoglierlo o ad interrarlo in modo che non rimangano<br />

semi esposti in superficie<br />

Dopo lo svuotamento, i sacchi del seme conciato vengono raccolti e stoccati<br />

in un apposito contenitore in azienda agricola per essere poi smaltiti<br />

Prima di mettersi alla guida del trattore, vengono tolti i guanti utilizzati<br />

per il caricamento del seme nella tramoggia<br />

5. Gestione della semina<br />

La seminatrice viene regolata (distanza e profondità di semina, controllo<br />

dell’aspirazione) prima di effettuare le operazioni di semina<br />

Durante la regolazione gli operatori indossano gli adeguati Dispositivi<br />

di Protezione Individuale<br />

Guanti<br />

Tuta<br />

Stivali / Scarpe antinfortunistiche<br />

Durante la semina viene controllata la corretta distribuzione del seme nel<br />

terreno (distanza tra i semi, profondità) ed eventualmente fatte le ulteriori<br />

regolazioni<br />

Prima di rimettersi alla guida del trattore, vengono tolti i guanti utilizzati<br />

per le regolazioni della seminatrice<br />

Si provvede ad interrare il seme eventualmente disperso sulla superficie<br />

del terreno durante le fasi di arresto o di cambiamento di direzione<br />

o ai bordi del campo<br />

Il seme avanzato e non utilizzato per semine successive viene recuperato<br />

e riposto nei sacchi originali<br />

I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 41 I


I RICERCA&INNOVAZIONE I<br />

Una libreria su misuraper le<br />

aziende che vogliono innovare<br />

Prosegue ormai da anni la collana<br />

editoriale dei Quaderni della<br />

Ricerca, una collezione importante<br />

di progetti e di risultati di ricerca<br />

curata dalla struttura Ricerca, innovazione<br />

tecnologica e servizi alle impre-<br />

Il Quaderno della Ricerca n.141<br />

Analisi dell’efficienza tecnica delle<br />

imprese agricole<br />

lombarde ed effetti<br />

sulla sostenibilità<br />

ambientale,<br />

agronomica ed economica.<br />

Il caso del<br />

Parco del Ticino –<br />

SOSTARE.<br />

Questo progetto<br />

ha realizzato uno strumento per<br />

considerare quanto l’introduzione<br />

di nuove pratiche agricole modifichi<br />

il reddito aziendale.<br />

L’analisi dell’impatto delle pratiche<br />

agricole sulla realtà ecosistemica<br />

e paesaggistica viene effettuato<br />

sulla base di rilevazioni della<br />

vegetazione naturale e seminaturale<br />

del territorio gestito e, dal<br />

punto di vista economico, sulla<br />

valutazione se un’azienda può<br />

rimanere sul mercato indipendentemente<br />

dai contributi pubblici. In<br />

particolare, si è inteso analizzare<br />

se, in un contesto di sostenibilità<br />

agronomico-ambientale e di multifunzionalità,<br />

la “on-farm diversification”<br />

può portare a un incremento<br />

di redditività. Diventa così<br />

possibile misurare quanto la tutela<br />

dell’ambiente possa creare nuove<br />

opportunità di maggiore reddito<br />

per gli imprenditori.<br />

La gestione agronomica è stata<br />

analizzata modellizzando, nel sistema<br />

diagnostico, le interazioni esistenti<br />

tra scelta delle colture, rotazioni<br />

agrarie, gestione delle risorse,<br />

livello di input dei fattori produttivi<br />

di sintesi.<br />

I 42 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

se della Direzione Generale Agricoltura<br />

di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>.<br />

In queste pagine presentiamo gli ultimi<br />

otto Quaderni pubblicati: si va<br />

dai progetti che offrono strumenti per<br />

misurare la sostenibilità economica,<br />

QdR n. 142 Strumenti diagnostici<br />

innovativi per la certificazione sanitaria<br />

della vite<br />

L’introduzione di<br />

obblighi legislativi<br />

dal punto di<br />

vista fitosanitario<br />

come il passaporto<br />

delle piante<br />

(D.L. 214/2005)<br />

e la normativa sulla<br />

certificazione della vite (D.P.R.<br />

1164/69, D.M. 77/2006) hanno imposto<br />

al produttore di barbatelle e portinnesti<br />

di accertare lo stato sanitario<br />

del materiale prodotto. In questa<br />

prospettiva assume particolare<br />

rilevanza la prevenzione di epidemie,<br />

soprattutto di malattie incurabili<br />

(virosi e fitoplasmosi), diffuse<br />

in campo da insetti e quindi controllabili<br />

solamente mediante trattamenti<br />

chimici. Tali pratiche, che per<br />

essere efficaci devono essere costanti<br />

nel tempo e diffuse a livello territoriale,<br />

sono molto costose sia sotto<br />

il profilo economico che, soprattutto,<br />

sotto il profilo della loro sostenibilità<br />

ambientale.<br />

Il progetto ha avuto lo scopo di fornire<br />

strumenti analitici innovativi<br />

che consentissero di effettuare diagnosi<br />

altamente sensibili, specifiche,<br />

affidabili e su larga scala per<br />

la certificazione sanitaria della vite.<br />

Nei due anni di sperimentazione<br />

sono stati ottenuti risultati rilevanti,<br />

che hanno permesso la messa<br />

a punto di protocolli diagnostici<br />

in grado di evidenziare la presenza<br />

di importanti e diffusi patogeni<br />

della vite.<br />

QdR n.143 Qualità e sicurezza dei prodotti<br />

vegetali minimamente trattati<br />

attraverso imballaggi<br />

funzionali<br />

Il Quaderno riporta<br />

i risultati del<br />

progetto sugli<br />

imballaggi plastici<br />

funzionali<br />

VEGAPACK, finanziato<br />

dalla D.G.<br />

Agricoltura nell’ambito del Piano per<br />

la ricerca e lo sviluppo 2009.<br />

I prodotti destinati alla IV gamma - o<br />

vegetali minimamente trattati (prodotti<br />

ortofrutticoli freschi lavati, tagliati,<br />

assortiti e confezionati, pronti per<br />

il consumo) - sono tra i vegetali quelli<br />

che dimostrano il trend di crescita<br />

più positivo nei mercati internazionali<br />

e nazionali. A fronte della semplicità<br />

d’utilizzo, i vegetali di IV gamma<br />

presentano una filiera produttiva<br />

abbastanza complessa e, soprattutto,<br />

problematiche di conservazione<br />

di non facile comprensione<br />

e controllo.<br />

Il progetto VEGAPACK ha studiato il<br />

fenomeno della proliferazione microbica<br />

dei vegetali minimamente trattati<br />

nel corso della loro conservazione<br />

e il controllo dell’attività respiratoria<br />

attraverso soluzioni ottimali di<br />

packaging. L’approccio è stato multidisciplinare<br />

e ha visto collaborare<br />

da un lato il mondo accademico, con<br />

i ricercatori dell’Università degli Studi<br />

di Milano (esperti di microbiologia e<br />

di tecnologie di packaging) e del CNR<br />

(esperti di polimeri), e dall’altro le<br />

realtà produttive della filiera lombarda<br />

della IV gamma.<br />

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura<br />

ambientale ed agronomica delle nuove<br />

pratiche agricole, alla lotta fitosanitaria<br />

e alla valorizzazione dei prodotti<br />

tipici. I Quaderni della Ricerca<br />

sono consultabili e scaricabili dal sito<br />

www.agricoltura.regione.lombardia.it.<br />

QdR n.144 Fontanili lombardi: tutela<br />

e valorizzazione<br />

Nell’ambito del<br />

progetto di ricerca<br />

“Sistema per<br />

la tutela e la valorizzazione<br />

dei fontanili<br />

del territorio<br />

lombardo –<br />

FONTE” è stata<br />

condotta una verifica<br />

dei fontanili lombardi attraverso<br />

il rilievo diretto sul territorio, con<br />

l’individuazione di indici per la misura<br />

delle funzioni irrigua, naturalistica,<br />

paesaggistica e storico-culturale.<br />

L’approfondimento ha permesso<br />

di definire linee guida per la gestione<br />

dei fontanili e alcuni criteri di intervento<br />

per la loro conservazione.<br />

Il censimento è stato effettuato con<br />

metodologia omogenea per tutto il<br />

territorio e realizzato su base GIS<br />

(Geographical Information System),<br />

creando uno strato informativo dei<br />

fontanili della <strong>Lombardia</strong>: una banca<br />

dati compatibile con il SIBITeR<br />

e con la Carta Naturalistica della<br />

<strong>Lombardia</strong>, contenente informazioni<br />

relative alle caratteristiche idrologiche<br />

e naturalistiche e allo stato<br />

di gestione e manutenzione dei fontanili<br />

(circa 1600 fontanili censiti,<br />

per circa 1150 fontanili ancora presenti).<br />

Le schede dei fontanili censiti sono<br />

contenute nel DVD allegato al<br />

Quaderno, che permette la ricerca<br />

dei fontanili in base alla provincia<br />

ed al comune di appartenenza, mentre<br />

la banca dati GIS sarà integrata<br />

nel Geoportale di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong>.


QdR n. 145 Verso una gestione razionale<br />

della difesa antiperonosporica<br />

in vigneto<br />

Il Quaderno illustra<br />

i risultati del progetto<br />

di ricerca “Comportamentoepidemico<br />

di Plasmopara<br />

viticola e gestione<br />

delle strategie di<br />

intervento”, teso a<br />

individuare metodi<br />

di controllo della peronospora della<br />

vite, basati su una valutazione affidabile<br />

del rischio d’infezione presente<br />

in vigneto.<br />

Per fare questo sono stati utilizzati<br />

sia i dati biologici derivanti da saggi<br />

di germinazione delle strutture<br />

svernanti del patogeno (oospore),<br />

sia i risultati della simulazione<br />

dell’andamento epidemico forniti<br />

dal modello EPI (Etat Potentiel<br />

d’Infection).<br />

La disponibilità di uno strumento<br />

affidabile di valutazione del rischio<br />

di infezione e la conseguente eliminazione<br />

degli interventi non necessari<br />

presentano infatti vantaggi non<br />

solo dal punto di vista della salvaguardia<br />

della salute del consumatore<br />

e dell’ambiente, ma consentono<br />

anche al viticoltore di tutelare<br />

maggiormente se stesso e risparmiare<br />

sulle spese di produzione.<br />

QdR n. 146 Manuale per la valorizzazione<br />

del legname di Acero, Faggio e<br />

Frassino. Progetto BOSCO-MOBILE<br />

Il Bosco Mobile<br />

(BO.MO.) è un progetto<br />

di ricerca<br />

finanziato dalla<br />

D.G. Agricoltura e<br />

finalizzato alla realizzazione<br />

e ottimizzazione<br />

di una<br />

filiera corta lombarda<br />

bosco-legno. Il progetto ha<br />

avuto una fase importante di analisi<br />

della sostenibilità della filiera legnoarredo,<br />

finalizzata all’individuazione<br />

delle migliori modalità per tradurre<br />

nella pratica le indicazioni delle<br />

politiche europee e nazionali su produzione<br />

e consumo sostenibile, in<br />

modo tale da instaurare un sistema<br />

che sia nel contempo sostenibile<br />

e competitivo sul mercato sia privato<br />

che pubblico.<br />

L’obiettivo è stato quello di creare<br />

una filiera locale legno-arredo caratterizzata<br />

dall’utilizzo di materiale<br />

legnoso proveniente da foreste certificate<br />

secondo i criteri della Gestione<br />

Forestale Sostenibile (PEFC) e da<br />

modalità operative a basso impatto<br />

ambientale, evidenziando così le<br />

eventuali criticità nelle fasi produttive<br />

e suggerendo alternative valide<br />

ed ecologicamente migliori.<br />

QdR n.147 La formaggella della Valle<br />

di Scalve con il latte d'alpeggio<br />

Il Quaderno illustra il “Progetto per<br />

la valorizzazione<br />

della multifunzionalità<br />

del territorio<br />

rurale montano<br />

mediante il rilanciodell'alpicoltura<br />

e la valorizzazione<br />

dei prodotti<br />

caseari d'alta<br />

quota (A.R.V.A. Ad Restituendas<br />

Veteres Artes)”, finanziato da <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong> con il Piano regionale per<br />

la ricerca e lo sviluppo 2009.<br />

L’attenzione è stata focalizzata sulla<br />

valorizzazione della multifunzionalità<br />

del territorio alpestre attraverso<br />

il miglioramento dei sistemi di gestione<br />

del territorio (azioni di contrasto<br />

all’abbandono della pratica dell’alpeggio<br />

estivo dei bovini); sullo sfruttamento<br />

produttivo ottimale degli<br />

alpeggi, grazie all’approfondimento<br />

delle conoscenze floristico-vegetazionali<br />

sui pascoli locali; sulla conoscenza<br />

delle produzioni casearie locali<br />

della Valle di Scalve, per descriverne<br />

gli elementi peculiari e distintivi<br />

da conservare nel tempo.<br />

Particolare rilievo è stato dato alla<br />

caseificazione della Formaggella della<br />

Valle di Scalve a partire da solo latte<br />

prodotto da bovine in alpeggio.<br />

Il futuro in buone mani, le tue.<br />

alimenti zootecnici<br />

ed essicazione cereali<br />

COMAZOO s.c.a.r.l.<br />

QdR n. 148 Valorizzazione delle<br />

D.O.C.G. Franciacorta ed Oltrepò<br />

Pavese metodo classico<br />

Il progetto è stato<br />

realizzato grazie<br />

alla collaborazione<br />

tra Dipartimento<br />

di Scienze per gli<br />

Alimenti, la Nutrizione<br />

e l’Ambiente<br />

dell’Università<br />

degli Studi di<br />

Milano, Consorzio per la Tutela del<br />

Franciacorta e Consorzio Tutela Vini<br />

Oltrepò Pavese. Obiettivi: salvaguardare<br />

la biodiversità attraverso l’isolamento,<br />

l’identificazione, la tipizzazione<br />

e la conservazione dei lieviti<br />

presenti in Franciacorta e Oltrepò<br />

Pavese; selezionare saccaromiceti<br />

autoctoni con caratteri enologici interessanti<br />

per il miglioramento della<br />

qualità; verificare le prestazioni dei<br />

ceppi con prove di spumantizzazione<br />

in cantina; studiare la possibilità<br />

di usare ceppi di lieviti autoctoni come<br />

marcatori di tipicità attraverso la messa<br />

a punto di un protocollo di estrazione<br />

e di amplificazione del DNA dal<br />

prodotto finito per il riconoscimento<br />

delle colture usate nel tiraggio. I risultati<br />

mostrano che collezionare e impiegare<br />

ceppi autoctoni con vocazione<br />

enologica può essere un’attività<br />

strategica per l’impresa vitivinicola.<br />

25018 Montichiari (BS) - Via Santellone, 37<br />

tel 030-964961 - fax 030-9962710<br />

email: info@comazoo.it - www.comazoo.it


I LOMBARDIA MILLENARIA I<br />

Èlombardo l’aratro<br />

più antico del mondo<br />

TESTIMONIANZA<br />

MAESTOSA DEL PASSATO<br />

AGRICOLO MILLENARIO<br />

DELLA LOMBARDIA, È<br />

CUSTODITO A DESENZANO.<br />

INTANTO PROSEGUE<br />

IL PROGETTO DI FARE<br />

DELL’AREA DEL<br />

LAVAGNONE UN CANTIERE-<br />

MUSEO ALL’APERTO<br />

I 42 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

In <strong>Lombardia</strong> non mancano<br />

testimonianze della<br />

vita pastorale e agricola<br />

che risalgono alla sua<br />

prima comparsa nel periodo<br />

Neolitico (V-IV millennio<br />

a.C. circa) quando si diffusero<br />

i primi insediamenti<br />

a carattere stanziale. Le<br />

incisioni rupestri della Val<br />

Camonica, il primo dei siti<br />

italiani riconosciuti dall’Unesco<br />

come patrimonio<br />

dell’Umanità, sono ormai<br />

note al grande pubblico. Ma<br />

le antiche pratiche agricole<br />

hanno disseminato tracce<br />

ovunque in un territorio<br />

che, più di ogni altro, sull’agricoltura<br />

ha costruito la<br />

sua fisionomia e disegnato<br />

i suoi paesaggi. Per esempio,<br />

pochi sanno che proprio<br />

nella nostra regione,<br />

e non nella “fertile mezzaluna”<br />

della Mesopotamia<br />

Fondo Europeo Agricolo<br />

per lo Sviluppo Rurale:<br />

l’Europa investe nelle zone rurali<br />

PSR 2007-2013<br />

Direzione Generale Agricoltura<br />

dove è nata l’agricoltura, è<br />

stato rinvenuto l’aratro<br />

più antico del mondo.<br />

Anch’esso, così come le incisioni<br />

rupestri, è un regalo<br />

della post glaciazione che<br />

ha svelato i resti di un villaggio<br />

palafitticolo abitato<br />

dai nostri antenati gardesani<br />

tra il 2100 e il 1100<br />

a.C. Si tratta dell’area del<br />

Lavagnone, tra Lonato e<br />

Desenzano del Garda e pro-


prio in quest’ultima città<br />

campeggia, racchiuso in una<br />

teca, l’aratro, in un perfetto<br />

stato di conservazione.<br />

Dello stagno del Lavagnone,<br />

una delle tante piccole conche<br />

lacustri di origine glaciale<br />

che caratterizzano il<br />

paesaggio dell'ampio anfiteatro<br />

morenico del Garda,<br />

rimane ormai solo un piccolo<br />

specchio d’acqua, perché<br />

il lago vero e proprio<br />

si è trasformato nei millenni<br />

in una torbiera. E proprio<br />

l’estrazione del prezioso<br />

materiale, oltre al lavoro<br />

di moderni aratri all’avanzare<br />

di terreni coltivati, ha<br />

consentito l’affiorare dei<br />

resti dei vari villaggi di palafitte<br />

costruiti nell’area.<br />

Dei 111 siti complessivi dell’arco<br />

alpino, dichiarati nel<br />

2011 patrimonio dell’Unesco,<br />

l’Italia ne conta diciannove,<br />

dislocati in cinque regioni:<br />

Veneto, Piemonte, Friuli<br />

Venezia Giulia e <strong>Lombardia</strong>,<br />

che ne ospita la maggior parte.<br />

Inoltre, se le strutture<br />

palafitticole più antiche, risa-<br />

1 DESENZANO, CUSTODE DELLA PREISTORIA AGRICOLA<br />

Al museo Rambotti di<br />

Desenzano si possono<br />

vedere numerosi oggetti,<br />

utensili e vasellame<br />

provenienti dagli abitati<br />

palafitticoli che<br />

costituiscono un’irripetibile<br />

testimonianza delle<br />

colture preistoriche di tutta<br />

l’area benacense, la più<br />

importante tra le aree<br />

umide europee di interesse<br />

archeologico. Le torbiere<br />

lenti all'inizio del Neolitico<br />

(5000 a.C.), sono state identificate<br />

in territorio lombardo<br />

e precisamente sul lago<br />

di Varese, l’area gardesana<br />

è quella che vanta la<br />

maggiore concentrazione<br />

di villaggi: più di trenta<br />

abitati dislocati sia sulle<br />

sponde del lago, sia nei bacini<br />

inframorenici come quel-<br />

lo del Lavagnone. Simbolo<br />

delle prime comunità agricole<br />

europee, i siti palafitticoli<br />

ci forniscono straordinarie<br />

informazioni riguardanti<br />

la vita, l’allevamento<br />

e le tecniche agricole dei<br />

popoli di allora. Purtroppo<br />

di questi villaggi è rimasto<br />

ben poco, anche se al<br />

Lavagnone sono ancora<br />

dei bacini inframorenici,<br />

grazie alle loro condizioni<br />

anaerobiche, hanno infatti<br />

consentito di preservare i<br />

materiali organici fino ai<br />

nostri giorni, come<br />

testimonia l’eccezionale<br />

aratro del Lavagnone.<br />

chiaramente visibili alcune<br />

tracce delle palificazioni di<br />

recinto dei villaggi e di sostegno<br />

al basamento delle abitazioni.<br />

Per i prossimi anni<br />

è prevista la continuazione<br />

degli scavi, con il programma<br />

di trasformare l’area<br />

in un cantiere-museo<br />

all’aperto.<br />

Marinella Marinelli


I FAUNA LOMBARDA I<br />

AQUILA REALE<br />

(Aquila chrysaetos<br />

in dialetto: aigola, eghela)<br />

Lunghezza: cm. 76-93<br />

Apertura alare: cm. 190-240<br />

Peso: maschio kg 3-4,6<br />

femmina kg 3,7-6,6<br />

Età massima in natura: 32 anni<br />

Presenza in <strong>Lombardia</strong>:<br />

nidificante sedentaria<br />

Lassù sulle Alpi lombarde<br />

dove nidifica l’Aquila Reale<br />

DALLA METÀ DI MARZO,<br />

DOPO AVER SEGNATO IN<br />

VOLO I CIELI DELLE ALPI,<br />

L’AQUILA È PRONTA<br />

A DEPORRE LE UOVA<br />

NEI NIDI COSTRUITI<br />

SULLE PARETI ROCCIOSE,<br />

AL RIPARO DA INSIDIE<br />

E MINACCE<br />

<strong>Marzo</strong> è un mese cruciale<br />

per l’Aquila reale,<br />

uno tra i più grandi<br />

rapaci italiani che si possono<br />

osservare volare nei cieli<br />

delle Alpi lombarde. La popolazione<br />

di Aquila reale sulle<br />

Alpi Lombarde conta circa 70<br />

coppie: dopo le persecuzioni<br />

da parte dell’uomo nella prima<br />

metà del secolo scorso che<br />

ne avevano ridotto in modo<br />

critico<br />

Carta d’identità<br />

solo estate<br />

tutto l’anno<br />

svernamento<br />

I 46 I LOMBARDIA<br />

VERDE I FEBBRAIO 2013 I<br />

le consistenze, presenta oggi<br />

uno stato di conservazione<br />

favorevole.<br />

Dalla metà di marzo le aquile,<br />

dopo aver delimitato i territori<br />

solcando i cieli con spettacolari<br />

parate nuziali sulle<br />

creste delle montagne e dopo<br />

aver apportato rami verdi ai<br />

grandi nidi riutilizzati da generazioni,<br />

si accingono a deporre<br />

le uova.<br />

I nidi, tre o quattro per territorio,<br />

vengono utilizzati alternandoli<br />

negli anni dalla coppia,<br />

e sono costruiti su pareti<br />

rocciose poste generalmente<br />

al di sotto del limite degli<br />

alberi e a quote inferiori rispetto<br />

ai territori di caccia, per<br />

facilitare il trasporto soprattutto<br />

delle prede più grandi<br />

(marmotte e giovani ungulati).<br />

Meno frequentemente<br />

sulle Alpi, i nidi possono essere<br />

costruiti su alberi.<br />

Le uova deposte, in questa<br />

specie di grande rapace,<br />

sono generalmen-<br />

te due. Ad eccezione delle<br />

annate particolarmente ricche<br />

di cibo, dei due pulcini<br />

nati ne sopravvive solo uno,<br />

per un fenomeno noto ai ricercatori<br />

come “cainismo” che<br />

prevede che il pulcino più forte,<br />

generalmente il primogenito,<br />

uccida, nella competizione<br />

per il cibo il fratello<br />

più piccolo. L’altro uovo rappresenta<br />

quindi una sorta di<br />

riserva biologica, qualora il<br />

primo uovo non si schiudesse<br />

o uno dei due piccoli morisse<br />

prematuramente.<br />

tMONITORAGGIO<br />

In <strong>Lombardia</strong> la presenza<br />

e l’ecologia dell’Aquila<br />

reale è stata indagata nei<br />

principali parchi alpini:<br />

nel Parco delle Orobie<br />

Bergamasche, nel Parco<br />

dell’Adamello e nel Parco<br />

Nazionale dello Stelvio,<br />

dove dal 2004 viene<br />

monitorata la popolazione<br />

nidificante.<br />

La dieta dell’Aquila reale<br />

sulle Alpi si basa prevalentemente<br />

sulla marmotta. Le giovani<br />

aquile, che abbandonano<br />

il nido tra luglio e agosto,<br />

inesperte e ancora poco<br />

abili alla caccia, possono contare<br />

sui piccoli di marmotta<br />

che si affacciano dalle tane in<br />

questo periodo e che, a loro<br />

volta, sono inesperti e ancora<br />

poco abili a sfuggire agli<br />

attacchi dei predatori.<br />

Le minacce derivano principalmente<br />

dal disturbo ai nidi,<br />

soprattutto da parte di incauti<br />

fotografi, da rocciatori o dal<br />

sorvolo a bassa quota di aerei<br />

o parapendii. Il mantenimento<br />

di pascoli e alpeggi, grazie<br />

alla conservazione delle attività<br />

pastorali e di monticazione<br />

in quota, contribuisce a<br />

mantenere un habitat adatto<br />

per la specie, che ha un ruolo<br />

ben sostenibile nell’ecosistema<br />

alpino sia verso gli animali<br />

selvatici sia verso quelli<br />

allevati.


On line il questionario<br />

dell’Unimi rivolto al<br />

mondo della zootecnia<br />

Il progetto ha respiro europeo, e<br />

vede coinvolto il gruppo di ricerca<br />

dell’Università degli Studi di Milano<br />

DIVET - Dipartimento di Scienze<br />

Veterinarie e Sanità Pubblica, che<br />

si occupa di benessere animale e<br />

produzioni sostenibili. Obiettivo e<br />

«aspetto caratterizzante, fin dalla<br />

sua nascita, del progetto AWIN»,<br />

come ci spiegano i ricercatori<br />

dell’Unimi, «è stata la creazione di<br />

un insieme di relazioni dinamiche<br />

tra ricercatori, esperti del settore,<br />

produttori e consumatori, al fine<br />

di stabilire una fattiva e duratura<br />

collaborazione con gli attori della<br />

filiera zootecnica».<br />

Èallora partendo proprio da quest’ultimo<br />

aspetto che il gruppodi ricercatori<br />

ha sviluppato un questionario<br />

rivolto a tutti gli operatori del settore<br />

che si occupano delle specie oggetto<br />

di questo progetto: capre, pecore,<br />

cavalli, asini e tacchini. «Ci rivol-<br />

giamo non solo all’allevatore, ma<br />

anche al veterinario o al tecnico, come<br />

anche - nel caso degli equini - al proprietario<br />

e all’addestratore».<br />

Chi fosse quindi disponibile a compilare<br />

il questionario, che è on line<br />

su www.questionari.unimi.it/awin,<br />

non deve far altro che collegarsi al<br />

sito e rispondere alle domande; possibile<br />

anche la compilazione off line,<br />

con la versione del questionario stampabile.<br />

Per saperne invece di più<br />

sul progetto AWIN, l’indirizzo giusto<br />

è quello del sito www.animal-welfare-indicators.net.<br />

Molto più di una risposta tecnologica alle esigenze<br />

specifiche dell’agricoltura moderna: un progetto<br />

innovativo che evolve le prestazioni in termini di<br />

efficienza operativa, sicurezza e comfort.<br />

La tecnologia IF firmata BKT traccia inediti<br />

standard di qualità per AgrimaxForce. Concepito<br />

per trattori di elevata potenza, consente grandi<br />

capacità di carico a basse pressioni di gonfiaggio<br />

che, unitamente alla superficie di impronta e<br />

alla distribuzione omogenea della pressione di<br />

contatto, garantiscono il massimo rispetto del<br />

terreno lavorato.<br />

Pneumatici Agricoltura BKT:<br />

risposte innovative, in una gamma<br />

tra le più complete e competitive<br />

sul mercato.


I EVENTI & ATTUALITÀ I<br />

Inizia il tour di Vaipervivai tra<br />

le innovazioni del florovivaismo<br />

È LA PRIMA EDIZIONE DI UNA<br />

MANIFESTAZIONE CHE PROMETTE<br />

DI DIVENTARE UN PUNTO DI<br />

RIFERIMENTO PER TUTTI I<br />

PROFESSIONISTI DEL VERDE,<br />

DAGLI AGRONOMI AGLI<br />

ARCHITETTI DEL PAESAGGIO.<br />

L’EVENTO DURERÀ TRE GIORNI,<br />

DAL 5 AL 7 APRILE, E SARÀ<br />

ITINERANTE, CON VISITE GUIDATE<br />

PRESSO I PRODUTTORI ADERENTI<br />

AL DISTRETTO FLOROVIVAISTICO<br />

ALTO LOMBARDO<br />

Èun comparto ad alta specializzazione<br />

quello rappresentato dal Distretto<br />

Florovivaistico Alto Lombardo, che per la<br />

prima volta si presenta, in loco, a un<br />

pubblico di addetti ai lavori e anche a<br />

quello più vasto di appassionati del<br />

verde nel corso di un’articolata<br />

manifestazione. La prima edizione di<br />

“Vaipervivai “ andrà in scena all’inizio<br />

della primavera, dal 5 al 7 aprile, per una<br />

tre giorni a “Porte aperte” presso i<br />

produttori aderenti al Distretto<br />

Florovivaistico Alto Lombardo il<br />

consorzio fra imprese della filiera che<br />

abbraccia le province di Como, Lecco,<br />

Sondrio, Varese, Monza Brianza e<br />

Milano. I primi due giorni saranno<br />

dedicati a una serie di tour presso le<br />

sedi dei produttori che vedranno<br />

I 48 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I<br />

coinvolti i professionisti che a vario<br />

titolo si occupano del verde, pubblico e<br />

privato, come architetti paesaggisti,<br />

agronomi, imprese del verde, catene di<br />

garden center, buyers, tecnici delle<br />

pubbliche amministrazioni e giornalisti.<br />

A loro sarà offerta l’occasione di<br />

approfondire le produzioni del territorio<br />

e le dinamiche di filiera messe a punto<br />

dal distretto nell’ottica della<br />

cooperazione e della messa in rete di<br />

conoscenze e strumenti comuni. Nella<br />

giornata di domenica, invece, i vivai<br />

apriranno le porte al grande pubblico di<br />

appassionati, cui saranno dedicati in<br />

ogni sede eventi speciali, finalizzati alla<br />

conoscenza di questo particolare mondo<br />

produttivo. Si tratta del primo evento<br />

strutturato di marketing territoriale del<br />

distretto, realizzato con la<br />

collaborazione straordinaria della<br />

Fondazione Minoprio e con il sostegno<br />

di <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> e delle Camere di<br />

commercio delle diverse aree di<br />

produzione.<br />

INFO: www.altolombardo.it


È Alessandro Folli<br />

il nuovo presidente<br />

dell’Urbim<br />

Cambio al vertice dell’Urbim.<br />

Nuovo presidente dell’Unione<br />

<strong>Regionale</strong> Bonifiche Irrigazioni e<br />

Miglioramenti fondiari della<br />

<strong>Lombardia</strong> è Alessandro Folli, che<br />

continua a presiedere anche il<br />

Consorzio Est Ticino Villoresi. Si<br />

tratta dell’ultimo atto del lungo<br />

processo di riordino dei consorzi<br />

di bonifica, che ha portato alla<br />

riduzione del numero da venti a<br />

dodici, ampliandone competenze<br />

e finalità nel campo della difesa<br />

idrogeologica, dell’irrigazione e<br />

della salvaguardia dell’ambiente<br />

e del paesaggio. Il neo<br />

presidente ha sottolineato<br />

l’importanza dell’azione comune<br />

dei Consorzi al fine di dotare il<br />

territorio di nuove opere di difesa<br />

idraulica, e del potenziamento<br />

della rete irrigua per lo sviluppo<br />

dell’agricoltura, ma ha anche<br />

focalizzato i nuovi compiti dei<br />

consorzi a favore del<br />

miglioramento dell’ambiente,<br />

della valorizzazione del<br />

paesaggio e, di conseguenza, del<br />

turismo e delle attività ricreative.<br />

Per i consorzi del futuro, Folli ha<br />

auspicato il potenziamento<br />

dell’Unione, anche grazie a<br />

collegamenti più stretti con le<br />

regioni vicine.<br />

Nel corso dell’assemblea di<br />

Urbim è stato eletto il nuovo<br />

Consiglio Direttivo che ha<br />

nominato Vicepresidente<br />

Giovanni Desigis<br />

dell’Associazione Irrigazione Est<br />

Sesia e confermato Giorgio Negri<br />

nella carica di Direttore.<br />

INFO: www.urbimlombardia.it


I EVENTI & ATTUALITÀ I<br />

Filiera agricola protagonista<br />

purché sostenibile e di qualità<br />

appuntamento annuale con<br />

L’ l’agricoltura sostenibile si celebra a<br />

Lariofiere, il centro espositivo e<br />

congressuale di Erba, in provincia di<br />

Como, che ospiterà la dodicesima<br />

edizione di “Agrinatura” dal 25 al 28<br />

aprile. Il programma prevede la<br />

valorizzazione della filiera agricola di<br />

prossimità attraverso l’esposizione di<br />

prodotti di qualità e attenti all’ambiente.<br />

La fiera si pone anche l’obiettivo di<br />

favorire le reti territoriali di operatori<br />

agricoli per stimolare un’offerta<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

complessiva, promuovendo anche il<br />

turismo rurale e la conoscenza del<br />

patrimonio naturalistico e ambientale.<br />

Una formula di successo, che nella<br />

passata edizione ha coinvolto oltre<br />

trentacinquemila visitatori.<br />

INFO: www.agrinatura.org<br />

La nostra<br />

esperienza.<br />

Risposte concrete<br />

risparmio sicuro<br />

Tornano i vini passiti<br />

e da meditazione<br />

a Volta Mantovana<br />

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Tel. +39 049 8285233 Fax +39 049 8285240<br />

Festeggia i primi dieci anni di vita la<br />

“Mostra nazionale dei vini passiti e da<br />

meditazione” in programma a Volta<br />

Mantovana, in provincia di Mantova, dal<br />

25 al 28 aprile nella cinquecentesca<br />

cornice di Palazzo Gonzaga. L’evento<br />

celebra i vini di nicchia provenienti da<br />

tutto il territorio nazionale, con un focus<br />

sulle produzioni locali e un occhio attento<br />

anche alle eccellenze internazionali, come<br />

il Madeira portoghese e i vini cileni,<br />

seguiti da EisWein, Porto e passiti<br />

Sudafricani. Al banco d’assaggio, esperti<br />

sommelier e analisti sensoriali<br />

racconteranno i vini in mostra e sono<br />

previste degustazioni guidate, dedicate<br />

agli abbinamenti con cioccolato, formaggi<br />

e prodotti del territorio.<br />

INFO: www.vinipassiti.com<br />

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(enzima che deteriora il vino) e non interferisce sulle qualità organolettiche dei vini.<br />

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sia sull’uva da vino che sull’uva da tavola.<br />

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