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I AFLATOSSINE I L’autocontrollo, rimedio sicuro contro le aflatossine SONO PRODOTTE DALLE MUFFE ASPERGILLUS E POSSONO SVILUPPARSI DURANTE LA MATURAZIONE DEL MAIS CON CLIMA MOLTO CALDO. ECCO PERCHÉ SERVE FARE PREVENZIONE, SEMPRE, A PARTIRE DALLE SCELTE IN CAMPO E LUNGO LE FILIERE MAIDICOLA E DI PRODUZIONE DEL LATTE Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura I 10 I LOMBARDIA VERDE I MARZO 2013 I delle aflatossine avviene in annate particolarmente cal- L’insorgere de e siccitose, come è stato il 2012. Tali condizioni climatiche determinano un anomalo sviluppo di aspergillus, che produce queste micotossine, rendendo il mais inadatto all’alimentazione umana e animale. Questo è ciò che è successo nelle coltivazioni di mais di parte della Pianura Padana. I fattori che predispongono lo sviluppo delle aflatossine sono da tempo noti: i Servizi Veterinari delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna colpite dall’evento hanno perciò innalzato il livello di attenzione. Livello che permane ancora alto, dato che l'allerta aflatossine, sebbene sotto controllo, durerà sino al prossimo settem- bre, al momento del nuovo raccolto. Le aflatossine, se ingerite dagli animali, possono passare nel latte e nei prodotti caseari. Così si produce l’aflatossina B1 che, dopo essere stata ingerita dal bestiame, finisce poi nel latte, dove si trasforma in aflatossina M1. Nel 1998 l’Europa ha imposto il limite di 50 parti per trilione, ovvero 5 milionesimi di grammo per chilo di latte, superati i quali il latte deve essere ritirato dalla vendita. «Alle prime avvisaglie scatta il piano operativo messo a punto da Regione Lombardia per affrontare, in ogni momento, emergenze di questo tipo», ci spiega Piero Frazzi, responsabile del Servizio veterinario della Direzione generale Sanità che, insieme con la Direzione generale Agricoltura, sta
seguendo il caso. «I controlli da parte nostra sulla granella e sul latte scattano nel momento in cui ci vengono segnalati casi sospetti, cioè quando l’autocontrollo da parte degli agricoltori o degli allevatori non ha funzionato in qualche passaggio». Per gestire l’allerta Regione Lombardia ha infatti attivato uno sportello aperto dal lunedì al sabato (e la domenica allorché la situazione dovesse peggiorare), a cui segnalare le anomalie. In questi casi partono i sopralluoghi da parte del Servizio veterinario della Direzione generale Sanità. «Ad oggi le segnalazioni hanno riguardato il 5 per cento dei campioni di latte prelevati per i controlli nelle stalle, mentre i campioni positivi di granella sono risultati essere 5 su 134. Tutti negativi invece i controlli sui trinciati, che rappresentano peraltro l’80 per cento dell’alimentazione delle bovine», ci dice Frazzi. «Le procedure di autocontrollo nelle aziende stanno funzionando bene, come dimostrano appunto le dimensioni del fenomeno, per niente paragonabile all’emergenza di dieci anni fa», è il parere del dottor Frazzi. «Abbiamo poi predisposto un piano di campionamento e di controllo anche sulle importazioni di mais, perché nelle ultime settimane le segnalazioni ci provengono proprio sulle partite in arrivo da paesi come la Serbia e l’Ungheria, così come sul latte le segnalazioni riguardano paesi come la Francia e la Germania. Nei casi risultati positivi alla contaminazione da aflatossine, le partite di prodotto vengono respinte verso i paesi d’origine». Il mais che presenta livelli di aflatossine superiori ai limiti e che quindi non è idoneo all'alimentazione, può essere valorizzato per la produzione di energia negli impianti di biogas. Regione Lombardia, in collaborazione col Veneto e l’Emilia Romagna, ha messo a disposizione dei gestori degli impianti di biogas e delle strutture di stoccaggio e t RICERCA CONTINUA Sul sito della Direzione generale Agricoltura di Regione Lombardia sono consultabili e scaricabili i due Quaderni della Ricerca che, pubblicati negli ultimi anni, rappresentano una guida sicura per la prevenzione delle aflatossine. Si tratta del Quaderno n. 140 “Micotossine in mais e frumento: valutazione e controllo” e del Quaderno “Rischio di aflatossine nel latte: linee guida per la produzione e l'acquisto di alimenti zootecnici”. produzione del mais, un'intesa di filiera per favorire l'incontro tra domanda e offerta e limitare il rischio di deprezzamento di questa materia prima (per richiedere informazioni relativamente all’intesa, Regione Lombardia ha istituito la casella email dedicata intesa_mais@regione.lombardia.it ). A garanzia del benessere degli animali allevati e della tutela dei consumatori, le stesse Regioni hanno dunque messo a punto delle procedure condivise per la gestione e la tracciabilità di queste partite, in sinergia con il Ministero dell'Agricoltura e della Salute. Il quadro delle iniziative è stato completato da una sperimentazione, avviata da alcuni mesi dalla Direzione generale Agricoltura con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia e il Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Milano. «Sono state condotte diverse prove in laboratorio con più matrici di mais, cioè con campioni di granella contaminati da diversi milionesimi di grammi di aflatossine, e i risultati hanno dimostrato che durante il processo di digestione anaerobica le aflatossine si degradano». Le prove continueranno nei prossimi mesi anche su scala reale in alcuni impianti di biogas della Lombardia, così come prosegue l’attività di ricerca sulle micotossine da parte di Regione Lombardia. Eleonora Marchiafava I MARZO 2013 I LOMBARDIA VERDE I 11 I
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