Marzo - Agenzia Regionale Centrale Acquisti - Regione Lombardia
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- l’attuazione delle pratiche volte a<br />
stimolare l’early vigor, per sostenere<br />
lo sviluppo della pianta in primavera<br />
e concorrere all’anticipo della<br />
fioritura<br />
- tutti gli interventi volti a ridurre<br />
gli stress idrici; quindi, le sistemazioni,<br />
le tecniche irrigue e la collocazione<br />
del ciclo così da evitare, ancora<br />
una volta, la sovrapposizione del<br />
periodo più critico, tra l’emissione<br />
del pennacchio e la fine fioritura, con<br />
il periodo di massima temperatura<br />
- la limitazione della durata in campo<br />
della fase terminale della maturazione<br />
quando è maggiore la tossinogenesi,<br />
anticipando quanto più<br />
possibile le raccolte a umidità della<br />
granella comunque superiore al 22%<br />
- l’interramento dei residui delle colture<br />
in precessione che ne lasciano<br />
elevate quantità al suolo<br />
- la difesa da insetti fitofagi sia della<br />
plantula sia successiva, con particolare<br />
attenzione al controllo dalle<br />
larve di seconda generazione della<br />
piralide del mais<br />
- la corretta fertilizzazione, per evitare<br />
stress nutrizionali anch’essi favorevoli<br />
alla crescita della muffa tossigena<br />
- l’efficace pulitura già in fase di trebbiatura<br />
con l’allontanamento dei chicchi<br />
più leggeri<br />
- la rapida esecuzione dell’essiccazione,<br />
per ridurre la permanenza della<br />
granella verde in cumuli per non<br />
più di 12-24 h.<br />
In sintesi, quando la coltura è messa in<br />
grado di esplicare le maggiori produ-<br />
Rischio Aflotossine<br />
molto alto<br />
alto<br />
basso<br />
molto basso<br />
residui al suolo<br />
controllo residui<br />
Tipo di<br />
ibrido<br />
ibrido tardivo<br />
ibrido precoce<br />
Ciclo ibrido Data<br />
semina<br />
1 3 PRINCIPI E 7 AVVISI PER L’AGRICOLTORE<br />
I 3 principi<br />
P1: Diminuisci il tempo di permanenza in campo del<br />
mais dopo la maturazione fisiologica (formazione<br />
dello strato nero)<br />
P2: Punta alle alte produzioni pianificando un<br />
intervento “convenzionale” e intensivo: diminuirai il<br />
livello di stress della coltura, l’incidenza degli<br />
attacchi delle muffe della spiga e i costi.<br />
P3: Semina presto, anticipa la fioritura e la<br />
fecondazione, guadagna in stabilità con un periodo<br />
di accumulo lungo e senza stress.<br />
I 7 Avvisi<br />
A1: Non lasciare essiccare il mais in campo: in<br />
agosto raccogli sopra il 22%, in settembre il<br />
25/27%, in ottobre appena possibile con qualsiasi<br />
umidità.<br />
A2: Quando il mais “chiama” l’acqua, dagliela. Se<br />
non ne hai a sufficienza per tutta la stagione, satura<br />
il terreno in prefioritura affinchè le sete non si<br />
allunghino e siano fecondate (secchino) velocemente,<br />
tieni le piante più rade e intervieni per non far<br />
raggrinzire la granella quando la “linea del latte”<br />
comincia a scendere.<br />
A3: Contrasta la piralide: spingi la coltura in<br />
primavera per ottenere una fioritura precoce; se la<br />
stagione si fa calda e il prodotto è per un<br />
utilizzatore “sensibile”, fai i trattamenti.<br />
t PRIMA DEL CAMPO<br />
E DEL SILOS<br />
La prevenzione deve iniziare con la<br />
scelta dell’ibrido e dell’epoca di<br />
semina, per evitare stress idrici:<br />
dunque ancor prima che in campo,<br />
dove l’inoculo penetra nella pianta<br />
durante e subito dopo la fioritura.<br />
zioni unitarie si riscontrano in genere<br />
livelli di aflatossine minori. Nessuno<br />
degli interventi citati è di per sé in grado<br />
di abbattere in modo consistente la<br />
FIGURA 2. RISCHIO CONTAMINAZIONE NEI PERCORSI COLTURALI INTEGRATI<br />
nessuna difesa<br />
semine ritardate<br />
semine tempestive<br />
difesa da insetti<br />
Controllo<br />
insetti<br />
bassa umidità<br />
alta umidità<br />
Umidità<br />
raccolta<br />
A4: Non mandare a granella i campi seminati dopo<br />
loietto, evita “come il veleno” i secondi raccolti.<br />
A5: Non sperare di trovare ibridi geneticamente<br />
“indenni” o “genetiche” più forti dell’andamento<br />
stagionale: per ora accontentati di poter evitare le<br />
varietà manifestamente più soggette alla<br />
premorienza ed alla piralide,le varietà con brattee<br />
che non coprono decentemente la spiga, le varietà<br />
che allungano le sete e sono lente a fecondarsi.<br />
scegli le classi di precocità che nella tua<br />
azienda/ambiente meglio evitano le situazioni di<br />
“multi stress”.<br />
A6: Applica una tecnica colturale attenta al<br />
“benessere” della coltura ed alla “soddisfazione”<br />
dei suoi bisogni nutritivi: lavorazioni attente ed<br />
ordinamenti colturali adeguati, protezione dalle erbe<br />
e dai virus, concimazioni bilanciate con alcolo delle<br />
unità fertilizzanti basate sulle aspettative di resa e<br />
l’assorbito dalla coltura, investimenti ragionevoli tali<br />
da non esasperare la competizione tra piante per<br />
l’acqua e la luce ed in generale lo stress da<br />
popolazione.<br />
A7: Considera con sospetto e raccogli a parte gli<br />
appezzamenti ed i settori di campo che danno<br />
produzioni basse.<br />
Alberto Verderio,<br />
Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Bergamo<br />
contaminazione: pertanto è solo coordinando<br />
in modo razionale e coerente<br />
gli interventi preventivi ricordati<br />
in percorsi integrati che la probabilità<br />
di incorrere in elevate contaminazioni<br />
può essere ridotta. Un<br />
esempio di questi è riportato in figura<br />
2, che evidenzia, da un lato, i percorsi<br />
colturali che aumentano il rischio e,<br />
dall’altro, quelli più virtuosi. Infine è<br />
opportuno ricordare che la prevenzione<br />
in campo può dare origine a importanti<br />
riduzioni della contaminazione<br />
solo se il sistema di raccolta e conservazione<br />
è strutturato per segregare<br />
le partite in relazione alle condizioni<br />
colturali o, meglio, attraverso un’analisi<br />
diretta della presenza della muffa<br />
tossigena o delle aflatossine.<br />
Occorre però rilevare che una riduzione<br />
apprezzabile del rischio aflatossine<br />
può essere conseguita solo attraverso<br />
un energico e urgente intervento<br />
che rimuova i principali vincoli<br />
strutturali del sistema cerealicolo.<br />
Senza una concreta e generalizzata<br />
capacità di segregare le partite in base<br />
alla qualità sanitaria non pare attuabile<br />
la costruzione di una filiera sicura.<br />
Amedeo Reyneri<br />
Dipartimento di Scienze<br />
agrarie, forestali e alimentari<br />
dell’Università di Torino<br />
I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 13 I