Marzo - Agenzia Regionale Centrale Acquisti - Regione Lombardia

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I FILIERA CORTA I zo vantaggioso è un elemento importante, ma rappresenta solo uno dei fattori critici di successo di un’esperienza, quella dei Gas, che ormai si è radicata nei nostri stili di consumo, coinvolgendo – si stima – almeno mezzo milione di persone in Italia. Così la S dell’acronimo, Solidale per l’appunto, ha finito per connotare di valore etico il processo d’acquisto e per garantire a molti piccoli produttori un canale di vendita con margini più generosi di quelli offerti dalla grande distribuzione o dall’industria di trasformazione, diventando, in taluni casi, la principale fonte di ricavi. Negli ultimi anni, i Gas si sono diffusi a macchia d’olio in tutto il mondo e anche in Italia, dove si stima una rete consolidata di 2.500 realtà operative di cui ben 450 operanti in Lombardia, che risulta essere la regione con il maggior numero di strutture. È quanto emerge da una ricerca nazionale promossa dall’Area Ricerca e Formazione del Tavolo della Rete di Economia Solidale, coordinata da Davide Biolghini, e condotta in collaborazione con l’Osservatorio Cores Gruppo di ricerca su consumi, reti e pratiche di economie sostenibili I 32 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I dell’Università di Bergamo. «Lo scopo era di verificare in modo scientifico gli obiettivi dei gruppi d’acquisto solidali, la consistenza, il peso economico e “politico” in rapporto con l’agricoltura e con un futuro sostenibile per l’economia locale dei territori», spiega Biolghini, coordinatore scientifico del Forum Cooperazione e Tecnologia nonché referente progetti R&S – Distretto di Economia Solidale del Parco Sud Milano, che sottolinea la costante ascesa nei quindici anni presi in considerazione a ritmi del 20/25 per cento all’anno. «L’indagine conferma che la composizione media di ogni gruppo d’acquisto è di 30 famiglie, una dimensione “fisiologica” dal punto di vista organizzativo, oltre la quale avviene una “gemmazione” in nuovi gruppi, e precisa anche gli obiettivi, legati alla sostenibilità sul piano economico, ma anche sociale e ambientale. Secondo le ricercatrici del Cores si tratta di esperienze vere e proprie di cittadinanza attiva e la tendenza evidenziata nella ricerca è che i Gas stiano sostituendo per molti versi l’associazionismo tradizionale. Oltre alla componente di attenzione all’ambiente, cresce anche la cooperazione nei singoli Gas, tra gruppi di Gas e produttori, favorendo una sorta di “economia delle rela- t ECONOMIA DELLE RELAZIONI Oltre alla componente di attenzione all’ambiente, presente in tutti i Gas, «cresce la cooperazione tra i singoli Gruppi e coi produttori, che sta dando vita a una economia delle relazioni», spiega Davide Biolghini, coordinatore del Tavolo della Rete di Economia Solidale, che ha realizzato una ricerca sui Gas, nonché coordinatore del Distretto di Economia Solidale del Parco Sud di Milano.
zioni”. Dall’indagine si evince che i Gas privilegiano l’acquisto di prodotti biologici, non necessariamente certificati, ma forte è la domanda anche di prodotti del territorio, tipici e a chilometro zero. La tendenza evolutiva è infatti verso percorsi di reti di economia locale e solidale, di cui la Lombardia è la regione più ricca. «Nel Parco Agricolo Sud», afferma Biolghini, «dove si coltiva essenzialmente riso e mais in modo convenzionale, la prima richiesta che viene fatta dai consumatori “responsabili” non è sul biologico ma sulla biodiversità delle coltivazioni e la ricerca testimonia che i Gas sono sempre più consapevoli della loro crescente capacità di incidere sul cambiamento nel modo di produrre. Se si considera che a livello nazionale siano circa 500mila le persone coinvolte nel processo e che il danaro “mosso” da ogni Gas ammonta a circa 50 mila euro all’anno, risulta evidente il peso sempre maggiore di questa “altra” economia, anche se per il momento il fenomeno coinvolge principalmente il settore primario». Sulla stessa lunghezza d’onda è Mauro Serventi, che da fondatore del primo Gas italiano, il Gas Fidenza, è un osservatore privilegiato del fenomeno e della sua evoluzione: «I numeri stanno crescendo, crescono i fatturati e la cri- t PRO AMBIENTE Il Gas Pavia (www.despavese.org), tra i più grossi in Lombardia con settanta famiglie, ha avviato un progetto di pesca sostenibile in collaborazione con l’InterGas di Milano che consiste nel ritiro di tutto il pescato realizzato da alcuni pescatori dell’Argentario impegnati nella lotta alla pesca con strascico. Sempre sulla stessa linea della sostenibilità è la fornitura di pesce azzurro che il Gas pavese ha avviato con alcuni pescatori liguri. si ci dà una mano, togliendo di mezzo tutte quelle strutture speculative non contenibili in una filiera. L’economia delle relazioni che caratterizza il processo dei Gas, li rende una componente essenziale di nuove forme di economia solidale. Ci sono territori che si stanno dando una struttura legata all’economia solidale e un esempio sono i DES, distretti di economia solidale, comparsi 5/6 anni fa, che rappresentano un tavolo di lavoro dove i bisogni si confrontano con le produzioni di beni e di servizi (logistica, trasporti)”, producendo decisioni condivise». CHI SONO E COME LAVORANO I GAS? Quali le forme organizzative, le problematiche, gli interlocutori? È fondamentale essere produttori biologici certificati o val- gono altri criteri? Lo abbiamo chiesto a due Gas delle province di Milano e Pavia, entrambi partiti come semplici gruppi di cittadini e successivamente costituitisi in associazioni senza fini di lucro per ragioni di trasparenza e di interlocuzione istituzionale, riscontrando un’omogeneità di comportamenti che potrebbero rispecchiare in sintesi l’intera realtà lombarda. Innanzitutto c’è la scelta dei produttori. Sonia Bailini, membro di Gaspacho di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano (www.gaspacho.org), ci racconta che il suo Gas privilegia i piccoli produttori, non necessariamente certificati bio «poiché sappiamo che la certificazione è costosa e poi, tutto sommato, i criteri utilizzati non sono poi così rigorosi. Ci rivolgiamo anche ai produttori che coltivano varietà antiche, difficili, che sono schiacciati dalla distribuzione e alle cooperative sociali,dove lavorano persone fragili o disabili. Tutte le aziende devono però garantire lavoro dignitoso per sé e per i propri dipendenti. Preferiamo la ricerca diretta dei produttori che scoviamo nei mercatini biologici o attraverso visite dirette in azienda da parte dei nostri responsabili delle varie merceologie, o ancora attraverso il passaparola con gli altri gas. Siamo piuttosto restii invece a farci contattare dalle aziende perché non avremmo il tempo di vagliare seriamente le proposte». I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 33 I
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