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Gennaio

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Pubblichiamo di seguito il testo<br />

integrale del saluto<br />

dell’Arcivescovo di Pompei,<br />

Mons. Carlo Liberati,<br />

in occasione del conferimento<br />

dell’onorificenza<br />

“Veritas in Charitate”<br />

Carissima Eminenza, Sig. Presidente Dr. Barile, Autorità<br />

Civili ed Ecclesiastiche, presenti tutti:<br />

Sono lieto e un po’ commosso per questa Onorificenza<br />

“Veritas in Charitate” che avete voluto conferirmi.<br />

Soprattutto per l’apprezzamento che desiderate esprimermi<br />

per il tentativo quotidiano che opero nella mia<br />

umile vita di costruire un futuro migliore, con un impegno<br />

strenuo nel rendere il presente accettabile.<br />

Infatti, per quanto mi riguarda non posso essere soddisfatto<br />

del “nostro Oggi”, malandato e disordinato com’è<br />

e sottoposto a tante ingiustizie.<br />

La legalità e la giustizia sembrano essere diventate<br />

estranee alla nostra società e il grido dei poveri, dei<br />

miseri, degli abbandonati, dei dimenticati e dei derelitti,<br />

così come quello dell’infanzia e dell’adolescenza<br />

lasciate ai margini, diventa sempre più alto e impressionante.<br />

La legge n.149 del 2001 che ha abolito gli Orfanotrofi<br />

(a Pompei avevamo circa 800 tra orfani e non soltanto<br />

delle guerre oltre ai figli e figlie dei Carcerati) ha gettato<br />

sulle strade d’Italia oltre 30.000 bambini e bambine,<br />

allo sbaraglio.<br />

L’ho denunciato più volte ma il fatto non sembra interessare<br />

nessuno.<br />

I giovani che vivono sulle strade nella misura di oltre<br />

il 90% non superano il 18° anno di età, vittime dell’accattonaggio,<br />

pusher della droga, essi stessi diventano<br />

commercianti e affaristi di materie stupefacenti, schiavi<br />

sul lavoro rimediato illegalmente. Il lavoro nero e coatto,<br />

le iniziative le inventive illegali per sopravvivere, le<br />

umiliazioni sessuali cui si vedono costretti a sottoporsi<br />

per la sopravvivenza, le malattie che contraggono, le<br />

violenze morali, li respingono inesorabilmente ai margini<br />

del vivere sociale.<br />

Non essendo rappresentati in Parlamento, di fatto non<br />

esistono. Non interessano nessuno.<br />

Le ragazze seguono la stessa sorte e con l’aggravante<br />

che, forzate a vivere per prostituzione negli alberghi e<br />

nel turismo, muoiono di malattie ancor prima del 18°<br />

anno di età. Solo poche fortunate, perché hanno trovato<br />

un “buon samaritano” sulle strade drammatiche della<br />

vita durante le loro terribili esperienze, riescono a sopravvivere.<br />

Ho voluto citare questa legge sbagliata e questa piaga<br />

sociale, perché le leggi quando sono infelici e dannose<br />

devono essere cambiate o abolite.<br />

Le leggi servono alla convivenza bene ordinata e a consentire<br />

la piena libertà e la promozione della giustizia<br />

umana.<br />

L’uomo promulga le leggi per vivere meglio e sentirsi<br />

realizzato e non per vedersi sopraffatto o diventarne<br />

schiavo.<br />

Ma esiste un senatore, un deputato, un sindaco, un assessore,<br />

un consigliere che si sia mai posto il problema<br />

di cambiare una legge dannosa?<br />

Volete presentarmelo? Io non ne conosco.<br />

Noto con tristezza che in questa Regione non esiste la<br />

legalità condivisa e quindi manca il fondamento per la<br />

costruzione di una società giusta e pacifica.<br />

Un grande Pontefice dimenticato, Pio XII, mise come<br />

segreto del suo operare, quindi come suo ideale di<br />

uomo, di sacerdote, di Vescovo, di Sommo Pontefice<br />

il motto: “Opus justitiae Pax” = La pace frutto della<br />

giustizia.<br />

Non venne ascoltato e si scatenò il 2 o conflitto mondiale:<br />

la più devastante guerra che la storia del 2 o millennio<br />

appena concluso, ricordi.<br />

Perché l’ingiustizia? Perché non c’era più amore.<br />

E crebbero il deserto, il dolore, le malattie, la fame,<br />

ogni genere di sofferenza. Si scatenò la morte un po’<br />

dovunque. Il mondo fu riempito di cimiteri.<br />

Soltanto quando tutti convennero – con l’ONU – che la<br />

società per essere giusta doveva risorgere e svilupparsi<br />

con leggi basate sul rispetto reciproco, il dialogo, il vicendevole<br />

ascolto, la collaborazione, la comunione tra<br />

le persone, è rifiorita la convivenza.<br />

Ma corre il rischio ogni giorno di essere risoffocata<br />

dall’egoismo, il guadagno smodato, l’utilitarismo,<br />

l’assenza di valori e di ogni rispetto reciproco. C’è di<br />

nuovo una corsa verso il nulla come ad ogni primavera<br />

subentra nella natura l’inverno.<br />

Ma nella natura è inevitabile.<br />

Tra noi uomini no: non può morire l’amore.<br />

E allora come credenti in Cristo e per Cristo nella dignità<br />

e nella vocazione dell’uomo, ci battiamo e con forza<br />

perché con l’amore trionfi – nella giustizia – la pace.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

8<br />

Anno 127 - N. 1 - 2011 [8] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

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Anno 127 - N. 1 - 2011 [9]

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