NASCITA di GESU - Vincenzo Romano

sarà in qualunque cosa per il popolo 11 giacché nacque un consacrato al
Signore nella città di Davide e per voi oggi un Salvatore che è il Cristo
Signore’.”
Nella figura dei pastori che custodiscono il gregge leggo i popoli depositari delle
rivelazioni tramandate dai loro saggi, dai vati e dai sacerdoti delle tante religioni nel
mondo. 7
Ora il nuovo annuncio è quello del Cristo che si è fatto carne in mezzo agli uomini,
non per costituire una nuova religione o un nuovo sacerdozio, ma per dichiarare la
fine delle rivelazioni particolari e il ritorno ad un’unica Rivelazione Universale.
In questo senso, il termine docsa (la gloria che avvolge i pastori) indica sia il modo
in cui Dio si rivela e rende luminose le genti, sia la Sapienza nuova che nasce dallo
Spirito; Sapienza incomparabile perché non fatta di sistemi intellettuali ma di eventi
vitali, di Eucarestia, di Vita che trasforma e vince la morte.
La scena si articola in due momenti: un annuncio e un dono di perfezione che
trasforma: logos e rema, parola e azione. L’effetto di questa doppia situazione è un
grande timore.
Luca si sofferma molto sul tema del timore, tanto che il suo può dirsi il Vangelo
del non temete (me fobeite). È l’eterna paura dell’uomo, già annunciata nel VT,
quando si è trovato faccia a faccia con Dio.
Si comprende allora come proprio la paura abbia fatto sì che lo Spirito, che da
sempre ha bussato ai cuori, lentamente abbia dovuto socchiudere la porta per
insegnare con amore all’umanità come reggere il confronto con Dio. Ora questa paura
può dirsi finalmente superata perché insieme all’annuncio è venuta una docsa del
Signore che ha illuminato i pastori.
Luca dice che le genti avranno pienezza nel timor di Dio, una pienezza che lascia
intravedere una corrispondente ampiezza di conoscenza e di trasformazione interiore.
Sembra qui di leggere già le pagine tormentose eppure infinitamente pacate delle
confessioni di Agostino, il sommo tra i gentili.
Annunciatore (angelo) ed ascoltatori (pastori) ora sono di fronte: il primo per
ripetere la voce di Dio, i secondi perché l’intervento diretto del Signore li ha resi
capaci di ascolto, li ha trasformati in esseri di luce.
In questa scena l’incarnazione sta toccando il culmine. Al timore dell’uomo, al
fobos scoteinos di Abramo in una divinità terribile, Dio non ha risposto col terremoto
né col vento impetuoso, ma con la brezza leggera della profezia. Dio è la voce pacata
che nella notte chiama “Samuele, Samuele” rivelando che chi chiama non è un
estraneo ma il Padre che conosce il più intimo nome dell’uomo.
7 L’immagine del gregge rimanda alla “pergamena” sui cui all’epoca si scriveva. Allora, il custodire le greggi da
parte dei pastori può essere inteso come il custodire la Sapienza scritta dai popoli della terra.
Paolo affermerà che l’intera umanità ha ricevuto in Adamo la rivelazione di Dio; ed anche se ha inquinato la
Verità, tuttavia la conserva dentro di sé.
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