NASCITA di GESU - Vincenzo Romano
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Con l’incarnazione, Dio toglie anche l’ultimo <strong>di</strong>aframma che lo <strong>di</strong>vide dalla sua<br />
creatura, quello dell’alterità. Quando l’uomo potrà toccare, vedere e sentire la parola<br />
<strong>di</strong> Gesù, finirà la paura <strong>di</strong> Dio e comincerà il tempo dell’amore.<br />
“Quello che abbiamo conosciuto (…) toccato, vi annunciamo”, è questa<br />
l’intuizione <strong>di</strong> fondo dell’evangelista Giovanni. È questa la grande gioia annunciata<br />
dall’angelo del Signore. È l’annuncio della vittoria della Vita sulla morte per tutti gli<br />
uomini della terra, senza eccezioni, elezioni o limitazioni <strong>di</strong> sorta. La cattolicità<br />
dell’annuncio è garantita fin dall’inizio.<br />
Tuttavia, il futuro (estai) usato da Luca al v. 10 (qualcuno sarà in qualunque cosa)<br />
in<strong>di</strong>ca, sì, qualcosa che è presente, ma che, al tempo stesso, deve ancora crescere e<br />
avanzare: il Regno è venuto, ed ora deve allargarsi a tutto il popolo (panti to lao). Non<br />
a caso, nell’in<strong>di</strong>care il Bambino ai pastori, Luca parla <strong>di</strong> brefos, cioè <strong>di</strong> feto.<br />
Non<strong>di</strong>meno è proprio a questo brefos, vero Salvatore (Soter), che ci in<strong>di</strong>rizza<br />
l’euanghelion, il buon annuncio.<br />
Soter è il termine usato da Maria nel Magnificat (1,47) e rappresenta il nome<br />
proprio <strong>di</strong> Gesù relativamente alle genti. 8 L’uso <strong>di</strong> questo termine consente a Luca <strong>di</strong><br />
mettere in relazione il Soter con il Messia degli eletti, quasi a voler sottolineare che<br />
quel Gesù <strong>di</strong> Nazaret, morto e risorto in Giudea, è lo stesso Soter delle genti chiamate<br />
a vivere il mistero <strong>di</strong> Maria.<br />
“ 12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che<br />
giace in una mangiatoia.”<br />
Luca 2,12<br />
Letto in chiave teologica il segno <strong>di</strong>venta molto chiaro e riguarda proprio le genti.<br />
Per questo il messaggio ripete: “questo per voi il segno”.<br />
Per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Cesare Augusto i popoli sono stati riuniti e i loro capi hanno<br />
riconosciuto la supremazia dell’imperatore romano in una struttura piramidale<br />
tendente all’unità. In questo contesto, nei pastori vanno in<strong>di</strong>viduati i capi che<br />
unificano il gruppo e richiamano l’unità dei popoli in<strong>di</strong>cati nella Scrittura come<br />
gregge.<br />
Ai pastori, che in aperta campagna e <strong>di</strong> notte vegliano il gregge, ad essi, come<br />
realtà <strong>di</strong> terra che vive sulla terra, si rivolge il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Dio. 9 La terra <strong>di</strong>venta così il<br />
punto <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong>alogico. Ecco come l’omaggio reso a Gesù costituisce il<br />
solenne gesto <strong>di</strong> adesione della terra al nuovo Re della terra.<br />
8 Una particolarità del testo in esame consiste nella mancanza <strong>di</strong> articoli determinativi: al v. 11 Luca avrebbe<br />
potuto <strong>di</strong>re: “vi è nato il Salvatore” e non “un Salvatore”. Ma forse il segreto <strong>di</strong> questa particolarità va cercato nell’uso <strong>di</strong><br />
un aoristo insieme al termine semeron. Considerando che l’aoristo in<strong>di</strong>ca un’azione passata mentre l’in<strong>di</strong>cazione<br />
avverbiale la colloca al presente, ciò mi guida a staccare le due situazioni e a leggere: “Nacque un consacrato al Signore<br />
nella città <strong>di</strong> Davide (come fatto passato); e per voi oggi un Salvatore (come fatto presente)”.<br />
9 Il parallelismo con i Magi dell’evangelista Matteo è evidente: egli parla <strong>di</strong> Re venuti dall’Oriente, dei Ma ga oi<br />
(quelli della madre terra).<br />
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