Marzo - Agenzia Regionale Centrale Acquisti - Regione Lombardia
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al latte di bufala, investendo nella realizzazione<br />
di un caseificio interno all’azienda».<br />
E avendo ben chiara una cosa:<br />
«Di certo non avremmo fatto solo mozzarelle,<br />
ma puntato su formaggi che ci<br />
permettessero di distinguerci e di offrire<br />
una buona ragione a consumatori e<br />
rivenditori per venire da noi a comprare».<br />
L’incontro con un tecnologo<br />
caseario pronto a innovare il mercato<br />
dei formaggi e il coraggio di investire su<br />
giovani da formare in caseificio hanno<br />
fatto il resto. Nel 2006 l’inaugurazione<br />
dello spaccio aziendale e nel 2007, partecipando<br />
a Tutto Food, l’incontro con<br />
l’importatore americano «che ha creduto<br />
subito nei nostri prodotti», e che ancora<br />
oggi porta negli States il marchio italiano<br />
di Quattro Portoni. «Gli americani<br />
sono molto interessati alla filiera corta<br />
e ai prodotti da “farmer”, come li chiamano<br />
loro. I distributori sono continuamente<br />
alla ricerca di prodotti di nicchia,<br />
che sono i più richiesti dal mercato statunitense,<br />
per il quale l’intera lavorazione<br />
in azienda è un plus di garanzia».<br />
Non è un caso, quindi, che i foraggi destinati<br />
all’alimentazione delle bufale dei<br />
Quattro Portoni provengano diretta-<br />
t FORME INVIDIABILI<br />
Morbidi quadrelli come da tradizione<br />
bergamasca, caciotte speziate,<br />
semistagionati a crosta fiorita o classici<br />
come il caciocavallo. E poi l’immancabile<br />
mozzarella, la crescenza, la ricotta<br />
o il blu di bufala (nella foto sotto),<br />
premiato a livello internazionale:<br />
è la gamma dei prodotti inventati e<br />
continuamente rinnovati dal marchio<br />
Quattro Portini dei fratelli Alfio<br />
e Bruno Gritti (in basso).<br />
mente dai campi della famiglia Gritti.<br />
«Nel 2008, quando l’economia americana<br />
viveva un momento di grave crisi, il<br />
nostro importatore ci raccontava di essere<br />
uno dei pochi a lavorare bene, grazie<br />
a prodotti di nicchia come i nostri»,<br />
che infatti vengono venduti anche nei<br />
negozi di New York di Eatitaly, il marchio<br />
fondato da Oscar Farinetti che sta<br />
conquistando mezzo mondo. «Per noi il<br />
costo di esportare i prodotti oltreoceano<br />
equivale a quello di consegnare gli<br />
ordini a Milano, da dove poi è a carico<br />
dell’importatore imbarcare il tutto su<br />
una nave». I costi, semmai, sono altri, a<br />
partire dalla formazione e dall’aggiornamento<br />
continuo, per migliorare e innovare<br />
la gamma dei prodotti, fino alla «partecipazione<br />
a fiere e manifestazioni italiane<br />
e internazionali, che sono care<br />
ma essenziali per farci conoscere». In<br />
questo senso, fondamentale è anche l’iscrizione<br />
ai concorsi internazionali: l’ultimo<br />
vinto dai fratelli Gritti è stato l’anno<br />
scorso a Birmingham, dove sono arriviti<br />
primi pari merito a una gara mondiale<br />
a cui hanno partecipato 2800 formaggi<br />
tra cui il blu di bufala, formaggio<br />
di punta dei Quattro Portoni che difatti<br />
s’è aggiudicato il primo premio.<br />
Ma non è necessario fare lunghi viaggi<br />
per esportare il proprio marchio: «Noi,<br />
per esempio, invitiamo sempre operatori<br />
e clienti a visitare la nostra azienda;<br />
l’anno scorso abbiamo accolto venti<br />
delegazioni dagli Stati Uniti», e qualcuna<br />
è arrivata pure dalla Nuova Zelanda.<br />
«Rimane il rammarico di non riuscire a<br />
conquistare il nostro paese», concludono<br />
i Gritti: «In Italia si stima siano 5/6<br />
milioni i consumatori che si rivolgono<br />
alla filiera corta. Gli agricoltori dovrebbero<br />
mettersi insieme, collaborare, immaginare<br />
nuove forme di vendita collettive<br />
creando spazi di vendita comuni, suddividendo<br />
i costi ma potenziando la diffusione<br />
dei singoli marchi», a vantaggio<br />
di tutti.<br />
Eleonora Marchiafava<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 37 I