NASCITA di GESU - Vincenzo Romano
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me<strong>di</strong>tandola nel suo cuore, è immagine della Chiesa Universale che deve sempre<br />
saper accogliere la rivelazione affidata a tutta l’umanità.<br />
Il grande piano é stato delineato, ora ne deve prendere coscienza lo stesso Israele.<br />
È d’obbligo dunque che i pastori passino per Betlem <strong>di</strong> Giudea per poi tornare al<br />
mondo.<br />
In termini misterici, il passare dei pastori per Betlem vuole annunciare che le genti<br />
devono portare il loro contributo alla Chiesa giudaica (resa nel nome Mariam, cioè la<br />
Maria dei 40 tempi <strong>di</strong> attesa; M = 40) per fare <strong>di</strong> lei la Maria, icona della Chiesa<br />
universale. 11 Per questo devono entrare con umiltà nella realtà giudaica per<br />
“ritrovare”, nella Scrittura, quanto Dio stesso ha annunciato anche a loro con<br />
autonoma rivelazione. Solo così riconosceranno in Gesù <strong>di</strong> Nazaret il Salvatore degli<br />
eletti e dei gentili. 12<br />
L’incontro dei pastori con Gesù è un incontro reale, ma il modo con cui Luca narra<br />
l’evento ne sottolinea la valenza <strong>di</strong> segno universale. Questo aspetto bisogna sempre<br />
tenerlo presente. Perciò la scena che ci presenta l’evangelista è immobile: il feto é<br />
nella mangiatoia e resta nella mangiatoia; la scena é pubblica e pubblico è l’annuncio<br />
(il verbo kerusso in<strong>di</strong>ca l’annuncio del ban<strong>di</strong>tore).<br />
A ben guardare, però, nella scena manca un particolare che al v. 12 Luca ha<br />
in<strong>di</strong>cato come in<strong>di</strong>spensabile per riconoscere il bambino: doveva essere fasciato.<br />
Come mai allora al v. 16 parla solo <strong>di</strong> mangiatoia?<br />
A me pare che Luca abbia omesso volutamente il particolare delle bende per<br />
ricordare al lettore che il segno che le genti riceveranno dal gruppo eletto sarà solo la<br />
Parola offerta loro come nutrimento (la mangiatoia); ma alle genti spetterà la<br />
realizzazione della seconda parte del segno, quella del sacrificio e della comunione.<br />
Non a caso sarà il romano Pilato a condannare Gesù, e fuori Gerusalemme, ad<br />
Emmaus, per la prima volta con la presenza del Risorto, si consumerà il pane e il vino<br />
della comunione.<br />
Il segno che i pastori devono cogliere nella terra <strong>di</strong> Davide é solo l’offerta della<br />
Parola, quale incarnazione dello Spirito <strong>di</strong> profezia. Ora, però, essi devono svolgere la<br />
loro funzione rivelativa e raccontare quello che hanno visto, anche se ancora non<br />
comprendono appieno il senso <strong>di</strong> quel Bambino fasciato; ancora non possono vedere<br />
in Lui quel Gesù che morendo dona lo Spirito agli uomini e ne <strong>di</strong>venta il Salvatore<br />
universale.<br />
Ecco la grande novità, la salvezza nasce dal donare la vita.<br />
Questa novità viene sottolineata da Luca me<strong>di</strong>ante il cambiamento <strong>di</strong> un vocabolo:<br />
al posto del termine brefos (feto) col quale finora ha in<strong>di</strong>cato il Bambino, ora usa<br />
11<br />
È questo il modo in cui interpreto l’uso che Luca fa del nome Maria che a volte è reso nella forma declinabile,<br />
Maria, ed altre in quella indeclinabile, Mariam.<br />
12<br />
Ancora oggi tanti cristiani, e spesso in buona fede, credono <strong>di</strong> poter fare a meno del VT per accettare il solo<br />
Vangelo, senza rendersi conto che così facendo svuotano l’incarnazione <strong>di</strong> Cristo collocandola solo a duemila anni fa,<br />
e riducono il Cristianesimo ad un mito umano pre<strong>di</strong>cato da un illuso Saulo <strong>di</strong> Tarso.<br />
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