17.06.2013 Views

NASCITA di GESU - Vincenzo Romano

NASCITA di GESU - Vincenzo Romano

NASCITA di GESU - Vincenzo Romano

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

fonte <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zione perché, come Isacco, bisognerà offrirlo a Dio. È questa la<br />

spada che trafiggerà il cuore <strong>di</strong> Maria, il cuore umano e storico della Chiesa. 22<br />

Nel suo canto <strong>di</strong> lode (v. 38), Anna racchiude il senso dell’intero dramma liturgico.<br />

Nella scena è sintetizzata la struttura <strong>di</strong> un grande polittico che abbraccia tutto il<br />

Vangelo d’infanzia. Gesù è al centro della scena, da un lato esau<strong>di</strong>sce l’attesa <strong>di</strong> un<br />

Messia e dall’altro si fa accogliere come realizzazione <strong>di</strong> quanto sperato.<br />

I nomi stessi dei personaggi esprimono, in chiave crittografica, proprio questa<br />

collocazione <strong>di</strong> esau<strong>di</strong>mento (Simeone) e <strong>di</strong> grazia (Anna). 23<br />

Alla luce delle considerazioni fatte, il passo della profezia <strong>di</strong> Simeone rivela<br />

un’insospettata profon<strong>di</strong>tà. Maria non è semplicemente la piccola madre alla quale<br />

viene profetizzato il destino tragico <strong>di</strong> Gesù: ella è assunta come sagoma del nuovo<br />

popolo <strong>di</strong> Dio. Nel bene<strong>di</strong>re Maria e Giuseppe, Simeone bene<strong>di</strong>ce la Chiesa.<br />

A Teofilo, al quale è <strong>di</strong>retto il Vangelo, Luca vuol far notare che se Gesù è segno<br />

<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zione per i suoi <strong>di</strong>scepoli, anche la Chiesa lo sarà per i cristiani. La spada<br />

del dolore che trafiggerà il cuore della Chiesa sarà lo scandalo <strong>di</strong> avere come capo un<br />

crocifisso, un Gesù levita che offre se stesso e chiede ai suoi <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> fare<br />

altrettanto.<br />

Luca 2,39.40<br />

“ 39 Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore fecero<br />

ritorno in Galilea, alla loro città <strong>di</strong> Nazareth. 40 Il bambino cresceva e si<br />

fortificava, pieno <strong>di</strong> sapienza e la grazia <strong>di</strong> Dio era sopra <strong>di</strong> lui.”<br />

Nel suo livello <strong>di</strong> lettura eucaristica questo allontanarsi descrive lo sciogliersi<br />

dell’Eucarestia rituale per rientrare nella Nazareth della vita quoti<strong>di</strong>ana portando con<br />

sé la grazia <strong>di</strong> Dio e continuare ad alimentarla nel proprio cuore.<br />

Da questo punto si <strong>di</strong>lata il <strong>di</strong>scorso sulla passione e resurrezione.<br />

22 Dando a “cuore” il senso <strong>di</strong> “seno”, possiamo intendere in modo dolce l’espressione <strong>di</strong> Simeone e leggere che il<br />

grembo <strong>di</strong> Maria sarà aperto dalla “spada” della Parola <strong>di</strong> Dio che è il Cristo che nascerà continuamente nella Chiesa.<br />

Si ba<strong>di</strong> che romfaia (spada) può leggersi anche r’ omfaia ed intendere “Parola profetica”.<br />

23 Chi legge il passo <strong>di</strong> Simeone e della profetessa Anna non può sfuggire ad un raffronto che getta luce nuova<br />

sul passo. Mi riferisco al racconto contenuto nel libro dell’Esodo dove Aronne, sommo sacerdote, insieme con Maria<br />

sua sorella, decidono, in assenza <strong>di</strong> Mosè, <strong>di</strong> costruire un’immagine <strong>di</strong> Dio da offrire al culto degli israeliti: il “vitello<br />

d’oro”. È un racconto che è stato sempre letto in negativo, come un atto <strong>di</strong> idolatria, costruito sulle reminiscenze della<br />

religione egizia che venerava il bue “Api”. Indubbiamente il racconto ha anche questa <strong>di</strong>mensione, ma non è l’unica.<br />

La Scrittura è speculare e, letta dal lato delle genti, consente una considerazione <strong>di</strong> segno opposto. Se proviamo a<br />

vedere nell’assenza <strong>di</strong> Mosè, salito al Monte, l’assenza stessa del Cristo asceso al cielo, allora in<strong>di</strong>vidueremo il segno<br />

della sua presenza nel mondo nell’Eucarestia e nella Chiesa: una presenza <strong>di</strong>vina ma resa visibile attraverso segni<br />

umani. Questa la soluzione che risulta adombrata nel racconto del “vitello d’oro”. Nel vitello possiamo vedere la<br />

figura del Cristo-agnello e nell’oro il massimo <strong>di</strong> purezza e <strong>di</strong> splendore che la terra sa offrire.<br />

Nella simbologia dei segni, fare un Agnello d’oro significa fare Eucarestia; polverizzarlo significa sacrificarlo;<br />

scioglierlo nell’acqua significa tramutare l’acqua in vino; bere il tutto significa comunicarsi con lo spirito <strong>di</strong> Gesù che,<br />

risorto, ritorna pieno <strong>di</strong> luce al suo popolo. Da questa situazione scaturisce una nuova realtà nei rapporti con Dio.<br />

Perciò le tavole della vecchia legge sono spezzate e nasce una “nuova legge”, quella della Chiesa.<br />

112

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!